L'Italia di San Francesco/1 - All'ombra del Subasio

Assisi città, l'Eremo delle Carceri, San Damiano, Santa Maria degli Angeli... Ai piedi del Monte Subasio e a poca distanza tra loro, si trovano i luoghi francescani più celebrati.

Indice dell'itinerario

Dell’Italia di San Francesco, com’è ovvio, Assisi è il centro, il cuore, l’ombelico. In quella che Franco Cardini ha definito “una città modesta”, “con una popolazione in crescita”, dotata “di una certa mobilità sociale”, egli nacque in un giorno imprecisato tra il 1181 e il 1182. Qui visse fin oltre i vent’anni (l’età matura per un uomo del Medioevo) la vita agiata del figlio di un mercante. Qui rinunciò alle ricchezze diventando, come scrive Bonaventura da Bagnoregio, un “atleta di Cristo”. In vista delle mura di Assisi, nella chiesetta della Porziuncola, Francesco si spense nel 1226, per diventare santo ben prima di qualunque decisione della Chiesa di Roma.
Già quattro anni dopo la sua fine, Frate Elia che aveva preso il suo posto alla testa dell’Ordine e il nuovo Papa Gregorio IX avviarono i lavori per erigere in suo onore una delle più grandi chiese del mondo cristiano. Pellegrini e curiosi già affluivano sempre più numerosi.
Oggi Assisi è una città a due facce. Fastidiosa quando le comitive di pellegrini e turisti marciano per le sue strade. Straordinariamente suggestiva quando il silenzio ritorna dando l’impressione di vivere nel Medioevo, quando il sole al tramonto dà un colore rosato alle pietre. Anche vagare senza una meta precisa serve a immergersi nel grande fascino di Assisi. La conoscenza della città medioevale, però, non sarebbe completa senza una visita ai suoi principali monumenti, alcuni dei quali si trovano ben al di fuori delle mura cittadine.
Conviene iniziare proprio dalla grande basilica dedicata al santo, cui si arriva dopo aver attraversato a piedi Porta San Francesco. Di fronte al complesso, un viavai di frati e di laici segnala l’ingresso del Sacro Convento e della sua Biblioteca, accessibile solo a chi ha delle provate motivazioni di studio. Pochi passi verso destra, ed ecco l’ingresso della Basilica Inferiore, che la guida rossa del Touring definisce “un notevole esempio di gotico italiano caratterizzato da una gravità ancora romanica”. Scandita da archi e costoloni, decorata da affreschi che spaziano tra il Duecento e il Seicento, la chiesa ospita le sepolture di vari personaggi illustri. Solo ai fedeli, invece, è giusto lasciare la discesa nella cripta, dove chi lo desidera può raccogliersi in preghiera di fronte alle spoglie di San Francesco, individuate solo nel 1818 e circondate tra il 1915 e il 1932 da un ambiente poco intonato al resto della basilica. Unicamente dall’esterno è invece possibile vedere la Basilica Superiore, la cui facciata in pietra chiara è ornata da un elegantissimo rosone.
Frequenti corse di minibus consentono a chi non vuole o non può camminare di raggiungere comodamente il centro. A chi può, però, consigliamo senza dubbio di andare a piedi. Affiancata nel primo tratto da una serie di bancarelle e negozi di souvenir di poco pregio, la Via San Francesco diventa più interessante più avanti. Lasciati a destra il quattrocentesco Ospedale dei Pellegrini e il Portico del Monte Frumentario (del 1267), si raggiunge l’interessante Museo Civico e ci si affaccia sulla Piazza del Comune, che occupa lo spazio del Foro della città romana ed è dominata dal colonnato del Tempio di Minerva, trasformato in chiesa nel 1539 e che stupisce per la sua integrità. Ammirato anche il Palazzo dei Priori (che ospita una pinacoteca), si può scendere attraverso un voltone affrescato all’oratorio di San Francesco Piccolino, realizzato sul luogo di nascita del Poverello. Ora la via si biforca. Proseguendo in linea retta e in piano si raggiunge l’elegantissima chiesa di Santa Chiara, che riprende lo stile e le forme della Basilica Superiore di San Francesco.
Salendo dalla Piazza del Comune, invece, si raggiunge San Rufino, il duomo della città di Assisi, che all’epoca della gioventù di Francesco era in costruzione. L’interno, rifatto nel 1571, è meno elegante di quelli delle altre due grandi chiese, ma commuove per la presenza del fonte battesimale dove furono battezzati San Francesco, Santa Chiara e l’imperatore Federico II. Una serie di ripide stradine e scalinate in salita porta da qui alla Rocca Maggiore, poderosa cittadella costruita nelle forme attuali fra il Trecento e il Quattrocento. Più che l’edificio in sé, ripaga della salita lo straordinario panorama dall’alto su Assisi, che diventa davvero fantastico al tramonto.
Per seguire le tracce di Francesco, occorre a questo punto spingersi fuori città. La prima tappa, che è anche la più emozionante, è l’Eremo delle Carceri, dove il santo e i suoi compagni si ritiravano (“carceravano”) periodicamente per purificarsi dal peccato.
Il convento che si visita oggi è stato edificato nel Quattrocento per iniziativa di San Bernardino da Siena. Una scala e uno stretto pertugio, però, consentono di raggiungere la piccola Grotta del Santo. Di grande fascino è anche il ripido bosco di lecci che circonda l’eremo. Vari sentieri sistemati dal Corpo Forestale permettono di addentrarvisi, toccando i rudimentali ripari utilizzati da altri religiosi. Totalmente diverso per stile, ma altrettanto affascinante per suggestione, è il convento di San Damiano, a sua volta legato a filo doppio alla vita di Francesco. Restaurato con le sue mani dal santo («Vai Francesco, e ripara la mia casa» gli avrebbe detto Gesù crocifisso, provocando così la sua conversione), il convento accolse nel 1212 Santa Chiara e le sue consorelle. Qui, nel penultimo inverno della sua vita, Francesco compose il Cantico delle Creature. Circondato da oliveti e occupato da una piccola e attiva comunità francescana, San Damiano conserva un elegantissimo chiostro, una interessante chiesa e i locali, in buona parte affrescati, del piccolo monastero che ospitò Santa Chiara. Del tutto diversa è l’atmosfera di Santa Maria degli Angeli, l’imponente chiesa costruita a partire dal 1569 per inglobare la Porziuncola, la modesta cappella nella quale morì San Francesco. Immutato è il fascino del piccolo roseto che vide la penitenza di San Francesco, e della vicina cappella ornata dagli affreschi cinquecenteschi di Tiberio d’Assisi.

PleinAir 314 – settembre 1998Lasciati a destra il quattrocentesco Ospedale dei Pellegrini e il Portico del Monte Frumentario (del 1267), si raggiunge l’interessante Museo Civico e ci si affaccia sulla Piazza del Comune, che occupa lo spazio del Foro della città romana ed è dominata dal colonnato del Tempio di Minerva, trasformato in chiesa nel 1539 e che stupisce per la sua integrità.
Ammirato anche il Palazzo dei Priori (che ospita una pinacoteca), si può scendere attraverso un voltone affrescato all’oratorio di San Francesco Piccolino, realizzato sul luogo di nascita del Poverello. Ora la via si biforca. Proseguendo in linea retta e in piano si raggiunge l’elegantissima chiesa di Santa Chiara, che riprende lo stile e le forme della Basilica Superiore di San Francesco.
Salendo dalla Piazza del Comune, invece, si raggiunge San Rufino, il duomo della città di Assisi, che all’epoca della gioventù di Francesco era in costruzione. L’interno, rifatto nel 1571, è meno elegante di quelli delle altre due grandi chiese, ma commuove per la presenza del fonte battesimale dove furono battezzati San Francesco, Santa Chiara e l’imperatore Federico II.
Una serie di ripide stradine e scalinate in salita porta da qui alla Rocca Maggiore, poderosa cittadella costruita nelle forme attuali fra il Trecento e il Quattrocento. Più che l’edificio in sé, ripaga della salita lo straordinario panorama dall’alto su Assisi, che diventa davvero fantastico al tramonto.
Per seguire le tracce di Francesco, occorre a questo punto spingersi fuori città. La prima tappa, che è anche la più emozionante, è l’Eremo delle Carceri, dove il santo e i suoi compagni si ritiravano (“carceravano”) periodicamente per purificarsi dal peccato.
Il convento che si visita oggi è stato edificato nel Quattrocento per iniziativa di San Bernardino da Siena. Una scala e uno stretto pertugio, però, consentono di raggiungere la piccola Grotta del Santo. Di grande fascino è anche il ripido bosco di lecci che circonda l’eremo. Vari sentieri sistemati dal Corpo Forestale permettono di addentrarvisi, toccando i rudimentali ripari utilizzati da altri religiosi.
Totalmente diverso per stile, ma altrettanto affascinante per suggestione, è il convento di San Damiano, a sua volta legato a filo doppio alla vita di Francesco. Restaurato con le sue mani dal santo («Vai Francesco, e ripara la mia casa» gli avrebbe detto Gesù crocifisso, provocando così la sua conversione), il convento accolse nel 1212 Santa Chiara e le sue consorelle. Qui, nel penultimo inverno della sua vita, Francesco compose il Cantico delle Creature.
Circondato da oliveti e occupato da una piccola e attiva comunità francescana, San Damiano conserva un elegantissimo chiostro, una interessante chiesa e i locali, in buona parte affrescati, del piccolo monastero che ospitò Santa Chiara. Del tutto diversa è l’atmosfera di Santa Maria degli Angeli, l’imponente chiesa costruita a partire dal 1569 per inglobare la Porziuncola, la modesta cappella nella quale morì San Francesco. Immutato è il fascino del piccolo roseto che vide la penitenza di San Francesco, e della vicina cappella ornata dagli affreschi cinquecenteschi di Tiberio d’Assisi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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