Luci del Nord

Una settimana in camper nella Finlandia centro-orientale, tra laghi luccicanti, verdi foreste e lunghi tramonti che incendiano il cielo.

Indice dell'itinerario

La scorsa estate, mentre guardavamo la vecchia chiesa in legno di Petajavesi, uno dei rarissimi esempi d’architettura contadina settecentesca, avevamo in mano un libro che spiegava come una volta in Finlandia le chiese in legno erano tantissime e così alte che i campanili superavano gli alberi. Apparivano da lontano tra una miriade di laghi luccicanti. Da una sponda all’altra la gente ci andava in barca, d’inverno sulla slitta o camminando su uno spesso strato di ghiaccio, sempre mirando ai campanili che oltre ad essere simboli di fede funzionavano anche come pietre miliari per i viandanti.
Oggi, in qualunque lago si capiti (in Finlandia se ne contano circa centottantamila), colpisce anzitutto la vista di un grande cielo appoggiato sopra, così basso che sembra di toccarlo. E di una luce così cangiante che disorienta. Il massimo della suggestione, nei colori rosso fuoco e poi rosa tenue che incendiano la foresta, si raggiunge d’estate, intorno alle 11 della sera; poi l’effetto dura tutta la notte, senza praticamente mai arrivare al buio, anzi si può dire che il tramonto e l’alba si passino il testimone.
Se la giornata è limpida, la straordinaria bellezza dei riflessi sull’acqua è tale che diventa difficile abbassare la tendina e sprofondare nel letto del camper…

