Migliaia di luci illuminano il Natale di Madrid

Trascorrere nella capitale spagnola le festività natalizie è un’esperienza unica alla quale contribuisce l’esuberanza e la fantasia del popolo madrileno impegnato, in questi giorni, negli ultimi acquisti tra un convulso traffico di auto.
palazzo di Madrid

Indice dell'itinerario

Nel frenetico andirivieni della Madrid di Natale, è possibile comunque ritagliarsi uno spazio di visita in un tranquillo percorso pedonale partendo dalla Puerta del Sol. La piazza è contraddistinta dalla grande insegna pubblicitaria dello Tio Pepe, lo sherry nazionale. In quest’ampio spazio contornato da numerosi bar e negozi si celebra il nuovo anno quando le lancette dell’orologio della Real Casa de Correo, il palazzo della Regione, segnano la mezzanotte.

Cosa fare a dicembre?

Ma anche nelle rigide giornate di dicembre questa stessa piazza conserva la sua centralità con l’allestimento di uno degli alberi di Natale più belli che prenderà vita con l’illuminazione notturna. Saranno infatti le sue scintillanti luci ad attirare ogni visitatore all’interno del cono dove, come tradizione vuole, si potrà esprimere un desiderio.

Durante questo girovagare si è colpiti dall’elevato numero di ristoranti presenti in tutto il tessuto urbano affollati in qualsiasi ora del giorno e nei quali è possibile entrare in contatto con la gastronomia madrilena. Così che si potrà far colazione con i tipici churros, piccoli cilindri di pasta dolce fritta da accompagnare con una tazza di cioccolata calda; poco più tardi, testare i bocadillos de jamon, economici panini farciti col famoso prosciutto iberico presso il Museo del Jamon mentre irrinunciabili peccati di gola sono i invece i torroni e il marzapane di Casa Mira.

Ma se volessimo andare a tapear, come si dice qui, ovvero consumare i famosi spuntini di pesce, formaggio, carne, salumi, patate o vegetariani – insomma un’offerta quasi infinita di tapas per accompagnare la propria bevanda – non c’è che l’imbarazzo della scelta, preferendo possibilmente i locali più affollati: saranno senz’altro i più equilibrati tra prezzo e genuinità.

Plaza Major

Plaza Major, dominata dalla statua equestre di Filippo III, è poco distante. La piazza, accessibile da nove porte, è racchiusa da imponenti edifici a tre piani tra i quali emerge la Casa della Panadería con la facciata affrescata con vivaci dipinti allegorici. Alla fine del 1500 l’intera superficie ospitava il mercato ma anche corride, feste popolari e perfino esecuzioni capitali; oggi a sbirciare tra gli archi dei porticati si scorgono botteghe e bar mentre l’area centrale è, in questa occasione, occupata dai gazebi del tradizionale mercatino natalizio che si tiene dal 10 dicembre al 5 gennaio.

Qui, sotto un cielo formato dai variegati colori di decine di lampioncini a forma di cubo, si possono acquistare le decorazioni per i propri alberi di Natale, i personaggi per allestire i presepi casalinghi e la parrucca o i cappelli di Natale: una tradizione tutta spagnola di questo periodo.

Negli immediati dintorni non possono mancare alcune tappe gastronomiche come i panini con calamari fritti (bocada de calamares), o pranzare da Botin, il più antico ristorante del mondo (1725) secondo il Guinness dei Primati, per degustare una porzione di porcellino da latte cotto in forno a legna.

Guardando in alto e a terra tra i palazzi d’epoca

Camminando è consigliabile volgere lo sguardo anche in alto non solo per ammirare i grandi palazzi d’epoca ma perfino per scorgere sulla loro sommità curiose sculture. Sono i cosiddetti Guardiani del Cielo come l’Angelo caduto dal cielo di Miguel Ángel Ruiz, posto su un palazzo all’incrocio tra Calle Milaneses e Calle Mayor, o Le due quadrighe di Higinio Basterra visibili lungo la Gran Via sull’antico Banco de Bilbao, alcune tra le trenta opere dislocate in tutta la città.

Anche guardando per terra, però, si ottengono utili informazioni: alcune targhe in ottone inserite nel pavimento dinanzi alla soglia di esercizi commerciali segnalano la loro rilevanza storica. È il caso, ad esempio, di Casa Hernanz del 1845 (Calle de Toledo, 18) dove è possibile acquistare espadrillas di ogni forma e colore.

