Merletti di sale

Un mare di strabiliante limpidezza su cui si affacciano boschi mediterranei e villaggi di pescatori, una cultura tradizionale che sa offrire tradizioni e sapori ancora genuini. In camper, in gommone e in bicicletta scopriamo le acque, la natura e l'ospitalità di Pag.

Indice dell'itinerario

Ogni volta che torno in Dalmazia è come se fosse la prima. Requisito indispensabile: l’ombrellone lo porti tu. Unico neo: arrivarci. La panoramica Magistrali Adriatica fa sì rallentare il passo ma è troppo bella, proprio come il suo mare, che è anche il nostro. Incredibile come, a pochi passi da casa, sappia mostrare meraviglie insospettate.
Quest’anno mi immergo tra il verde e l’azzurro dell’isola di Pag: è magico l’incontro con gli olivi millenari di Lun, i milioni di sassi bianchi sparsi sul terreno, i muretti divisori che vanno dalla cima dei monti fin sul mare e l’estremità di questa lingua di terra dov’è situato il piccolissimo villaggio di Tovarnele, ultimo avamposto sul mare in un isolamento quasi totale. Sola eccezione un timido agriturismo, nessuna insegna ma un nome ideale, Robinson, che si affaccia su un’insenatura dalle acque scintillanti e al cui ingresso due olivi ti accolgono aprendoti le braccia. Un incanto, vedi la strada finire qui e poi ci siete solo tu e il mare.
Ed ecco Stara Novalja: anche qui la terra e la roccia abbracciano l’acqua, anche qui il massimo del consumismo è rappresentato da due piccoli supermarket e tre ristoranti dove il caffè o il tè li prepari da solo oppure ordini quello turco, nero e spesso, quasi imbevibile ma odoroso di un fascino che evoca la sua terra d’origine. Di giorno mi dirigo lungo il sentiero ombreggiato dai pini, in una baia così trasparente e calma che tanti piccoli pesci, per nulla spaventati, ti baciano le gambe scambiandoti per cibo.
Altri ricordi della mia Pag segreta sono la luna adagiata sul mare sopito e lucido come un lago, dove avanzano pigre imbarcazioni di legno, e ancora, gli oleandri profumati come il miele sulla tavola della prima colazione. Ma ciò che mi mancherà per troppo tempo sarà svegliarmi alle sette del mattino, indossare un lungo abito leggero color turchese, ai piedi sottili pianelle, in mano nulla più che il telo da spiaggia, e scendere lentamente fino al mare che ho ammirato dal balcone durante la notte troppo calda. Già assaporo la breve ma intensa nuotata, come un abbraccio di quell’acqua così salata che anche di giorno sembra un letto immaginato per sostenerti e cullarti.

 

 

Isola Pag

Un viadotto collega la punta meridionale di Pag alla strada per Zara
Un viadotto collega la punta meridionale di Pag alla strada per Zara

Parallela alla costa della Dalmazia settentrionale, Pag è una delle isole più grandi dell’Adriatico: 63 chilometri di lunghezza, 5 di larghezza e ben 269 di costa dall’andamento frastagliato, molto spesso ricoperta da una fitta e rigogliosa vegetazione spontanea, con frequenti promontori, lunghi tratti solitari, calette affacciate su acque di una limpidezza che ha pochi eguali nel Mediterraneo. Merito soprattutto della bora, sovrana incontrastata dell’isola durante l’inverno e la primavera quando, come ci dice la biondissima Jadranka dell’ufficio turistico di Pag, «anch’io divento salata». Impetuose folate scendono dalla catena del Velebit, impregnando l’aria di iodio: una polvere d’acqua e di sale viene spinta anche oltre i 150 chilometri orari, costringendo talora gli abitanti a restare in casa per diversi giorni, ma prelude al bel tempo stabile dell’estate, rende l’aria sana e asciutta e, allontanando violentemente le acque di superficie dalla costa, favorisce il ricambio con quelle più profonde, di purezza cristallina. Nella stagione calda invece si leva il maestrale, che rinfresca soprattutto la parte occidentale dell’isola verso il mare aperto: e proprio qui il paesaggio si fa dolce e ubertoso – in contrasto con il più brullo e selvatico ambiente della parte orientale, meno protetta dai venti – offrendo, in vicinanza della costa, una rigogliosa vegetazione di lecci e pini che incorniciano la maggior parte dei luoghi turisticamente più fruibili. A coronarne la bellezza, un patrimonio di tradizioni ancora intatte nella loro genuinità; a renderla pienamente godibile dal turista secondo natura, due campeggi (lo Strasko a Novalja e il Simuni nell’omonimo paese) nei quali abbiamo fatto base per il nostro itinerario di scoperta utilizzando, a corredo del camper, il gommone, la bicicletta e il ciclomotore.

