L’antica Macedonia: scoperte e natura di un viaggio in camper

Una vacanza a misura di camper mescolando sapientemente cultura, natura e relax. Dalle tombe reali di Verghina, testimoni della grandezza dell’antica Macedonia, alle movimentate atmosfere di Salonicco e alle splendide spiagge di Sithonia, il “dito” centrale della Penisola Calcidica

Indice dell'itinerario

Fu Archelao, cacciato da Argo, a fondare la prima capitale del futuro impero di Macedonia. Lo fece in ossequio alle indicazioni di un oracolo, pedinando le mosse di una capra che dopo tanto zampettare si fermò a brucare là dove sarebbe sorta l’antica Aigai. La città crebbe per secoli nell’indifferenza delle altre poleis, adagiata sulla piana creata dal sonnacchioso corso del fiume Aliakmonas e capace al massimo di offrire un sicuro punto di riferimento a quanti viaggiavano dall’Asia Minore verso ovest. Quando però la dinastia reale macedone ebbe bisogno di una sede più adeguata alle sue ambizioni, decise di spostare i centri di potere nella più rappresentativa Pella. Ma Aigai non venne dimenticata: anzi, a conferma del suo prestigio venne scelta come sede delle sepolture reali.

20220203_Ingresso tombe reali di Verghina

Verghina

Ed è a questo che oggi Verghina, la cittadina costruita sul sedime dell’antica capitale macedone, deve la sua fama. Il sepolcro ritrovato nel 1977 venne subito identificato come la tomba di Filippo II, padre di quell’Alessandro che avrebbe reso la Macedonia padrona del mondo intero, anche se per pochi decenni. Pur sussistendo dubbi più che fondati sulla reale identità dei resti in essa custoditi, la scoperta richiamò l’attenzione mondiale sulla piccola località.

Che si tratti o meno della tomba di Filippo II in realtà poco conta: destano meraviglia la sua struttura e quella di altre tre sepolture monumentali recuperate nell’area, composte, secondo tradizione, da una camera sepolcrale affrescata preceduta da una porta scolpita e dipinta. Sede di un museo unico al mondo, le tombe reali di Verghina sono un vero capolavoro dell’antichità, anche per gli straordinari manufatti recuperati al loro interno tra cui una corona composta da trecentotredici foglie e sessantotto ghiande d’oro, armi da parata e suppellettili di metalli e pietre preziose.

Pella

E Pella? Della gloriosa città natale di Filippo e Alessandro si conservano l’impianto urbano, il più esteso dell’antica Grecia, e una serie di preziose testimonianze storiche e archeologiche provenienti per lo più dall’estesissimo se­polcreto e dal vicino santuario di Darron, tutte conservate nel museo realizzato nei pressi degli scavi. Particolarmente interessanti la testa di marmo con le fattezze di Alessandro Magno e i numerosi mosaici dei pavimenti delle abitazioni signorili della città.

20220203_Area archeologica di Pella

Salonicco, la Milano Ellenica

La seconda città greca per importanza è un centro industriale caotico e congestionato da un traffico a volte esasperante dove i venti di crisi hanno soffiato più forte che altrove. In passato uno sviluppo urbanistico disordinato ha stritolato in una morsa di cemento i capolavori artistici di Salonicco. In compenso negli ultimi anni si sta registrando un’inversione di tendenza, come si evince dal rifacimento totale del lungomare antistante la Torre Bianca, finalizzato a restituire ai cittadini la zona più bella e caratteristica del centro. Di sera il centro si trasforma e il quadrilatero di strade che si sviluppano intorno a Piazza Aristotelous, una delle più ampie e monumentali di tutta la Grecia, diventa il cuore pulsante della movida notturna più frenetica del paese.

