Londra: cinque giorni con Sua Maestà

Base in campeggio, bambini al seguito e tempo non illimitato. A Londra, uno dei luoghi dove ci si sente davvero cittadini del mondo, le attrazioni sono praticamente infinite. Ecco la cronaca di un tentativo - a onor del vero riuscitissimo - di soddisfare l'intero equipaggio non mancando le tappe canoniche ma concedendosi anche qualche divagazione. E spostandosi con i mezzi pubblici.

Indice dell'itinerario

A Londra, uno dei luoghi dove ci si sente davvero cittadini del mondo, le attrazioni sono praticamente infinite. Base in campeggio, bambini al seguito e tempo non illimitato. Ecco la cronaca di un tentativo – a onor del vero riuscitissimo – di soddisfare l’intero equipaggio non mancando le tappe canoniche ma concedendosi anche qualche divagazione. E spostandosi con i mezzi pubblici

Sul Tube, linea District, tra le fermate di Earl’s Court e Victoria. Mi guardo intorno nel vagone pieno di gente e osservo le facce, ascolto le voci: appartengono ad almeno sei o sette nazionalità diverse. All’uscita un brulicare di gente, come api attorno all’alveare. Studenti che vociano, professionisti che accelerano, senzatetto che vagano. Molti ascoltano musica con gli auricolari, togliendo l’audio alla città che invece respira forte, produce rumore e colore. Pulsa.

Con Londra non puoi cavartela dicendo che è una città. Sembra un’astronave finita per sbaglio nella vetrina di un antiquario, Big Ben e London Eye a fronteggiarsi da una parte all’altra del Tamigi, fregi dorati e ragnatele d’acciaio. Nei musei ti misuri con la storia – tutta – dell’umanità: tonnellate di capolavori che ti appaiono familiari perché li hai visti sui libri di scuola, e sono in buona parte qui, mostrati a milioni di turisti dentro contenitori avveniristici disegnati dagli architetti più audaci. Londra museo del mondo.
Poi le icone locali, rassicuranti e gettonatissime. Dalle guardie impassibili di Buckingham Palace a quelle istrioniche della London Tower, dai taxi neri ai grandi bus rossi, dalle cabine telefoniche alle insegne della metropolitana. I turisti le richiedono e le guide li assecondano: ma la città reale, chiaro, è a mille miglia da qui. Vive in un luogo indefinito tra la Borsa, il web e le produzioni immateriali, fiutando come un segugio ogni sentore di futuro che la porti a consolidare la leadership economica e culturale della Vecchia Europa. Londra laboratorio del mondo, o almeno del continente.
E’ divertente e faticoso fare il turista a Londra. Potenzialmente anche frustrante, per via di tutte le cose che andranno tralasciate, i volti della città rimasti celati. Ma è una sensazione che va invece accantonata, affrontando senza sensi di colpa il tempo a disposizione e lo spazio reso più accessibile da sistemi di trasporto miracolosamente efficienti. Perché Londra si gira a piedi e in metropolitana.
Inserito in un viaggio in Inghilterra, poi, il soggiorno nella City mantiene piena autonomia, vive di luce propria, senza confondersi neppure nei ricordi. Un luogo dove tornare, da continuare a conoscere ogni volta di più. Per iniziare, però, cinque giorni possono bastare.

 

Primo giorno

I tipici taxi neri
I tipici taxi neri

Zainetto con acqua e snack, guide e mappe, K-way: pronti, via. Sbuchiamo dall’uscita della metro di Westminster e ci appare subito lui, il Big Ben. Tutti a naso in su, per essere alto è alto con i suoi 96 metri, ma soprattutto è vistoso con quello stile gotico vittoriano tutto dorature.
Controlliamo gli orologi, sono quasi le undici e mezzo, dal campeggio abbiamo impiegato un’ora buona fra un trasferimento e l’altro, e domani sarebbe meglio far prima per sfruttare appieno la giornata. Ma è pur sempre vacanza, nessuno ci corre dietro. Iniziamo il nostro giro da Westminster Abbey, quasi un cimitero vista la quantità di tombe di personaggi celebri e sovrani. Quindi, passando per il Saint James’ Park non senza incontrare i suoi scoiattoli, ci affacciamo ai cancelli di Buckingham Palace, anche se è già tardi per il cambio della guardia (d’estate viene effettuato ogni giorno alle 11.30).

