Montagna, lo spettacolo della transumanza

Verso la fine dell'estate, greggi e mandrie scendono dai pascoli montani per rientrare negli ovili e nelle stalle. E la transumanza diventa un'inedita occasione per trascorrere una giornata di vero folklore dove, insieme alle reginette della festa, non mancano musica, allegria popolare e prelibate specialità.

Indice dell'itinerario

Nell’era della zootecnologia più sofisticata e degli allevamenti in batteria, ci si stupisce ancora nel sorprendere pecore, capre e mucche a brucare, vagare e stendersi beate su liberi pascoli: ma ancora più incredibile è scoprire che in certe zone il trasferimento dal fondovalle agli alpeggi e viceversa non è effettuato con appositi camion ma, come da sempre, a piedi, se non per antichi tratturi quantomeno su sentieri e strade di montagna, a volte persino asfaltate. E’ la sopravvissuta transumanza, rituale del mondo dei pastori che immancabilmente si conclude con una grande festa dove si mangia, si beve, si intonano le melodie di una tradizione che all’improvviso si rivela ancora ben vitale, anziché un romantico residuo di usanze ormai scomparse.
Queste manifestazioni si svolgono tuttora in diverse località d’Italia, ma poiché interessano principalmente gli operatori del posto (con famiglie, amici e conoscenti) risultano poco o per nulla pubblicizzate: viaggiando qua e là capita però di trovarcisi in mezzo, e poi di voler condividere il piacere della scampagnata con il lettore. Nella corale partecipazione all’evento, del resto, il turista è benvenuto; quanto ai v.r. nessun divieto specifico, anzi parcheggi a disposizione.

 

Fra jodel e strudel

In Val Senales il paesaggio è dei più pittoreschi, con le pecore che convergono verso gli stazzi approntati vicino al lago
In Val Senales il paesaggio è dei più pittoreschi, con le pecore che convergono verso gli stazzi approntati vicino al lago

E’ un buon segno che ad allietare le transumanze dell’Alto Adige ci siano i suonatori in costume, i quali eseguono le tipiche musichette tirolesi senza imbastardirle (almeno in questa circostanza) con il repertorio moderno per accontentare i giovani, come purtroppo accade da un po’ di tempo a questa parte in certe popolari kermesse birraiole dei paesi alpini. Così, all’appuntamento della Val Senales vediamo trombone, clarino e fisarmonica andare incontro alle greggi che scendono dal monte, e più tardi sul palco del punto di ristoro compare persino l’arpa suonata da una signora anche lei in costume. Per non dire dei due ragazzi che si esibiscono nel più classico jodel, e va sottolineata la loro giovane età a dimostrare che non tutto è perduto.

Nel parcheggio al Maso Corto c'è posto anche per i camper
Nel parcheggio al Maso Corto c’è posto anche per i camper

Durante l’estate le greggi sono state portate a pascolare al di là dello spartiacque con l’Austria: sopra Maso Corto nell’alpeggio di Rofenberg, oltre il Giogo Alto, e sopra Vernago nella Niedertal, oltre il Giogo Basso. Verso la metà di settembre avviene il ritorno degli animali e dei loro accompagnatori in un’atmosfera decisamente festaiola, quasi si trattasse di un avvenimento sportivo, e i visitatori non mancano. Qualcuno ha pernottato in camper, altri giungono di buon’ora, e gli amanti della montagna approfittano della circostanza per inventarsi un’escursione del tutto particolare andando incontro alle greggi e ridiscendendo assieme a loro: si può procedere da Maso Corto, che è già a 2.011 metri di quota, verso i 2.842 del Rifugio Bellavista lungo il sentiero 3, oppure da Vernago, a 1.711 metri, verso il Rifugio Similaun a 3.019, lungo il sentiero 2 (qui, se le condizioni atmosferiche lo permettono, con l’aiuto di un gatto delle nevi chi si è prenotato potrà raggiungere un tunnel scavato nel ghiaccio e da lì veder sbucare le greggi).

Ma ci si può presentare con comodo, visto che l’arrivo dell’avanguardia è previsto nelle prime ore del pomeriggio e c’è tutto il tempo per una colazione ai banchi del ristoro, andando poi a sistemarsi dietro le transenne. I più attrezzati hanno portato il binocolo e faranno a gara per chi avvisterà il primo essere in movimento, uomo o animale, che compare dall’alto della montagna, magari uscendo da un banco di nebbia. Poi il fiume bianco e marrone scende precipitoso a valle, le prime pecore si arrestano spaventate davanti alla muraglia umana che le attende, qualcuna cerca di invertire la rotta e ci vuole tutto l’impegno dei pastori per infilare negli stazzi la testa del gregge. E non è finita qui, perché gli animali, contrassegnati da vistose macchie di colore sul mantello a distinguere l’appartenenza a vari proprietari, lungo il cammino ovviamente si sono mescolati e adesso si va in cerca dei dispersi: individuata la pecora, il pastore la solleva per le zampe posteriori (o addirittura se la prende in braccio) e senza troppi riguardi la trasferisce nel recinto assegnato. Infine arriveranno i camion a far la spola con le stalle o i pascoli di fondovalle, mentre la giornata si conclude in un turbine di allegria sulle tavolate della ristorazione, fra würstel, birra, strudel e altre specialità.