20220203_Lungomare Salonicco_Torre Bianca

Le tracce dell’antica nobiltà cittadina non mancano, a cominciare dalla suddetta Torre Bianca. Realizzata nel XV secolo dopo l’occupazione turca, fungeva da baluardo orientale della possente cinta muraria costruita a difesa dell’a­bitato; trasformata successivamente in prigione, oggi ospita una ricostruzione multimediale della storia di Salonicco dalla fondazione ai giorni nostri.

Il centro storico

La maggior parte dei visitatori ci sale per il panorama che si gode dall’alto: il mare del Golfo Termaico da una parte e la sterminata platea di case dall’al­tra, fino ai bastioni settentrionali dominati dalla mole della coeva Torre Trigoniou. Le tracce del suo passato greco sono pressoché inesistenti ma le testimonianze romane riescono ampiamente a compensare, a partire dai resti monumentali dell’agorà compressi in una spianata faticosamente strappata alla speculazione edilizia. In essa spiccano un doppio porticato e soprattutto l’odeion, mentre sotto il piano stradale, in quelle che un tempo dovevano essere le botteghe artigiane, è stato ricavato uno spazio museale che ripercorre la storia degli scavi.

Sbalorditivi i resti del monumentale Arco di Galerio, realizzato per celebrare la vittoria militare contro i Persiani, come si evince dai rilievi che ne decorano parte dei fornici. A poca distanza si erge la massiccia mole della Rotonda, nata come mausoleo dello stesso Galerio ma trasformata in chiesa da Costantino; furono i Turchi a convertirla in moschea e ad aggiungerle il minareto che svetta a fianco. Altre interessanti tracce del passato romano della città si trovano nei pressi di Piazza Navarinou: si tratta di ciò che resta del colossale palazzo reale che sempre Galerio realizzò da tetrarca, dopo aver eletto Salonicco a capitale delle sua area d’influenza politica.

Il museo archeologico e i quartieri periferici

Per farsi un’idea più precisa di cosa poteva essere la città a quell’epoca è indispensabile una puntata al museo archeologico, ricchissimo di testimonianze che coprono la storia di Salonicco dal Paleolitico alla dominazione turca. È però del periodo bizantino che la città porta i segni più evidenti: la cinta muraria ma soprattutto le sue chiese, prima fra tutte Aghia Sofia, arricchita da una cupola che emula quella di Istanbul. Una splendida occhiata d’insieme di ciò che la cultura bizantina produsse qui la si può avere solo nel sontuoso museo bizantino, dove sono esposti secondo criteri moderni ed efficaci i più interessanti tesori artistici recuperati nel corso dei secoli: affreschi, mosaici, le immancabili icone sacre, marmi e persino tombe della prima cristianità.

20220203_Salonicco_tratto fortificazione bizantina

Avendo tempo a disposizione si può concludere la visita con una passeggiata fra i vicoli del quartiere turco del Kastra o Ano Poli, che si inerpicano fra casette di legno e modesti edifici in gran parte diroccati fino all’acropoli, chiamata anche Eptapyrghio per le sette torri che un tempo svettavano lassù a complemento della fortificazione eretta dai Veneziani nel XV secolo per difendere la città dagli assalti dei Turchi. Fra quei vicoli si trova la chiesetta di Aghios Nikolaos Orphanos, impreziosita da affreschi considerati dei veri e propri capolavori dell’arte dell’età dei Paleologi. Quindi la lenta discesa verso Piazza Aristotelous, palco­scenico scenografico verso il golfo e ideale punto d’arrivo di un percorso decisamente ricco di fascino e di storia.

20220203_Momento di sosta sulla spiaggia di Aghios Ioannis

Le dita della Penisola Calcidica

A un paio d’ore di strada da Salonicco le spiagge di Sithonia, la centrale delle tre dita della Penisola Calcidica, sono considerate fra le più belle e pulite della Grecia. I 120 chilometri di strada costiera da Aghios Nikolaos a Nikiti lambiscono un mare cristallino: che si preferiscano i litorali sabbiosi o quelli sassosi, qui si potrà trovare un luogo dove assecondare al meglio le proprie inclinazioni.