La Torre di Londra
La Torre di Londra

Della National Gallery colpisce – oltre all’ingresso gratuito, come si conviene a un paese davvero civile che ha a cuore la crescita culturale dei cittadini – la quantità impressionante di capolavori tra gli oltre 2.000 quadri esposti. Fra i nostri preferiti annotiamo La Vergine delle rocce di Leonardo, I girasoli di Van Gogh, I coniugi Arnolfini di Van Eyck. Uscita e gelato premio (ma non è granché…) ai bambini che hanno retto dignitosamente la prova, sfibrante anche per noi adulti. C’è tempo e forze solo per un’occhiata al Tower Bridge, un classico, dove in realtà ci colpiscono di più lungo il Tamigi gli edifici modernissimi della nuova Londra, come il grattacielo in cui ha sede la compagnia finanziaria Swiss Re (che noi, e scopriremo non solo noi, ribattezziamo suppostone ) disegnato da Norman Foster.

 

Secondo Giorno

Il Natural History Museum
Il Natural History Museum

Lo passiamo in pratica all’interno del gigantesco, straordinario Natural History Museum. Eccezionale la parte dedicata ai dinosauri, ma da non perdere è anche quella didattica dove i bambini possono toccare tutto e anche la sezione dei terremoti (con sisma dimostrativo!). Pranzo al family restaurant interno al museo, boccata d’aria e poi veloce sortita al vicino Victoria and Albert Museum, a vedere i deludenti ma famosi cartoni preparatori di Raffaello per gli arazzi della Cappella Sistina e per una rapida passerella tra collezioni d’arte varia, sterminate pure queste.

 

Terzo giorno

Il British Museum
Il British Museum

Approdiamo al British Museum, e dopo l’ingresso siamo subito colpiti dalla straordinaria dimensione in cui ci si trova immersi, come in una grande piazza coperta: è il cortile che circonda un corpo centrale, con tetto a cupola, sormontato da una copertura semitrasparente disegnata da Norman Foster, sempre lui. Da qui si accede ai padiglioni, a più piani e letteralmente immensi. Noi ne vediamo solo una parte: la ricca collezione egizia a partire dalla Stele di Rosetta, le raccolte mesopotamiche e sumeriche, gli eccezionali bassorilievi provenienti dai palazzi assiri con la Caccia ai leoni e altre scene, la sala con quel che resta del fregio del Partenone, la collezione orientale con una delle famose teste dell’isola di Pasqua. Visita ad alcuni dei numerosi shop all’interno, poi pranzo a base di fish&chips.
Dopo un breve temporale, passeggiata ad Hyde Park dove allo Speaker’s Corner assistiamo ai comizi improvvisati dei personaggi più vari che, in cima ai gradini di una scala portata da casa, s’infervorano a parlare davanti a un pubblico assortito. Al Museo delle Cere c’è almeno un’ora di fila, così desistiamo tirando dritto per Piccadilly Circus della cui fama continuiamo a non capire le ragioni. La consueta sequenza metro-treno-tragitto a piedi ci riporta in campeggio, diciamo la verità, quasi tramortiti.

 

Quarto giorno

Il Wetland Centre
Il Wetland Centre

Ci vuole una pausa, e la dedichiamo a una delle più interessanti – almeno per noi – attrazioni collocate nella sterminata periferia della città, e cioè il Wetland Centre, raggiungibile con la metro fino alla fermata di Hammersmith e poi il bus 283. Intitolato a Peter Scott, grande naturalista e tra i fondatori del WWF, si tratta di un parco con stagni, sentieri, torrette e capanni di osservazione dove osservare con facilità anatre, oche, cigni, gallinelle d’acqua. Esteso su ben 43 ettari, si presta a trascorrere una giornata all’aria aperta a due passi dal trafficato centro londinese. Immancabile corollario il fornitissimo negozio, persino dotato di una sezione dedicata a binocoli e cannocchiali in prova da una terrazza panoramica.

 

Quinto giorno

Ninfee a Kew Garden
Ninfee a Kew Garden

Già l’ultimo, accidenti. Iniziamo dalla Tower of London: bella, soprattutto per la spettacolare rassegna di corone tempestate di pietre preziose del Tesoro della Regina. I bambini comprano corone in miniatura in piccoli astucci foderati di velluto e se le rimirano estasiati anche nei tragitti in metro.
Lungo trasferimento in Tube verso Kew Garden, imperdibile giardino botanico estesissimo e completamente piatto. Abbondano alberi maestosi tra cui sensazionali roveri, e poi laghetti, prati, scoiattoli confidentissimi; da non perdere la serra delle palme e quella delle ninfee giganti.

Sulla ruota panoramica Big Eye
Sulla ruota panoramica Big Eye

Chiudiamo in bellezza salendo sul London Eye, la nuova gigantesca ruota panoramica sul Tamigi. Davvero alta (135 metri!), fa il giro in mezz’ora e offre scorci unici soprattutto sul Big Ben, il Parlamento, la Westminster Abbey e Buckingham Palace. Londra è ai nostri piedi: arrivederci, torneremo presto.

 

 

 

 

 

 

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