Montagne d'arte

Ai piedi del Gran Sasso, il borgo di Castelli da più di cinque secoli eccelle per la qualità e la raffinatezza delle sue ceramiche.

Indice dell'itinerario

Passeggiando per le strette viuzze di Castelli sembra ancora di sentirlo, il sibilo del fischietto di ceramica con il quale il maiolicaro annunciava il proprio arrivo. L’estate era la stagione migliore per quel faticoso commercio, che spesso comportava centinaia di chilometri a dorso di mulo: i sentieri meglio percorribili, i matrimoni più frequenti e con essi la necessità di provvedere alla dote. Ciotole e stoviglie di diverse misure, vasi e tazze, boccali e fiaschi, immagini sacre e persino graziosi giocattoli, quali le statuine a forma di bambola, facevano bella mostra nelle case dei ricchi e dei potenti ma soprattutto in quelle della gente comune. Il pezzo forte era il piatto, decorato con semplici motivi e prodotto in diverse misure: dalla piccola zazzarola, che misurava meno di 20 centimetri di diametro, fino all’arcireale che superava i 40, passando per tutta una serie di misure intermedie quali il cupo, il mezzano, il granne e il reale. Per ognuna di esse vigeva un particolarissimo listino prezzi: l’oggetto veniva infatti barattato con legumi, cereali o farina in quantità pari a quella che era in grado di contenere.
Oggi, nell’era del vetro e della plastica, a Castelli non si sentono più il ritmico cigolio dei torni a pedale o l’ansimare dei forni a respiro che cuocevano la ceramica. Ma l’umile argilla si è presa la sua rivincita e quegli oggetti che allora scandivano la vita quotidiana sono oggi assurti al rango di ricercati e preziosi ornamenti, vere e proprie opere d’arte che dalle pendici del Gran Sasso partono alla volta di mezzo mondo, carichi di quella storia che ne fa un fiore all’occhiello del nostro artigianato tradizionale. I forni sono ora moderni impianti a gas, i torni vengono efficacemente e silenziosamente avviati da motori elettrici e le botteghe si sono trasformate in raffinati “studi d’arte , mentre il cosiddetto Villaggio Artigiano realizzato alle porte dell’abitato, ormai divenuto troppo piccolo per ospitare tutte le attività, sintetizza gli aspetti più moderni e industriali della produzione della ceramica con quelli prettamente artistici e tradizionali. La maggior parte degli addetti ai lavori del Villaggio si è formata nelle aule dell’Istituto Statale d’Arte di Castelli, fondato nel 1906 e intitolato a Francesco Antonio Grue, il più famoso rappresentante di una dinastia di artisti alla quale maggiormente si deve la gloria della ceramica castellana.

Di padre in figlio
Da queste parti la lavorazione dell’argilla risale agli inizi del Mille, forse portata dai monaci benedettini dell’ormai perduta abbazia di San Salvatore. Attorno alla metà del XIII secolo la tradizione si affermò grazie alla natura del territorio ricco di vene argillose, d’acqua e di boschi in grado di assicurare il combustibile per i forni. A partire dal ‘400 la ceramica di Castelli è già assai nota nel circondario, con nomi quali Nardo di Castelli e successivamente Renzo da Lanciano e suo figlio Polidoro. Questi ultimi fondarono nel paese una scuola che iniziò, fra i tanti, gli artisti della famiglia Pompei con il capostipite Tito e poi Orazio il Vecchio e Orazio il Giovane. I Grue diedero ulteriore lustro all’attività, insieme ad altre famiglie quali i Gentili, i Cappelletti e i Fuina. Verso la metà del XVIII secolo, quando la ceramica era ovunque scalzata dalla concorrenza della porcellana francese, bavarese e da quella di Capodimonte, a Castelli si affermò lo stile artistico decorativo che accrebbe la qualità della produzione e scongiurò la chiusura delle fabbriche, assicurandosi importanti committenze aristocratiche. Dall’800 in poi iniziarono periodi di alterne fortune, ma il borgo abruzzese è riuscito comunque a conservare la giusta notorietà.
Questa straordinaria avventura si ripercorre, dalle origini ai nostri giorni, nei locali del moderno Museo delle Ceramiche, istituto nel 1984 e ospitato nei locali dell’ex convento francescano del XVII secolo (stupendo il chiostro con un pozzo in pietra circondato da dodici archi che racchiudono un magnifico ciclo di affreschi). Nelle sale si ammirano, oltre alla riproduzione delle antiche botteghe, una serie di pezzi di incredibile raffinatezza risalenti ai secoli d’oro tra il ‘500 e il ‘700, per concludere con opere contemporanee.

A spasso per il paese
Usciti dal museo, l’esplorazione del borgo riserva altre piacevoli sorprese come la parrocchiale di San Giovanni Battista, con bella facciata e portale seicentesco, che conserva una splendida pala d’altare maiolicata raffigurante la Madonna di Loreto, realizzata nel 1647 da Francesco Grue. Del primo ‘600 è invece la chiesa di San Donato con il soffitto interamente coperto da ben 780 mattonelle decorate con soggetti votivi o di fantasia (lo scrittore Carlo Levi la definì “la Sistina della maiolica italiana”), mentre quelle che formavano il pavimento sono state rimosse ed esposte nel museo onde preservarle dall’usura.
Questi motivi ornamentali, come pure tutta la produzione dell’epoca di maggior gloria, ispirano tuttora i moderni artisti castellani che li riproducono accanto alle più recenti e personali interpretazioni. Di ciò il visitatore può scoprire la ricchezza anche grazie alla mostra-mercato dell’artigianato che si tiene ogni anno in agosto, allineando decine di banchi e migliaia di pezzi tra cui cercare oggetti di raffinata bellezza, opere uniche o eleganti completi per dare un tocco diverso alla casa e alla tavola quotidiana. E magari, con un po’ di fortuna, riusciremo ad imbatterci in uno di quei vecchi fischietti pronto a ricordarci, con il suo sibilo, la storia avvincente di questo paese e della sua gente operosa.

PleinAir 417 – aprile 2007

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio