Il triangolo del gotico

A nord di Parigi per scoprire le suggestioni della Picardie: ardite cattedrali, castelli e palazzi nobili, villaggi medioevali, verdi foreste e un affaccio sulla Manica, lungo un percorso che inanella alcune delle mete più spettacolari di Francia.

Indice dell'itinerario

Imboccando l’autostrada A16 che da Parigi sale verso nord, in breve si giunge nella Picardie e nei suoi tre dipartimenti che devono il nome ai fiumi che li attraversano: la Somme, l’Oise e l’Aisne. Siamo vicino al confine con il Belgio e in prossimità del canale della Manica, in un paesaggio morbido e quasi senza contrasti, dove ampie distese di prati colorano morbide colline incappucciate da boschi.
Ma è soprattutto la storia a dare a questa regione, che si incunea a triangolo verso la capitale francese, un’impronta inconfondibile: lo testimoniano le città d’arte, i paesini medioevali, le residenze reali, il gotico di cattedrali che poco o nulla hanno da invidiare alle celeberrime chiese maggiori di Rouen o di Reims. Ne è un esempio quella di Notre-Dame ad Amiens, capoluogo della Somme e ideale punto di partenza dell’itinerario: soprannominato “la Bibbia di pietra”, questo edificio di incredibile bellezza (nel 1981 decretato dall’Unesco patrimonio dell’umanità) è uno dei più importanti monumenti del suo genere in Francia e anche il più grande; fu iniziato nel 1220 per volere del vescovo Evrard de Fouilloy e terminato nel 1288. La facciata, chiusa da due possenti torri e restaurata nel 1999, annovera una vastissima teoria di sculture concentrate intorno ai portali d’ingresso del Sauveur, del patrono San Firmino, della Mère-Dieu e sotto il rosone centrale, mentre altri gruppi statuari e numerosi dipinti ornano le venti cappelle che scandiscono il perimetro interno. Brulicante di sculture è anche il coro ligneo, mentre allo stesso San Firmino è dedicato un bassorilievo che ne illustra la vita; ancora più famoso è l’angioletto piangente di Nicolas Blasset, del 1628. Prima di lasciare questo eccezionale monumento non dimenticate di guardare per terra: la pavimentazione a motivi geometrici della navata centrale, di proporzioni davvero colossali, presenta uno stupefacente intarsio a labirinto di forma ottagonale il cui centro, ogni 24 giugno, viene colpito da un raggio di sole.
A pochi passi, nel quartiere medioevale di Saint-Leu, piccole case in legno colorate, un tempo abitate dagli artigiani tessili, si affacciano su una trama di canali che ricorda una piccola Venezia. Nei dintorni sorge il Théâtre des Chés Cabotans, che ogni giorno attira un pubblico di tutte le età con i suoi spettacoli di marionette i cui protagonisti sono gli storici personaggi di Lafleur, Sandrine e Petit Blaise. La passeggiata continua attraverso la vasta piazza del Municipio, Place Gambetta e la Rue des Trois Cailloux su cui sfilano vetrine e caffè gremiti a ogni ora del giorno. Passando per la chiesa di Saint-Rémy (dove sono custodite numerose sculture di Blasset) si raggiunge il Musée de Picardie le cui collezioni archeologiche comprendono reperti preistorici, dell’antico Egitto, dei Greci, dei Romani e dipinti del XVIII e XIX secolo. La passeggiata si conclude alla casa di Jules Verne: l’autore di Ventimila leghe sotto i mari, Viaggio al centro della Terra e Michele Strogoff si stabilì ad Amiens nel 1871 e qui morì nel 1905.

Medioevo sulla Manica
Seguendo il corso della Somme arriviamo alla Manica, dove il fiume incontra l’Atlantico in una baia (oggi sottoposta a tutela) in cui si possono osservare numerose specie di uccelli migratori e interessanti fenomeni di marea. Su un piccolo promontorio roccioso il borgo medioevale di Saint-Valéry-sur-Somme, dai bei vicoli selciati su cui affacciano case in pietra, chiude a sud l’emiciclo offrendo un ampio panorama che abbraccia anche la fronteggiante cittadina di Crotoy. Proseguendo lungo la costa verso sud-ovest, le scogliere in prossimità di Ault offrono ai tramonti una perfetta scenografia. Torniamo di pochi chilometri sui nostri passi per una sosta ad Abbeville: qui il gotico trionfa nella collegiata di Saint-Vulfran, iniziata nel 1488, con un’ardita facciata stretta da due torri laterali alte 55 metri e ricche di statue in prossimità dei portali. Sorge invece nelle tranquille campagne, a una decina di chilometri, la duecentesca abbazia di Saint-Riquier che conserva innumerevoli opere di pregio, tra cui alcuni affreschi del Cinquecento.Dal lungo rettilineo della N29, che si diparte da Amiens verso est, una breve deviazione ci porta alla confluenza tra la Somme e la Cologne: nella cittadina di Péronne si trova l’Historial de la Grande Guerre, una delle più ricche collezioni sul tema, che in sei sale illustra le varie fasi del primo conflitto mondiale con documenti, armi e indumenti utilizzati dai soldati francesi, inglesi e tedeschi.
Saint-Quentin è dominata dall’arcigno profilo della basilica gotica, anche questa davvero imponente con la torre centrale innalzata tra il IX e il X secolo sotto la dominazione carolingia. Importante meta di pellegrinaggio, la chiesa fu costruita a partire dal 1205; le dimensioni della navata, alta 43 metri, tolgono letteralmente il fiato, ma non sono da meno le opere d’arte e di architettura qui conservate che comprendono una scultura in alabastro dell’apparizione di Cristo a San Tommaso, le cappelle del Sepolcro e di San Michele, il coro monumentale, la cripta dove si trova il sarcofago di San Quintino e le vetrate policrome istoriate. Nella limitrofa piazza del Municipio, su cui si affacciano notevoli edifici, è di nuovo in stile gotico la sede comunale ultimata nel 1509: la facciata, con torre ottagonale di metà Settecento, conta ben 173 sculture tutte ispirate alla vita quotidiana dell’epoca. All’interno, la sala del consiglio art déco del 1925 e quella dei matrimoni con un camino monumentale.

Cattedrali e castelli
Tutto è bello, le chiese, le case, tutto…” scrisse Victor Hugo a proposito di Laon. Siamo ora nella valle dell’Aisne, e questa città di impianto medioevale offre un’altra occasione di ammirare una cattedrale gotica, ma soprattutto di immergersi in un’atmosfera d’altri tempi lungo le strade più insigni del centro storico: Rue Sérurier col vecchio palazzo municipale, Rue du Change, Clerjot e des Cordeliers. Gli stretti vicoli sfociano nella piazza di Notre-Dame dove la chiesa si presenta nel suo classico impianto con le due alte torri a racchiudere la facciata, il rosone centrale, i portali riccamente decorati da statue; l’interno, illuminato dalle grandi vetrate, non ha nulla da invidiare alle altre grandi cattedrali della Picardie. La duecentesca porta d’Ardon è posta a difesa del lato sud del quartiere, mentre si trova dal lato opposto della città la chiesa di Saint-Martin, del Millecento, con la preziosa cappella cinquecentesca di Saint-Eloi.
Seimila ettari di verde compongono la foresta di Saint-Gobain dove, all’immancabile chiesa gotica, si affianca una curiosa tappa di archeologia industriale rappresentata dalle fabbriche di ghiaccio del XVIII secolo. Procedendo verso sud si trova invece il castello di Coucy, costruito nel 1475 su ordine di Luigi XI, che riserva un giro tra le vestigia di una possente fortezza in posizione panoramica sulla valle dell’Ailette.
La cattedrale di Saint-Gervais e Saint-Protais e le tre abbazie di Saint-Jean des Vignes, Saint-Léger e Saint-Médard sono il filo conduttore della visita a Soissons che, con i suoi duemila anni di storia, è uno dei centri più antichi della regione. La chiesa maggiore, rilevante esempio di gotico classico, fu iniziata attorno al 1195 e parzialmente ricostruita dopo i danneggiamenti della Grande Guerra: dal portale della caratteristica facciata con rosone chiuso da due grandi bifore si accede all’interno slanciato lungo 110 metri, in fondo al quale splendono le vetrate del coro duecentesco; da ammirare le perfette volumetrie del transetto con giochi di archi e finestre. E’ invece barocco l’esterno di Saint-Léger, al quale si oppone un’ampia cripta romanico-gotica, mentre è una vera perla dell’architettura medioevale un’altra cripta, quella di Saint-Médard (per la visita occorre prenotarsi presso il locale ufficio del turismo). Ma il monumento più grandioso della città è senza dubbio l’abbazia di Saint-Jean des Vignes o, per meglio dire, la sola facciata che è quanto rimane di tutto il complesso: i portali della fine del XIII secolo sono di grande ricchezza decorativa, come le imponenti cuspidi delle due torri laterali di altezza lievemente differente, 80 metri quella di sinistra, 75 quella di destra.E’ ancora Victor Hugo a celebrare “la bellezza inimmaginabile” dei dintorni di Soissons in una lettera alla moglie Adèle Foucher. E non si può dargli torto dirigendosi, immediatamente a sud della città, verso il borgo di Berzy accoccolato sul crinale di una collina, il torrione di Septmonts che veglia il castello eretto tra il Due e il Quattrocento, il villaggio di Longpont nascosto nel cuore della foresta di Retz (le cui stradine sono molto frequentate dai cicloturisti) con le rovine dell’abbazia gotica e i castelli di Longpont e di Montgobert.