Itinerario ortodosso
A rigor di legge, parcheggiare e campeggiare fuori dalle aree attrezzate in Finlandia è proibito (bisognerebbe chiedere il permesso ai proprietari degli sconfinati terreni, ma dove sono’). Noi però (non eravamo i soli e mai nessuno ci ha fatto caso) abbiamo sostato liberamente e pernottato anche presso qualche lago, dove capitava, per non perdere lo spettacolo della luce, soprattutto se si preannunciava un lungo tramonto. In qualche piazzola panoramica tiravamo il freno a mano del Solifer 644 noleggiato a Helsinki e imburravamo un po’ di pane nero macchiandolo di salmone, mentre in sottofondo la radio trasmetteva brani di Sibelius.
A mezzanotte c’era ancora luce sufficiente per leggere qualcosa, farsi un buon caffè e osservare l’imprevisto. Come quella sera in cui tre panciuti camionisti lettoni si tuffarono in un piccolo lago rosa a due passi da Lappeenranta, e nuotarono come orsi squarciando l’aria di risate. Dormire nei campeggi, però, ha un altro vantaggio: assicura l’uso della rigenerante sauna, spesso una casetta di legno in riva al lago. Uno fa la sauna e poi il bagno o viceversa, persino d’inverno. In Finlandia ce ne sono più di un milione, una ogni cinque abitanti. Oltre che per il loro effetto disintossicante, ottenuto con rametti di betulla strisciati sulla pelle, i finlandesi le usano persino come disimpegno nelle riunioni politiche. Un tempo nelle casette del vapore si affumicavano le salsicce e ci nascevano i bambini…
Lappeenranta, a due passi dal confine russo, si raggiunge in meno di due ore da Helsinki, prima sulla E18 e poi sulla statale 6, dopo aver girovagato nei centri storici di Porvoo e Lovisa, tra vecchie case settecentesche e stradine fatte di ciottoli.
Superata Imatra (a noi è apparsa avvolta da una tale nebbia che a malapena si intravvedeva la chiesa progettata da Alvar Aalto), chi vuole può spingersi fino alle rapide del fiume Vuoksa (regolate però dagli orari di una centrale idroelettrica).
Più oltre una deviazione conduce alla bella fortezza di Savonlinna e, poco dopo, alla più grande chiesa in legno del mondo, nella cittadina di Kerimaki. L’immenso edificio, che conta più di tremila posti, fu innalzato tra il 1845 e il 1847 dai maestri costruttori Axel Tolpo e figlio, seguendo alla lettera il progetto dell’architetto Adolf Fredrik Granstedt. E’ dunque solo una leggenda la teoria secondo la quale i costruttori commisero l’errore di interpretare in metri i piedi riportati nei disegni.Ma la nostra vera meta è Ilomantsi, nell’antica Carelia, sulle rive di un lago non lontano dal confine russo: qui a luglio si tiene una solenne processione alla quale partecipa la piccola comunità ortodossa, che conta circa duemila persone. La loro è la più vecchia parrocchia cristiana della Finlandia: risale al XV secolo e ha come centro d’aggregazione la chiesa del Profeta Elia, innalzata su una verde collina nel 1891. Nei giorni di festa (il 19 e il 20 luglio) pare rinfocolarsi l’entusiasmo mistico di un tempo. Al mattino presto si celebra la Messa, poi segue una lunga liturgia con inni e preghiere, fino alla benedizione dell’acqua, elemento puro della creazione ed essenza stessa della natura. Così santificata, i sacerdoti l’aspergono sui presenti e anche sulla chiesa. Al termine, i fedeli lasciano il lago e compiono un breve tragitto fino al piccolissimo cimitero di Kokonniemi, sepolto tra gli alberi. Qui recitano una breve litania per i morti, affinché i parenti defunti siano invitati a partecipare anch’essi alla festa. E’ l’ultimo atto prima che la processione faccia ritorno alla chiesa e si sciolga in letizia nel prato antistante, sotto un grande tendone da circo, tra canti tradizionali, cori, discorsi di autorità, cibo e bevande.
Ilomantsi è un buon posto per la sosta di alcuni giorni. Vi si visita il museo Parpeinvaara, dove si tengono dimostrazioni di musica careliana con l’antico strumento simile a un’arpa, il malinconico kantele. Ma soprattutto ci si immerge in una natura assoluta. Rivolgendosi all’ufficio turistico del paese, si ottengono mappe e informazioni sulla città, sul parco di Petkeljarvi e sui percorsi trekking più interessanti:Tapio Taival Trail (21 km), Susitaival Trail (100 km), Taitajan Trail (26 km). Inoltre si possono progettare rafting sul fiume Haapajoki, giri in canoa sull’incontaminato fiume Koitajoki, battute di pesca sulle rapide Mohko. Infine ci si può spingere sino al punto più orientale dell’Unione Europea, al confine russo: impossibile non riandare con la mente alla guerra del ’39, alle migliaia di giovani soldati morti, al mezzo milione di profughi finlandesi fuggiti verso est con le loro povere cose, nel pieno dell’inverno a 40 gradi sottozero.
Tra i devoti della festa di Ilomantsi, lo scorso luglio, c’erano anche due monache vestite di nero e la severa badessa Igumenia Marina del convento di Lintula, dove le religiose fanno ancora le candele a mano con la cera che arriva dall’Inghilterra. E’ lì che ci spostiamo incuriositi, anche per visitare nelle vicinanze un più noto monastero ortodosso maschile: quello di Valamo, immerso in una incantevole cornice di verde. Solo che qui, almeno d’estate, la pace spirituale del luogo sembra volatilizzarsi; al nostro arrivo il complesso sembra quasi un villaggio turistico. Il parcheggio è gremito di auto e i visitatori vanno e vengono per i sentierini del convento, mescolandosi ai monaci, tra la chiesa nuova e quella vecchia. Si rifocillano al ristorante Trapesa, comprano libri, vino locale e icone e poi passano in chiesa a pregare e offrire candele. In più di centomila affollano ogni anno questo angolo di mondo, forse un po’ troppo di questo mondo per fare da ponte con l’altro. Da Valamo dobbiamo girare il camper verso Helsinki: la settimana di noleggio sta scadendo e la capitale ci aspetta. Ma decidiamo ugualmente di passare per Jyvaskylä, la città segnata da notevoli architetture di Alvaar Alto, e quindi per Lahti, caratterizzata invece dalle opere del suo maestro Saarinen. E tra le due città, tanto per chiudere in bellezza, percorriamo la statale 614, una delle strade più entusiasmanti di tutto il Grande Nord.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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