 

Sapor di pascolo

L'arrivo delle pecore intorno al rifugio Angelo Sebastiani, sul Terminillo
L’arrivo delle pecore intorno al rifugio Angelo Sebastiani, sul Terminillo

La chiamano Festa della Transumanza, ma si tratta in effetti di una rievocazione: si svolge infatti di regola la prima domenica di agosto, quando le pecore se ne stanno ancora tranquille a pascolare in quota. Siamo nell’alto Lazio, sulle falde del Terminillo, e ritrovarsi a quasi 2.000 metri in piena estate è di sicuro un grande piacere per l’aria fresca, i panorami e i silenzi della montagna, specie se si proviene da qualche baraonda balneare.
Il Rifugio Angelo Sebastiani, presso cui si svolge la cerimonia, si raggiunge con una brevissima deviazione dalla strada che parte da Leonessa e taglia l’intero monte fino al capoluogo Rieti passando per la Vallonina e la Sella di Leonessa, al di sotto della quale si trova la struttura. Conviene arrivare la sera precedente per aggirare i problemi di parcheggio: il piazzaletto di fronte al rifugio sarà occupato dalla festa, ma è possibile trascorrervi la notte avendo cura di spostarsi prima delle 9 del mattino, ora in cui si può trovare ancora posto lungo la rampa d’accesso; dopodiché la salita verrà bloccata e gli ultimi arrivati dovranno accontentarsi degli spazi ricavati in basso lungo la strada principale. La postazione guadagnata col camper permetterà di gustarsi in diretta (praticamente dai finestrini!) il rituale della cottura della pecora, poiché già nella tarda serata del sabato si accende un grande fuoco all’interno di una rimessa prospiciente il rifugio e in un gigantesco recipiente viene messa a bollire la carne assieme agli odori. La cottura andrà avanti per tutta la notte, e sarà quantomeno originale svegliarsi avvolti da un profumo che preannuncia il pranzo.

Intanto il piazzale viene transennato e l’azienda agricola Stocchi, che gestisce la manifestazione, dispone le bancarelle con i suoi prodotti. In tarda mattinata, dopo il saluto ai convenuti e i discorsi delle autorità, giunge il momento clou dell’incontro: dalla vicina montagna si vedono scendere le greggi che arriveranno a circondare il rifugio, per la felicità dei fotografi e certamente anche dei bambini (che forse per la prima volta vedono una pecora dal vivo!). Ma l’aria frizzante della montagna, una breve passeggiata lungo un vicino sentiero tabellato e gli aromi provenienti dal pentolone hanno stimolato l’appetito e si cominciano a spiare i preparativi della degustazione collettiva, quando ci si disporrà tutti in fila per ricevere il vassoio con una saporita porzione di carne e vari contorni. E visto che sono pochi e contesi i posti all’esterno del rifugio, ancora una volta sarà la nostra dinette ad accoglierci per il rustico pranzo con vista.

 

Far West all’italiana

Negli scenari abruzzesi, location di tanti celebri spaghetti-western, non possono mancare i cavalli
Negli scenari abruzzesi, location di tanti celebri spaghetti-western, non possono mancare i cavalli

E’ un autentico mare di greggi quello che ogni anno, ai primi di agosto, puntualmente converge su Campo Imperatore per la Mostra Rassegna Ovini, che sta per compiere il suo primo mezzo secolo. Lo scenario l’avrete già visto al cinema: qui furono girati Lo chiamavano Trinità e Continuavano a chiamarlo Trinità, insomma i famosi spaghetti western , e a ritrovarsi sull’immenso altopiano è facile pensare a certi sconfinati spazi d’America.
Da Assergi la strada arranca per circa 8 chilometri in un bosco di cerri, poi la vegetazione scompare come per magia e ci si ritrova in un autentico deserto montano: niente case né capanne, solo qualche raro cespuglio a interrompere l’ondulata prateria, e neppure – almeno per ora – la consueta selva di antenne o la fila di pale a vento sul profilo dei monti. Si procede nel nulla per altri 24 chilometri in un’atmosfera quasi inquietante finché, dopo una curva e in prossimità di un incrocio, appare la vista familiare dei camper già in sosta. Siamo nella località detta Fonte Macina per la grande vasca che, a fianco della strada, raccoglie preziosissima acqua di sorgente.