 

La costa nord-occidentale

Il bel camping Strasko di Novalja
Il bel camping Strasko di Novalja

Novalja è un paese vivace, oggi interessato da una forte espansione edilizia che ci è apparsa però eccessiva e disordinata, al punto da non riconoscere luoghi e strade rispetto alla nostra prima visita, vent’anni fa. Da segnalare invece la meritoria valorizzazione dell’acquedotto romano (qui chiamato talijanova buza, buco italiano), straordinaria opera d’ingegneria civile risalente a 2.000 anni fa: si tratta di un cunicolo sotterraneo lungo più di un chilometro, alto e largo circa 2 metri, che fu scavato a mano nella viva pietra per rifornire l’isola, una fabbrica di mattoni, un colorificio e le imbarcazioni; caduto l’impero, fu dimenticato per essere riscoperto solo nel XIX secolo. La visita (tutti i giorni dalle 8 alle 20) si effettua con caschetto e pila in dotazione, ed è per ora consentita lungo un tratto di circa 150 metri; nei locali superiori è in allestimento un museo etnografico.

La vicina Stara Novalja, situata nella profonda insenatura tra le baie di Trincel e Drljanda, è una località molto tranquilla che offre un ottimo alaggio libero (con ampio parcheggio e scivolo accessibile a tutti) nella zona in cui attraccavano i traghetti prima della costruzione dell’attuale approdo di Zigljen. Questo è anche, a quanto abbiamo visto, l’unico punto di partenza per scoprire in barca il versante nord-occidentale di Pag, affacciato verso l’isola di Rab. Per raggiungere Stara Novalja attraverserete una rigogliosa valletta, un tempo zona di paludi e lagune, in cui sorge la bianca chiesina di Santa Maria: uno dei percorsi più indicati anche per le escursioni in bici seguendo l’itinerario della Wine Route, la strada del vino.

Il villaggio di Lun segna l'estrema punta settentrionale dell'isola di Pag
Il villaggio di Lun segna l’estrema punta settentrionale dell’isola di Pag

Fra questi due centri si protende nel mare verso l’isola di Rab la lunga penisola di Lun, villaggio sito quasi alla sua estremità. Per giungervi è disponibile una sola strada praticabile con il camper che sale lungo la dorsale rocciosa (nella parte finale si incontreranno restringimenti e pochi spazi per la sosta): il circondario è caratterizzato da stupendi oliveti centenari dove, dai contadini locali, si possono acquistare olio e paski sir, il tipico formaggio dell’isola. Un tratto sterrato conduce in breve fino alla punta, che offre acque di cristallo e, inserite tra le scogliere, frequenti piattaforme di cemento per la balneazione. Per chi ha il gommone o la barca la soluzione migliore rimane comunque il passaggio via mare che offre un primo eccezionale ridosso dopo Novalja al di là di Punta Gaj, sulla baia smeraldina di Uvala Bab, e più avanti una fantastica successione di piccole cale, con spiaggette contornate da selva e macchia mediterranea annunciate dal frinire incessante delle cicale. In questa lunga escursione nautica, solo in quattro ridossi si trovano minuscoli abitati: nell’ultimo, Tovarnele, dopo aver lasciato il natante al moletto potrete fare una pausa ristoratrice in una trattoria sul mare.

 

La penisola di Barbati

In camper si puo' esplorare anche la minuscola penisola di Barbati
In camper si puo’ esplorare anche la minuscola penisola di Barbati

Quest’ampia lingua di terra che fronteggia la costa continentale croata, di fronte a Karlobag, è l’ideale per approfondire la conoscenza con il versante orientale di Pag. Per un approccio dall’acqua si può costeggiare il mare interno del Paski Zaljev alando l’imbarcazione nella zona di Caska, una lunga spiaggia molto frequentata da croati e sloveni; a causa delle modeste correnti, tuttavia, queste acque non reggono il confronto con altre zone dell’isola. E’ dunque preferibile spostarsi in camper, in moto o in bicicletta, anche perché i frequenti saliscendi lungo la strada costiera assicurano singolari panorami e belle vedute sul vasto golfo interno, caratterizzato da aspri rilievi. Attraverserete paesini quali Kustici e Zubovici – dove i frequenti pagliai segnalano allevamenti di pecore e produzione di formaggio – concludendo l’itinerario nel paesino di Metajna, dove si può acquistare del pesce direttamente dai pescatori o gustarlo in una delle quattro trattorie.

Un eccezionale belvedere lungo la strada per Simuni scopre il capoluogo Pag e la penisola di Metajna
Un eccezionale belvedere lungo la strada per Simuni scopre il capoluogo Pag e la penisola di Metajna

Da qui, inoltre, lasciando il veicolo in quota si potrà effettuare una piacevolissima passeggiata lungo un sentiero scavato nella roccia che vi condurrà al villaggio di Drazica, porticciolo con una spettacolare scogliera che ricorda Amalfi.
Altra curiosità, su un’altura in direzione dell’imbarco di Zigljen, è il cosiddetto Pag Triangle, un’anomala spianata di roccia franata tra gli aguzzi e spogli rilievi settentrionali dell’isola. Leggenda vuole che qui si radunassero i primi ominidi del Paleolitico e che il sito sia stato scenario di incontri con extraterrestri nonché di ripetuti avvistamenti di Ufo (visite guidate il lunedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle ore 9, con parcheggio sulla strada fra Novalja e Zigljen; negli stessi giorni, dalle 18 alle 21, esposizione di testimonianze presso il museo civico di Novalja).

 

Pag, la costa meridionale e l’arcipelago di Maun

Il campeggio di Simuni
Il campeggio di Simuni

A un chilometro dall’omonimo campeggio, il villaggio di SImuni ancora non è compromesso dallo sfruttamento turistico: vi si trovano inoltre tutti i servizi essenziali (ad esclusione però della benzina) nonché due apprezzabili ristorantini terrazzati con specialità di pesce. Nell’attigua e profonda insenatura, presenza non invadente è la ben attrezzata Marina ACI.
Dal paese, riprendendo la strada che segue la costa sud-occidentale e poi si addentra in direzione del versante orientale dell’isola, in breve si giunge al capoluogo Pag, affacciato sul mare interno.

La cattedrale di Pag
La cattedrale di Pag

Ai margini dell’abitato sono situate le vecchie saline, delle quali ancora rimangono alcune parti storiche: le prime furono quelle che attualmente si trovano nel villaggio di Dinijska, poi sostituite dalle attuali in una zona in cui il mare, progressivamente meno profondo, penetra in una lunga spianata tra colline rocciose. Nel centro storico è ancora evidente il disegno urbanistico pentagonale risalente al XVI secolo, con la fortificazione di torri e mura in stile gotico-rinascimentale ad opera dell’architetto Giorgio Orsini, detto il Dalmata. Splendidi anche l’impianto architettonico veneziano, le chiese di San Giorgio, la cattedrale dell’Assunzione e il convento benedettino di Santa Margherita, oltre a diversi vicoli interni e stradine in pietra che si intersecano ad angolo retto. In una di queste, in particolare, si possono incontrare anziane donne che, affacciate alle finestre o sull’uscio di casa, lavorano i preziosi merletti di Pag, senz’altro il prodotto artigianale più celebre dell’isola: di color rosso, blu o nero, queste trame di aerea delicatezza non vanno piegate, bensì tenute distese tra due fogli di carta. Per gli appassionati della nautica, da segnalare che nell’ambito del progetto Cento Marine sull’Adriatico, recentemente varato dal governo della Croazia, è di prossima realizzazione quella di Pag che sarà costruita al centro dell’abitato in un’area attigua al ristorante Smokva (per inciso, un ottimo locale in cui gustare specialità di carne e di pesce ma anche il formaggio e il prosciutto tipici dell’isola).

Al ristorante  con un "vulcanico" gestore
Al ristorante con un “vulcanico” gestore

Torniamo a Simuni per un itinerario via mare di notevole sviluppo che parte a sud del paese, fiancheggia la costa fino al golfo di Punta Zaglav e da qui, con una traversata di circa 4 miglia, si dirige verso il mare aperto per raggiungere le isole di Brusnjak, la grande Maun e la più piccola Skrda. Nel primo tratto, da non mancare una bella spiaggia di sabbia con fondale poco profondo di fronte all’isolotto di Lukar (segnalata dai galleggianti, subito dopo un vivaio di branzini). Lasciate le acque di Pag ci si dirige verso gli altri approdi, che offrono innumerevoli baie adatte a una sosta in tutta tranquillità. A Maun, la più grande dell’arcipelago prospiciente Simuni, si consigliano due siti molto suggestivi: il primo, sulla costa orientale, è il meraviglioso fiordo di Rakovica, un piccolo anfiteatro di alte rocce che sovrasta un mare profondo e di assoluta limpidezza; il secondo, dal lato opposto, si trova a Punta Sipa, dove un isolotto collegato da un istmo va a costituire un golfo ben riparato, con acque basse e fondo sabbioso, in spettacolare posizione panoramica sul Maunski Kanal e, all’orizzonte, la prospettiva di Pag e della maestosa catena del Velebit (unico neo, il sito è sempre affollato da natanti d’ogni genere).

 

L’isola di Olib

Relax tra le acque smeraldine di Olib
Relax tra le acque smeraldine di Olib

Proprio al centro dell’arcipelago del Kvarneric, tra Lussino, Dugi Otok e Pag, questa splendida isola – dove è vietata la circolazione agli autoveicoli – è la destinazione di un itinerario in gommone riservato a chi ha un minimo di esperienza, tenendo a disposizione una buona scorta di carburante e accertandosi che le condizioni meteorologiche siano ottimali (presso la Marina ACI di Simuni, a 2 chilometri dal campeggio, ogni giorno viene affisso il bollettino anche in italiano). Noi abbiamo seguito una rotta ad anello compiendo, per la sola andata, quasi 11 miglia – ovvero una ventina di chilometri – da Simuni a Punta Maun e da qui a Punta Ploce, all’estremità orientale di Olib.

Il primo paradiso marino lo si incontra fra Ploce e Punta Zubinin, dove sarete richiamati dal colore verdissimo e luminoso di acque basse e sabbiose, quasi un angolo tropicale in mezzo all’Adriatico; una suggestione accresciuta dalla visione delle vicine e tozze montagne delle isole Premuda, Ist e Molat. Altre 5 miglia e si giunge al paese di Olib, l’unico dell’isola, dove è vietata la circolazione alle auto e l’unico ormeggio disponibile si trova nel porticciolo. Qui è consigliabile una sosta (anche con possibilità di pernottamento) presso il ristorante Amfora, che vi servirà una cucina di mare semplicemente favolosa nella sua genuinità.
Un chilometro e mezzo di passeggiata lungo l’unico stradello condurrà poi a Slatinica, una pronunciata e meravigliosa baia con bassi fondali di sabbia bianchissima; in alternativa la si può raggiungere in barca compiendo il periplo quasi completo dell’isola, in 6 miglia di cale e ridossi selvatici e solitari.
Da qui si fa ritorno a Simuni doppiando nuovamente Maun ma questa volta per Punta Sipa, sul lato ovest: un percorso più breve che, nell’ultimo tratto, potrà essere agevolato dal maestrale in poppa.

 

 

 

 

 

 

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