La foresta delle acque

A due passi dal Reno e dal confine francese, Baden-Baden è il tempio europeo del benessere termale e il punto di partenza di un itinerario attraverso la parte settentrionale della Schwarzwald: grande natura, vini di qualità e una fitta rete di approdi per chi viaggia all'insegna del pleinair.

Indice dell'itinerario

Non c’è traffico nella verde Baden-Baden, piccola capitale europea delle terme e del wellness. La calma e il relax sembrano inscritti nel codice genetico della città, che da due millenni deve la sua fama alle copiose sorgenti di acque minerali curative: non è un caso se il primo insediamento romano si chiamava Aquae e già all’inizio del III secolo si era affermato come centro di benessere per i cittadini dell’impero. Bisogna però arrivare alla fine del ‘700 per veder nascere la moderna cultura termale, che nel giro di qualche decennio portò Baden-Baden a consolidare il suo ruolo di Kurort, luogo di soggiorno e di cura per il bel mondo e l’élite culturale europea. Dostoevskij qui era di casa e proprio a Baden-Baden, in compagnia della giovanissima moglie Anna Snitkina che lo assisteva nella sua opera, scrisse Il giocatore, il capolavoro che descrive minuziosamente la febbre del gioco d’azzardo di cui lo scrittore russo era preda. Anche i vicini francesi hanno amato profondamente la città delle terme: nella seconda metà dell’800, mentre fioriva la Belle Époque, si diceva che l’Europa avesse due capitali, Parigi d’inverno e Baden-Baden d’estate. I pesantissimi bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale risparmiarono la città, forse proprio grazie alla sua notorietà mondana, e lo sviluppo proseguì senza sosta ma conservando quell’eleganza che rende così particolare il capoluogo del Baden-Württemberg.
Oggi Baden-Baden è una città di 53.000 abitanti distribuiti in un centro urbano coperto da boschi, parchi e giardini sul 94% della sua superficie, uno dei pochi posti al mondo in cui anche la periferia è formata da case sparse circondate dalla natura. Per attraversarla in camper bastano dieci minuti, facendo rotta su una delle aree di sosta non distanti dal centro e ad esso collegate dagli efficienti trasporti pubblici, da abbinare alle passeggiate a piedi e in bicicletta.
In bus si arriva rapidamente alle Rebland, con il loro suggestivo paesaggio di vigneti a ridosso della valle del Reno, il grande fiume che qui segna il confine con la Francia. Vale la pena trascorrere da queste parti almeno una giornata intera per visitare le cantine, come la Baden-Badener Winzergenossenschaft che sul piazzale d’ingresso ha riservato uno spazio anche agli enoturisti itineranti. Nei villaggi dei dintorni, taverne e ristoranti servono gustosi piatti della cucina tradizionale come i Maultaschen (ravioloni fatti in casa, cotti in brodo di carne e spruzzati di erba cipollina) o gli Spätzle (la tipica pasta fresca tagliata a mano e condita con burro e prosciutto), in abbinamento con gli ottimi vini delle Rebland: non c’è che l’imbarazzo della scelta fra le innumerevoli etichette di Riesling, di Spätburgunder, di Müller Thurgau o di Traminer, i principali vitigni dell’area. Facile quindi che, dopo una bella passeggiata tra i filari, venga la voglia di trattenersi a cena in uno dei tanti localini, ed è un peccato di gola che potrete commettere senza il rischio di rimanere a piedi in aperta campagna: anche se gli autobus hanno ormai terminato le corse, c’è sempre un servizio di navetta pronto ad accompagnare i clienti alla più vicina stazione di taxi.
Dopo una serata da buongustai, il mattino potrà essere dedicato a recuperare la forma con una lunga camminata sui sentieri che attraversano la Foresta Nera, oppure costeggiando in bici il pescoso fiume Oos che taglia in due la città. Ma l’appuntamento da non mancare è certamente quello con le terme, dove immergersi in piscina e far galleggiare i pensieri per qualche ora: i due stabilimenti più importanti sono il Caracalla Therme e il Friedrichsbad, voluto dal granduca Federico in stile neorinascimentale, alimentati da sorgenti profonde oltre 2.000 metri le cui acque hanno una temperatura compresa fra i 37°C e i 68,5°C.
Il pomeriggio è invece il momento migliore per una fetta di Schwarzwaldtorte, vero trionfo della gola fatto di ciliegie della Foresta Nera sotto spirito, panna montata e cioccolato, accomodandosi in una pasticceria del centro storico dove negozi d’ogni genere, birrerie, wine bar e ristoranti si susseguono lungo le vie dell’ampia isola pedonale. Un indirizzo da segnalare è il Café König, al 12 della Lichtentaler Strasse, dove acquistare praline di cioccolato artigianale, marzapane e biscottini al burro, oppure sedersi all’aperto sotto un grande albero o nella sala interna in stile classico. Per spuntini e pasti più sostanziosi ci si può invece recare alla Weinstube Baldreit in Küferstrasse 3, una tipica locanda del vino con ampio cortile esterno rivestito di edera, dove si serve cucina tradizionale.
A pochi minuti sorge la Kurhaus, edificio polifunzionale in stile neoclassico che ospita fra l’altro un lussuoso casinò (Marlene Dietrich lo considerava “il più bello del mondo”). Proprio di fronte si incontrano spesso romantiche coppie in carrozza che dispensano sorrisi e posano per le foto dopo essere convolate a nozze nell’annesso ufficio per i matrimoni civili internazionali, uno dei quattro attivi in Germania: ogni anno svariate centinaia di innamorati, provenienti soprattutto dall’Europa orientale e dal Giappone, scelgono di sposarsi a Baden-Baden.
Pochi minuti a piedi bastano per raggiungere un’altra meta da non perdere: il museo d’arte moderna Frieder Burda (progettato dal grande architetto americano Richard Meyer) dove si ammirano in particolare opere espressioniste, quadri, sculture e disegni di Picasso e una folta collezione di artisti tedeschi contemporanei. Concerti, balletti e altri eventi musicali, con decine di spettacoli ogni mese, formano invece il ricco programma degli intrattenimenti serali alla Festspielhaus, aperta durante il giorno alle visite che ne illustrano la storia e gli avveniristici ampliamenti della costruzione originaria.
Allontanandosi dalla parte antica, un’altra occasione per immergersi nel verde è la Rosenstadt, un eccezionale giardino botanico che raccoglie dieci esemplari di ogni specie di rosa del pianeta. E se poi volete concludere la visita del capoluogo ammirando il paesaggio dall’alto, c’è persino una flotta di ventotto mongolfiere che partono dal vicino villaggio di Steinbach per sorvolare i tetti di Baden-Baden.