A Campo Imperatore si possono gustare durante la festa i saporiti spiedini di castrato
A Campo Imperatore si possono gustare durante la festa i saporiti spiedini di castrato

Mentre nella conca gli stazzi ancora vuoti e i gazebo della fiera attendono l’inizio della manifestazione, il sito è presidiato da due soli edifici che si fanno ben notare per fumi e profumi: benché sulle facciate compaia a grandi lettere la scritta Macelleria , si tratta soprattutto di posti di ristoro organizzati secondo un’inconsueta procedura. Essendo infatti gli arrosticini (lunghi e sottili spiedi di castrato) la prelibatezza locale, i gestori hanno cura di sistemare nel prato circostante, o sotto una tettoia in caso di maltempo, una schiera di barbecue a disposizione dei clienti per grigliare al momento i propri acquisti. Ci si alza per tempo in modo da osservare dall’alto l’allestimento della mostra e l’arrivo delle greggi, che tagliano l’altopiano in ogni direzione. Quando poi gli stazzi saranno riempiti, formando un’incredibile scacchiera multicolore, si scende a vivere da vicino la manifestazione. Intanto sono aumentati i visitatori, fino a saturare ogni spazio: chi arriva in mattinata col proprio automezzo viene dirottato in appositi parcheggi da cui i bus navetta faranno la spola verso l’esposizione e il ristoro. Gli stand offrono prodotti locali o attrezzature specifiche per gli allevatori (da notare i grandi collari armati di punte per proteggere i cani pastore dall’assalto dei lupi), in un recinto sfilano esemplari di varie razze che concorrono alla premiazione, e il tocco finale è dato dall’arrivo di cavalieri lanciati al galoppo attorno al raduno.

Le protagoniste della festa a Campo Imperatore
Le protagoniste della festa a Campo Imperatore

All’ora di pranzo, il Far West del Gran Sasso pare più che altro una riserva indiana: non si contano le fumate che si alzano dai bracieri, mentre orchestrine improvvisate con organetto e cembali rallegrano il banchetto collettivo. E infine può accadere che il tempo muti all’improvviso, con un temporale – non infrequente anche d’estate da queste parti – che provoca un fuggi fuggi generale. La festa è finita, e ripartendo ci si accorge che nella conca non è rimasto niente e nessuno, né gli stazzi né i gazebo: tutto smontato con una rapidità e una precisione tali che ci sembra quasi di aver sognato.

 

In viaggio con le mucche

Le mucche di ritorno dai pascoli sfiilano placide lungo la strada principale di Bressanvido, sull'Altopiano di Asiago
Le mucche di ritorno dai pascoli sfiilano placide lungo la strada principale di Bressanvido, sull’Altopiano di Asiago

A consultare il volantino distribuito per l’occasione, con relativa mappa, ci si rammarica di non essere stati informati prima: la transumanza in due tappe dall’altopiano di Asiago alla pianura (con pernottamento intermedio presso la malga dei fratelli Sambugaro in località Bocchetta Galgi a Conco) attraverso località facilmente raggiungibili anche in camper quali Gallio, Marostica e Nove, si poteva seguire letteralmente passo passo. Abbiamo rimediato all’involontario ritardo con una sorta di miniescursione ed è quanto vi consigliamo se, come noi, siete arrivati all’ultimo momento, cioè nel giorno stesso in cui la mandria regina della festa (si tratta di almeno duecentocinquanta mucche) conclude la transumanza presso la villa-fattoria dei fratelli Pagiusco a Bressanvido, una quindicina di chilometri a nord-est di Vicenza.

Fra le caratteristiche delle feste della transumanza, l'accompagnamento con melodie tradizionali eseguite dal vivo
Fra le caratteristiche delle feste della transumanza, l’accompagnamento con melodie tradizionali eseguite dal vivo

L’evento si tiene usualmente nel terzo weekend di settembre, ma le iniziative culturali e ricreative organizzate dalla Pro Loco per l’occasione continuano anche nel finesettimana successivo. Nel pomeriggio di domenica, quando cominciano a sfilare le auto d’epoca che sono una delle attrazioni della festa, provate a risalire il corteo a piedi o in bicicletta; incontrerete le majorette e la banda, i trattori storici, i carri e infine i mandriani a cavallo con i costumi tradizionali. Arrivati a Poianella (sono un paio di chilometri), fermatevi dove la strada svolta dentro il paese. Nessuno vi dirà niente se rimanete al di qua delle transenne, basta avere una macchina fotografica o una telecamera e muoversi con disinvoltura: fate parte del servizio documentazione della festa!

E’ questo il posto migliore per attendere la mandria, specie se il sole sta calando e il resto del percorso è ormai tutto in ombra. Quando le mucche cominceranno a sfilarvi accanto, accompagnate da mandriani a piedi, in bici o in motorino, inseritevi tranquillamente nel corteo: in un assordante concerto di campanacci farete il vostro trionfale ingresso a Bressanvido, tra due ali di folla, e vi sembrerà di aver compiuto l’intera transumanza che con i suoi 80 chilometri, troviamo scritto sul programma, si vanta d’essere la più lunga d’Italia.

 

 

 

 

 

 

 

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio