L'inverno e' un'isola

Il camper ci guida a un'insolito incontro con la natura della Corsica: tra i paesaggi in letargo e le nevi dell'entroterra, piuttosto che tra le meraviglie della costa. Ed è un'avvincente esperienza alla ricerca del tempo, del silenzio, della serenità interiore.

Indice dell'itinerario

Mentre riesaminiamo sulla carta quote e caratteristiche del percorso che dovrà condurci al Col de Vergio, il passo montano nei cui paraggi le informazioni ci danno una piccola stazione invernale, facciamo una scoperta. Potremo quasi non pensare ai segnali stradali perché, fra strade principali e deviazioni, il nostro percorso coincide interamente con quello del Golo, che è il maggior fiume di Corsica, da risalire praticamente dalla foce alle sorgenti. A Casamozza abbandoniamo la strada per Porto Vecchio affiancando subito il fiume che corre impetuoso nel fondo di una valle da seguire fino al crocevia di Ponte Leccia. Lungo la strada, una sosta al Ponte Nuovo riporta alla sanguinosa battaglia tra corsi e francesi che nel 1769 segnò la fine dell’indipendenza.
All’abitato di Ponte Leccia, seguendo il corso del Golo svoltiamo a sinistra verso Corte, ma pochi chilometri dopo il fiume cambia ancora direzione e l’imitiamo lasciando la nazionale e girando a destra per la D89, di larghezza non esaltante ma compensata dalla scomparsa del traffico. Di essere entrati in un mondo diverso ci accorgiamo sostando per una foto. Si respira a pieni polmoni un’aria di altro sapore, sono i sentori del maquis, la macchia. La valle diviene più selvaggia ma è poco oltre il ponte di Castirla che hanno inizio gole impressionanti, circonvoluzioni di rupi ferrigne scavate dal Golo tra immani pareti di granito. Un aspro sentiero chiamato Scala di Santa Regina, cioè della Madonna, fu l’unico transito dalla regione pastorale del Niolo al resto del consorzio civile, sostituito dalla rotabile solo a fine Ottocento. Luoghi, ai tempi del banditismo, da raccomandarsi l’anima. E terminate le lunghe gole eccoci sull’arioso altopiano, con il villaggio di Calacuccia, 800 metri, e sullo sfondo il sipario dei singolari roccioni detti i Cinque Frati, alti più di duemila metri. Il Monte Cinto è sulla destra, ancora non visibile ma lo sappiamo alle spalle di Calacuccia. Oltre il villaggio di Albertacce, in un corridoio di cime innevate su ambo i lati, ci attende la foresta di pini neri di Valdoniello, la più estesa dell’isola. La strada diventa più sinuosa, ora c’è neve ma si sale senza difficoltà perché lo spartineve ha fatto un buon lavoro (lo 04/95461712 informa sulla praticabilità dei col, come vengono chiamati i passi). La vecchia abitudine di provare di tanto in tanto l’acqua di sorgenti e fontane coglie il segno alla Funtana di Carolina, dove rinnoviamo la riserva. E’ tale la pienezza di gusto che non smetteresti di berne.

Passo del Vergo
Ed ecco a quota 1400, fuori dall’ombra del bosco, l’area sciabile del Col de Vergio. La carreggiata si allarga e parcheggiamo insieme ad altre macchine avanti all’unico edificio, un albergo di sagoma bassa (quaranta camere) che riassume le funzioni di bar e ristorante, rifugio. Sull’altro lato della strada i mezzi di risalita, vari skilift che permettono di utilizzare un massimo dislivello di 180 metri. Jean Luc Luciani è un settantenne infaticabile che ci accompagna in cima ad apprezzare il panorama che se ne gode. Qui tutto nacque per iniziativa e testardaggine tutte sue quarant’anni fa. “Durante la settimana – dice – ci sono pochi sciatori, perciò funzionano solo due impianti, la gente arriva il sabato”. Ci indica verso sinistra i 2.700 metri del Cinto, tetto dell’isola, i 2.500 del Pagliaorba, santuario degli scalatori, i 2.300 del Capo Tafonato, dove si trovano le sorgenti del Golo e che prende nome dal tafone, l’enorme foro che lo passa da parte a parte, riconoscibile anche a questa distanza.
