Le sorprese del calendario

Vacanza di Capodanno per grandi e bambini nel sud della Germania: in caravan (ma anche in camper), un itinerario facile e ricco di interessi tra città e castelli della Baviera.

Indice dell'itinerario

Per strada soffia un vento gelido, ma devo togliermi i guanti per riuscire ad aprire le finestrelle del Weinachtskalender: Natale è già passato e sono in ritardo di qualche giorno, eppure non ho resistito al fascino infantile di questo piccolo, poetico rito dell’Avvento tedesco. Era lì nella vetrina della pasticceria, forse l’ultimo della stagione, una scatola di cartone bassa e larga con il disegno di un grande abete carico di pacchetti infiocchettati; in corrispondenza di ognuno di essi c’è una fustella da incidere con l’unghia per aprire il lembo e tirar fuori il regalo, un cioccolatino a forma di stella, di cuore, di orsacchiotto, uno per ogni giorno di dicembre fino al 25. Di questi calendari nel periodo delle feste ce n’è uno in ogni casa della Germania – i bambini ovviamente li adorano, ma si tratta anche di uno dei doni più diffusi tra gli innamorati – e non voglio che manchi nel nostro rifugio viaggiante.
Siamo qui, nel cuore della Baviera, per trascorrere en plein air la più classica delle vacanze di Capodanno: un gruppetto di amici in auto e caravan con l’intento di riscoprire, avvolte dalla suggestione dell’inverno, mete che già abbiamo visitato con climi più miti. Ed è subito festa, con le luci e i colori della tradizione che trasformano anche una metropoli come Monaco in una sorta di immenso, pittoresco villaggio di Natale. La neve incornicia ogni angolo e nelle strade rese deserte dal freddo (si possono sfiorare i 20 gradi sotto zero) si cammina tranquilli, fermandosi per un attimo a curiosare nella calda intimità delle case che sui davanzali e dietro i vetri sfoggiano ghirlande di rami intrecciati, trionfi di candele, sagome di renne sorridenti che trainano slitte colme di regali, alberi carichi di palle decorate la cui manifattura è uno dei capolavori dell’artigianato locale.
Per combattere il gelo, niente di meglio che fermarsi ad un chiosco e bere un bicchiere di bollente Glühwein, l’aromatico vino speziato che pare quasi di sentir scorrere nelle vene; oppure spingere l’uscio di una delle tante birrerie per ritrovarsi immersi nella calda luce gialla riflessa da centinaia di boccali alzati nel brindisi, mentre un complessino in abiti bavaresi tenta di sovrastare con le sue melodie popolari il frastuono delle chiacchiere e degli auguri. La birra immancabilmente accompagna anche la robusta cena, e se il vocabolario non aiuta nella lettura del menù sarà il palato a farci apprezzare specialità come lo Schweinebraten (il gustoso maiale al forno, uno dei piatti forti della cucina bavarese), il Leberkäse (un soffice sformato a base di carne) e i tanti contorni, a cominciare da crauti e patate. Poi non resta che tornare alla base, in metropolitana o con il bus, per trascorrere una notte tranquilla al calduccio della caravan.

Una settimana in Baviera
Monaco, che abbiamo scelto come tappa principale della visita, è notoriamente una città di grande pregio monumentale (tra gli edifici storici spiccano la Residenz, il Nymphenburg e il duomo della Frauenkirche) e ricchissima di stimoli culturali. Delle sue svariate decine di musei, almeno tre sono da non perdere se avete a disposizione qualche giorno: l’Alte e la Neue Pinakothek e il Deutsches Museum, eccezionale collezione di scienza e tecnica che saprà conquistare anche i bambini.
Se si dispone dell’auto, come nel nostro caso, il capoluogo bavarese è anche un ottimo punto di partenza per esplorare i dintorni a breve e a medio raggio. In una giornata si possono raggiungere e visitare, vicino Füssen, i due celeberrimi castelli di Hohenschwangau e Neuschwanstein che, avvolti dalla neve, appaiono ancora più suggestivi: i due sontuosi edifici voluti da Ludwig di Baviera sembrano veramente usciti da una favola. Il secondo fu progettato con speciali accorgimenti scenografici e ispirò alcune delle residenze principesche dei film di Walt Disney.
Füssen è anche il punto di partenza di uno degli itinerari turistici più battuti d’Europa, la Romantische Straße: ed è proprio su questa via – anche se nei mesi freddi l’autostrada è più sicura, consentendo di evitare il pericolo del ghiaccio – che ci si può portare nuovamente verso nord fino ad Augsburg. Augusta, per stare al nome latino in omaggio all’imperatore che la fondò nel 15 a.C., è la terza città della Baviera e uno dei maggiori centri d’interesse storico di tutta la Germania; episodio cruciale nella storia delle religioni fu la cosidetta Pace di Augusta, che nel 1555 sancì il diritto dei principi tedeschi di seguire a propria scelta il cattolicesimo o il luteranesimo. Ricca di architetture rinascimentali, che ne richiamano l’antica floridezza come protagonista dell’industria tessile europea, è anche la sede del primo quartiere europeo di case popolari destinate ai più poveri: il Fuggerei, fatto costruire nel 1514 dal ricchissimo mercante e industriale Jakob Fugger che agli inquilini chiedeva un affitto di un fiorino all’anno (più o meno l’odierno equivalente di un euro) e una preghiera al giorno per la sua anima. Per concludere, qui ebbero i natali il padre di Mozart, Bertolt Brecht e un personaggio a cui i moderni strumenti del pleinair devono molto. Il suo nome? Rudolf Diesel.

PleinAir 401 – dicembre 2005

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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