L'altopiano quattrostagioni

Con i suoi tranquilli paesi che si distendono fra il lago di Santa Croce e le vette dolomitiche, l'Alpago riserva opportunità turistiche tutto l'anno e per tutti i gusti, anche a tavola. E con l'arrivo della neve i sentieri frequentati dagli escursionisti in primavera, estate e autunno diventano facili percorsi per le ciaspolate e il fondo.

Indice dell'itinerario

Il nostro Monte Cavallo si eleva di fronte a noi… Dovendone intraprendere l’ascensione, forniti di cibo e seduti sui muli ci spingemmo in su per circa 5 miglia per stretti, tortuosi e aspri sentieri… Cominciammo l’arrampicata, avanzando spesso a quattro zampe sulle rocce dalla parte esterna del monte, essendo quella interna impraticabile. Per chi non l’abbia provato è incredibile quanto sudore e quanta sete ci sia costata una via di tal fatta… Lassù una vasta solitudine, luoghi orridi e brulli, e nessun segno di vita umana e di coltivazione”. Così annotavano sul loro diario, nel 1726, i naturalisti Pietro Stefanelli, veneziano, e Giovanni Zanichelli, modenese, descrivendo la salita alla vetta che segna l’estremità orientale dell’Alpago, come a cerniera fra l’altopiano e l’adiacente Cansiglio. Dovette essere, da quanto riportano i due studiosi, un’impresa di notevole fatica: ma ben prima che l’alpinismo si affermasse, ambienti e scenari dell’Alpago avevano già solleticato l’interesse di geografi, botanici e zoologi, che ne scalavano le cime per scopi scientifici.
L’attrattiva principale è infatti la natura, a cominciare dalle verdi abetaie e dalle faggete che in autunno s’incendiano di rosso, mentre il sottobosco e i prati regalano erbe e fiori a profusione, con la complicità di un clima più mite di quel che ci si aspetterebbe a queste altitudini. Camminando lungo i sentieri, che d’inverno si trasformano in un’ottima palestra per le ciaspolate e il fondo, si possono scorgere caprioli, lepri, cervi e l’aquila reale, non di rado ben visibile durante le ore calde della giornata intorno al Cavallo. Estinti per mano dell’uomo sono le linci, i lupi e gli orsi, anche se il plantigrado sarebbe ricomparso di recente.
Dalla parte opposta rispetto al Monte Cavallo, il lago di Santa Croce delimita l’Alpago a sud-ovest ed è oggi una frequentata base di soggiorno per gli sport acquatici. Ma anche qui l’interesse dei primi viaggiatori si appuntava prima di tutto sul paesaggio: “A chi vede questo quadro così sobrio nelle linee d’insieme ma così ricco di forme e di colori… resta nell’anima l’incanto della vera poesia della natura scriveva nella seconda metà dell’800 l’alpinista austriaco Gustav Euringer contemplando la corona di vette disposte attorno al lago e all’altopiano stesso, come ad abbracciarlo.
All’inizio del ‘900 il salisburghese Lothar Patéra frequentò a lungo questi monti selvaggi e ne salì ben trenta cime, là dove oggi si dipana l’Alta Via n. 7 che disegna un anello quasi completo fra Pieve d’Alpago e Tambre. Il percorso, che nella versione attuale richiede cinque giorni di cammino, si sviluppa per circa 36 chilometri perlopiù al di sopra dei 2.000 metri, sulla dorsale che separa il basso bacino del Piave dalle valli del Cellina e del Vajont. La cresta, con qualche breve deviazione, comprende il Dolada (1.939 m), il Col Nudo (2.474 m), il Messer (2.231 m) e il Cavallo (2.251 m), su tracciato sempre segnalato che prevede anche tratti attrezzati con infissi metallici. Per l’ambiente severo, la carenza d’acqua e le difficoltà tecniche è riservato ad escursionisti esperti ben allenati: prevede infatti tappe giornaliere di diverse ore e il superamento complessivo di circa 3.000 metri in salita e 3.700 metri in discesa. Chi si avventura su questi monti avrà modo di camminare in completa solitudine, tra rocce dentellate dall’aspetto dolomitico, forre profonde e vaste pietraie dall’aspetto lunare tipico dei terreni calcarei, caratterizzati da fenomeni carsici come doline e inghiottitoi.
Oltre alle attività più impegnative non mancano, soprattutto sul versante meridionale dell’Alpago intorno a Tambre, itinerari facili e ben accessibili che promettono grandi soddisfazioni anche a chi è alle prime armi. Per non dire della stagione della neve quando gli appassionati di fondo, scialpinismo e passeggiate con le racchette trovano itinerari a loro misura.