Sulla costa orientale si segnalano Tra­ni Ammouda, lunghissima e caratterizzata da una sabbia piuttosto grossolana; Aghios Ioannis, perfetta per la sosta notturna; Kriaritsi, adattissima alle escursioni in kayak verso le splendide isolette antistanti. Ma le migliori rimangono la spiaggia di Karidi, dalle acque turchesi; Klimataria, dove blu e azzurro gareggiano nello sfoggio dell’intensità più vivida; Kavourotrypes, piccolo angolo caraibico preso d’assalto di recente da artisti beat che hanno scolpito suggestive figure sugli scogli a pelo d’acqua.

20220203_Arcipelago al largo di Vourvourou

Largo di Vourvourou

Per non parlare del piccolo ar­cipelago che si apre al largo di Vourvourou, vero paradiso per gli amanti del kayak: intorno all’isoletta di Diaporos sono disseminate spiagge di ogni foggia e dimensione, la più stra­ordinaria delle quali si trova nello stretto braccio di mare fra Diaporos e Aghios Isidorosi. Chi non ha con sé alcun tipo di imbarcazione può fare affidamento su un paio di punti noleggio situati nei pressi dell’abitato.

Sul litorale occidentale meritano una segnalazione la lunga spiaggia di Toroni, oltre Porto Koufo, dominata sul lato settentrionale dai resti di una fortezza bizantina; quella di Lagomandra, divisa in due tronconi da una scenografica penisoletta rocciosa; Kalogria, forse la più bella di questo versante, al largo della quale si trova un’isoletta raggiungibile con qualche bracciata dalla riva e popolata da fittissime colonie di pesci multicolori. Uno spettacolo naturalistico davvero unico, al punto da far credere di essere capitati su un’isola anziché di trovarci su una lingua di terra saldamente ancorata al continente. Ma in fondo basta lasciare libera la fantasia.

20220203_Edessa_città delle acque

Edessa, la città delle acque

Prima di raggiungere Salonicco e la Penisola Calcidica lungo la Via Egnatia si può deviare verso nord e raggiungere Edessa, la sorprendente città delle acque. Qui, più che l’antica cittadina macedone – di cui restano evidenti tracce – colpiscono le cascate più alte dell’intera area balcanica: il salto della maggiore, chiamata Karanos, supera i 70 metri. Intorno ad esse si sviluppa un parco naturalistico con una passeggiata di un chilometro e mezzo che tocca tutti i luoghi più interessanti, dal museo dell’acqua all’acquario, dai mulini alle chiuse e ai sentieri lungo i canali che portano verso il centro della città e al ponte bizantino.

Qualche chilometro più a nord si può puntare verso Loutra Pozar, un impianto termale dove ci s’immerge in una rudimentale piscina d’acqua calda alla temperatura di 37°C proprio accanto a una cascata; risalendo il fiume si può invece individuare una pozza calda dove sguazzare in piena libertà.

20220203_Grotta di Petralona

Grotta di Petralona

A circa 35 chilometri da Salonicco, più o meno sopra il primo dito della Pe­nisola Calcidica, la piccola località di Petralona è stata protagonista nel 1960 di uno straordinario ritrovamento. In una delle tante cavità venne infatti recuperato un cranio umano risalente a duecentomila anni fa: si tratta dell’esemplare di Homo sapiens più antico di tutta Europa.

Nel 1979 la Grotta di Petralona venne aperta al pubbli­co, in modo che si potessero ammirare le straordinarie concrezioni rocciose prodotte all’interno dal millenario sgocciolio dell’acqua. Di fronte all’ingresso, al quale si accede con una breve camminata o con un trenino su gomma, si trova il museo in cui sono conservati vari i materiali recuperati durante lo scavo; il cranio è invece custodito presso l’Università di Salonicco.

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