Marinai d'acqua dolce

Circondato dalle vette alpine, il lago Lemano è un angolo di Svizzera dal sapore quasi mediterraneo: lo visitiamo in camper e in battello da Losanna a Montreux, fra scorci agresti e deliziosi paesini rivieraschi.

Indice dell'itinerario

La Jolly Roger, il nero vessillo con teschio e tibie incrociate temuto da tutte le marinerie del mondo, sventola spavaldamente sul pennone più alto della Vaudoise mentre il folto gruppo di pirati, in fila indiana sulla passerella, si imbarca per festeggiare il settantacinquesimo anno di vita della barca. Dal ponte si levano canti, risate e un allegro chiacchiericcio, mentre il battello prende il largo sulle placide acque del Lemano.
Ci siamo da poco sistemati al camping Vidy, in una piazzola a pochi metri dalle fresche acque del lago. Una bella passeggiata fra boschi e prati conduce verso il porto di Ouchy, il quartiere più suggestivo di Losanna, la città svizzera famosa – oltre che per i suoi monumenti e le antiche architetture – per essere la sede del Comitato Internazionale Olimpico e dell’École Polytechnique Fédérale, dove giovani ricercatori hanno studiato e progettato assieme all’Alinghi Designer Team la barca della prestigiosa America’s Cup. Ma cosa c’entrano i pirati con Alinghi e con gli sbuffanti battelli a ruota che ricordano, nel bel mezzo dell’Europa, il Mississippi e le atmosfere di New Orleans? C’entrano, eccome: perché a Losanna il modo più divertente per scoprire il lago e i suoi paesaggi consiste proprio in queste minicrociere sui natanti storici.
Erano i primi dell’800 quando nacque, sulla sponda svizzera del Lemano presso lo sbocco del Rodano, una compagnia di navigazione formata da un gruppo di armatori e proprietari di grandi barche a vela che trasportavano pietre e sabbia dalle cave alle nuove città in costruzione sulle rive del bacino. Nel corso degli anni il potere economico e commerciale della compagnia si rafforzò, anche grazie all’unione con altre imprese, portando nel 1934 alla creazione della Confrérie des Pirates che dichiararono Ouchy comune libero e indipendente, per mantenere una certa autonomia dal governo federale.
Con il passare del tempo, le vecchie barche da trasporto sparirono una ad una, affondate o dimenticate a insabbiarsi in qualche angolo del lago: una sola rimase intatta e perfettamente funzionante, appunto la Vaudoise, la nave dei pirati di Ouchy che oggi, a vele spiegate come una volta, si allontana in direzione di Ginevra e della sponda francese.

La città olimpica
Losanna, di origini romane come testimonia il sito archeologico sulle rive del lago a Vidy (il camping che abbiamo scelto come base si trova poco lontano), si sviluppa sulle pendici montane che sovrastano il lago, in un susseguirsi di saliscendi. A tutta prima la visita potrebbe apparire faticosa: in realtà, grazie alla capillare ed efficiente rete di bus, tram e metropolitana, è possibile muoversi con tutto comodo.
Il centro storico si sviluppa intorno all’imponente cattedrale gotica del XIII secolo, all’antico palazzo vescovile oggi sede del museo storico cittadino e alla piazza del Comune dove, ogni sabato mattina, centinaia di bancarelle espongono prodotti alimentari, frutta, verdura ma anche artigianato e piccolo antiquariato. Un’ampia isola pedonale permette di passeggiare in tutta tranquillità scoprendo – oltre agli immancabili negozi di orologeria – numerosi ristorantini ed enoteche in cui degustare gli ottimi vini prodotti da decine di piccoli vignaioli del circondario.
Ci portiamo sul vivace lungolago con i viali alberati scanditi da fontane e laghetti, locali per tutti i gusti, giostre per i bambini, pontili per l’attracco delle navi da crociera: non per nulla è uno dei luoghi preferiti da turisti e residenti per passeggiare, andare in bici o sfrecciare su pattini e skateboard. Al porto di Ouchy una scuola di vela affitta imbarcazioni per effettuare gite sul lago, mentre chi preferisce il meno avventuroso pedalò potrà noleggiarlo nella baia situata vicino al Musée Olympique. Per noi, invece, è l’ora di levare le ancore a bordo del battello d’epoca che ci condurrà lungo la sponda orientale del Lemano.

