Lubiana, il salotto del drago

Alla scoperta di Lubiana, tappa irrinunciabile di un itinerario attraverso la Slovenia

Indice dell'itinerario

Certo che raggiungere la capitale slovena da Trieste è veramente una passeggiata. Un centinaio di chilometri, da percorrere quasi tutti in autostrada, è la distanza dal confine a Lubiana dove, superato il vorticoso traffico cittadino, si prosegue a piedi per la visita del centro storico. Appena all’interno della grande area pedonale sembra di essere nell’occhio del ciclone. Di colpo, infatti, cessa il clamore veicolare e si è circondati da un’atmosfera vellutata, da un silenzio rotto solo dal brusio dei passanti e dal lieve agitarsi delle foglie dei salici che contornano il lungofiume: rumori soffusi, quasi a non voler disturbare il visitatore.

In tale singolare dimensione attraversiamo l’ampia piazza del Congresso (Kongresni Trg) contornata dal parco Zvezda, nel quale è esposta la copia della statua del cittadino di Emona, l’antica città romana qui fondata dall’imperatore Augusto. A completare la prospettiva, sui tre lati della piazza ci sono la colonna della Santissima Trinità – eretta davanti alla chiesa omonima nel 1693 per lo scampato pericolo dalla peste – l’austero palazzo dell’Università e quello dell’Accademia Filarmonica, di cui furono soci onorari Paganini, Haydn, Beethoven e Mahler: una vista d’insieme dominata dalla verdeggiante collina in cima alla quale si erge il castello. Imbocchiamo la Gosposka Ulica per ammirare la facciata della Biblioteca Nazionale e Universitaria, un’eccentrica costruzione in mattoni rossi con inserti di roccia carsica dell’architetto Joze Plecnik, un nome che incontreremo spesso perché legato a numerose opere realizzate in città nella prima metà del ‘900.

Lubiana
Lubiana

Bisogna attraversare uno dei ponti che scavalca il fiume Ljubljanica per raggiungerne la riva destra ed entrare nel cuore del centro storico. Lo facciamo superando il Ponte dei Calzolai (di Plecnik), a ricordo delle attività artigianali e commerciali che vi si svolgevano, e la mente corre subito al Ponte Vecchio di Firenze. La storia racconta che questa struttura era prima occupata da botteghe di macellai che, è il caso di dirlo, furono scalzati dai calzolai e costretti a trasferirsi su un ponte poco più lontano. Anche questo lato del fiume è affollato da tavolini di bar e ristoranti che invitano a fermarsi per godere, tra il sommesso ronzio proveniente dai motori delle barche che solcano le acque sottostanti, il panorama cittadino punteggiato dai rossi tetti spioventi delle antiche abitazioni.

Superata l’area di ristoro, ci troviamo di fronte a una strada che si divide in due tronconi: sulla destra la Stari Trg introduce al quartiere più vecchio, caratterizzato da edifici in stile barocco. Sul fondo della piazza si trova la Fontana di Ercole, mentre dall’altro lato si apre la Mestni Trg lungo la quale siamo attratti dalla vetrina del negozio di cioccolatini Benedict: un’irresistibile tentazione ad acquistare le praline, molto simili a quelle più famose di Mozart che si trovano a Salisburgo.

Mestni Trg, vetrina del negozio di cioccolatini Benedict
Mestni Trg, vetrina del negozio di cioccolatini Benedict

Siamo a pochi passi dal Mestna Hisa, l’edificio quattrocentesco che ospita il Municipio: i cortili interni, a cui si accede liberamente, sono abbelliti da affreschi d’epoca e da un pozzo in pietra, mentre periodicamente le sale accolgono mostre d‘arte. Proprio dinanzi all’ingresso del palazzo è posta la Fontana dei Tre Fiumi, opera di Francesco Robba che si ispirò a quella del Bernini in Piazza Navona a Roma. La grande vasca è sormontata da un obelisco ai piedi del quale le tre statue in marmo di Carrara rappresentano allegoricamente Ljubljanica, Sava e Krka, i fiumi carniolani. Il monumento (l’originale è esposto nella galleria nazionale) preannuncia la cattedrale barocca di San Nicola, con i due campanili gemelli e l’imponente cupola.

Lubiana, Fontana dei Tre Fiumi
Lubiana, Fontana dei Tre Fiumi

L’ingresso principale della basilica e quello laterale sono protetti da due grandi porte in bronzo, di recente costruzione, che raffigurano rispettivamente la storia del cristianesimo sloveno e i ritratti dei vescovi lubianesi del XX secolo. All’interno si è colpiti dalla maestosità dell’organo monumentale e dai ricchi affreschi, opera di Giulio Quaglio, che ricoprono interamente la volta.

Ci spostiamo nella vicina Vodnikov Trg, l’ampia piazza occupata dal mercato centrale – anche questa opera dell’onnipresente Plecnik – nel quale, ad esclusione della domenica e dei giorni festivi, è possibile trovare tutte le specialità slovene oltre ai più comuni generi alimentari. Da qui raggiungiamo il Tromostovje, il famoso e scenografico Triplice Ponte. All’origine le due sponde del fiume avevano un unico collegamento utilizzato esclusivamente per il transito veicolare; fu ancora di Plecnik l’idea di dare accesso anche ai pedoni, affiancando alla primitiva struttura rettilinea altri due passaggi leggermente divergenti tra loro.

Oggi, impedito l’accesso alle auto, il triplice passaggio è divenuto esclusivamente pedonale restituendo pienamente la bellezza di questo progetto architettonico unico al mondo. Attraversandolo e volgendo lo sguardo indietro si noterà, sulla sponda appena lasciata, il colonnato in pietra che protegge il mercato coperto dedicato alla sola vendita di carne e pesce. Sfociamo così nella frequentata piazza intitolata a France Preseren (Presernov Trg), il poeta ottocentesco che scrisse l’inno nazionale; alle sue spalle c’è la chiesa dell’Annunciazione, dalla caratteristica facciata rossastra, che ancora una volta prende ispirazione dall’Italia richiamandosi alla basilica di Santa Maria Novella di Firenze.

Lubiana, lungofiume
Lubiana, lungofiume

Risaliamo la riva sinistra e dopo aver zigzagato tra avventori e turisti raggiungiamo il Ponte dei Macellai, la cui antica destinazione è ricordata da una statua che a noi pare di dubbio gusto. Poco più avanti ci troviamo davanti allo Zmajski Most o Ponte dei Draghi, prima costruzione in cemento armato della città, ornata ai quattro angoli dalle figure alate del leggendario animale, divenuto simbolo di Lubiana. Secondo il racconto mitologico, dopo il furto del vello d’oro Giasone raggiunse la sorgente del fiume Ljubljanica e, sconfitto il drago che la proteggeva, vi fondò la città.

Lubiana
Lubiana,la città del Drago

Non resta che visitare il castello, nostra ultima tappa cittadina. Le sue origini documentate risalgono agli inizi del 1100, anche se il colle fu abitato in epoche più remote. L’attuale configurazione della fortezza è frutto di ristrutturazioni e aggiunte di nuovi corpi come la torre panoramica eretta nel 1848. Per raggiungere la fortezza ci sono tre possibilità: a piedi lungo uno dei sentieri, con il trenino turistico o con la funicolare. Superato il ponte levatoio attraversiamo il vasto cortile dedicato a spettacoli d’arte varia e raggiungiamo la sommità della torre attraverso una vertiginosa scala a chiocciola. Il panorama è veramente grandioso: da ognuno dei quattro lati abbracciamo con lo sguardo l’intero abitato del quale riusciamo a riconoscere distintamente i luoghi appena visitati.

Non possiamo completare la pur sommaria conoscenza di Lubiana senza concederci un giro in battello sotto i ponti illuminati. Intorno a essi i caratteristici locali affacciati sul fiume offrono musica dal vivo e diventano motivo di richiamo per la gioventù cittadina che, come in ogni capitale europea, anima la vita notturna. È l’ultima immagine che cattura il nostro sguardo prima del rientro da questa breve escursione slovena in cui abbiamo scoperto una capitale a misura d’uomo, raggiungibile in breve tempo e in qualsiasi periodo dell’anno, per trascorrere un weekend davvero diverso. 

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