Messaggi dal cosmo

Osservatori astronomici, parchi naturali, aree disabitate in cui contemplare a piacimento il cielo notturno senza il disturbo dell'inquinamento luminoso: i modi e gli strumenti del pleinair sono ideali per lo starwatching, con il telescopio e persino a occhio nudo.

Indice dell'itinerario

Che il veicolo ricreazionale sia in grado di regalare il massimo della libertà al viaggiatore, i nostri lettori lo sanno bene: ma, ne siamo certi, pochi avranno pensato di sfruttare la propria casa su ruote per un viaggio intergalattico. Il camper come la Voyager di Star Trek? Certo, bastano un po’ di fantasia, qualche consiglio giusto, un minimo di attrezzatura e gli astri saranno alla nostra portata, andandocene in giro fra le costellazioni senza nemmeno staccare le ruote da terra.
Ma prima facciamo un passo indietro, fino a un paio di secoli fa, quando di notte il buio era assoluto e il cielo mostrava miriadi di stelle. Oggi, con l’inquinamento luminoso, le cose si sono fatte parecchio più complicate: osservando l’Europa dalle telecamere dei satelliti nelle ore notturne – e l’Italia non fa eccezione – si noterà che le zone completamente scure sono una minoranza, mentre il resto è avvolto in una luminosità diffusa dovuta al riverbero delle luci elettriche delle città. Per ammirare come si deve la volta celeste, quindi, dovremo recarci in località prive o quasi di insediamenti umani, dove l’invadente presenza di massicce fonti luminose è ridotta al minimo o assente. Nel Bel Paese queste zone sono sostanzialmente tre: la Maremma tosco-laziale, la Sardegna e la Basilicata, alle quali si aggiungono alcune aree della Sicilia, del Molise, della Puglia e della Calabria. Facile allora capire che se mancano centri abitati di una certa importanza e bisogna star fuori buona parte della notte, per fare un po’ di starwatching non c’è niente di meglio di un camper.
Negli Stati Uniti, del resto, il camperismo astronomico è già piuttosto diffuso; e anche in Italia qualcosa si sta muovendo, come dimostra la crescente partecipazione dei turisti itineranti agli Star Party organizzati dall’Unione Astrofili Italiani. In collaborazione con il Centro Caravan Costantini di Roma, la UAI ha addirittura attrezzato il Camper delle Stelle, un mansardato Rimor che viene utilizzato nel corso di raduni e appuntamenti sociali.

Andar per stelle
Se non siete esperti della materia, poter effettuare delle uscite con gruppi organizzati risulta di grande aiuto, soprattutto se vi rivolgerete alle associazioni che gestiscono osservatori fissi. Si tratta di strutture simili a quelle ufficiali delle università o dei centri di ricerca, anche se con minori pretese: il più delle volte utilizzano telescopi di grandi dimensioni, collegati a potenti computer, ben al di fuori della portata economica del singolo. Soprattutto durante la bella stagione, queste stazioni stellari sono aperte al pubblico su prenotazione e consentono di effettuare osservazioni straordinarie, di una spettacolarità assoluta.
Nel Lazio, sui Monti Cantari, compie vent’anni l’osservatorio di Campo Catino, a poche decine di chilometri da Fiuggi e da Alatri: situato a 1.500 metri di altitudine, è amministrato dall’Associazione Astronomica Frusinate e utilizza un telescopio riflettore Ritchey-Chretien di 80 centimetri di diametro. Fino ad oggi è stato visitato da ben 30.000 persone e nel periodo estivo, quando gli impianti sciistici sono chiusi, la zona è un ottimo riferimento anche per la sosta dei camper. Spostiamoci nel Viterbese, una delle mete giustamente più ambite dai cacciatori di stelle essendo una di quelle a più bassa densità abitativa sul territorio italiano, con una natura selvaggia e affascinante. Ad 800 metri di quota, l’osservatorio dei Monti Cimini è gestito dall’astronomo Paolo Candy, eclettica figura di appassionato che propone visite, osservazioni e corsi di vario genere. Alla struttura è collegata anche un’ampia azienda agrituristica, provvista di ristorante e di numerosi servizi per il soggiorno e le attività sportive all’aria aperta.
Varcando il confine con la Toscana, nella zona di Pitigliano, Sovana e Sorano si tocca l’apice in fatto di armonia tra storia, cultura, natura e paesaggio: è questo un altro comprensorio ideale per lo starwatching (non è raro incontrare da queste parti gruppi di appassionati con i loro telescopi), come il non lontano Monte Labro dove l’osservazione del cielo si unisce a quella dei paesaggi del vicino Amiata.
Anche il Sud è prodigo di occasioni, ad esempio nel Parco Regionale dei Monti Picentini, il massiccio che si stende fra la provincia di Salerno e quella di Avellino. Qui nel mese di agosto si tengono numerose iniziative compresa l’osservazione diurna del Sole, la stella a noi più vicina, mentre il Gruppo Astrofili Picentini organizza, per comitive di almeno dieci persone, anche osservazioni a richiesta in una zona poco nota del nostro paese, ma di grande interesse per il turismo all’aria aperta.
Un’altra terra promessa degli astrofili è la Basilicata, sulle morbide colline fra Matera e le Piccole Dolomiti Lucane: l’orografia e la mancanza di ostacoli visivi ad ampio raggio sono condizioni davvero ideali, perfino se volete compiere le vostre esplorazioni a occhio nudo. Provate a percorrere queste solitarie stradine di notte (il traffico è inesistente, le occasioni di sosta libera innumerevoli) e, non appena trovate spazio sufficiente per fermarvi, spegnete i fari: la sorpresa è garantita. Non c’è disturbo di luce artificiale nel raggio di chilometri e solo Castelmezzano ci ricorda che non siamo in pieno Medioevo.
Bisogna invece attraversare il Tirreno e addentrarsi nell’Ogliastra, in Sardegna, per trovare un osservatorio che da solo vale il viaggio. Sul Monte Armidda, a Lanusei, godersi un tramonto estivo con la splendida vista del Monte Perda ‘e Liana e poi l’osservazione di stelle e pianeti con il telescopio può offrire emozioni indimenticabili; bisogna solo prestare attenzione alla strada di accesso, piuttosto stretta e dal fondo non proprio impeccabile. Anche la costa ogliastrina, non assediata da villaggi turistici e da cittadine piene di luminarie ma, al contrario, ben provvista di campeggi e aree attrezzate, rappresenta una valida scelta.
La prossima volta che pianificherete un viaggio, insomma, provate a tener conto del “fattore cielo buio” nei vostri itinerari: oltre alle località citate, zone propizie allo starwatching sono le Madonie in Sicilia, Capracotta in Molise, Saint-Barthélemy in Valle d’Aosta (dove si trova un altro noto osservatorio) e i Monti Sibillini, fra l’Umbria e le Marche. A proposito, se credete agli UFO non mancate di fare un giro nelle campagne marchigiane tra Osimo e Recanati dove pare sia comune il fenomeno dei crop circles, ovvero i cerchi nel grano, la cui origine è ancora dibattuta. Magari potrebbe essere l’occasione buona per un incontro ravvicinato del terzo tipo con qualche visitatore extraterrestre: in fondo, non sono anche loro turisti itineranti?

PleinAir 420/421 – luglio/agosto 2007

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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