Attraverso la Foresta Nera
Uscendo verso sud dalla città imbocchiamo la B500, la Schwarzwaldhochstrasse che si snoda tra folti boschi di abeti e pioppi bianchi: si tratta della prima strada turistica realizzata nello spettacolare ambiente della Foresta Nera, con un’altitudine media fra gli 800 e i 1.000 metri che offre ampi panorami sulle montagne del circondario. La nostra destinazione è Freudenstadt, che dista appena 65 chilometri, ma lungo il percorso non si resiste alla tentazione di fermarsi o di deviare qua e là per apprezzare gli innumerevoli motivi d’interesse offerti dal territorio.
Dalla statale, imboccato il bivio per i villaggi di Hof e di Bühlertal, in una dozzina di chilometri si giunge nel centro storico di Bühl, dove la Marktplatz è affollata dalle bancarelle di un caratteristico mercato: frutta, verdura e soprattutto coloratissime zucche, prugne di una pregiata varietà del posto e confetture (volendo fermarsi qui, c’è un’area di sosta a una decina di minuti a piedi in un complesso sportivo dotato di piscine).
Risaliti sulla B500, la prossima tappa è il Mummelsee, un minuscolo laghetto di origine glaciale che si stende a 1.063 metri di quota in un contesto di particolare suggestione, tanto che una vecchia leggenda lo vuole abitato da gnomi e ondine. Il sentiero che corre lungo tutto il perimetro è lungo appena 800 metri, e dopo la breve passeggiata ci si può rilassare affittando un pedalò per trascorrere un’oretta sulle verdi acque del lago. I buongustai non mancheranno invece di sedersi ai tavoli del ristorante con vista del Berghotel Mummelsee, dal classico arredamento in stile rustico, dove premiare il palato con saporiti piatti di montagna come i Rahmchampignons mit gebratenen Semmelknödeln, ovvero i canederli conditi con crema di funghi, pomodoro, panna e l’immancabile erba cipollina.
Ben diversa l’atmosfera del Lothar-Pfad, che mostra come perfino una calamità naturale possa trasformarsi in un’occasione di turismo. Su quest’area, infatti, nel 1999 si è scatenato un terribile uragano con venti che soffiavano a più di 200 chilometri all’ora, sradicando alberi secolari come fossero fuscelli: ma quello che sembrava un irreparabile disastro è oggi un parco-museo a dir poco surreale dove tutto è a testa in giù, con tronchi abbattuti che il sottobosco va ricoprendo e grandi radici di pini e abeti protese verso il cielo. Due percorsi escursionistici, rispettivamente da uno e da 4 chilometri, consentono di scoprire a piacimento quest’angolo di natura alla rovescia.
Lasciamo di nuovo la Schwarzwaldhochstrasse per raggiungere il grazioso paesino di Bad Rippoldsau-Schapbach, dove l’ideale base di soggiorno pleinair è l’ottimo ecocamping Alisehof. Siamo nel cuore del Naturpark Schwarzwald Mitte/Nord, una delle aree protette che tutelano ampie porzioni della Foresta Nera, e questa è una delle località più indicate per avventurarsi lungo i sentieri con la mountain bike o a piedi (c’è anche un tracciato per praticare il nordic walking, che si sviluppa quasi completamente nel bosco). Entrambi a 6 chilometri dal paese, meritano l’escursione il Glaswaldsee, un altro laghetto di origine glaciale, e la cascata di Burgbach, che con i suoi 32 metri è una delle più alte del Baden-Württemberg fra quelle naturali. Con il pullman, che ferma proprio di fianco al campeggio, si può invece raggiungere Oberwolfach, altro caratteristico paese di montagna dove si visita un bel museo dei minerali, in cui viene rievocata l’antica tradizione estrattiva di questa zona.

