La neve amica

Tre comprensori di prim'ordine riassumono in Tirolo le risorse dello sci secondo natura e a misura di turismo itinerante: Seefeld a ovest, il lago Achensee al centro e St. Johann a est.

Indice dell'itinerario

E’ curioso come non appena si supera il passo del Brennero la situazione meteorologica cambi, anche di molto: spesso infatti quando da una parte il tempo è bello dall’altra è brutto, se da una parte c’è neve dall’altra ci sono le margherite. Le montagne che segnano il confine fanno infatti da schermo e riparano a turno l’una o l’altra parte dai venti che portano nubi, pioggia o neve. Il più delle volte ciò si verifica a vantaggio del Tirolo, dove l’innevamento è tale che la maggior parte dei tracciati per lo sci di fondo (circa 4000 chilometri in tutta la regione) corre al di sotto o poco al di sopra dei mille metri. Le stazioni più alte si trovano tutte nella parte occidentale della regione, cioè a sinistra per chi proviene dall’Italia attraverso il Brennero. La più alta di tutte sarebbe quella di Galtur, a circa 1500 metri, ma la lunghezza dei percorsi è relativamente limitata e soprattutto sottoposta al continuo rischio di valanghe: un rischio che si è manifestato nel ’98 in maniera tragica, come tutti ricordano. Le altre stazioni si trovano invece tutte raggruppate nei pressi del centro di Seefeld, raggiungibile in meno di mezz’ora da Innsbruck tramite una breve rampa ripida ma sempre tenuta sgombra, considerato che si tratta della strada più diretta che porta al famoso centro di Garmisch, in Germania. Man mano che si va verso est invece il clima si fa più rigido e la neva compare e persiste a quote sempre più basse. Ciò si verifica soprattutto nel comprensorio di St. Johann dove l’estesissima rete di percorsi attrezzati per il fondo corre quasi per intero largamente al di sotto dei mille metri.
Quanto alla sosta per i camper, occorre dire che in tutti i parcheggi pubblici la sosta notturna, purché “di passaggio”, cioè di un giorno (notizia fornita dall’ufficio turistico di Seefeld) è consentita, mentre per le soste prolungate è d’obbligo ricorrere ai campeggi.

Comprensorio di Seefeld
Questa località sembra disegnata apposta per lo sport del fondo, e le opportunità che vi si trovano sono davvero infinite, per tutti i gusti e per tutti i livelli. Per giunta le possibilità di parcheggio sono ottime e quanto a quelle di sosta in campeggio sono state rese ancor migliori dalla recentissima costituzione del “Camp-Alpin-Seefeld”, in posizione baricentrica al termine della strada per Leutasch. Questo si aggiunge al già esistente e superconfortevole “Holiday” tra Leutasch e il confine tedesco e ad un terzo campeggio nei pressi di Scharnitz.Il solo problema che si pone allo sciatore è quello di utilizzare al meglio la grande varietà di proposte che gli si offrono, disponendo di un arco di tempo che normalmente è troppo breve per vedere e fare tutto ciò che sarebbe possibile. Vediamo come.
Il giro dei laghi e dei rifugi. Noi avevamo vivo il ricordo di una passeggiata estiva lunga e facile quanto deliziosa, denominata Giro dei Laghi, e il primo istinto è stato quello di seguire la Loipe (pista da fondo) che ne ricalcava l’itinerario. Si tratta della combinazione di quattro piste e precisamente, a seguire, la Mosern, la Staffel, la Olimpia e la Wildmoos: un percorso quasi tutto nero (ma le classificazioni sono molto prudenti, e percorsi del genere sono abbordabili da chiunque non sia proprio un principiante) di circa 20 chilometri, che parte dall’area sportiva e si arrampica sulle colline toccando i punti più belli (i laghetti e i rifugi). Una certa fatica nel tratto iniziale è ampiamente compensata quando, toccato il vertice presso la Wildmmoosalm, inizia la lunghissima fase di discesa: una discesa leggera e scorrevole su cui si scivola veloci ammirando il panorama. Dalla Wildmoosalm abbiamo suggerito di seguire la Wildmoos anziché la Olimpia: così infatti si ottiene un finale interamente in discesa, mentre il percorso di Olimpia prevede una sia pur leggera fase di risalita ed è più lungo di 5 chilometri.
La piana di Leutasch. A pochissima distanza da Seefeld si estende una vastissima pianura che va dal centro di Leutasch fino al confine tedesco. Decine di chilometri di piste battute lo attraversano, e si tratta sempre di piste azzurre (superfacili) perfettamente piatte e adatte sia a chi ama andar piano sia a chi vuole allenarsi sulla velocità e sullo stile. Il rischio sta in una certa monotonia, inevitabile malgrado la dolcezza del paesaggio. Consiglieremmo la Unterleutasch che termina sulle rovine della Porta Claudia (ai tempi dell’Impero Romano segnava il confine con la Germania).
Panorama sulla Zugspitze. Due montagne dominano con la loro sagoma spettacolare i panorami della zona: sono la Zugspitze (con i suoi quasi 3000 metri è la montagna più alta della Germania, nel cui territorio ricade per metà) e l’Hohe Munde. Le migliori viste sulle due vette si hanno combinando tra loro due Loipe: la Obern (12 km, facile) e la Panorama (2,5 km, rossa). La partenza si trova al parcheggio di Moos, un’area ottima sia per dirigersi verso le piste che come punto di pernottamento; da qui infatti si hanno forse i migliori panorami della zona. Entrambe le piste sono estremamente piacevoli e invitano a ripetere i percorsi finché le forze reggono.Balconata sui monti e sul piano. Tale può essere definito lo stupendo percorso che, partendo sempre dal parcheggio di Moos, si ottiene seguendo la pista rossa denominata Buchen-Katzenloch, portandosi poi sulla Muggenmoos-Wildmoos e tornando infine sulla prima pista. E’ tutto un susseguirsi di divertenti saliscendi che hanno il loro punto più bello nella parte centrale, quando si attraversa la conca della Muggenmoosalm, e che vi portano ad ammirare magnifiche viste sulla pianura sottostante e altrettanto belle prospettive sulle montagne che incombono sul lato opposto.
Wanderweg a tre stelle. La valle più bella della zona è senza dubbio la Gaistal. Questa si incunea tra la Zugspitze e l’Hohe Munde offrendo a chi la percorre panorami di straordinaria bellezza. La natura del terreno è però tale che non è possibile tracciare una Loipe se non in condizioni molto rare di clima e di innevamento, a causa del pericolo di valanghe. Ma sono state tracciate delle Wanderweg (percorsi a piedi), scavate nella neve, che consentono di camminare per ore e portarsi fin quasi a quota 2000. Si può entrare (a pagamento) in auto fino a un parcheggio (ma anche il tratto in pianura è assai piacevole da fare a piedi) e poi salire. La meta più frequentata, in splendida posizione panoramica e raggiungibile dopo un’ora di camminata sempre in leggera salita, è il rifugio Hammermoosalm (sempre aperto). Ma dopo circa un quarto d’ora si può deviare sulla sinistra, questa volta in falsopiano, verso la Gaistalalm (un’altra ora). Quest’ultimo percorso può anche essere sciabile, ma è bene non contarci, dato che vi passano anche i fuoristrada per il rifornimento dei rifugi. Consigliamo vivamente di non rinunciare a queste escursioni a piedi: la bellezza dei luoghi non è altrimenti godibile e vale il sacrificio di lasciare a riposo gli sci per una mezza giornata.
Attorno alla Zugspitze. Un giro molto interessante è quello che inanella Seefeld, Scharnitz, Mittenwald, Garmisch, Ehrwald (con deviazione verso Lermoos e Reutte), Obsteig e Telf, risalendo di qui a Seefeld. Tra Mittenwald e Garmisch si possono ammirare panorami molto ariosi con belle piste da fondo, ma le cose migliori si trovano lungo la deviazione tra Lermoos e Reutte, e in particolare tra Wengle e Heiterwang, sul lago Plansee. Qui troviamo una bella e facile pista denominata Panorama, con belle deviazioni fuori pista attorno al lago, e altri percorsi che, pur trovandosi a correre parallelamente alla strada, offrono panorami di tutto rispetto. Meno interessante il comprensorio di Reutte, troppo in basso per garantire un innevamento certo e con le piste che corrono quasi sempre in mezzo alle case. La cosiddetta “pista del piacere” è tale solo se si può sciare sul letto del fiume, vale a dire nei brevi periodi in cui questo è ghiacciato. Altri spunti di interesse sono offerti da alcuni percorsi ben movimentati a Obsteig e dalla bella cittadina di Telfs, sul fondovalle e generalmente libera da neve.
Percorso-avventura. Per i più esperti, e solo in condizioni di scarso innevamento, vale la pena di segnalare un percorso escursionistico non battuto, che si incunea nella stretta Giessenbachtal (partenza presso un passaggio a livello circa 3 chilometri a sud di Scharnitz) seguendo un facile sterrato estivo. Questo è per tutto il tratto iniziale chiuso tra pareti molto ripide. Se la neve è tanta, la strada viene sommersa e si forma un unico pendio nevoso con altissimo rischio di smottamenti e slavine; se invece è scarsa, questa si deposita sul fondo stradale che resta ben riconoscibile e crea un percorso sciabile non troppo difficile e assai valido per la bellezza dei panorami che si aprono alle quote più alte.