Visioni reali
I vastissimi boschi intorno a Compiègne furono molto amati dai sovrani francesi per la caccia: e proprio come residenza per le battute venatorie sorse il castello che, insieme a Versailles e Fontainebleau, divenne luogo di governo dove il re si spostava con i suoi consiglieri; anche Napoleone lo elesse tra i suoi preferiti accogliendovi, nel 1810, la sua seconda moglie Maria Luisa d’Austria. Oggi l’edificio è museo nazionale la cui visita ha inizio dall’appartamento dell’imperatore, poi da quello dell’imperatrice e successivamente per la galleria della caccia di Luigi XVI e quella di ballo in stile impero voluta dal Bonaparte, qui trionfante con la pregevole statua marmorea di Chaudet che raffigura Napoleone I legislatore. Segue infine il museo delle carrozze, con i più singolari modelli imperiali ai quali se ne affiancano altri da diverse parti del mondo.
Passando per la cittadella di Crépy-en-Valois, con l’abbazia di Saint-Arnoul e la chiesa di Saint-Thomas de Canterbury, raggiungiamo la nostra ultima tappa urbana: Senlis. La cattedrale di Notre-Dame, tra le più piccole di Francia, fu realizzata in gran parte nel XII secolo e profondamente rimaneggiata nei due successivi, ma le sculture del portale centrale conservano ancora i colori originali del 1170. Passeggiando per le vie del centro storico, in particolare le Rue du Petit Chaalis, de la Cancellerie, de la Treille, de Vétérans e des Cordeliers, non si può mancare all’appuntamento con le chiese di Saint-Pierre, Saint-Aignan, la caratteristica Place Saint-Maurice e il museo di arte e archeologia.
A pochi chilometri, sono ancora una volta le vicende della monarchia francese a dare al nostro itinerario una spettacolare conclusione. Una foresta popolata da ungulati, anch’essi un tempo cacciati dai reali, circonda uno degli château più belli di tutta la Francia: Chantilly, eretto su una rocca circondata dall’acqua. L’intero complesso unisce diverse strutture costruite dal XIV al XIX secolo dalle famiglie d’Orgemont, di Montmorency, di Borbone-Condé e d’Orléans. Si può iniziare dal piccolo castello sorto verso il 1560, costituito dai grandi appartamenti preziosamente arredati dei principi di Condé, e continuare per quello più grande, distrutto durante la Rivoluzione e ricostruito dal 1875 al 1885. In quest’ultimo è allestito il museo Condé che conserva arazzi, quadri di autori italiani e francesi del Quattro, Cinque, Sette e Ottocento, sculture, porcellane, ricami, nonché arredamenti dell’epoca e ricchissime biblioteche. Di fronte al castello si trova il museo vivente dei cavalli, che conta 3.600 esemplari ospitati nelle grandi scuderie edificate a partire dal 1719 per volere di Louis Henry de Bourbon, settimo principe di Condé (il quale credeva di essere la reincarnazione di un cavallo e perciò volle dargli una dimora degna del suo rango). All’interno, oltre ai quadrupedi in carne e ossa, si visitano le sale dove le qualità dell’animale sono illustrate da sculture lignee, scritti, dipinti e immagini d’ogni epoca, assistendo infine a un’esibizione equestre.
Con quest’ultima meraviglia ancora negli occhi, riprendiamo la strada verso il sud: Parigi dista appena 40 chilometri.

PleinAir 391 – febbraio 2005

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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