Vista sui vigneti
Ad Ouchy è ormeggiata la più grande flotta di barche storiche a vapore dell’Europa continentale e una delle maggiori al mondo ancora perfettamente funzionante. Gli otto eleganti vascelli hanno la loro base nella rada del cantiere navale situato vicino al porto, e sono ovviamente una delle principali attrazioni per grandi e piccini: durante i finesettimana estivi, due volte al giorno lasciano il molo e si accostano agli imbarchi, dove le attende una piccola folla trepidante.
Ed eccoci a bordo osservando con curiosità le manovre dell’equipaggio, la sala macchine in bella vista al centro della nave, il ponte e i grandi saloni. Poi il ritmico sbuffo del vapore si interrompe al suono della sirena, sostituito dallo sciabordio delle pale che si tuffano in acqua all’avvio delle grandi ruote laterali: il vaporetto inizia a muoversi, il pubblico si sbraccia a salutare dalle fiancate e la crociera comincia. Nel primo miglio di costa, ville secolari e giardini fioriti si affacciano sul lago in una piacevole galleria en plein air di architetture d’altri tempi. Giungiamo di fronte a Pully, con le darsene delle scuole nautiche e il porto nuovo, gremito anch’esso di barche all’ormeggio: l’abitato ci appare ancora unito a quello di Losanna, ma sulle pendici delle montagne le case iniziano a diradarsi per lasciare il posto a un ameno paesaggio rurale.
Sulla costa sfilano ora le basse casette colorate e i viali alberati dei paesini di Paudex e Lutry, riflessi nelle acque scure del lago che qui supera i 200 metri di profondità, mentre un marinaio ci spiega che al centro del Lemano si raggiungono anche i 300 metri. Intanto, i nostri occhi da camperisti puntano numerose aree per la sosta e il picnic con panche, tavoli e barbecue a disposizione degli ospiti.
Dopo Lutry le abitazioni improvvisamente scompaiono lasciando il posto alla ferrovia, mentre sui fianchi della montagna iniziano a comparire i campi terrazzati protetti da lunghi muretti a secco che si snodano sinuosi: sparse ovunque come coriandoli emergono fra i vigneti le piccole macchie delle cantine vinicole, offrendoci uno spettacolo inatteso e suggestivo che non si nota assolutamente da terra arrivando a Losanna, poiché l’autostrada corre al di sopra delle coltivazioni e bisogna addentrarsi lungo le stradine rivierasche per osservare da vicino questi scorci agresti.
Si continua a navigare in un panorama che muta continuamente a seconda della conformazione della montagna. Una serie di villaggi dagli edifici in pietra e legno ci offre lo spunto per una successiva visita a terra alla scoperta di borghi e prodotti tipici, come è facile supporre osservando scorrere lungo la sponda i ristorantini e i mercatini che ravvivano le strette viuzze e le passeggiate lungolago dei borghi di Villette, Cully, Moratel e Rivaz. Dopo la punta di Pichette, evidenziata da un campeggio realizzato su una penisoletta e da un porto ben attrezzato con scivolo e gruette di alaggio per i gommoni, le pendici montane, prima quasi strapiombanti, si aprono in un’ampia vallata e i terrazzamenti dei vigneti lasciano il posto al verde cupo dei boschi di conifere.
Le ore scorrono tranquille, accompagnate dal lento battito delle pale nell’acqua, sino a doppiare Vevey e, poco dopo, le prime case di Montreux. Di nuovo il paesaggio si trasforma, i boschi lasciano il posto alle case e ai grandi viali gremiti di gente che si riposa sotto i colorati ombrelloni di bar e ristoranti, fra hotel di lusso ed eleganti palazzine: sembrerebbe quasi di trovarsi in Costa Azzurra, ma sullo sfondo si ergono le vette ancora innevate nonostante il caldo della stagione estiva. La nostra nave fa bella mostra di sé davanti al Grand Hotel e, dopo qualche sbuffo, ecco il suono della sirena che annuncia al pubblico assiepato sul molo la partenza per rientrare a Losanna.
E’ ormai sera quando attracchiamo al porto di Ouchy, scendendo a terra con piglio da veri lupi di lago. Sulla passeggiata, ristoranti e déhors cominciano ad affollarsi per un aperitivo o per la cena, giovani mamme sui pattini si attardano con i bimbi, i campi da beach volley e da pallacanestro si animano dei richiami dei giocatori mentre in campeggio si accendono i primi barbecue.

Allo sbocco del Rodano
Dopo l’avventura marinara, il ritorno a casa ci offre l’occasione per riscoprire via terra i luoghi visti dall’acqua. Prendiamo la statale costiera fra antichi borghi e scorci lacustri, superiamo Montreux e proseguiamo in direzione dell’ormai vicino confine francese. Da Villeneuve l’ampia vallata del fiume si apre a mostrare le Alpi Svizzere e lassù in alto il Colle del Gran San Bernardo, ma qui in riva al bacino l’ambiente è completamente diverso: il Rodano, che ne è il principale immissario, sfocia infatti nel Lemano formando una costa piatta e selvaggia, tra boschi e paludi dove nidificano numerose specie di uccelli osservabili grazie alle apposite postazioni attrezzate. Numerose stradine si inoltrano fra stagni e laghetti sino a raggiungere Vieux Port, altra base ideale per i gommonauti che possono usufruire di pontili dotati di prese di corrente, rubinetti di acqua potabile e un piccolo cantiere nautico. A pochi chilometri, la cittadina di Le Bouveret offre invece campeggi ben attrezzati, aree di sosta per camper, piscine, negozi e servizi d’ogni genere, tra cui la possibilità di noleggiare biciclette per pedalare in tutta tranquillità sugli innumerevoli sentieri del circondario.
Attardarsi per qualche giorno da queste parti non è meno piacevole, ma arriva il momento di tornare. E mentre viaggiamo lungo la statale che sale al Gran San Bernardo, fra le cime aguzze delle Alpi, ci sembra quasi impossibile che a poche decine di chilometri, nel bel mezzo della vecchia Europa, sbuffino i fumaioli delle navi del Lemano.

PleinAir 420/421 – luglio/agosto 2007

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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