La città della gioia
Siamo ormai alle porte della nostra meta, dove la Schwarzwaldhochstrasse si incrocia con altri due grandi itinerari turistici della regione: la Schwarzwaldtälerstrasse, ovvero la strada delle valli, e la Schwarzwaldbäderstrasse, la strada delle terme. Freudenstadt, fondata nel 1599 da Federico del Württemberg, accolse tutti i sudditi e gli stranieri di fede protestante che qui potevano praticare liberamente la propria religione, al riparo dalle persecuzioni. La Marktplatz, fulcro della parte antica in stile tardorinascimentale, è la più vasta del suo genere in tutta la nazione (misura ben 216 per 219 metri), circondata da eleganti portici che l’architetto Heinrich Schickhardt progettò ispirandosi a Bologna. Ogni martedì e venerdì vi si svolge tuttora il mercato, i cui banchi popolano la piazza circondata dai principali monumenti. Al centro del quadrilatero troviamo la Stadthaus, sede di un museo civico che espone opere di artisti locali, oggetti tradizionali della Foresta Nera e vecchi costumi; a pochi metri la torre della Rathaus, eretta dopo i bombardamenti dell’ultima guerra. Sull’altro lato svetta in cima a una colonna la Venere delle Ipoteche, a ricordo dei massicci danni riportati da Freudenstadt nel 1945: gli abitanti donarono tutti i loro beni per poterla ricostruire identica al progetto originale (i più maliziosi sostengono invece che la dea guardi verso Stoccarda in attesa dei soldi per la ricostruzione, volgendo il fondoschiena verso la Francia). Altra curiosità sono le cinquanta fontane, con spettacolari giochi d’acqua controllati da un sofisticato sistema informatico, realizzate nel 1999 in occasione dei quattrocento anni della città. Chiude la piazza la Stadtkirche, del 1608, in cui si conservano un leggio romanico del XII secolo, fra i più antichi nella Germania del sud, e un crocefisso gotico del ‘400 che, a seconda del punto di osservazione, mostra il volto del Cristo nei diversi momenti del martirio, dall’agonia alla morte.
Per l’ennesima pausa gastronomica non c’è che l’imbarazzo della scelta: da non mancare la Brauhaus Turmbräu, un ristorante tradizionale con annesso laboratorio di produzione della birra, sia chiara che scura, rigorosamente priva di additivi e conservanti. Nel vicino Café Pause, sotto la Stadthaus, si soddisfa la gola e si può addirittura prenotare un minicorso di pasticceria per imparare a realizzare con le proprie mani la Schwarzwaldtorte. Non sono da meno le opportunità di shopping negli innumerevoli negozi: a cinque minuti di passeggiata dalla piazza, uno dei più famosi è quello annesso alla Glasbläserei, piccola fabbrica artigianale ospitata nei locali della Kurhaus che propone oggetti in vetro soffiato.
Una visita all’ufficio turistico (anch’esso sulla Marktplatz) permetterà di informarsi sulle molteplici opportunità di escursioni in questa parte della Foresta Nera. I cicloturisti hanno a disposizione tre piste ciclabili che percorrono la valle della Murg, quella di Kinzig e un tracciato più impegnativo che si sviluppa nei boschi; se non si vuole pedalare al ritorno, basterà caricare le bici sul treno in una delle stazioni presenti lungo il percorso.
Ma in questa terra di acque termali c’è ancora un’esperienza tutta da provare: un bagno notturno come duecento anni fa nella Badehaus, appena al di fuori della città, dove nei giardini sono collocate grandi tinozze di legno da due a otto posti in cui crogiolarsi nell’acqua calda aromatizzata con lavanda, rose e fieno, degustando nel contempo vini e prodotti locali. Immersi nei tiepidi profumi sotto il cielo stellato di Freudenstadt, è un vero peccato che la vacanza stia per finire.

PleinAir 422 – settembre 2007

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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