La fantastica vertigine

I fiordi rappresentano l'essenza del paesaggio norvegese, il punto di contatto fra la vastità del mare aperto e quella dell'entroterra montano. Passo dopo passo, andiamo a conoscerli nei loro sorprendenti contrasti.

Indice dell'itinerario

La parete scende ripida sotto di noi tuffandosi nell’acqua, lo sguardo spazia verso l’orizzonte di cime innevate, mentre il fiordo disegna laggiù in fondo una curva scura. All’improvviso appare in controluce un’imbarcazione che avanza lentamente. Un drakkar con il suo carico di truci guerrieri di ritorno da una razzia? No, è un semplice traghetto che collega i paesi rivieraschi della lunga e stretta insenatura, dove le fattorie sorgono abbarbicate alle rocce scoscese. Quasi ovunque vi racconteranno che una volta, quando le tenute rurali erano abitate tutto l’anno, i bambini venivano assicurati a lunghe corde allo scopo di impedire che precipitassero per decine o centinaia di metri nell’acqua. Sarà pure una leggenda facile da propinare all’ingenuo turista, ma non si stenta a crederlo: viene infatti da chiedersi perché questi insediamenti si trovassero in luoghi così scoscesi quando bastava spostarsi all’interno di pochi chilometri per trovare ampi pascoli, ma poi lo sguardo corre di nuovo al fiordo ed è facile immaginare i predoni arrivare e inerpicarsi con fatica su queste pareti ripide, mentre gli abitanti della fattoria hanno tutto il tempo per fuggire.
Storie di una volta, e i vichinghi hanno ormai deposto le armi. Le rocce millenarie, invece, sono ancora lì, e visitare a piedi i fiordi del sud-ovest norvegese vuol dire affrontare una serie di gigantesche scalinate naturali che mettono a dura prova le articolazioni delle gambe. A ripagare la fatica sono le meraviglie di una natura magnifica, spesso aspra e selvaggia ma ancora sorprendentemente intatta: i norvegesi, del resto, possono permetterselo visto che gli abitanti sono poco più di quattro milioni e mezzo su una superficie vasta all’incirca quanto l’Italia. Per tradizione non si sono formati grossi centri abitati, ma soprattutto piccoli nuclei abitativi sparsi su tutto il territorio: accade così di trovare una casetta di legno col tetto d’erba anche nei posti più sperduti, e ciò ha l’effetto di accrescere la sensazione di vastità e di solitudine, invitando a tuffarsi in un ambiente tanto particolare.
A rispecchiare lo spirito sportivo di questo popolo, numerosi sono i sentieri che portano a punti panoramici, cascate, vette montuose o altre zone d’interesse naturalistico e paesaggistico. Non c’è che l’imbarazzo della scelta, da itinerari di un paio d’ore in tutto a trekking di più giorni, unendo l’escursione a una più tranquilla navigazione in traghetto per ammirare i fiordi anche dal basso.

Le fattorie di Skageflå
Questo impegnativo percorso conduce a uno dei più bei punti panoramici sul Geirangerfjord, la prima regione norvegese accolta dall’Unesco nel patrimonio dell’umanità. Lungo le spettacolari pareti scendono numerose cascate, di cui le più famose sono denominate Le Sette Sorelle e Il Pretendente.
Punto di partenza è la cittadina di Geiranger, dove ci si imbarca sul battello turistico per un primo, emozionante approccio con questo paesaggio. Sul tragitto di rientro viene effettuata una sosta per permettere ai camminatori di scendere: non si tratta però di un vero e proprio attracco, poiché l’imbarcazione si ferma brevemente di punta e lo sbarco avviene quasi al volo. Messo piede sul minuscolo approdo, formato da pochi metri quadrati di rocce irregolari, fa una certa impressione vedere il battello allontanarsi e, per un attimo, si ha la sensazione di essere stati abbandonati; sensazione che si fa ancora più forte quando cerchiamo il sentiero e ci rendiamo conto che si trova… sopra le nostre teste. Le pareti sono infatti a picco e il percorso escursionistico si inerpica quasi in verticale con alcuni passaggi esposti sulle rocce, protetti da cavi d’acciaio. Il tracciato non è segnato ma è ben evidente, e con un primo strappo di circa tre quarti d’ora porta alle antiche fattorie di Skageflå da cui si apre una vista incomparabile sulle Sette Sorelle. Da qui si hanno due opzioni: scendere di nuovo all’approdo e aspettare il battello successivo (in alta stagione si susseguono varie corse ogni due ore) oppure tornare a piedi a Geiranger. In questo secondo caso bisogna considerare un dislivello di 350 metri nel primo tratto, dopodiché il sentiero si snoda in piano e infine scende verso il campeggio di Geiranger: l’escursione è molto panoramica ma abbastanza impegnativa e bisogna calcolare almeno due ore, al netto delle soste, per fare ritorno in paese.

La cascata di Storseter
Itinerario facile e spettacolare che prende avvio dalle fattorie di Vesterås, a 3 chilometri da Geiranger. Qui manca la vista sul fiordo poiché ci si dirige verso l’entroterra, ma con un’ora di passeggiata si raggiunge una cascata magnifica dietro alla quale si può camminare.
Il sentiero sale ripido nel primo tratto in un ambiente tipicamente montano, pur trovandosi ad appena 600 metri sul livello del mare. Giunti a un tabellone che illustra le cime circostanti e la storia della zona, il tracciato si porta in piano arrivando a una prateria erbosa posta di fianco a un impetuoso torrente. Sporgendosi con cautela è possibile vedere la cascata da quassù; meglio però aggirare la roccia, infilandosi in uno stretto passaggio che porta proprio dietro al salto. Il fragore della Storseterfossen è assordante e la potenza dell’acqua fa decisamente impressione, ma è un’esperienza da non mancare.Chi avesse voglia di camminare ancora potrà allungare l’itinerario proseguendo oltre la cascata e seguendo i segni rossi sulla destra. Ci si avventura lungo lo Storseter incontrando piccole casette dal tetto d’erba e giungendo in un’ampia vallata abitata solamente dalle pecore e costellata da mille rivoli e cascatelle che vanno ad alimentare il fiume.

Intorno al Geirangerfjord
E’ alla portata di tutti, anche dei bambini, questa semplice e divertente passeggiata che si conclude con un’altra panoramica veduta su Geiranger e la sua stretta insenatura.
Il punto di partenza sono ancora le fattorie di Vesterås. Passando davanti al rifugio (che, per inciso, offre magnifici waffel con cui fare merenda) si oltrepassa il cancello di legno e, dopo averlo accuratamente richiuso, si cammina lungo una sterrata fra i prati, evitando le capre che vi pascolano. Gli animali sono alquanto socievoli, soprattutto se estraete i panini in loro presenza… Il percorso entra poi in una zona boschiva perdendo leggermente quota, con circa 100 metri di dislivello, e giunge in prossimità di alcune casette da dove la vista si apre direttamente sul molo di Geiranger, allungandosi verso il fiordo.

Panorama sul Lustrafjord
Si tratta del braccio settentrionale più interno del Sognefjord, il più lungo della Norvegia, che incide profondamente la costa a nord di Bergen.
Lungo la strada che collega Luster a Songdal, giunti nei pressi di Gaupne si seguono le indicazioni fino al parcheggio, posto a 550 metri di quota. L’itinerario è ben segnato con pallini rossi e sale in un ambiente vario, che passa dal bosco a un habitat più montano. L’ascesa è graduale fino agli 800 metri della casetta di Stavhiller, da cui già si apre una vista spettacolare sul fiordo e su tutto l’entroterra; da qui si comincia a salire in modo ripido fino ai 1.116 metri della cima, abbracciando con lo sguardo non solo le strette insenature dalle acque di un intenso color blu, ma anche le vette rocciose dello Jotunheim da un lato e il candore dei ghiacciai dello Jostedal dall’altro.

La cascata di Feigum
Rimaniamo sul Lustrafjord per questa agevole passeggiata che ci conduce al salto di Feigumfossen, alto 218 metri. Il paese di Feigum, da cui inizia il sentiero, si trova lungo la strada che collega il paese di Skjolden alla magnifica Stavkirke di Urnes. La strada è assai stretta e vi sono alcune gallerie di roccia nuda sprovviste di illuminazione: chi dovesse percorrerle in bicicletta o a piedi potrà servirsi delle torce elettriche poste in cassette di metallo ad entrambi gli ingressi. Il sentiero è ben indicato nella prima parte da cartelli di legno e più avanti da segni di vernice rossa; il tracciato si snoda sempre in mezzo al bosco, con alcuni passaggi magnifici presso il fiume, sino a raggiungere un punto panoramico sulla cascata. Se si segue la traccia in mezzo alle felci si può arrivare fin sotto il salto che, con la sua altezza, toglie il fiato per la spettacolarità.

Il Preikestolen, balcone sul mondo
Il più meridionale dei grandi fiordi norvegesi sulla costa del Mare del Nord è il Lysefjord, un nome che significa “fiordo di luce” poiché le pareti che lo circondano sembrano emanare una sorta di misterioso chiarore. Qui si può compiere l’escursione più battuta per raggiungere il Preikestolen, una formazione rocciosa la cui imponenza è data prima di tutto dall’altezza di ben 603 metri sul livello del mare.
Il sentiero prende avvio dal Preikestolhytta, bellissimo rifugio a pochi chilometri da Jørpeland, posto a quota 270. L’avvio è subito ripido, ma in alcuni tratti il percorso riprende un andamento in piano che lascia rifiatare. Si passa da un’area boschiva a zone umide e paludose, per poi salire di nuovo con decisione sulle pietre raggiungendo alcuni laghetti. Qui si presentano due possibilità, attraverso le colline oppure lungo la cengia. Il consiglio è di seguire quest’ultima, assai panoramica e ariosa, che porta in breve al belvedere e al suo incredibile panorama dal quale si ha la sensazione di dominare non solo il fiordo, ma il mondo stesso. Per il ritorno si potrà invece seguire la via attraverso le colline che porta a un altro bel punto di osservazione verso la non lontana città di Stavanger e il mare.

PleinAir 419 – giugno 2007

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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