Fa di certo impressione vedere un uomo crocefisso, pur sapendo trattarsi di una finzione teatrale: figurarsi se sono i tre del Vangelo, Cristo e i due ladroni, illuminati da vampe rossastre al di là della folla. Se volevano dare l’idea del Golgota, a Villa Musone ci sono riusciti appieno.
Siamo in questa frazione di Loreto che domina dall’alto con le famose cupole del suo frequentatissimo santuario mariano. La Morte del Giusto, rievocazione della Passione, fu realizzata per la prima volta nel 1978 da Padre Valentino Lanfranchi all’interno della chiesa parrocchiale; negli anni seguenti, con l’aiuto del locale Centro Turistico Giovanile e la partecipazione in massa degli abitanti, il processo a Gesù e la salita al Calvario sono stati portati per le piazze e le strade del paese. La rappresentazione pasquale è ben diffusa anche altrove, ma più raro è quell’epilogo assolutamente coinvolgente; e dopo la crocefissione, che si svolge sul primo tornante della stradina che porta a Loreto, il catafalco del Cristo Morto continua il suo mesto viaggio, scortato dalla processione fino al centro del capoluogo. Un’occasione dunque per visitare questa importante meta di pellegrinaggi, nonché centro d’arte, in una circostanza del tutto singolare.
Ma il realismo dell’evento non si ferma alla rievocazione storica. A ricordarci i tempi in cui viviamo e i mali che affliggono l’umanità, ecco i ragazzi del CTG portare avanti altre e ben diverse croci, ognuna con la sua scritta: droga, inquinamento, fame, miseria, dittature, guerre, mafia, intolleranza, innocenza violata… Ad ognuno il suo supplizio, ieri come oggi, ma coltivando almeno la speranza che le cose possano cambiare.