Attorno all’Achensee
Lasciata Seefeld, occorre non più di un’ora per raggiungere il vicino comprensorio del lago Achensee, e in particolare il centro cui fa capo l’organizzazione del fondo, vale a dire Pertisau. Si tratta di una sorpresa in quanto, pur magnificandone i dépliant le qualità, la realtà supera ampiamente le descrizioni. Giunti in questo centro, sulla sponda occidentale del lago, si arriva infatti al termine della strada accessibile alle auto con un grande parcheggio magnificamente panoramico. Da qui si diramano tre vallate che penetrano nel parco del Karwendel e che sono accessibili tramite 50 chilometri di piste batture.
La pista rossa della Gerntal. È di gran lunga la più bella e fruibile, uno dei vertici di tutta la vacanza. Sette chilometri di leggera salita, per nulla faticosa (uno sciatore medio può agevolmente percorrerla tutta a passo pattinato senza troppo sforzo) e stupendamente panoramica, per raggiungere il rifugio Gernalm dove si può sostare e mangiare i gustosi piatti locali; e poi una discesa (altri 7 chilometri) che vi manda letteralmente in paradiso tanto è facile, veloce e divertente.
La pista azzurra della Falzturntal. È più lunga (17 chilometri in tutto) e, tranne il tratto finale, più pianeggiante e soprattutto meno mossa della precedente. Tuttavia non ha nulla da invidiare quanto a bellezza dei panorami.
La pista nera della Dristenautal. E’ la sola a risultare relativamente deludente poiché si sviluppa quasi interamente sotto il bosco e non permette di gettare lo sguardo su ciò che vi circonda. Come in altri casi, la classificazione comporta solo qualche difficoltà, decisamente alla portata di chiunque abbia un po’ di pratica.
Lungo la costa orientale. La riva opposta del lago, ben esposta al sole, non è sempre ben innevata. Quando lo è, permette di effettuare una sciatina facile facile, lunga a piacere ed estremamente gradevole, tramite una bella pista azzurra che corre in dolci saliscendi, offre il modo di fermarsi ogni tanto su di una panchina del lungolago e farà godere situazioni e panorami davvero rari e singolari. Da non perdere.St. Johann e le montagne del re
Il più orientale dei comprensori che esamineremo si appoggia anch’esso su di uno splendido parco naturale: il Kaisergebirge. Il suo centro principale è St. Johann e la rete di Loipe è vasta e complessa, tanto che – come nel caso di Seefeld – esiste anche qui il rischio di perdersi e di non utilizzare al meglio la grande varietà di situazioni che può offrire. Tra queste non porremmo ai vertici le piste che partono da St. Johann verso oriente, per il semplice fatto che corrono in genere tra le case, pur trattandosi di casette sparse in un ambiente idilliaco. Mentre a poca distanza c’è la possibilità di un contatto con la natura davvero notevole: si trova lungo tutti i percorsi che si appoggiano sui diversi versanti del Kaisergebirge, primi fra tutti quelli a est che presentano il massimo della bellezza nella stupenda Kaiserbachtal. Si penetra in questo santuario della natura tramite un percorso di circa 10 chilometri (5 in salita e altrettanti in discesa, partenza dal parcheggio che si trova all’imbocco della valle, all’inizio del tratto di strada che in estate è a pagamento) che si può collegare con altri (e precisamente con gli anelli di Grisenau e di Altmühle a sud e con quello della Kohlental e Schwendt a nord) per un totale di circa 20 chilometri. Ma c’è da dire che questa volta la classifica di pista nera ha fondamento. Infatti il percorso si sviluppa quasi interamente all’ombra (e in ombra resta per gran parte del giorno), presentando difficoltà sia in un senso di marcia che nell’altro per via di numerosi tratti ghiacciati in forte pendenza. Peraltro se la temperatura è alta non c’è il ghiaccio, ma c’è il rischio di valanghe. Noi ci siamo trovati nella prima situazione, ma dobbiamo dire che la bellezza del panorama e la possibilità di fermarsi al termine della salita nel confortevole rifugio della Griesener Alm, circondati dal superbo panorama del Kaisergebirge, ci hanno ripagato della fatica. Così come ci si può ripagare sciogliendo i muscoli nei più facili percorsi collegati citati in precedenza.