A breve distanza è posto l’edificio storico di Madrid del Mercato Coperto di San Miguel nel quale accanto agli ordinati e colorati banchi di vendita di ogni genere alimentare si affiancano tavolini e piccoli bar dove poter tranquillamente consumare i propri acquisti.

Plaza de la Villa

Il monumento a Don Alvaro de Bazan, comandante della flotta spagnola nella battaglia di Lepanto, spicca nella vicina Plaza de la Villa, considerata la più antica della città, dove la municipalità cittadina occupa uno dei palazzi storici che la coronano. Nel cortile di uno di tali edifici è allestito ogni anno un monumentale presepe che si lascia ammirare in tutta la sua imponenza girandovi attorno.

In questo rapido excursus cittadino non restano che le architetture più spettacolari come la Cattedrale de la Almudena, ultimata nel 1993 e consacrata dal papa Giovanni Paolo II, e il Palacio Real, quest’ultimo sorto sul vecchio Alcazar: si compone di oltre tremila stanze, alcune delle quali visitabili come la Sala da pranzo di gala, quella del Trono in stile rococò e la Cappella Reale con le sue decorazioni in marmo.

Da qui seguendo verso nord via Bailén si raggiungono i giardini di Plaza de España, un piccolo polmone verde adorno di uno specchio d’acqua nel quale si riflette il complesso monumentale dedicato a Cervantes.

Lo scrittore dall’alto di un seggio sembra osservare con benevolenza i suoi personaggi favoriti, Don Chisciotte della Mancia ed il fido Sancho Panza, posti leggermente più in basso ognuno sulla propria cavalcatura. Il pur alto obelisco è comunque più basso dei due grandi grattacieli che lo circondano: la Torre di Madrid costruita nel 1957 e alta 142 metri e l’Edificio España di 117 metri. Quest’ultimo è l’edificio-città, un retaggio di epoca franchista sorto secondi i dettami del regime come unico contenitore nel quale far convergere tutte le attività moderne come case, uffici, negozi, bar, ristoranti e hotel: un’utopia mai realizzatasi.

La Gran Via

Lasciando alle spalle il ricordo della lotta contro i mulini a vento si risale le celebre Gran Via, la strada commerciale per eccellenza di Madrid che termina in Calle Alcalá, un chilometro dopo. Quest’arteria, che taglia in due il centro cittadino, durante i suoi cento e più anni di storia ha cambiato spesso nome a seconda del governo del tempo così che, ad esempio, fu chiamata Avenida de la Unión Soviética durante la Seconda Repubblica. Centro dello shopping madrileno, oggi quest’importante ed elegante asse viario è divenuto anch’esso simbolo di Madrid per le convulse attività che si svolgono.

Plaza de Callao

L’affollatissima Plaza de Callao ne è testimonianza: una crocevia intorno alla quale transitano decina di migliaia di auto, un’area pedonale attraversata giornalmente da migliaia di persone e decine di sale cinematografiche e teatri nei quali si alternano rappresentazioni di commedie musicali di grande spessore. E come tutte le grandi metropoli anche in questa piazza non mancano gli imponenti edifici come il palazzo Carrion del 1933, caratterizzato dal gran neon con la scritta pubblicitaria della Schweppes, affiancato dalle strutture del Cinema Callao del 1927 e dai quattordici piani del palazzo della Stampa del 1928.

E saranno le sfavillanti linee geometriche di colore giallo e blu delle luci natalizie, forme geometriche progettate da architetti e designer locali, ad indicare la strada verso il Palacio de Cibeles, la principale sede comunale. La sua elegante struttura racchiude un’area semicircolare della piazza omonima ornata centralmente dalla Fontana di Cibeles, dea latina della natura, opera dello scultore Ventura Rodriguez.

Pur tralasciando gran parte dell’offerta culturale di Madrid, il veloce weekend di visita può degnamente concludersi presso il Platea, una sala cinematografica estesa su tre piani, dove si potrà effettuare l’ennesima e ultima esperienza a 360 gradi sulla gastronomia locale accompagnata da uno spettacolo di acrobazie, musiche e balli in stile Belle Époque.

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