Nel versante sud-orientale di Sicilia, la Valle di Noto e Ispica offrono il meglio al pleinair fuori stagione: i litorali, i monti e l’altopiano iblei fanno da sfondo ai capolavori barocchi distribuiti nel territorio. E celano nelle cave – i canyon creati dai corsi d’acqua – altre affascinati testimonianze del passato più remoto: necropoli, chiese e villaggi rupestri che visitare con il solleone sarebbe un castigo, mentre ora appaiono invitanti con la tersa luce invernale.
La città di Ispica
Al pari della vicina Noto, la città di Ispica si affaccia sulle ultime pieghe di collina verso la grande pianura incuneata nell’Egeo da Capo Passero. Anch’essa vanta un centro monumentale ricostruito in forme barocche dopo il devastante terremoto del 1693, ma a differenza di Noto occupa ancora il sito dell’origine medioevale: un terrazzamento di roccia isolato dai rami di una grande cava che vi invitiamo a scoprire, la Cava d’Ispica appunto, uno straordinario alveo di civiltà stratificate.
Per accostarvisi consapevolmente occorre però un prologo didattico, e a offrircelo è proprio il capoluogo con il Parco Archeologico Forza, istituito a salvaguardia di abitazioni, luoghi di culto e manufatti di varie epoche presenti nell’ultimo tratto della cava. È questa l’occasione anche per dedicare qualche ora al centro storico, che si estende fin sul ciglio del terrazzamento, da dove il parco dista pochi minuti a piedi. Ci si può arrivare in auto, ma la strada di accesso e il parcheggio che la conclude non sono a misura di camper. La visita segue un primo percorso che scopre resti romani aggirandosi tra gli ulivi della zona alta dove si trovano i servizi e un piccolo museo.
Potrebbe bastare, ma un secondo percorso promette di più scendendo sul greto del fiume e costeggiandolo per circa mezz’ora all’ombra di boschetti ripariali. La passeggiata prosegue fin quando le pareti del canyon si discostano aprendosi alla luce. Per tornare al punto di partenza si sale una serpentina di asfalto che ricuce un solco tufaceo e lambisce antiche grotte scavate sui fianchi, ora adibite a magazzini, laboratori, stalle. Sono le stesse che con tanta naturalezza ospitano a Natale le scene di uno dei più apprezzati presepi viventi della Sicilia.
Dalle Cave d’Ispica a Marzamemi e Portopalo
Per proseguire il viaggio nella Valle di Noto, non resta che spostarsi con il veicolo in direzione di Modica per raggiungere l’ingresso vero e proprio della Cava d’Ispica. Attenzione al bivio che dopo circa 12 chilometri di statale immette in una provinciale sulla destra: sono altri otto chilometri, ma di curve e carreggiata stretta, discese e ponticelli per giunta assai trafficati.
A destinazione, in compenso, ci accoglie uno spettacolare scorcio della cava, riconosciuta monumento nazionale. Varco e biglietteria sono sistemati quasi sul bordo della strada. Di fronte, poco a valle, un parcheggio alberato garantisce una sosta rinfrancante ed è utilizzato anche dai visitatori del vicino mulino medioevale ad acqua, ripristinato con qualche licenza e inglobato in una casa-museo. Con la guida del proprietario un paio d’ore trascorrono piacevolmente. Ma il clou della giornata resta pur sempre la cava, con il rigoglio della vegetazione immersa, gli anfratti naturali, i villaggi interamente scavati a mano, le necropoli ipogee dove si sono succeduti i nostri antenati dalla tarda età del bronzo fino al Medioevo.
Lunga circa 14 chilometri, la gola è tutta percorribile su sentieri in terra battuta, transennati nei passaggi più difficili: verso sud va a congiungersi con il Parco Forza, mentre nella direzione opposta raggiunge Modica. Camminare tra pareti strapiombanti che portano incisi millenni di storia è un’esperienza che non si dimentica.
A dire il vero non si dimentica neppure l’abbraccio del mare che le località della costa tengono in serbo per gli intenditori: da Pozzallo a Marza, da Portopalo a Marzamemi e oltre. Verificate e ci ringrazierete.
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Ti è piaciuto l’itinerario? Se oltre alla Valle di Noto vuoi visitare l’entroterra nel siracusano con posti simili alle cave d’Ispica, ti suggeriamo il nostro giro alla Riserva Naturale di Pantalica.
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