In vacanza con il re

Di fronte alla costa sud-orientale della Svezia, l'isola di Öland è un piccolo paradiso di natura, con paesaggi assai particolari e specie florofaunistiche altrove scomparse, ma anche un'attrezzata base di soggiorno pleinair tra spiagge, parchi e insoliti monumenti.

Indice dell'itinerario

Arrivati al di là del Kalmarsund, lo stretto che divide la costa svedese dall’isola di Öland, oltre all’evidente soddisfazione di essere giunti alla meta potreste anche meditare sul fatto che avete appena attraversato il secondo ponte più lungo d’Europa. Fra il porto continentale di Kalmar e la cittadina isolana di Färjestaden corre infatti una mastodontica struttura architettonica di oltre 6 chilometri, larga 13 metri e sostenuta da 153 gigantesche colonne saldamente conficcate sul fondo del Mar Baltico. Inaugurato il 30 settembre 1972 dopo cinque anni di lavori, con l’impiego di 105.000 metri cubi di calcestruzzo e 7 milioni di chili di barre di rinforzo, l’Ölandsbron (ad accesso gratuito, come non sempre avviene in Scandinavia) assomiglia a un enorme serpente, con il punto più alto a 42 metri sopra il livello del mare.
Dopo una simile futuristica apparizione è difficile, a tutta prima, rendersi conto di essere capitati in un’isola che è un vero trionfo di verde, ricca di grandi spazi aperti e di remoti siti storici, dove il ritmo della vita quotidiana sembra scorrere in sintonia con le pale dei vecchi mulini che a decine punteggiano le campagne. Di dimensioni davvero imponenti, alcuni perfettamente restaurati, sono una delle presenze più caratteristiche del paesaggio: a volte appaiono solitari in mezzo ai coltivi, altre fra i giardini delle case, sistemati in fila indiana come i cinque di Lerkaka (non dimenticate di dare un’occhiata all’antica pietra runica dall’altro lato della strada), mentre quello ormai in rovina di Jordhamn si mostra in riva al mare con il suo scheletro gigantesco. Un discorso a parte merita invece il Sandvik Kvarn, il più grande della Scandinavia e forse del mondo, risalente al 1856 e ricostruito pezzo su pezzo nel sito attuale, pochi chilometri a sud di Sandvik: anche se non emana il fascino di certi esemplari più malridotti, è suddiviso in ben otto piani – con tanto di ristorante, caffetteria e pizzeria – e permette di osservare i macchinari dell’epoca, come in una sorta di museo della tecnica agricola.

Sulle orme di Linneo
Nelle settimane della tarda primavera e dell’estate di Öland il mare brilla nelle tante piccole baie della costa, le messi ondeggiano al vento, i prati sono un tripudio di colori. La prima cosa da fare una volta arrivati a Färjestaden è recarsi presso il vicino ufficio turistico (subito a destra dopo essere usciti dal ponte) e procurarsi la cartina dettagliata che illustra i luoghi più interessanti da visitare. Un po’ a sorpresa, si scoprirà che ce ne sono moltissimi lungo i 110 chilometri di lunghezza dell’isola, e così si finirà per saltare qua e là alla ricerca di aree naturalistiche, siti preistorici, musei, villaggi, chiese, castelli, residenze storiche e ovviamente mulini. Chi soggiorna al camping Ekerum (il più vasto e attrezzato, a metà strada fra il capoluogo Borgholm e Färjestaden) si troverà praticamente all’ingresso della Halltorp Wood Nature Reserve, una delle più interessanti aree protette della Svezia, in cui è tutelato quanto rimane di una foresta primordiale che 5.000 anni fa occupava l’intera superficie meridionale del paese. Di tanto in tanto il campeggio organizza interessanti visite guidate in inglese, ma chi vuole può entrare liberamente nella riserva percorrendo il sentiero che attraversa un bosco dalla fitta e maestosa vegetazione: frassini, noccioli, carpini e tigli, ma quel che più conta un eccezionale campionario di antichissime querce. Un secondo motivo d’interesse di Halltorp è costituito dalle insolite specie di insetti, tra cui il rarissimo Cerambyx longicorn, un coleottero che vive nei tronchi: nella speranza di vederlo, studiosi e appassionati trascorrono nell’area lunghe ore d’osservazione.
Un altro comprensorio naturalistico di particolare bellezza è la foresta di Troll, nell’estremo lembo settentrionale dell’isola, non lontano dal faro ottocentesco di Lange Erik: è qui che si possono effettuare meravigliose escursioni fra altissimi pini ricoperti di edera (dei tre sentieri segnalati il più lungo è il Trollskogsstigen, circa 4 chilometri e mezzo). Se invece preferite la geologia, certamente vi piacerà la costa nei dintorni di Löttorp dove si osservano i Byrums Raukar, pile di roccia calcarea dalle forme singolari generate dall’erosione marina.
Uno dei luoghi più speciali di Öland, però, è sicuramente Stora Alvar, una grande pianura che occupa buona parte dell’estremità meridionale dell’isola. Brulicante di vita in ogni stagione per la presenza di moltissime specie florofaunistiche, è costituita da uno strato compatto di roccia calcarea che ha la caratteristica di essere totalmente privo di alberi (è appunto il significato del nome): oltre la metà della superficie è occupata dalla brughiera, un quarto da distese di terreno arido e ciò che resta da umide praterie, laghetti e acquitrini. Se a questo inedito cocktail paesaggistico aggiungiamo la variabilità climatica, ecco spiegato il perché di tanta biodiversità.
La bellissima strada che attraversa Stora Alvar da ovest a est, portando in 7 chilometri dal villaggio di Möckleby a quello di Torngard, è una sorta di piccolo viaggio iniziatico, dove il rombo di un motore interrompe assai di rado il canto degli uccelli: facile incontrare studiosi e amanti del birdwatching armati di binocoli e fotocamere, o semplici turisti in cerca di tranquillità che si sono rifugiati qui con un buon libro. Procedendo ancora verso sud, all’estremità dell’isola, nei pressi del vecchio faro di Långe Jan, si trova invece la stazione di ricerca ornitologica di Ottenby: all’inizio dell’estate, nei boschi dei dintorni, si può ascoltare il canto di molte specie di uccelli e osservare gruppi di cigni nuotare in mare, mentre nell’omonima riserva vive una folta comunità di cervi.
Un’altra singolarità della piana è l’abbondanza di specie floreali: oltre a quelle dominanti come l’Avenula pratensis e la Sesleria caerulea, fra giugno e luglio il panorama si colora di giallo, rosso e viola per la fioritura della Potentilla tabernaemontani, dell’Anthyllis vulneraria e della Globularia vulgaris. Non è un caso, del resto, se l’insigne naturalista svedese Carl von Linné visitò l’isola nel giugno del 1741 in compagnia di sei assistenti per catalogare le specie locali (nel 2007 ricorre il trecentesimo anniversario della sua nascita e, per l’occasione, gli enti turistici hanno predisposto varie iniziative). Linné – altrimenti noto nella versione italianizzata di Linneo – fu il primo a svolgere sistematicamente l’immane lavoro di classificazione delle piante e di molte altre forme viventi creando la nomenclatura binomiale ancora oggi in uso, costituita da due termini latini che indicano rispettivamente il genere e la peculiarità: per rievocare l’atmosfera di quelle ricerche ci si può recare nel punto più settentrionale di Öland, Neptuni Åkrar, dove il faro di Långe Erik si staglia in fondo a una distesa di pietrisco dipinta di rosa e violetto da migliaia di piantine di Echium vulgare. Fu sempre Linneo a catalogarla durante il suo soggiorno, e dato che a quei tempi l’unico modo per raggiungere l’isola consisteva nell’attraversare il Kalmarsund in barca, possiamo anche immaginarcelo sui flutti perigliosi a bordo di uno di quei vascelli che impiegavano giorni per superare l’infido stretto.

Pietre d’ogni età
Giusto in tema di mare, a Öland non mancano tipici villaggi di pescatori. Sulla costa nord-occidentale si trova quel che resta dell’antico insediamento di Alvedsjö Bodar, un porticciolo le cui baracche risalgono forse al XV secolo; più recenti ma sempre piuttosto datati sono i barconi ricoperti di alghe ormai disseccate, che esaltano l’aria marinaresca del luogo. Non è raro qui osservare famiglie di pescatori che puliscono il loro fresco bottino, immortalati da qualche artista con cavalletto, tela e pennelli. Un altro caratteristico villaggio costiero dalle casette colorate in legno, Grasgards, si trova all’estremità sud-orientale dell’isola, ed è un altro quadro dipinto da madre natura: d’estate i campi del circondario sono una mirabile tavolozza di colori, tra i mille profumi portati dal vento. Anche la cultura contadina conserva testimonianze di notevole interesse: lo si può scoprire a Langlot visitando la Himmelsberga, intatta fattoria ottocentesca dove sono esposti reperti d’epoca della civiltà agricola locale.
Se poi pensavate che quest’angolino di Scandinavia offra solo natura e paesaggi rurali, è il momento di sfatare quest’idea. Öland è infatti ricca di siti storici, e anzi i più antichi risalgono addirittura all’Età della Pietra e a quella del Ferro. Uno dei più interessanti è sicuramente Gettlinge, presso Hammarby: si tratta di un circolo di pietre lungo 30 metri con due imponenti monoliti alle estremità, in splendida posizione su una collinetta (e con tanto di vecchio mulino sullo sfondo).
Reperti simili sono sparsi un po’ ovunque nell’isola: ci sono le pietre di Tingstad nella piana di Alvar, un altro circolo litico vicino al villaggio di Rolla che è detto l’Arca di Noè poiché comprende una tomba a forma di barca, ma anche reperti e monumenti di tempi a noi più vicini, e tutti assai particolari. Meritano la visita gli imponenti ruderi della fortezza di Ismantorps, del V secolo, costruita in una vallata tra i boschi e protetta da mura circolari spesse 6 metri, o la misteriosa pietra runica di Karlevistenen, la più antica di Öland, risalente al X secolo: dopo più di mille anni, sulla sua superficie si può ancora leggere una poetica iscrizione in onore di Sibbe, un capotribù vichingo morto in mare e sepolto proprio qui.
Un altro sito di notevole attrattiva, ribattezzato come il più bel rudere della Svezia, è il Borgholms Slott che si trova un chilometro a sud del capoluogo: costruito probabilmente nella seconda metà del 1100, fu uno dei più formidabili castelli della Scandinavia, testimone nella sua lunga storia di ripetuti saccheggi e incendi; all’interno, tra le mura difese da quattro grandi torrioni cilindrici, si può visitare un interessante museo. Nel circondario di Borgholm si trovano anche le poche ma suggestive rovine della Kapelludden, una chiesa dedicata a Santa Brigitta con una gigantesca croce in pietra del XIII secolo, mentre è di poco precedente Gärdslösa, la meglio conservata dell’isola, con il coro gotico, un ciclo di affreschi e il pulpito finemente decorato.
E veniamo ai giorni nostri o quasi, per l’esattezza al 1903, anno in cui la regina Vittoria di Svezia diede inizio ai lavori per costruire il palazzo di Solliden. Il candido edificio, di semplice architettura, è circondato da bellissimi giardini all’italiana e da un grande parco dove ancora oggi potrebbe capitarvi di incontrare qualche membro della famiglia di Carlo Gustavo XVI, attuale sovrano svedese, che tuttora frequenta Öland come residenza estiva. E se l’ha scelta il re, c’è proprio da fidarsi.

PleinAir 419 – giugno 2007

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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