Il trekking delle renne

Al confine tra Svezia, Norvegia e Finlandia, un viaggio nella terra delle renne. E un'escursione a piedi, equipaggiati solo di zaino e tenda, sulla montagna più alta della Lapponia.

Indice dell'itinerario

Occorre arrivare fin quassù, nel cuore della Lapponia, e spaziare con lo sguardo su queste lande deserte che si estendono senza fine in ogni direzione per rendersi conto di quale ricchezza intatta e primordiale disponga la vecchia Europa ancora oggi. La regione, che pure appare immensa e disabitata, è ben poca cosa al confronto con le immani estensioni dell’Asia e dell’America settentrionali. Ma la parentela di latitudine e di clima che accomuna queste terre boreali conferisce anche alla parte estrema dell’Europa un senso di isolamento che l’uomo ha scalfito solo in minima parte.
In un paesaggio che dall’aereo appare lunare si materializza il nostro campo base: Kiruna, città mineraria di circa trentamila abitanti, 150 chilometri a nord del Circolo Polare Artico. Siamo ai margini di una zona sconvolta da quasi un secolo di scavi, tra montagne di scorie rocciose o di minerale di ferro già estratto e gigantesche torri di cemento armato che ospitano enormi montacarichi.
A Kiruna, malgrado i problemi creati dalla neve che dura fino a primavera inoltrata, si trova ugualmente di tutto, anche l’ufficio turistico, ben fornito di materiali divulgativi e carte topografiche della zona. Da qui ci spingiamo all’interno della taiga: l’immensa distesa di conifere è attraversata da una strada punteggiata da sparuti villaggi o da semplici fattorie. Svappavaara, Vittangi e Ovre Soppero sono alcune delle piccole località che ci accompagnano fino a Karesuando, l’abitato più settentrionale della Svezia, da dove si sconfina in Finlandia percorrendo un ponte che conduce all’opposto e quasi omonimo villaggio di Karesuvanto. Ora la strada segue il corso del fiume Konkamaeno, che segna il confine finnico-svedese per oltre cento chilometri. Si tratta di una regione di grande solitudine, spoglia e assolutamente deserta, infestata di zanzare durante l’estate e ricoperta dal ghiaccio d’inverno. Tuttavia è proprio qui che si possono incontrare le renne e i loro più attenti custodi: i lapponi.
Oggi però anche questo popolo nomade preferisce vivere come gli occidentali. Secondo recenti stime ammonta a circa 35.000 individui, di cui 18.000 nella Norvegia settentrionale. Le renne in compenso sono numerosissime: nel solo territorio svedese ne vivono 250.000. L’aereo, l’automobile e lo scooter della neve hanno facilitato gli spostamenti, l’educazione dei bambini, la produzione e la vendita di un artigianato sempre più conosciuto e apprezzato nel mondo. Ma tutto ciò ha purtroppo inibito quasi completamente il nomadismo e di conseguenza la transumanza delle renne, ora allevate in semicattività. Gli accampamenti presenti da maggior tempo si sono stabiliti nelle montagne più basse; con il tempo questo stile di vita sedentaria si è radicato e la figura tipica del pastore nomade è quasi del tutto scomparsa.
Proseguendo in direzione nord-ovest, in prossimità del lago Kilpisjarvi ci si accorge da vari segni della vicinanza della catena montuosa scandinava. In una regione più aperta e accidentata, dai rilievi più alti e ordinati, s’innalza di colpo, come una sentinella, la massa imponente del Saana: montagna sacra ai lapponi che culmina a 1.029 metri, dal caratteristico profilo di scafo rovesciato. Il sentiero lungo quattro chilometri che vi sale, dopo aver serpeggiato in una bassa e fitta foresta di betulle, attraversa colate disposte a falda prima di giungere sulle spoglie rocce della vetta.
Da qui il panorama è straordinario: in direzione nord-est gli altipiani nudi della Finlandia compongono un paesaggio grandioso e austero. Un magro tappeto di muschi e licheni lascia apparire rocce e piatti lastroni raschiati da antichi ghiacciai. Questi luoghi solitari, dove la natura è protetta grazie alla costituzione di grandi parchi nazionali, attirano turisti amanti delle lunghe escursioni attraverso ambienti illuminati da una luce particolare. La temperatura è mite, il sole è fermo sopra l’orizzonte. Le famose notti bianche sono chiare e i colori e le forme sembrano appartenere a un mondo surreale.
Continuando sulla E78-21, si lascia alle spalle la regione di Lappi per entrare in territorio norvegese. Ora la carrozzabile scende velocemente la valle Skibotndalen serrata tra monti scuri e innevati. Durante il periodo estivo, quando c’è il sole, è possibile osservare i contadini intenti a sistemare il fieno appena tagliato su apposite rastrelliere per farlo essiccare più velocemente.
Percorrendo il vasto e grandioso Lyigenfjord, tra montagne coperte di neve, il paesaggio cambia radicalmente. Le zanzare sono scomparse e il mare addolcisce il clima regalando temperature eccezionali, considerata la latitudine: ben 26°.La nostra strada adesso prosegue in direzione sud, verso Narvik. Nei pressi del villaggio di Brandvoll una sosta è d’obbligo: il Bardu Bygdetum, museo folkloristico situato in alcuni edifici del primo ‘800. Alcune alte colline conducono tra boschi di betulle e stretti fiordi alla città di Narvik, importantissimo porto della Norvegia settentrionale. Il centro nevralgico della cittadina è la ferrovia della Lapponia, utilizzata soprattutto per il trasporto del ferro delle miniere svedesi di Kiruna e Gallivare. A Narvik si incontra gente straniera per le strade, essendo il punto di arrivo delle ferrovie europee. Molti giovani si spingono in treno fin quassù alla ricerca di atmosfere inconsuete. La strada numero 98, aperta nel 1984, collega Narvik a Kiruna: 170 chilometri asfaltati, attraverso le più celebri stazioni sciistiche del nord della Svezia. Riksgransen, a 520 metri di quota, è un grande centro turistico sul confine norvegese in una regione di laghi e monti solenni. Bjorklinden (440 m) è un’altra cittadina con notevoli impianti di risalita; infine Abisko (390 m), importante località turistica al centro del parco nazionale, sulle rive del grande lago Torne Trask, lungo 70 chilometri e profondo 170 metri. Da Abisko prende il via il famoso Kungsleden, la pista reale, un percorso escursionistico molto praticato dagli svedesi lungo centinaia di chilometri tra montagne e tundra, con passaggi di media difficoltà. Gli ultimi cento chilometri che ci separano da Kiruna si svolgono in piena solitudine artica. A circa 18 chilometri a est di Kiruna è ubicato il villaggio di Jukkasjarvi: una specie di quartier generale lappone, dotato di una moderna scuola e di una casa di riposo per anziani, nonché di una caratteristica chiesa antica. L’attuale struttura risale al 1726 e fu costruita al posto di una più antica del 1611, tra l’altro la seconda eretta in tutta la Lapponia. Nelle grandi ricorrenze religiose e per gli sposalizi i lapponi vi si riuniscono in massa.