Fra storia e sapori
Rinomato come luogo di soggiorno estivo e invernale, il territorio dell’Alpago non lascia facilmente intuire la trama della sua storia, molto più antica di quel che si potrebbe pensare. In base a numerosi reperti archeologici, alcuni dei quali ritrovati solo in tempi recenti, i primi insediamenti risalirebbero almeno all’epoca paleoveneta; sepolture databili all’Età del Ferro sono state rinvenute a Pian de la Gnela, mentre di origine romana è la necropoli scavata a Staol di Curago, frazione di Pieve d’Alpago. Nel IV secolo ebbero inizio le incursioni dei barbari, che provocarono lo spostamento degli abitanti dei villaggi fondati dai miliziani dell’Urbe; importante fu la presenza dei Longobardi, che giunsero nella seconda metà del VI secolo e ai quali si deve la nascita della fara che divenne poi Farra d’Alpago. Al periodo immediatamente successivo risale la divisione pubblica degli appezzamenti in regole, ovvero i terreni coltivati, e svaldi occupati dal bosco, un’organizzazione non solo amministrativa ma anche giuridica che è tuttora oggetto di studio. Dopo alterne vicende, nel XIV secolo l’Alpago divenne brevemente contea sotto la Belluno scaligera, conoscendo una particolare prosperità, ma un nuovo periodo di incertezza politica si aprì anche a seguito di un violento terremoto verificatosi nel 1348, che distrusse castelli e villaggi. Dal 1420 seguì la lunga dominazione veneziana durante la quale il Cansiglio divenne il “gran bosco da reme di San Marco” da cui veniva tratto il legname per la costruzione dei vascelli della Serenissima. Nel 1797 l’Alpago fu donato da Napoleone all’Austria con il trattato di Campoformio, e nel secolo successivo condivise la sorte del resto del paese fino al 1866, quando entrò a far parte del nuovo Regno d’Italia. Nella prima metà del ‘900 la zona, lungamente afflitta dalla povertà, vide un imponente movimento migratorio, e solo dopo l’ultima guerra ha avuto inizio la lenta trasformazione della società contadina nella realtà imprenditoriale e industriale di oggi.
Intorno alla conca di Santa Croce, in direzione nord-est, si stendono i centri principali dell’altopiano che si disperdono in frazioni e piccoli villaggi man mano che si sale di quota. Farra d’Alpago, il più vicino al lago, conserva nel centro storico numerose tracce architettoniche dei secoli passati (caratteristiche sono le finestre a bifora e a trifora) e alcune chiese e cappelle delle quali San Vigilio, risalente al X-XI secolo, è la più antica e forse la prima di tutto l’altopiano. Risalendo verso il Dolada incontriamo Puos d’Alpago, dove si segnalano altri edifici sacri che conservano interessanti opere d’arte, e Pieve d’Alpago, con la parrocchiale della Madonna del Rosario il cui aspetto odierno risale all’800, anche se fu fondata probabilmente intorno al Mille. A Lamosano, frazione di Chies d’Alpago, una curiosità è invece rappresentata dai muraglioni costruiti nei primi anni ’90 per proteggere l’abitato dalla vicina frana del Tessina e divenuti una sorta di pinacoteca all’aria aperta grazie all’intervento di vari artisti. Il più orientale dei paesi dell’altopiano, Tambre d’Alpago, si stende ai piedi del Monte Cavallo e nella parte meridionale del suo territorio include ampie parti del Bosco del Cansiglio; in località Sant’Anna vale una visita l’originale Casa dei Libri, una baita-museo realizzata dallo scultore Livio De Marchi assemblando per l’appunto migliaia di libri riprodotti in legno.
Fra una tappa e l’altra si dedicherà il giusto tempo ai piaceri della tavola, che qui offre un ampio novero di ricette della tradizione: trote e sanpierotti appena pescati e fritti, polenta accompagnata da robusti spezzatini o da sopressa, che qui è una sorta di grosso salame ottenuto macinando varie parti di carne di maiale, anche le più pregiate. Da non perdere le s’ciosele ovvero le chioccioline, la minestra di fagioli preparata con una saporita varietà chiamata mame e la sopa patora a base di verdure di stagione, orzo e legumi. Ma l’indiscusso protagonista della cucina locale è l’agnello d’Alpago, riconosciuto presidio Slow Food come piccola produzione d’eccellenza: alimentato in modo naturale e allevato allo stato brado, ha una carne tenerissima con il giusto equilibrio fra parti magre e grasse. La cucina popolare lo vuole cotto lentamente in forno e servito con polenta abbrustolita; deliziosi anche il cosciotto alla brace e le costolette a scottadito. Una vera specialità, da gustare tutto l’anno nei ristoranti e nelle trattorie del posto o durante feste e sagre.
Chi invece vuole fare rifornimento di prodotti di malga non ha che l’imbarazzo della scelta, con numerose aziende aperte tutto l’anno che dispongono sia del ristoro che del punto vendita e degustazione. La Cooperativa Monte Cavallo a Col Indes offre ad esempio salami, coppa, pancetta, lonza ma anche formaggi come il cansiglio, l’alpago, il pannarello e la ricotta, magari da condire con il miele anch’esso di produzione propria. Si trova invece al Pian Cansiglio, sotto Tambre, il Centro Caseario Tambre-Spert-Cansiglio, che offre prodotti biologici e nella ex latteria sociale ristrutturata ha allestito, oltre agli alloggi, una fornita biblioteca di testi che riguardano il comprensorio: l’ideale per una sosta prima di cimentarsi sulle piste di fondo o in una delle tante facili escursioni proposte dal centro stesso anche durante l’inverno, con o senza racchette da neve, in questo ambiente genuino dove pleinair vuol dire sport, tradizioni, natura.

PleinAir 436 – ottobre 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio