Magnifica neve

Teatro dei Campionati del Mondo di sci nel 1985 e nel 2005, Bormio propone agli appassionati degli sport invernali un completo novero di attività, da unire al benessere termale e alle specialità dell'Alta Valtellina.

Indice dell'itinerario

In un’ampia conca circondata da montagne che la proteggono da ogni parte, Bormio – la Magnifica Terra, come veniva chiamata la contea – è riuscita a mantenere nella sua lunga storia una grande autonomia politica, diventando già in epoca medioevale un fulcro di transiti commerciali verso il Nordeuropa e aggiudicandosi privilegi e ordinamenti giuridici secolari fino all’ultimo scorcio del ‘700. Ne sono testimonianza gli antichi edifici abbelliti da affreschi e da nobili portali, come il Palazzo De Simoni (oggi sede municipale) e la Torre Alberti, che si fanno ammirare nella pittoresca e sempre affollata Via Roma. Cuore della cittadina è la Piazza del Kuerc, ovvero del coperchio, dove un tempo si amministrava la giustizia e in cui oggi si svolgono le cerimonie ufficiali degli eventi più importanti. Arte e cultura sono però solo una parte dei motivi che hanno contribuito a formare la notorietà turistica di Bormio: il caposaldo dell’Alta Valtellina, 1.225 metri di quota all’estremo nord della Lombardia, è infatti una meta dai molteplici interessi, capace di offrire un ventaglio pressoché infinito di opportunità fra sport, svago e relax in tutte le stagioni dell’anno. La sua fama è addirittura mondiale grazie agli eventi sportivi internazionali, legati soprattutto allo sci, che vengono organizzati sulle sue piste, servite da moderne e numerose infrastrutture (non ultime le terme, conosciute sin dall’età romana). Porte aperte anche alla tradizione, che nella stagione fredda va in scena con il Palio delle Contrade in programma nel primo finesettimana di febbraio.
D’inverno tutta la zona promette di soddisfare gli appassionati di sci, scialpinismo, snowboard, freestyle, fondo e i nostalgici del telemark: con Bormio, Santa Caterina Valfurva, Livigno e San Colombano, il comprensorio della provincia di Sondrio è da considerarsi uno dei distretti sciistici più importanti e attrezzati delle Alpi, per di più ubicato all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio.

Sulle piste dei Mondiali
La mitica Stelvio, teatro delle gare maschili dei recenti Campionati del Mondo e annualmente della discesa libera di Coppa del Mondo, è la pista più conosciuta e la più ambita di tutto lo skirama di Bormio. Con dodici impianti di risalita e 50 chilometri di tracciati coperti al 70% dall’innevamento programmato, l’area sciabile si sviluppa sui fianchi del Monte Vallecetta: dai 3.000 della Cima Bianca ai 1.225 metri della cittadina ci sono quasi 1.800 metri di dislivello da percorrere su piste di diversa difficoltà.
Adiacente alla rinnovata cabinovia del 2000, che collega la città alla quota intermedia, è ubicato un capiente piazzale in parte destinato al parcheggio dei camper, con rifornimento idrico e pozzetto di scarico. Da qui sono facilmente raggiungibili anche il centro e le terme, dove lo sciatore potrà ritemprarsi in tre vasche (una piscina di acqua termale a 27°C, una per i bambini a 32°C e una da relax all’aperto a 35°C) usufruendo inoltre di servizi fitness, estetici e curativi. Un po’ più distante, il palazzo del ghiaccio – anch’esso sede di massime competizioni di short track – è disponibile anche in orari serali per i patiti delle lame e gli amanti delle evoluzioni.
Attraversato il piazzale dell’area di sosta, la nuova telecabina a otto posti ci porta a Bormio 2000. Qui partono due seggiovie, la Pian dei Larici e la Cimino, con le quali si possono gustare tutte le varianti della pista Stella Alpina, l’impegnativa Betulle e la più facile Bimbi al Sole. La scuola di sci locale ha approntato un baby park e la sciovia Baby 2000, dove i piccoli sono seguiti da validi maestri grazie ai quali lo sci diventa gioco e l’apprendimento passa attraverso il divertimento.Per raggiungere direttamente il culmine del comprensorio, dal 2000 si prende la funivia che porta a Bormio 3000. Giunti in cima, la vista spazia ad ovest lungo la Valtellina, di fronte sulle piste di San Colombano e in Valdidentro verso Livigno, ad est sulla Valfurva con il Pizzo Tresero. Qui parte la Stella Alpina, che all’altezza del Cimino (2.636 m) rientra sul versante sinistro per raggiungere di nuovo il 2000. Scendendo invece sul versante destro si imboccano la Sant’Ambrogio, cara ai milanesi per il ponte festivo che consente di aprire la stagione sciistica, e la Praimont che all’altezza della rocca incrocia la Stelvio, appena sotto la tremenda partenza di Coppa del Mondo. Se siamo in orari da spuntino ci si può fermare nel grazioso chalet in cui Simone prepara i migliori piatti della gastronomia valtellinese o, per chi ha solo un po’ d’appetito, semplici e gustosi panini di segale; altrimenti si prosegue lungo i 3 chilometri e mezzo del tracciato. Si percorre il canalino Sertorelli, si passa da Fontana Lunga e dal Pian dell’Orso e si gira sulla famosa Carcentina con la difficile diagonale, incubo di molti atleti, che in gara è sempre ghiacciata ma che normalmente è percorribile da tutti. Dopo il Ciuk (1.638 m) si infila il vertiginoso schuss del muro di San Pietro e si percorre l’ultimo tratto di bosco fino all’arrivo in paese. Qui potremo risalire con la vecchia cabinovia rinnovata, che riporta al Ciuk, mentre due moderne seggiovie, la Fontana Longa-Valbella e la Valbella-Bormio 3000, ci riconducono in vetta.

Relax minerale
Tutta l’area di Bormio, compresi il palazzo del ghiaccio e le terme, è servita da navette; ma per arrivare fino ai Bagni Vecchi ci vuole un piccolo sforzo in più, servendosi dei taxi a tariffa convenzionata.
Nove sorgenti di acqua calda naturale fra i 35 e i 42°C alimentano ventotto diversi servizi termali suddivisi in cinque settori, inseriti in una struttura che dalla rupe dell’antico castello domina dall’alto tutta l’ampia conca di Bormio. L’edificio, nella romanità Hospitium balneorum, divenuto Xenodochio nel Medioevo, ovvero ospizio per viandanti gestito da monaci, è stato trasformato in albergo ai primi dell’800. I percorsi termali sono un’immersione, oltre che nelle acque, anche nella storia: dai Bagni Romani, le vasche più antiche rimaste intatte, ai Bagni Medioevali realizzati intorno al Mille, che infilano una serie di camere a differenti finalità, sino ai Bagni Imperiali, con la passeggiata nell’acqua camminando su ciottoli e il bagno tonificante sotto tre cascate. La Grotta Sudatoria di San Martino è invece una sauna naturale unica al mondo, e si sviluppa attraverso quattro differenti settori (Tepidarium, Calidarium, Laconicum e Frigidarium) lungo una galleria di 33 metri che si addentra nella viva roccia. La piscina all’aperto, infine, è un dolce momento antistress in acque calde a 38°C, circondati dalla neve, in un paesaggio da fiaba che si apre sulla valle.

Le onorate valli
Di questo appellativo si fregiavano nell’antichità le tre valli che si dipartono a raggiera da Bormio, facilmente osservabili dal 3000: la Valdisotto diritta verso il sud e la Bassa Valtellina, la Valdidentro ad ovest, la Valfurva con Santa Caterina ad est.
In Valdidentro, a Isolaccia, parte una seggiovia seguita da tre sciovie che raggiungono il Dosso Le Pone (2.546 m), dal quale si gode una splendida vista verso la Cima Piazzi e la Val Viola. Dal Masucco, poco più sotto, si può scendere sul versante opposto che risulta soleggiato fin dal primo mattino e porta alle Motte di Oga attraverso la lunga e tortuosa pista dei Cervi, servita da tre seggiovie che riconducono in cima. Numerose altre piste in quota, abbastanza facili, ne fanno un comprensorio adatto a tutta la famiglia. E’ consigliabile lasciare il camper nel parcheggio di Isolaccia, migliore di quelli un po’ sacrificati delle Motte. Nella piana adiacente alla partenza della seggiovia si apre lo Ski Stadium, con la bellissima pista internazionale di fondo Viola, lunga 25 chilometri.
Per gli amanti degli sci stretti è a disposizione anche la pista tecnica Valtellina di Santa Caterina Valfurva (1.850 m), a 15 chilometri da Bormio: con partenza dal centro La Fonte, vicino alla seggiovia Paradiso, si possono percorrere due anelli di 5 e 10 chilometri che si snodano tra i boschi di cembri del fondovalle verso i Forni e, per i più allenati, con salita e discesa piuttosto impegnative ma estremamente godibili. Il paese natale della pluricampionessa olimpionica Deborah Compagnoni era frequentato sin dagli inizi dell’800 per le sue acque ferruginose. La scorsa stagione si è dotato di una nuova cabinovia a otto posti che in due tronchi, dall’inizio dell’abitato, attraverso la stazione intermedia di Plaghera porta al Sobretta per fermarsi sul versante opposto, in Valle dell’Alpe (2.720 m). I 40 chilometri di piste si avvalgono ora di una nuova seggiovia a quattro posti che serve il fianco verso il Gavia, tutto esposto al sole; da qui si può tornare sul versante sud dove troviamo la pista dei mondiali femminili, intitolata appunto alla Compagnoni, che con i suoi 800 metri di dislivello e i cambi di pendenza risulta decisamente stimolante anche per lo sciatore provetto. Classica invece la Cevedale, che dal Sobretta scende ai piani di Plaghera per poi tuffarsi nel bosco e planare verso Santa Caterina. Per i bambini e i principianti c’è il campo scuola del Paradiso, dove quattro sciovie permettono discese tranquille su pendii medio-facili, sempre splendidamente innevati. Dopo una sosta al Rifugio Paradiso in cui campeggia la foto dell’ex discesista Pietro Vitalini, altro grande atleta furvese, si può raggiungere di nuovo la seggiovia alla Fonte. Per un solo giorno si può sostare in fondo al parcheggio antistante, altrimenti si prosegue per l’area destinata ai camper. Anche per lo scialpinismo la Valfurva è un autentico paradiso. Tutti gli appassionati di questa disciplina conoscono la bellezza dell’anfiteatro naturale che è la Corona delle Tredici Cime, e da tutto il mondo arrivano soprattutto in primavera per godere degli itinerari che si intrecciano dal Monte Confinale al Pizzo Tresero, dal Cevedale al Gran Zebrù.
Spostandosi infine a Livigno si trova la collezione completa delle specialità invernali: discesa, telemark, snowboard, freestyle, freeride, fondo sono tutte praticabili nel comprensorio, e ognuna trova spazio e manifestazioni dedicate. I due versanti della lunga valle dello Spöl, quello occidentale del Carosello 3000 e quello orientale del Mottolino, si dividono i trentadue impianti al servizio delle settantaquattro piste (di cui dieci nere, tra le quali la nuova Giorgio Rocca in onore dello slalomista di casa) che si sviluppano dai 2.900 ai 1.800 metri per un totale di 115 chilometri. L’ampiezza e la favorevole posizione della valle consentono un’ottima esposizione al sole per tutta la giornata, e i pendii privi di vegetazione permettono la battitura di percorsi molto ampi. L’unica controindicazione è la temperatura che durante l’inverno può scendere anche a -30°C, garantendo tuttavia la perfetta consistenza del manto nevoso.
Nella zona la sosta temporanea dei camper è piuttosto problematica, visti i divieti sulla quasi totalità dei parcheggi. Se non si vuole usufruire dei campeggi è meglio fermarsi a Trepalle, dove parte la seggiovia che porta in cima al Mottolino, o al Passo d’Eira, da cui si può scendere in paese con gli sci per riprendere la telecabina. Sul versante opposto, prima della partenza della cabinovia del Carosello, talvolta può essere disponibile il parcheggio vicino al palazzetto dello sport. Un servizio gratuito di bus unisce il lungo abitato, passando dalle aree per i v.r. agli impianti, dal centro alle piste di fondo. Ambedue i versanti valgono in ogni caso la giornata di sci, come pure una visita ai self service in cima alle telecabine (di stile moderno il Nottolino, più tradizionale e spesso con musica dal vivo il Carosello).
Grazie al suo snowpark, per il terzo anno consecutivo ai vertici degli Snowbox Awards, Livigno è ormai diventata una meta ambita anche dagli snowboarder: avvallamenti, paraboliche, half-pipe e jump offrono ai giovani rider nuove possibilità di divertimento in totale sicurezza. Anche gli amanti degli sci stretti troveranno pane per i loro denti con 40 chilometri di pista sempre battuti, su tracciati di vario impegno immersi in un paesaggio incantevole; la stagione del fondo inizia con la Sgambeda, maratona internazionale di gran fondo. Non ultimo, il telemark trova qui la sua naturale rappresentazione con il festival internazionale della Skieda che ogni anno, alla fine dell’inverno, ripropone i gesti e i rituali di quest’antica tecnica affrontata con eleganza nell’abbigliamento d’altri tempi: un piccolo tuffo a tallone libero nella storia dello sci.

PleinAir 414 – gennaio 2007

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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