In viaggio con Lutero

Le storiche regioni della ex DDR hanno visto nascere la Riforma luterana. Oggi, a quasi cinque secoli di distanza, sono teatro di una nuova e profonda riforma: economica, sociale e culturale, conseguente alla riunificazione della Germania.

Indice dell'itinerario

Qualche anno fa la nostra caravan rischiava lo smantellamento sul selciato sconnesso dei corridoi stradali denominati “transit”, percorso obbligato per raggiungere Berlino Ovest. Oggi, sui ricordi e sulle macerie del passato, si lavora per ridare ad un popolo attivo e generoso la sua giusta identità. Fiammanti ed eleganti vetture occidentali hanno preso il posto delle vecchie Trabant e Wartburg; immensi centri commerciali e lussuose vetrine hanno sostituito i vuoti e scalcinati Konsumm. Chissà se, ancora oggi, Lutero scaglierebbe il suo calamaio contro le tentazioni del progresso e della società…

Turingia…
E’ proprio la Wartburg, l’incredibile fortezza che custodisce intatta la famosa stanza di Lutero, ad accoglierci in Turingia. Questa ardita architettura che domina il Thuringer Wald si raggiunge in pochi minuti dalla storica città di Eisenach. E’ consigliabile sostare negli appositi parcheggi ai piedi della collina e salire facendo una passeggiata tra i boschi; per i più pigri è attivo un servizio di minibus. Per visitare le ricche sale del castello, simbolo storico del nazionalismo tedesco immortalato dal Tannhäuser di Wagner, occorre preventivare almeno mezza giornata. A Eisenach, città d’arte e di storia, nonché patria di Bach, si può visitare lo stabilimento-museo della Wartburg, l’auto che ha motorizzato per mezzo secolo la DDR, l’ex Repubblica Democratica Tedesca. Da queste parti, nel luogo chiamato Hohe Sonne, ha inizio il Rennsteig, uno dei più bei sentieri d’Europa; ben segnalato da una R bianca, esso si sviluppa per 170 chilometri lungo il crinale del Thüringer Wald.
Il nostro breve ma intenso itinerario si snoda verso est: lungo la B7 è tutto un alternarsi di minuscoli villaggi, che conservano oltre alle case a graticcio in legno e ardesia anche quell’aria da paese delle fiabe. E, vicine tra loro, tante piccole perle cariche di storia. Dopo Eisenach è la volta di Gotha, antica residenza imperiale che ci accoglie con il suo Schloss Friedenstein immerso in un parco straordinario. Il verde, da queste parti, non manca ed è molto ben curato, diversamente dai centri storici che solo ora vengono valorizzati.
Erfurt, capitale della Turingia, conserva un notevole patrimonio artistico, segno inconfutabile del suo splendore medioevale. Ce lo conferma la scenografica Domplatz, ottimo luogo per la sosta, sulla quale dominano appaiati gli edifici sacri più spettacolari: il duomo e la chiesa di San Severo. Oltre al caratteristico ponte Kramer è da ricordare il monastero agostiniano, dove visse Lutero da monaco. Quindi è la volta di Weimar. “In nessun luogo si possono trovare ancora tanti tesori!… restate con noi!”. L’affermazione di Goethe non può essere smentita, visto che tanti nomi famosi hanno raccolto il suo invito. In questa bellissima e celebre città, oggi tranquilla isola verde, vissero infatti Schiller, Wieland, Cranach il Vecchio, Bach, Liszt, Nietzsche. Simbolo del classicismo tedesco, Weimar ha un aspetto vivace e colorato che contrasta un po’ con quel tono di aristocratica mondanità che le spetta di diritto. La fatica fatta per parcheggiare, anche a causa dei grandi interventi alla viabilità, è stata quindi ampiamente ripagata: siamo riusciti a sistemarci nella zona sud-est, nei pressi del magnifico parco all’inglese sull’Ilm. Sull’Ettersberg, tra i boschi delle colline, 6 chilometri a nord, si conservano i resti del campo di concentramento di Buchenwald. Una visita devota s’impone, come monito alla generazione che sta crescendo oltre che come omaggio alle vittime.
Nella vicina Jena, famosa per l’università e per le eccellenti industrie ottiche, ben poco si è salvato dalle distruzioni dei bombardamenti. La ricostruzione del centro storico non è ancora ultimata e il contrasto fra l’opera di recupero e l’inserimento di moderne strutture lascia alquanto perplessi. Non mancano comunque motivi di interesse ed episodi artistici notevoli, in città e negli immediati dintorni (decisamente incantevole la piazza del mercato di Gera, successiva e ultima città turingia). Strade e autostrade sono state costruite o riadattate a tempo di record; moderne aree di servizio, grandi centri commerciali e fast food sono spuntati come d’incanto ad ogni svincolo. Il miracolo tedesco, però, non si ferma qui. Le vecchie fabbriche della vicina Zwichau, dove veniva costruita la “traballante” Trabant, sono state ristrutturate a tempo di record dalla Volkswagen e sfornano le Polo.

… e Sassonia
Stiamo entrando in Sassonia, cuore e motore della vecchia Repubblica Democratica. Alla ricca tradizione culturale la regione unisce una eccezionale vitalità economica: l’imponente settore industriale è secondo solo a quello della Ruhr. Fin dall’epoca della Riforma e della Guerra dei Trent’anni la zona ha subito invasioni e distruzioni, motivate da pretesti religiosi e interessi economici. Ne sa qualcosa il grosso centro di Chemnitz, la vecchia e turbolenta Karl-Marx-Stadt, risorta dalle ferite dell’ultima guerra ma ormai irrimediabilmente desolata. Di notevole interesse la visita al vicino castello di Augustusburg, uno dei più imponenti della Sassonia. Si raggiunge da uno dei parcheggi a valle, inerpicandosi per gli splendidi sentieri che risalgono la collina di porfido. Anche se diverse ali dell’edificio sono state trasformate in maniera impietosa, l’insieme è decisamente affascinante.
Pochi chilometri ci separano da Annaberg-Buchholz, più a sud in prossimità della Repubblica Ceca, la principale località degli Erzgebirge (Monti Metalliferi): alle escursioni in montagna si può unire la visita a ciò che resta dei vecchi giacimenti di ferro, argento, stagno. La nostra meta resta però Dresda, l’emblematico capoluogo della regione, che raggiungiamo percorrendo la B173. Il percorso è piacevole e riposante, lungo le pendici orientali degli Erzgebirge, fra cittadine pittoresche e vecchie tradizioni. Ma non mancano centri d’arte: Freiberg non è da tralasciare. Storica città, offre piacevoli situazioni di sosta, bei locali, una piazza del mercato ben curata ma soprattutto una delle più importanti cattedrali gotiche tedesche.
Ricordavamo Dresda come una città vuota e desolata, senza traffico e dai colori scialbi. Dobbiamo ricrederci. O meglio, ci sembra di non esserci mai stati. Nonostante la sua storia millenaria, credo che da secoli la città non vedeva e ascoltava razze e idiomi così eterogenei. Ancora più grande la nostra sorpresa nello scoprire che al posto di uno squallido cumulo di macerie c’è ora un immenso archivio a cielo aperto. I milioni di pezzi, pietra e metallo, recuperati, catalogati e ben ordinati, altro non sono che i resti della grandiosa Frauenkirche, simbolo della città distrutto dai bombardamenti del 1945. Il termine del certosino lavoro di ricostruzione è previsto per il 2006. Difficile immaginare come poteva essere Dresda prima della guerra. Possono aiutarci i capolavori del Canaletto, che dipinse la città in ogni stagione e con ogni luce. Ma molto si è salvato, e molto è stato già ricostruito, di fatto c’è una inestimabile serie di capolavori da vedere: basta percorrere a piedi la breve ansa dell’Elba e goderne il panorama dalla verde Bruhlsche Terrasse. I principali monumenti sono concentrati qui: da non perdere assolutamente il curioso Zwinger, con i suoi musei, in particolare di porcellane.
Per i suoi immediati dintorni, Dresda può giustificare una intera vacanza. Che non è solo arte e storia ma anche natura. Seguendo il corso dell’Elba, verso sud-est, si raggiunge l’incredibile scenario della “Svizzera sassone”. L’area è caratterizzata da fantastiche formazioni di arenaria, originate da terremoti ed eruzioni vulcaniche e scavate da erosioni millenarie, che possono raggiungere anche i 300 metri di altezza. Un vero paradiso per scalatori e free climber e un tradizionale rifugio per artisti romantici, che è diventato parco nazionale: 93 kmq al confine con la Repubblica Ceca, e una rete di sentieri, per 1200 chilometri a diverso livello di difficoltà, tra passerelle, ponti, scalette e passaggi spettacolari. Base ideale per la visita è il grazioso villaggio di Bad Schandau che si raggiunge passando per Pirna, notevole centro turistico sulla riva sinistra dell’Elba, e per Königstein, vasta e inespugnabile fortezza sul fiume con diversi edifici e musei. Bad Schandau offre le più interessanti possibilità di sosta e di escursioni: nei vasti parcheggi sul fiume ci si può fermare a lungo, complici anche un vicino e ben fornito supermercato, il fascino della Brauhof, birreria vecchia di tre secoli, la tranquillità della sera rotta dallo scorrere dell’acqua. Da qui, seguendo le indicazioni per Rathen, si può raggiungere la Bastei, forse il punto più famoso della zona: si tratta di uno sperone roccioso di 309 metri, attrezzato con camminamenti accessibili a tutti, dal quale si gode uno splendido panorama sull’Elba.
Risalendo invece il corso del fiume verso nord, da Dresda si raggiunge Meissen, un vero gioiello. Prezioso come lo sono da secoli le sue ceramiche, famose in tutto il mondo. Oltre al centro storico, sul quale spicca il duomo ricco di opere d’arte, merita una visita anche lo stabilimento dove si producono ceramiche con tecniche antichissime. Nelle caratteristiche Weinstube si possono degustare i prodotti dei vigneti dell’Elba. Anche qui, i parcheggi sul fiume consentono una lunga sosta. Una breve deviazione conduce al castello di Moritzburg, che domina un laghetto in mezzo ad una splendida riserva naturale ideale per itinerari a piedi e in bicicletta. Chi ha ancora tempo a disposizione può continuare a seguire il corso del fiume: è un po’ come seguire il corso della storia, fino al cuore della Riforma. Wittenberg e Magdeburgo, città legate per sempre al nome di Lutero, si mostrano ormai in tutto il loro splendore.

PleinAir 312/313 – luglio/agosto 1998

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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