La Hinterkaiser Loipe. Tra le numerose piste che partono direttamente da St. Johann, la più interessante è la Hinterkaiser. È molto lunga e altrettano varia, corre sul versante meridionale del Kaisergebirge e arriva volendo fino a Going, per un totale di 15 – 20 chilometri a seconda delle varianti che si scelgono. L’unico inconveniente deriva dall’esposizione a sud, per cui qualche tratto può essere chiuso per mancanza di neve. Con neve buona è veramente un percorso completo: tratti in piena natura si alternano a passaggi tra piccoli abitati e punti di ristoro, tratti in salita a veloci e deliziose discese, punti più tecnici a passeggiate, mentre la montagna si mostra dal suo versante più bello e più fotografato.
Le piste di Kossen. Siamo ad appena 600 metri d’altezza, ma la neve è tanta e persistente, e la rete di Loipe si estende in conseguenza. La strada scende dolcemente da Schwendt e Kossen divide il comprensorio in due: la parte orientale, vasta ma piatta, è decisamente meno interessante, mentre lo è assai di più quella a est della strada, che arriva a toccare le pendici settentrionali del Kaisergebirge. Una bella pista, ma piuttosto faticosa e monotona, anche se panoramica, è quella che unisce Schwendt a Kossen, ma i percorsi migliori sono decisamente quelli che uniscono Kossen al lago Walchsee. Il punto di partenza, con relativo parcheggio (non è facile parcheggiare altrimenti) si trova superando l’abitato verso nord, in direzione di Schleching: dopo due rotatorie si piega a sinistra e si trova il parcheggio, con un cartello che indica i percorsi. Il più bello e completo è costituito dalla pista nera chiamata Kaiserwinkl: è lungo una ventina di chilometri, si sviluppa quasi per intero in zone libere da case e molto panoramiche, e alterna piacevolmente tratti aperti e tratti sotto bosco, ondulazioni e pianura, tratti più tecnici e tratti di puro godimento. Per chi non se la sente di effettuare tutto il giro, ci sono un paio di begli anelli rossi compresi dentro l’anello maggiore, tramite i quali si può regolare a piacimento sia la lunghezza che il grado di difficoltà del percorso.
Tutto quanto detto finora su questo comprensorio riguarda essenzialmente gli sciatori di classe media. Per i più dotati occorre dire che le Loipe citate sono tutte interconnesse mediante piste di collegamento ben segnalate sui pieghevoli distribuiti dagli uffici turistici: poiché il passo che separa St. Johann da Kossen comporta un dislivello di 100 metri scarsi, l’impresa di unire le piste per effettuare grandi escursioni presenta la sola difficoltà della lunghezza, oltre a quella che alcuni percorsi di collegamento in forte pendenza (come quello che scende da Grisenau su St. Johann) sono esposti a mezzogiorno e talvolta mancano sia la neve che una battitura accettabile. Chi sostasse in uno dei campeggi della zona avrebbe dunque, almeno in teoria, la possibilità di fare tutto senza muovere il mezzo. Ma a chi avesse voglia di grandi escursioni consigliamo piuttosto di farsi accompagnare (da amici o in bus) a Grisenau, salire alla Griseneralm e poi scendere, restare un po’ sugli anelli alti e infine scendere fino a St. Johann.

PleinAir 329 – dicembre 1999

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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