La conquista dei Sassi

Cosimo de' Medici volle una fortezza inespugnabile sulla vetta del Sasso Simone: oggi, con il vicino Simoncello, il massiccio marchigiano è uno dei più bei comprensori d'Italia per l'escursionismo e il turismo itinerante.

Indice dell'itinerario

Nella notte, quando i lampi di un’improvvisa tempesta illuminano le oscure sagome del Sasso Simone e Simoncello, gli abitanti di Miratoio sorridono soddisfatti: al risveglio molti di loro si affideranno alla fortuna per trovare le rare “pietre del fulmine”. Anche a Sestino, una frazione di San Donato, se un saetta incendia un albero o un pagliaio si scava il terreno sottostante sperando di rinvenire le singolari formazioni rocciose createsi per la fusione dei minerali contenuti nel terreno, a contatto con l’alta temperatura del fulmine. Questa tradizione, ancora viva sul versante toscano del massiccio, è di origine antica e dimostrerebbe un legame con il culto di Giove folgoratore e di altre divinità affini. Durante le assemblee civili, infatti, il popolo si radunava in luoghi aperti in modo tale che il dio potesse fulminare gli spergiuri: nella zona del Sasso Simone era chiamato Semo Sancus (l’assonanza è evidente, e diviene ancora più chiara se pensiamo che con l’avvento del cristianesimo il nome venne mutato in Simon Mago, colui che negli Atti degli Apostoli faceva miracoli a pagamento).
Di misteri ed enigmi ancora oggi capaci di affascinare il visitatore sono d’altra parte ricchissimi questa singolare montagna – la cui forma ricorda quella di un altare – e il suo fratello minore, con le pareti precipiti emergenti come due isole da un mare di bosco. E isole lo sono davvero, almeno dal punto di vista naturalistico: sulla vetta del Simoncello, ad esempio, c’è una delle poche praterie non modificate dall’uomo ancora esistenti in Italia. La ricchezza botanica del massiccio non si limita però a questo, tanto da giustificare ampiamente la nascita di una riserva naturale a Sestino, in Toscana, e del Parco Regionale del Sasso Simone e Simoncello sul versante marchigiano. Ed è proprio quest’ultimo che vi invitiamo a scoprire, avvicinandosi a un territorio che (come spesso accade nelle Marche) è decisamente vocato all’abitar viaggiando, offrendo al turista itinerante non solo numerose valenze ambientali e sportive ma anche storiche e culturali: a cominciare da una delle più singolari escursioni dell’Appennino, quella che risale le rocce scoscese del Sasso utilizzando, nella parte finale, un’antica strada scavata nella viva pietra. Si giungerà così ai resti di uno spettacolare progetto, voluto da Cosimo I de’ Medici verso la metà del Cinquecento quando sulla vetta fece erigere il primo nucleo di una città ideale, conforme a tutti i crismi architettonici e paesaggistici del Rinascimento. Ma già alla fine del secolo successivo l’inespugnabile borgo fortificato, circondato da un precipizio verticale a controllo del burrascoso confine con lo Stato della Chiesa, venne abbandonato dai pochi abitanti a causa delle difficili condizioni climatiche e dell’isolamento. Ecco cosa annotava un escursionista ante litteram durante una passeggiata verso il Sasso Simone effettuata il 18 giugno del 1705: “Il dopo pranzo si salì al monte di Sasso Simone, antichissima fortezza oggi abbandonata dalla casa Medici. Questa per verità è un prodigio della natura, ed è degna di un poco di incommodo che si ha per andarvi… essendo che questo luogo è collocato sopra di un sasso vivo, e tutto in solido continuato si alza sopra il piano del monte quasi un mezzo miglio, ed ha di circuito più d’un mezzo miglio… Colassù vi è un piano vasto e bellissimo ad uso di prateria, con una veduta d’ogni intorno che va a perdersi nello stato di Firenze, in quello di Urbino e della Romagna, anzi nel mare Adriatico e ne’ monti della Schiavonia”.
Di fronte ai due Sassi si erge maestoso il Monte Carpegna, anche questo di grande interesse nonostante la presenza di un’invadente stazione sciistica. La strada consente di arrivare a un ampio parcheggio panoramico, eccellente punto di sosta con grandiosa vista verso San Marino e la Romagna. Nei pressi, a 1.415 metri di quota, si trova un piccolo eremo che la tradizione vuole fondato a seguito di un miracolo: sul luogo in cui la Madonna era apparsa a soccorrere due pastorelli in difficoltà venne rinvenuta un’immagine di Maria appesa a un faggio che, trasportata in paese, ricomparve miracolosamente nei pressi dello stesso albero; il prodigio venne interpretato come la richiesta di edificare un santuario, che fu appunto dedicato alla Vergine del Faggio. L’edificio originario, detto Santa Maria della Cella, risaliva al 1200 ma è stato distrutto nel secondo dopoguerra e sostituito dall’attuale, dove si conserva una statua lignea della Madonna probabilmente antica quanto il primo eremo. A mantenere ancora viva l’affezione dei fedeli per il luogo di culto, vi si tengono a tutt’oggi varie manifestazioni religiose (tra cui una grande processione nella domenica successiva all’Ascensione e altri eventi durante l’estate).
Ai piedi del monte, il piacevole abitato di Carpegna costituisce la porta d’accesso al parco: nel moderno centro visite ci si può rivolgere per informazioni e per prelevare materiale illustrativo, oltre che per prenotare visite guidate con i bravi operatori dell’area protetta.

Passeggiate per tutti
L’intera zona abbonda di itinerari escursionistici, che includono proposte di modesto impegno ma di grande soddisfazione come le due che seguono, L’unica accortezza è di equipaggiarsi con pedule comode e robuste e di prestare la massima cautela quando si è in vetta al Sasso Simone.

Da un Sasso all’altro
Facendo base a Frontino presso il camping Pian dei Prati, si procede a piedi sulla stradina, si supera una sbarra e lentamente si sale di quota. Quando si incrociano altre due sterrate occorre tenere il tracciato centrale, passando accanto alla caratteristica roccia detta Torre del Teschio dove il panorama si apre verso una buona parte del Montefeltro con il Monte Carpegna a destra. Giunti a un fontanile, si deve svoltare nettamente a sinistra; la strada continua ancora a lungo con viste sempre più belle e ampie sul Sasso Simone, entra nel versante toscano (cartellone esplicativo) aprendo la vista su notevoli calanchi e s’inoltra sul crinale sino alla base del Sasso. Per salire sulla vetta si utilizza l’antica strada medicea ancora lastricata, e sul pianoro sommitale si trovano i pochi resti delle abitazioni ma soprattutto vertiginosi affacci verso la Toscana e il Simoncello.
Tornati indietro ai piedi del Sasso, vicino a un grosso faggio in corrispondenza del segnavia 8 del Sentiero Natura troveremo una traccia che digrada verso i grossi massi caduti dalla parete sovrastante. Il sentierino scende tra le argille costeggiando il lungo fiume di pietre, attraversa l’imponente frana e continua in direzione del Simoncello. In prossimità di una svolta a sinistra si stacca una traccia in salita che si dirige in cresta: se non si trova il bivio si può proseguire dritti e salire sul sentiero ufficiale, che si ricongiunge col precedente. La stradina entra ora nel bosco (andare a destra se si sceglie la scorciatoia) e raggiunge la sella fra i due Sassi. Dal tabellone che segna il confine provinciale si segue il percorso che risale alle sue spalle verso il Simoncello: la traccia arriva alla base del tacco roccioso e poi sale passando direttamente sulla pietra (fare attenzione, nei punti più esposti c’è un cordino d’acciaio per aiutarsi nell’ascesa). Dalla prateria sulla vetta si gode un altro straordinario panorama, soprattutto verso il Sasso Simone e il piccolo sperone detto Simoncino.
Si ritorna per la stessa via sino al tabellone e si va a sinistra, in discesa nella cerreta. Il sentiero s’inoltra gradatamente nel bosco: a un bivio si va a destra (a sinistra si raggiungerebbe Miratoio) sino alla località Strada di Valdipiano, da dove su asfalto si può rientrare in paese e al punto di partenza. L’ultimo tratto è un po’ monotono, ma ci si può organizzare con due mezzi oppure effettuare il ritorno dalla sella tra i due Sassi per la stessa strada dell’andata. Il tempo di percorrenza complessivo è di circa 2 ore e mezzo.

In vetta al Carpegna
Salendo lungo la strada che porta all’eremo, nei pressi di un tornante poco prima di un laghetto si nota sulla destra un piccolo parcheggio sterrato, accessibile con attenzione anche ai v.r. e vicino a un’area picnic. Si parcheggia e si prende la stradina che costeggia una bella zona di colline e prati, lungo la quale a un bivio vale la pena andare a sinistra per entrare nella faggeta. Si prosegue sulla sterrata, che attraversa in salita i campi e si immette su un’altra sterrata che si dirige a sinistra, parallela alla cresta sovrastante: si giunge così al Passo dei Ladri (1.264 m) per proseguire poi sul sentiero 102. La stradina sale ancora sino al Rifugio Le Fontanelle, realizzato con tronchi di legno e fornito di due posti letto, tavolo e camino (per utilizzarlo occorre però chiedere l’autorizzazione alla Comunanza di Scavolino). Mediante alcune scalette si scavalca la recinzione e si giunge sugli ampi prati sommitali, da dove si prosegue dritti costeggiando il bordo della rupe. Il sentiero poi svolta a sinistra svelando un fontanile, raggiunto il quale si va a destra verso il crinale. Utilizzando le tracce scavate dagli animali si procede a mezza costa, girando tutt’intorno il sovrastante cocuzzolo: quasi subito la vista si apre sui Sassi. Si prende la sterrata che conduce alle antenne indicanti la vetta e si va a sinistra, e quando la strada curva per arrivare a una grossa stalla si prosegue sul prato fino al termine della recinzione. Si continua ancora per tracce, voltando quindi a sinistra per accorciare il giro in direzione degli impianti di risalita e dell’eremo. Se si sceglie di andare dritti si raggiunge invece la cresta rocciosa che affaccia verso la valle, con i Sassi a far bella mostra di sé. Piegando a sinistra, in breve si scende comunque verso il piazzale dell’eremo, tornando al punto di partenza lungo sentieri a mezza costa paralleli alla strada. Il tempo di percorrenza è di circa 2 ore e mezzo.

PleinAir 394 – maggio 2005

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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