Sulla destra la più bella è la bianca sagoma equilatera del Monte Artica. “I camper – prosegue Luciani – sono graditi e possono fermarsi liberamente nel posteggio del Castel de Vergio. L’albergo è anche punto sosta della GR20, abbiamo un camerone da venti e un punto libero di bivacco per le tendine”. La Grande Randonnée è il favoloso trekking di 170 chilometri che in due settimane permette di andare obliquamente da un mare all’altro della Corsica seguendo una linea non lontana dallo spartiacque. Si pratica da giugno a ottobre-novembre e include qualche passaggio in roccia. Richiede buon allenamento, molti ne percorrono solo qualche tratto. Chiacchieriamo d’altro, cosa pensa un corso dell’Unione Europea? Luciani ha timori: “Vedrete che perderemo il patrimonio dei nostri caratteri, arriverà il livellamento e poco a poco diventeremo ognuno uguale all’altro”. La stazioncina, per concludere, è un posto di tipo familiare, con skilift anche per bambini e discese larghe e non difficili, battute da un gatto della neve. Al Castel de Vergio (tel. 04/95480001) si possono chiedere notizie sull’innevamento.
Due chilometri a monte raggiungiamo a 1464 metri il Col de Vergio, sulla linea spartiacque. Qui la foresta di Valdoniello si salda con quella di Aitone, sul versante opposto, ampliando ancora il comprensorio a pino nero. Nel discendere verso Evisa troviamo che l’esposizione ha ridotto su questo lato l’innevamento, nessuna difficoltà quindi per la passeggiata nel bosco fino alla “piscina”. L’indicazione del sentiero (parte da uno spiazzo adatto al parcheggio) si trova a 8 o 9 chilometri dal Col de Vergio, dopo la Maison Forestière. Tra andata e ritorno sono meno di tre quarti d’ora per discendere al corso dell’Aitone, oltre uno slargo la cui frequentazione estiva è dimostrata da alcune installazioni per picnic. Ci si trovano i resti di un antico mulino da castagne oltre i quali il torrente si placa per un momento in varie pozze d’acqua. Della farina di castagne va detto che essa fu parte essenziale dell’alimentazione locale e che la pulenda (da consumare con i salumi locali) ha acquistato un valore di simbolo per gli ambienti più legati all’identità corsa. Sopraggiunge ormai la sera e oltrepassato il bosco sceglieremo di fermarci nell’abitato di Evisa, al centro di una piacevole zona montana.
Ora, volendo riprendere verso Corte, dovremo tornare sui nostri passi fino al ponte di Castirla. Tuttavia una breve variante attraverso il villaggio di Casamaccioli ci permette di girare intorno al lago artificiale di Calacuccia (è sempre acqua del Golo, naturalmente), essenziale per il rifornimento d’energia all’isola. Casamaccioli è un tranquillo villaggio fra i castagneti dotato degli ampi spazi che caratterizzano i posti di fiere. Si tiene qui infatti in settembre per la Natività della Madonna l’antica festa e fiera pastorale detta della Santa, fra le più tradizionali di tutta l’isola e non priva, ci viene riferito, di interesse etnografico.
Nel rude paesaggio della cosiddetta depressione centrale in cui sorge Corte, ci sorprende tra cime bianche di neve la precoce fioritura degli alberi da frutto. Per Corte non si transita certo difilato. Nell’entrare in città per Via Pasquale Paoli occorre fare attenzione a un piccolo segnale sulla destra se si vuol salire al parcheggio della Cittadella, molto spazioso e adatto a sostare eventualmente anche per la notte. Corte fu la capitale del breve Stato corso di Paoli, il “capo generale”, il quale vi installò anche un’Università che avrebbe dovuto formare le dirigenze della nuova realtà politica. Ma dopo di lui, prima che ritornasse ad essere città di studi, e con facoltà selezionate tra le materie più attuali, si dovettero attendere i nostri anni Ottanta. L’Università non solo ha rivitalizzato l’ambiente con un’accentuata presenza giovanile ma ha stimolato la nascita di centri studi e laboratori di ricerca e dato linfa a una vocazione culturale che non trascura il versante tecnologico, con ricadute anche sull’economia.
L’abitato di Corte ha continuato a dilatarsi in pianura; suo cuore resta tuttavia il centro storico, austero nelle piccole vie della parte alta, vivace più giù, in Piazza Paoli (bronzo del medesimo) e nella commerciale Via Paoli con i magazzini e i caffè. Intanto la cittadella, pur entro i suoi antichi bastioni, ha acquistato nuovo smalto. Saliamo al dominante torrione del Quattrocento che è l’emblema di Corte, per imbatterci poi nelle giovani leve degli studi d’arte contemporanea, installate negli ambienti dove fino all’inizio degli anni Ottanta erano accasermati gli uomini dalla Legione Straniera (la cittadella allora non era visitabile). Ma ciò che polarizza la nostra attenzione è il nuovissimo Musée de la Corse, aperto nel 1997. Gli oggetti, presentati con l’ausilio di precise ricostruzioni ambientali, appartengono in massima parte al prezioso lavoro di ricerca di padre Doazan, che tra il 1951 e il 1978 passò al setaccio ogni villaggio nel quale si fermasse a insegnare. Il visitatore vi apprende tra l’altro di un ingenuo sistema di spremitura dell’olio mediante la torsione degli estremi di un sacco di tela, in uso ancora nell’Ottocento, di un mantice “idroeolico” per la ventilazione delle forge usato a partire dal XVI secolo; di un apparecchio decorticatore delle castagne escogitato agli inizi del Novecento; mentre una mappa circostanziata riporta tutti gli itinerari di transumanza. Attrae anche un volume di grandissimo formato, uno dei dieci di uno straordinario atlante linguistico-etnografico della Corsica con i disegni di oggetti e situazioni (e completato delle corrispondenze di ciascun termine in francese, inglese, tedesco). Un’opera incredibile del carrarese Gino Bottiglioni, professore di glottologia all’università di Bologna. I dieci volumi vennero pubblicati a Pisa dal 1932 al 1942. E pensare che il dépliant turistico di Corte è in un italiano colmo di strafalcioni.
Nella ricerca dei posti dello sci, il secondo nome sul taccuino è quello di Ghisoni. Oltre Corte la strada, inizialmente per Ajaccio, è nel complesso larga e scorrevole come non molte in Corsica. Tra profili collinari passiamo dapprima per il paese di Venaco, presso una zona di protezione dei mufloni, dove cominciano ad apparire nuove montagne innevate, poi per Vivario, villaggio oltre il quale si trova il bivio che ci sposterà ad una vallata più a oriente. La strada sale angusta in un bellissimo ambiente montano ai limiti del bosco, il fondo è asciutto ma è bene augurarsi di non incrociare altri veicoli. Noi incontriamo soltanto due o tre auto fra cui una delle piccole Renault gialle che raccolgono la posta nei villaggi, riuscendo comunque a trovare un minimo slargo per disimpegnarci. Ma al Col de la Sorba, 1300 metri, siamo obbligati a fermarci. Perché da un lato e dall’altro del passo ci inchiodano due spettacolari vedute di boschi e altre lontananze. Di lì rotoliamo in una gran valle fino ai 670 metri di Ghisoni, di questa stagione uno dei tanti paesi quasi disabitati. Nel Municipio la porta è aperta, c?è la gentile segretaria comunale, italiana accasata da queste parti, che ci fornisce tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno.

Dal Renoso al Concione
Siamo in una delle zone più selvagge dell’isola. La stazione di sci, Capannelle, è un vecchio alpeggio frequentato dai pastori, ma per arrivarci dovremo superare un dislivello di mille metri nel buio che sta calando. Dopo alcuni chilometri di tornanti nel bosco sempreverde si comincia a trovare sui bordi la neve accantonata dallo spazzaneve, che più in quota viene rimessa in circolo da un forte vento e turbina nel fascio di luce dei fari imbiancando la sede stradale. Non è certo il caso di montare le catene; giunti però verso i 1.600 metri, dove gli alberi sono alla fine, ecco un bivio con annesso dilemma: andando dritto, dopo un chilometro la strada ha termine. Torniamo indietro e con un ampio giro approdiamo tra altre macchine nel piazzale sgombro di neve; poi entriamo nel Rifugio Valle Longa a rifocillarci, con il sollievo di chi ha superato una traversia e sta lasciando fuori dalla porta una notte da lupi.
Le piste di Capannelle utilizzano i pendii praticabili di vallette rivolte a oriente che culminano con i 2.352 metri del Renoso. Tuttavia i mezzi di risalita si limitano all’impiego di skilift e non sfruttano le possibilità che la zona potrebbe offrire anche oltre quota 1.900. Al di là dell’impianto scuola, le piste cui danno accesso i due skilift “lunghi” si integrano in parte, consentendo una discesa continua su un dislivello dell’ordine di 300 o 350 metri e con pendenze interessanti. I mezzi di risalita appartengono al Comune di Ghisoni che applica la tariffa giornaliera di circa 9 euro, 6 per mezza giornata. Privata la gestione dei due rifugi, il più basso dei quali, ?U Fucone, apre di solito per fine settimana. Sempre aperto invece il Valle Longa, che ha un menù di pietanze su lavagnetta. Per l’amatore di passeggiate straordinarie, se il tempo è buono, con le racchette che si possono noleggiare al rifugio non è impresa difficile salire in vetta al Renoso, uno dei grandi belvederi del centro dell’isola. Per la pratica dello sci alpinismo sono invece noleggiabili gli adatti sci con attacchi a due posizioni e pelli di foca. In questo caso una traversata di eccezionale interesse è quella che permette di raggiungere la Val d’Ese, altra stazione invernale, della quale ci occuperemo più avanti. Distante via strada più di cento chilometri, questa località a circa 1.600 metri può essere raggiunta in sei ore senza mai togliere gli sci, passando per le quote 2.350 (Renoso), 1.900 e 2.100. Si può rientrare a Capannelle con gli sci per un itinerario differente. Quanto al periodo, Olivier Leonetti, il maestro di sci che fa da guida, ci dice che di regola la Randonnée è praticabile da gennaio ad aprile. Il Valle Longa e ?U Fucone sono punti tappa sull’escursione GR20 (ne abbiamo accennato a proposito del Vergio) e dispongono di letti in cameroni. Per informazioni sull’innevamento e sulla praticabilità della strada per Capannelle, telefonare ai numeri 04/95576128 (Comune di Ghisoni, dove si può parlare in italiano con la signora Pieri) e 04/95570767 (Jean Louis Redolfi, Rifugio Valle Longa). Annotiamo anche che, volendo arrivare a Ghisoni direttamente da Bastia, il percorso alternativo per Aleria invece che per Corte viene di solito preferito perché si tiene a bassa quota e permette di evitare il Passo della Sorba.
I nostri saliscendi sono ora guidati dall’intenzione di esplorare a una cinquantina di chilometri una località che si qualifica per lo sci di fondo. Siamo appena ridiscesi nel fondovalle di Ghisoni che ci tocca riprendere a salire per guadagnare il Col de Verde, a quasi 1300 metri. Sono posti magnificamente selvaggi dove le acque dei torrenti non cessano di scrosciare impetuose. Prima del Verde la strada si restringe a un piccolo nastro e perde l’asfalto, con tratti innevati che riusciamo a superare con qualche difficoltà rinunciando alle catene. Ma incontriamo ruspe e operai al lavoro per allargarla e asfaltarla. Dal passo, che è davvero un trionfo di verdi, la strada si normalizza per fondo e larghezza e comincia a discendere lungamente giù per la boscosa valle del Taravo. Dal paese di Zicavo riprendiamo a salire finché non appare sulla sinistra una deviazione con l’indicazione San Pietro. Di qui i sette chilometri di pista asfaltata che salgono al Plateau del Coscione sono impegnativi sia per le pendenze che per i ponticelli da passare di misura. In compenso si viaggia tra alti boschi di faggi e si sfiora qualche ruscello tra massi rivestiti da morbidi tappeti di muschio. Al termine, circa quota 1100, entriamo al Plateau, dove c’è uno slargo e nei pressi una rustica locanda-trattoria che però troviamo chiusa. Cosa dire del Coscione? Affiancato da monti rispettabili, non è affatto il liscio altopiano che ci attendevamo ma un insieme di colline e faggete tra le quali si insinuano piste dove compiere lunghe e solitarie passeggiate sugli sci da fondo. Informazioni sull’innevamento dovrebbe poter fornire il Centre de Ski de Fond di Zicavo (tel. 04/95244450).

Monti di Bastelica
Le nostre peregrinazioni ci portano ora verso ovest in direzione di Ajaccio, a prendere dal villaggio di Cauro la deviazione per Bastelica, ultima tappa nella ricerca di nevi sciabili. Salendo verso Bastelica, se non si circola distratti si noterà a un certo punto sulla sinistra l’indicazione del ponte genovese di Zipitoli. Nei pressi c’è dove fermare in qualche modo il mezzo e con poche centinaia di metri di sentiero si è a un bel ponte in pietra sul torrente Prunelli che si direbbe appena costruito. Nel Cinquecento, periodo nel quale cominciò a impegnarsi maggiormente nello sviluppo dell’economia locale, Genova curò tra l’altro il miglioramento delle difficili condizioni della viabilità. Sono di allora, perciò, molti dei ponti che in certe zone restano l’unico segno sul territorio del lungo periodo genovese. Ma a Bastelica, che ci appare imbiancata da una nevicata recente, un monumento celebra la nascita di Sampiero Corso, eroe di rivolte contro Genova molto popolare nell’isola.Bastelica gode in Corsica della miglior reputazione per la preparazione artigianale di salumi e altri insaccati cui si dedicano anche le famiglie. Il paese si trova in bella posizione tra declivi a castagneto e d’estate è molto frequentato dagli ajaccesi. Ma anche d’inverno, nei fine settimana, si può avere difficoltà a parcheggiare. Un albergo con bar e ristorante dedicato a Sampiero si trova accanto alla chiesa proprio all’ingresso del paese. La strada di 13 chilometri che sale alla Val d’Ese si sviluppa sufficientemente larga e senza tornanti, ma se lo spartineve non ha avuto il tempo di perfezionare il lavoro negli ultimi chilometri i muri laterali di neve possono creare difficoltà in caso d’incrocio. In occasione della nostra visita si è rivelato opportuno anche il montaggio delle catene.
Lo Chalet, un ambiente a vetrate che nelle belle giornate usa mettere i tavolini all’aperto, è l’unica struttura d’accoglienza del posto. La località è un imbuto molto aperto e soleggiato dal cui fondo partono tre skilift che superano un dislivello di circa duecento metri al servizio di piste di buona pendenza. Il forfait giornaliero costa circa 10 euro, 6 il pomeridiano. Disponibili anche sci a nolo. Data la neve fresca caduta su un innevamento già superiore al metro, abbiamo trovato i gatti che lavoravano attivamente a mettere in ordine le piste di discesa. L’invitante paesaggio della Val d’Ese si presta però anche a belle passeggiate con gli sci da fondo. Informazioni sulle condizioni della strada e sull’innevamento vanno chieste allo 04/95101120. Per tornare a uscire dalla valle di Bastelica, attraente alternativa alla strada fatta all’andata è la sua parallela in quota, sul lato destro delle gole del torrente. L’ambiente è più aperto e suggestivo che all’andata. Prima di iniziare la discesa, la strada passa per il grazioso villaggio montano di Tolla che domina il lago artificiale nel quale si placano le tumultuose acque del Prunelli.
Al tirar delle somme, alcune considerazioni. Ricoperta di grandi distese di pino nero, in generale la montagna corsa ignora il malinconico quadro invernale degli alberi spogli. Nelle belle giornate l’atmosfera è veramente limpida, mancando le foschie che nelle ore calde caratterizzano le giornate estive. Ruscelli e torrenti sono carichi d’acque e i fondovalle risuonano di scrosci e gorgoglii rari d’estate, quando i torrenti si riducono spesso a rigagnoli. Anche se non molte persone abitano stabilmente nei villaggi di montagna, quelle poche costituiscono in fondo la parte più genuinamente legata al territorio e forse, vinta una certa naturale ritrosia, la più interessante da incontrare. Quanto alle piccole stazioni invernali, ci hanno gradevolmente riportato alla memoria i tempi di un casalingo sci di rifugio che ignorava grandi alberghi e superimpianti. Ma vorremmo anche ricordare come, chiusi la gran parte degli alberghi e dei ristoranti e gli stessi campeggi, nessuno se non il viaggiatore in camper ha tutte le carte in regola per godere degli splendori invernali dell’isola. Per quanto concerne i collegamenti, una sola società, la Corsica Ferries, continua anche d’inverno ad unire, con una o due corse settimanali, Savona e Livorno con Bastia. Ma non va dimenticato il collegamento Santa Teresa-Bonifacio, a disposizione dei camperisti sardi che vogliano fare un salto nell’isola sorella.

PleinAir 330 – gennaio 2000

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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