La montagna più alta
Il nostro itinerario prevede l’attraversamento della valle Ladtjovagge e la salita al monte Kebnekaise (2.117 metri, il più alto della Lapponia). La valle Ladtjovagge è interamente percorsa da un facile e pianeggiante sentiero lungo circa 35 chilometri che ha inizio dal villaggio di Nikkaluokta, a 65 chilometri di strada asfaltata da Kiruna. Dal villaggio, oltrepassata la struttura di un grande rifugio, si segue una larga traccia che prosegue a ovest e attraversa una fitta boscaglia di betulle nane. Si continua superando un ponte sul torrente Cievrrajohka e numerosi tratti paludosi attrezzati con alcune passerelle in legno, per giungere dopo circa un’ora e mezza di cammino sulle placide rive del lago Laddjujavri. La vallata è percorsa da numerosi escursionisti scandinavi, tutti rigorosamente attrezzati con stivaloni di gomma e zaini mastodontici, tenda e vettovaglie. Molte le donne sole o con bambini che marciano sorridenti. Il tracciato che costeggia il lago porta in un’ora di cammino nel mezzo di altre aree paludose ben attrezzate con passerelle; in alternativa, un servizio di battello a pagamento consente di evitare quest’ora di marcia.
Mentre il bosco di betulle diventa progressivamente più rado, inizia a profilarsi da lontano il grande edificio in legno del rifugio Kebnekaise, tra i più attrezzati della Svezia. Ora il sentiero sale leggermente di quota accanto a un torrente. Superato un tratto di falsopiano e un ponte sull’impetuoso corso d’acqua, si arriva al rifugio, situato a 690 metri e provvisto di 160 posti letto.
La cima del Kebnekaise è costituita da due punte quasi gemelle, Nordtoppen (2.097 m) e Südtoppen (2.117 m). A queste latitudini l’ambiente non ha nulla da invidiare a quello delle nostre Alpi alle quote più elevate. La via di salita richiede da sette a otto ore di cammino tra andata e ritorno, con partenza dal rifugio. Si procede su un tracciato ben marcato che non presenta difficoltà (sia tecniche che di orientamento), anche se costringe a un lungo e faticoso saliscendi. Forse più interessante e divertente è la via diretta, dove però maggiori inconvenienti si possono incontrare sulle rocce e sul ghiaccio. Le due cime sono collegate da un’aerea cornice nevosa che si è tentati di percorrere, ma conviene accontentarsi di restare sulla Südtoppen, la più alta. Da qui, in condizioni climatiche favorevoli, il panorama che si gode è veramente eccezionale: il selvaggio complesso montuoso delle Alpi scandinave si mostra in tutta la sua grandiosità.

PleinAir 371 – giugno 2003

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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