Nel continente rosso

Partiamo da Perth, nel sud-ovest dell'Australia, dopo aver affittato tende e fuoristrada: ci dirigiamo a nord seguendo la costa fino a Broome, per poi addentrarci nel Top End e proseguire fino a Darwin...

Indice dell'itinerario

Partiamo da Perth, nel sud-ovest dell’Australia, dopo aver affittato tende e fuoristrada: ci dirigiamo a nord seguendo la costa fino a Broome, per poi addentrarci nel Top End e proseguire fino a Darwin. Il percorso che affrontiamo è un susseguirsi di zone protette e parchi nazionali che è possibile visitare sia a piedi che in macchina. A nord-est di Perth il primo è il Forrest National Park, con la sua foresta di eucalipti su cui sonnecchiano i koala e dove intravvediamo i primi canguri. Ci fanno notare fra le rocce piatte, dove scorre l’acqua, dei fori profondi del diametro di circa 30 centimetri: sono i piccoli pozzi che gli aborigeni scavavano lungo il loro percorso per ritrovare l’acqua potabile. La strada che percorriamo ci fa intravvedere una costa di selvaggia bellezza; spiagge bianche e dune sabbiose con una vegetazione bassa si alternano a rocce nere e bianche. Nel tragitto verso Geraldton strane formazioni rocciose sorgono dalla sabbia proiettando lunghe ombre: questo luogo è chiamato Deserto dei Pinnacoli.
Abbandoniamo la strada asfaltata per affrontare la rossa terra australiana. Nel Parco di Kalbarri ci svegliamo presto, la strada sterrata da rossa è diventata gialla e una fitta nebbia ci avvolge. Il ranger che ci accompagna ci vuol far vedere la “finestra sul canyon” e così ci troviamo sotto un arco di roccia stratificata dai colori rosso, bruno, antracite, a strapiombo sulle pareti di un canyon che si riflettono nelle acque di un torrente. Ha inizio il bush, la zona arida e incolta che copre buona parte del continente. Comincia con bassi cespugli ed eucalipti appena più alti tra cui spuntano gruppi di emù: a poco a poco gli alberi scompaiono, la terra diventa rossa e crescono gli spinifex, cespugli irti di aculei lunghi anche un metro.
La nostra prossima tappa è questa volta sull’oceano, a Monkey Mia. Alle sette e mezzo siamo sulla spiaggia, anzi nell’acqua che ci arriva sopra le ginocchia. Aspettiamo i delfini che tutte le mattine vengono a salutare i bagnanti. Un cartello spiega come bisogna accarezzarli evitando di toccare la zona da cui respirano. Il mare è cristallino, i delfini fanno le capriole intorno a noi, la spiaggia pullula di gabbiani, cormorani e pellicani. Un’altra breve sosta a Shell Quay: il bianco della spiaggia è accecante; non è sabbia, ma un’infinità di minuscole valve di conchiglie che per chilometri ricoprono la costa.
Superato il Tropico del Capricorno, facciamo tappa a Coral Bay dove ci aspetta la Barriera Corallina: nuotiamo fra mante, cernie giganti, coralli e pesci multicolori.
Ci inoltriamo nel bush. La strada rossa corre sempre dritta all’infinito, i pochi veicoli che incrociamo alzano una polvere che ricopre tutto e toglie la visuale. Tutto è rosso, la terra, le rocce, le piante. Il paesaggio, spesso arido e desolato, ha un fascino indescrivibile e contagioso trasmesso anche dalle facce dei bushmen.. Accompagnano il percorso termitai alti come un uomo, di forme e colori diversi: conici, arrotondati, dritti come lamine, rossi, ocra, grigi. Particolari quelli cosiddetti magnetici perché tutti rigorosamente allineati e rivolti verso nord, per offrire alternativamente al sole il lato orientale e quello occidentale.
Ogni giorno scendiamo nei canyon fino ai ruscelli o alle pozze , seguendo i terrazzamenti che le rocce stratificate hanno creato. Queste escursioni ci portano a scoprire le straordinarie pitture rupestri degli aborigeni: sulle pareti delle rocce sono dipinti canguri, tartarughe, opossum, pesci, uomini, con colori ottenuti dalla macinazione delle pietre. E’ difficile stabilirne l’età, ma si suppone che le pitture più antiche risalgano a oltre ventimila anni fa. Broome è la prima vera cittadina che incontriamo ed è famosa per la coltivazione delle perle. Gli edifici sono bassi, spesso a vivaci colori e vi sono intere strade di negozi che espongono i loro gioielli. Superata Broome si entra nel Top End australiano, fino all’angolo più settentrionale e selvaggio del Northern Territory che è Darwin. Da qui fanno la loro apparizione i coccodrilli, sia quelli così detti d’acqua dolce (freshwater crocodile) meno pericolosi e col muso lungo e assottigliato, sia quelli più conosciuti che attaccano l’uomo (estuarine crocodile). Ora sono specie protetta ma vengono allevati nelle fattorie per venderne la pelle e la carne. Bungle Bungle è una zona quasi inesplorata. Per ammirarne le strane rocce rotonde facciamo un volo in elicottero. Dall’alto sembra che qualcuno si sia divertito a tracciare nel terreno, coi colori rosso e nero, linee concentriche e sinuose.
Quando arriviamo a Darwin sono già trascorsi 28 giorni dalla nostra partenza. La città si affaccia sul Mar di Timor ed è completamente nuova, in quanto è stata rasa al suolo nel 1974 dalla furia del ciclone Tracy. Sulla spiaggia si godono i più bei tramonti australiani. E ogni sera una folla esce di casa con le sedie pieghevoli sottobraccio per assistere allo spettacolo.

PleinAir 317 – dicembre 1998

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio