L'isola di smeraldo

Sarà anche un luogo comune, ma il verde d'Irlanda è proverbiale davvero. E di una luce che abbaglia: lustro di pioggia, cangiante sotto il sole e in lotta perenne contro il grigio di nuvole e pietre. Su questo fondale abbiamo percorso le strade delle regioni meridionali.

Indice dell'itinerario

L’Irlanda non è terra da mezze misure. Qualsiasi descrizione si voglia darne non può che risultare incompleta e irrimediabilmente ingiusta nei suoi confronti. Meglio, allora, cercare di offrire qualche ritratto tracciato di volta in volta, lungo il percorso che dal porto di sbarco a Rosslare conduce fino alle difficili terre del Connemara, a nord-ovest dell’isola.

Su strada
La strada che conduce a ovest è buona, ma non sarà così per tutto il viaggio. Si nota subito la mancanza di piazzole di sosta e molti parcheggi hanno le sbarre, per impedire l’accesso ai veicoli ricreazionali. Prima di dirigersi verso la contea di Kilkenny, può valere la pena deviare verso sud, per Kilmore Quai, specialmente se si capita da quelle parti dal 3 al 21 luglio, durante l’annuale festival dei crostacei. Interessante l’escursione verso l’isola Saltee, consigliabile solo se il tempo è bello. Qui, fra rocce di oltre due miliardi di anni, nidificano migliaia di uccelli. Un tempo rifugio di pirati, oggi è una delle più importanti riserve ornitologiche d’Irlanda. Per tornare sulla N25 si dovrà lottare contro un dedalo di strette strade, spesso non ben segnalate. Se, una volta smarriti, si dovesse incontrare Dungastown, fermandosi sarà possibile vedere la casa abitata dai Kennedy prima che il nonno del futuro presidente emigrasse negli Stati Uniti. In ogni caso si avrà modo di apprezzare la campagna, le piccole case ben tenute, con i tetti di paglia e i delicati colori pastello che le caratterizzano.
Attraversando un paesaggio di campi delimitati da alberi e siepi si arriva a Jerpoint Abbey, abbazia cistercense a cielo aperto del XII secolo. E’ possibile l’ingresso fino alle 18 e nella biglietteria si trovano dépliant in italiano. Non lontano da Jerpoint, risalendo verso Kilkenny, si incontra Kells, con i resti dell’esteso priorato, un complesso cinto da mura che si erge in splendido isolamento fra i campi.
Utilizzando la N692 si giunge a Cashel, per la visita all’imponente rocca. Rock of Cashel fu edificata sulla cima di una collina come sede reale nel V secolo, ma a partire dall’anno Mille passò alla chiesa che continuò ad ampliarla fino al suo abbandono, nella seconda metà del XVIII secolo. Dall’alto della collina calcarea dove sorge l’edificio si può vedere Hore Abbey, abbazia cistercense costruita nella pianura a circa un chilometro dalla rocca. Un comodo sentiero ne consente la visita. Continuando il viaggio verso occidente, percorrendo prima la N8 poi la N73 e la N72 si raggiunge Killarney, una città piuttosto grande e animata, alle porte dell’omonimo parco nazionale. La strada passa in mezzo alla foresta del parco ed è molto suggestiva. Man mano che si sale l’aspetto del paesaggio diviene più selvaggio, con vaste vallate dove molti corsi d’acqua si alternano a laghetti e pozze cristalline.
Raggiunta la contea di Kerry si comincia a percepire l’odore dell’oceano. Il Ring of Kerry è un circuito molto frequentato, la strada non è certo larga e, in estate, giganteschi autobus la percorrono ininterrottamente. Occorre quindi guidare con prudenza, in modo particolare se si è al volante di un camper o si traina una caravan. Tuttavia l’itinerario è piacevole e, soprattutto, conduce a Portmagee: se si proviene da sud occorre prepararsi all’impressionante salita che precede l’arrivo, con una pendenza da brivido e una vista, dalla vetta, da favola. A Portmagee è possibile noleggiare una barca per Skelling Islands, due isolotti a circa 10 miglia dalla costa che, da soli, valgono un viaggio in Irlanda. In alta stagione è bene prenotare l’escursione almeno il giorno prima. Il viaggio dura un’ora e mezzo circa e per prima compare Little Skelling, letteralmente “ricoperta” da migliaia e migliaia di coppie di sule. Sarà facile avvistare le foche stese sulle rocce e, in posatoi diversi da quelli delle sule, una moltitudine di gabbiani tridattili.
Davanti all’isola compare Skelling Michael, su cui è possibile scendere per raggiungere l’incredibile monastero eretto nel VII secolo sulla cima di questa roccia pressoché inaccessibile. Salendo per la ripida scala di pietra che conduce alla cima si ha modo di familiarizzare con i simpatici pulcinella di mare, piccoli uccelli dal becco multicolore che si lasciano avvicinare senza timore, abituati alla convivenza con i visitatori del monastero. Prima di lasciare Portmagee non tralasciate una visita a Skelling Experience, per informarsi sulla vita degli antichi monaci, sulla storia dei fari e sugli uccelli dell’isola.
Salendo verso nord si entra nella penisola di Dingle; il paesaggio, fino a Inch, non è dei migliori ma prima di Dingle si incontra una lunga penisola con dune e spiagge a perdita d’occhio. Dingle è una simpatica cittadina, nei cui caratteristici pub la sera viene offerta musica dal vivo. Lasciando Dingle, la costa è alta e panoramica, e dversi cartelli indicano antichi siti con case ad alveare e mura circolari di fortini preistorici.
Un punto molto suggestivo si trova a Slea Head, con le isole Blasket e le Skelling sull’orizzonte; le prime, disabitate dagli anni ’50, sono sette e ospitano croci celtiche, oratori e case ad alveare. Dopo Dunquin, sullo sfondo, si scorge il Monte Brandano: prende il nome dal monaco che da queste parti avrebbe preso il largo per raggiungere, 400 anni prima di Colombo, le coste dell’America. Proseguendo merita una sosta il Gallarus Oratory, antichissimo oratorio nei pressi di Ballyferriter.
Si procede su carreggiata stretta fiancheggiata da alte siepi, costante di questa come di altre contee irlandesi. Salendo sulla strada che conduce al Connor Pass il panorama diventa imponente e dall’area di sosta sulla vetta si ha una superba veduta dell’oceano. Dopo aver abbandonato la penisola di Dingle a Tralee puntate su Tarbert dove c’è un traghetto che consente di evitare il tragitto necessario ad aggirare la baia del fiume Shannon.
E’ ora il momento di puntare direttamente verso nord, evitando la deviazione verso Loop Head, deludente e ben poco panoramico. Le Cliffs of Moher, per quanto frequentate e presenti in ogni dépliant, meritano realmente una sosta: scogliere alte fino a 230 metri, sembrano sfidare la furia del mare sbarrando la via al vento e alle tempeste. Chi non disprezza una lunga passeggiata potrà incamminarsi da Hags Head lungo un sentiero che porta fino alla O’Brian Tower. Tutti gli altri possono giungere col mezzo fino al vasto parcheggio di fronte alle scogliere.
Il viaggio potrebbe continuare verso nord, alla volta dell’aspra regione del Connemara; oppure deviare verso est, iniziando il percorso di ritorno. In questo caso non può mancare una sosta a Clonmacnois, sulle rive del fiume Shannon, in posizione dominante. E’ uno dei siti monastici più noti d’Irlanda nel quale è possibile trovare, riunite insieme, round tower, croci celtiche, chiese e tombe, il tutto cintato da mura.
Il complesso fu fondato nel VI secolo e crebbe di dimensioni fino a diventare uno dei più importanti centri di cultura e religione dell’isola. Quello che si può vedere oggi risale ai secoli X e XI. Clonmacnois è al centro dell’Irlanda e si raggiunge da Galway percorrendo la N6 in direzione di Athlone, con deviazione verso est a Ballinasloe.
Ormai non resta che raggiungere Rosslare, e il traghetto del ritorno.

PleinAir 321 – aprile 1999

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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