Natale in Fiandra

Rotta verso nord per una breve vacanza di dicembre in cui visitare due delle più belle città fiamminghe della Francia, Arras e Lille, e fare acquisti da mettere sotto l'albero per le prossime feste.

Indice dell'itinerario

Il vino bollente, dolce e speziato, scende a scaldare il corpo e lo spirito di Babbo Natale, che intrattiene i bambini in attesa di salire su una grande giostra sfavillante di luci e colori. Tutt’intorno gli antichi palazzi barocchi incorniciano la piazza gremita di gente che passeggia tra decine di bancarelle, alla ricerca di un oggetto simpatico e curioso da regalare ai familiari, agli amici o a sé stessi. Il verde, il giallo, il rosso, l’oro dominano tra gli addobbi luccicanti delle bancarelle cariche di giochi, prodotti artigianali e generi alimentari; poco lontano, le vetrine dei vecchi negozi allineati sotto i portici sono un altro irresistibile richiamo per i turisti che sciamano allegri chiacchierando del Natale che si avvicina.
Siamo nella regione francese del Nord-Pas de Calais ad Arras, il capoluogo dell’Artois: qui Giulio Cesare combatté contro Vercingetorige, Dumas si ispirò per i suoi Tre Moschettieri e, come rivela il nome stesso della città, nacque l’arazzo, il tessuto artistico realizzato a mano su un telaio di legno.
Lasciato il camper in uno dei numerosi parcheggi nelle vicinanze della cittadella, in pochi minuti si raggiunge la Grand Place, la piazza sulla quale si affaccia la vecchia cattedrale gotica oggi sede del Comune e dell’ufficio turistico. La salita in ascensore sulla cima del campanile permette di affacciarsi a 70 metri di altezza sulla balconata che lo circonda, per apprezzare lo splendido panorama sul centro storico; ma è anche l’occasione per assistere alla performance di un vecchio musicista (“campanaro moderno”, come ama definirsi) che suona proprio le numerose campane e campanelle collocate nell’ampia stanza alla sommità della torre, in un chiassoso tripudio di rintocchi che obbliga a schermarsi le orecchie con le mani.
Partendo invece dal pianterreno ecco un’altra particolarità: le Boves, un sistema di antichi sotterranei che si snodano per chilometri collegando tra loro non solo palazzi e chiese ma anche le cantine di tutte le case del borgo antico, fino a superare le mura di cinta della città vecchia. Realizzate nel X secolo scavando il morbido terreno composto in prevalenza da tufo e calcare, più tardi furono ampliate e impiegate come magazzini, stalle, depositi di armi, rifugi o base di operazioni belliche (durante la Seconda Guerra Mondiale le truppe francesi e inglesi di stanza ad Arras riuscirono a difendere il confine delle Fiandre e a provocare ingenti perdite ai tedeschi servendosi appunto di questa città sotterranea per sferrare attacchi a sorpresa alle spalle delle linee nemiche).
Usciti dal sottosuolo, una passeggiata sotto i portici che circondano il perimetro della Grand Place e che la collegano alla Place des Héros, sede del mercatino di Natale, è l’ideale per visitare al riparo dal freddo dell’inverno i negozietti di artigianato tipici del luogo: fra i più interessanti si incontra una boutique della ceramica dove, con mano ferma e sottilissimi pennelli, il proprietario realizza raffinate decorazioni su piatti e brocche o, a piacere, personalizza tazze, orologi, vassoi, teiere e molti altri oggetti. Si tratta di una tradizione che risale al XVIII secolo, quando le ceramiche cittadine conobbero grande apprezzamento alla corte di Francia per le fini decorazioni di rose, tulipani e mazzi di fiori di campo nel tipico blu d’Arras.
Una sosta nella rinomata pasticceria Thibaut è quanto di meglio per ristorarsi con una bella cioccolata calda accompagnata da dolci specialità d’ogni genere, in particolare i cuori di Arras (biscottini di pane speziato e canditi) e i topini al cacao simbolo della città. Chi invece preferisce il salato in un angolo della piazza davanti alla cattedrale troverà la Brasserie Belle Époque, un antico ristorante dai raffinati arredi in legno dove sono serviti paté e salumi di ogni tipo, carni alla brace accompagnate da ottimi vini, birre locali e distillati di ogni genere, da quelli secchi e forti a quelli aromatizzati e amabili. Per una parentesi culturale ci si potrà poi dedicare al Musée des Beaux-Arts ospitato nell’ex abbazia di Saint Vaast, alle spalle della cattedrale: la visita dell’edificio, con i moderni allestimenti espositivi che ben si abbinano all’architettura settecentesca, può richiedere anche diverse ore vista la ricchezza della collezione, che comprende opere eterogenee provenienti da tutta la Francia nord-occidentale.
Giunge così la sera, ed è il momento di fare ritorno a Place des Héros dove il mercatino di Natale si trasforma in una sorta di teatro all’aperto: sul palco si alternano gruppi musicali, danzatori e cantanti, mentre sui falò il vino speziato borbotta nei grandi pentoloni di rame diffondendo nell’aria un aroma inebriante. Un ultimo brindisi, un festoso scambio di auguri e poi non ci resta che rientrare al camper, dove trascorreremo la notte sotto le stelle dell’Artois.

PleinAir 412 – novembre 2006

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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