La storia bandita

Nel Parco Storico della Grancia, presso Potenza, un grande spettacolo di suoni e luci rievoca il brigantaggio in Basilicata.

Indice dell'itinerario

Tra il 1860 e il 1865, le scorrerie di famosi briganti ebbero un riflesso importante nelle vicende storiche della Basilicata, perché s’intrecciarono ai moti insurrezionali seguiti al passaggio di Garibaldi verso Teano.
I latifondisti, temendo di perdere le loro proprietà in vista dell’unità d’Italia, armarono contro i Piemontesi i numerosi fuorilegge che battevano le campagne capeggiati da Carmine Donatelli, meglio conosciuto come Crocco. Così nell’aprile del 1861 conquistarono il castello di Lagopesole; quindi occuparono Venosa, Lavello e Melfi. Ma quando già progettavano di marciare su Potenza, subirono una disfatta a Pietragalla che segnò la fine del “brigantaggio politico” e il ritorno alla macchia degli irregolari. E questi, anche grazie alla connivenza della popolazione (non pochi li consideravano dei patrioti) riuscirono a organizzare ben quarantadue bande.
A queste vicende e alle figure dei principali protagonisti s’ispira il cinespettacolo La Storia Bandita che si svolge da giugno a settembre nel Parco Storico della Grancia a Brindisi di Montagna, venti chilometri da Potenza.
Su un palcoscenico di due ettari, in una vasta cavea con più di tremila posti a sedere dominata dai ruderi del castello Fittipaldi, si svolgono scene altamente spettacolari con filmati, immagini fisse ed effetti di luce proiettati sulle pareti della montagna e su schermi d’acqua.
Sotto la direzione artistica di Jean François Touilland, (curatore degli spettacoli son et lumière dei castelli della Loira), la regia di Victor Rambaldi, le voci narranti di Michele Placido, Paolo Ferrari, Lina Sastri, le musiche originali di Antonello Venditti, Lucio Dalla e altri, oltre cinquecento attori per due ore narrano le gesta del bandito Crocco e della sua armata di “cafoni”.
Ma il parco non offre solo questo. Attrazioni e animazioni impegnano l’intera giornata del visitatore su un’estensione di nove ettari, tra una folta vegetazione e continui saliscendi.
Si passa dalla Valle degli Echi Etnici, con suoni e danze, al Teatro dei Burattini; dal Labirinto, dove animatori in costume aiutano i più piccoli a trovare il sentiero smarrito, alle tende e ai fuochi all’aperto nell’accampamento dei briganti. Si ascoltano musiche da camera eseguite nella cassa armonica; si attraversa il Borgo Mercato dove si acquistano prodotti artigianali… Per finire nell’Anfiteatro delle Aquile, una conca naturale dove oltre cinquecento persone possono assistere a esercizi di falconeria.
In modo che possano essere seguiti per intero, gli intrattenimenti sono cadenzati a orari prefissati. Negli intervalli, ad offrire il necessario conforto ci pensano l’ombra del bosco, le panchine, un ristorante e alcuni piccoli bar.

Sulle tracce dei briganti
Il Parco Storico della Grancia è anche un invito a visitare il territorio. Il borgo e il castello di Lagopesole, per cominciare, dove non c’è negozio, bar o ristorante che non faccia riferimento ai briganti: nelle insegne, nei souvenir, nei piatti tipici. Ma qui a dominare la scena è soprattutto la fortezza fatta costruire da Federico II. Acquisita dall’armatore genovese Andrea Doria nel 1531 e donata dai suoi discendenti allo Stato nel 1969, dopo un paziente restauro è stata adibita a contenitore culturale e aperta al pubblico.
Di fronte all’ingresso principale un portale in pietra immette nella cappella angioina mentre dalla vasta corte interna, abbellita da un pozzo, si accede agli appartamenti imperiali del pianoterra e dei piani superiori.
Saliamo poi sul Monte Carmine, nel comune di Avigliano, dove sorge una cappella costruita nel 1696 in seguito a un terremoto che risparmiò la città. Devoti alla Madonna, qui fissavano gli appuntamenti i briganti per ascoltare messa, lasciare le loro offerte ma anche per organizzare le loro azioni. Dai 1.300 metri dei terrazzi della chiesa, meta di un importante pellegrinaggio il 16 luglio, la vista spazia su tutta la sottostante Valle di Vitalba, feudo rustico della famiglia Doria.
Un’altra indicazione ci porta nei pressi di Filiano, nella foresta demaniale di Lagopesole, al Riparo Ranaldi o Tuppo dei Sassi dove, quarant’anni fa, i contadini credettero di vedere tracce di sangue su alcune rocce in un luogo ritenuto rifugio dei banditi. Una successiva indagine universitaria accertò invece la presenza di pitture rupestri risalenti probabilmente all’età mesolitica (la visita è subordinata al permesso del locale Corpo Forestale o della Pro Loco di Lagopesole).
A Pietragalla, infine, è ricordata la strenua difesa della popolazione che, rifugiatasi nel Palazzo Ducale, respinse l’attacco dei briganti. All’ingresso di questo piccolo centro l’attenzione è attratta da alcune costruzioni in pietra dai caratteristici tetti a volta, ricoperti d’erba. Erano locali utilizzati per la lavorazione e conservazione del vino, oggi adibiti a scenografia per le rievocazioni della Natività.
Da qui si raggiunge in breve la città-cattedrale di Acerenza che ben merita l’appellativo per la presenza dello straordinario edificio sacro dedicato all’Assunta. Nonostante i rimaneggiamenti restano ancora i pregevoli esempi di romanico-gotico e romanico-pugliese della facciata e del campanile. All’interno, in piccoli gruppi, è possibile visitare la cripta con gli affreschi recentemente restaurati, e salire sulla cupola per una vista della città dall’alto.

PleinAir 360/361 – luglio/agosto 2002

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio