Il sole di Avallon

A metà strada fra Torino e Parigi, la Borgogna è una delle regioni francesi più note - merito soprattutto dei suoi ottimi vini - e, al tempo stesso, infaticabile nel proporre al turista mete storiche e naturalistiche, attività di scoperta del territorio, suggestioni romanzesche, approdi pleinair sicuri e accoglienti praticamente ad ogni angolo.

Indice dell'itinerario

Adorna d’opere d’artisti incantati, riposa, infine, sotto cieli stellati… . Gli amanti della suspence avranno riconosciuto la citazione dal famoso film sul mistero di Leonardo e del Priorato di Sion. Il successo de Il Codice da Vinci ha rinfocolato la devozione a Maria Maddalena in Italia e in Europa: basti pensare che Roselin Chapel, nel nord dell’Inghilterra, è divenuta meta di pellegrinaggio, e molti credenti della nuova fede nella paladina dei deboli e degli oppressi partono verso la Gran Bretagna alla ricerca del Santo Graal, inteso non come il sangue di Cristo bensì come la sua discendenza generata dall’unione tra Gesù e la Maddalena. Ma a ben vedere, dovrebbero dirigersi verso un’altra meta. Non Parigi, sotto il Louvre, come vuole la trama del romanzo, ma la Borgogna: a Vézelay, nel cuore della famosa regione vinicola francese, si conserva infatti una reliquia della santa.
In tutta la Francia il credo popolare ha sempre dedicato un’attenzione particolare alle protagoniste femminili, forse per l’importanza che avevano tra i Galli e i Celti i culti della Dea Madre, poi confluiti nella devozione alla Vergine e alle sante. Non a caso la zona dove è conservata la reliquia fa capo alla città di Avallon, divenuta famosa per un altro romanzo legato alla magia e alla religione del sacro femminile: è la Sacerdotessa Madre, protetta da Le Nebbie di Avallon a guidare la Fata Morgana contro il dominio maschile di Merlino. E probabilmente non a caso è una donna la patrona nazionale, la santa guerriera Giovanna d’Arco.
Dopo la visita di Vézelay, è facile che ci si ritrovi a cercare le paladine del femminino sacro ogni volta che si entra in una chiesa. Bella e giovane, con i lunghi capelli rossi sciolti sulle spalle e spesso il seno scoperto, sempre a fianco di Gesù e non di rado tenendolo per mano, si trova la Maddalena, erede di una remota Dea Madre. La figura in lunghe vesti, velata, spesso in ginocchio, dietro o sotto a Cristo è la Vergine, immagine del potere femminile sottomesso, del passaggio della forza creatrice al Dio maschile su un corpo intoccato e ubbidiente. La Pulzella d’Orléans ha invece i capelli corti, il corpetto da soldato, la spada e la bilancia, come un’Atena moderna.
Andando a caccia di nuovi indizi sulla veridicità del Codice scopriremo intanto il romanico francese, quell’arte tanto diversa sia dal nostro stile più pacato che dalla Francia gotica a cui siamo maggiormente abituati. Forse anche per effetto del vino, che qui in Borgogna scorre come acqua, ci si ritrova immersi in un bestiario spaventoso e magnifico che rappresenta una religiosità più primordiale, fatta di demoni, diavoli, immagini di idoli e divinità a più teste, occhi o braccia che sembrano arrivate direttamente dall’Oriente. Un simbolismo tutto da scoprire e che non si può escludere nasconda nuove, inedite tracce sul destino del Sang Real. Persino i più scettici o i più ortodossi dovranno rassegnarsi: anche il dolce tipico di queste parti, che si trova in ogni boulangerie e pâtisserie, è la madeleine!

A zonzo con il v.r
Racchiusa fra la valle della Loira e le ultime colline che anticipano le Alpi, la Borgogna è una delle più ampie regioni francesi, facile da raggiungere e da visitare perché è attraversata dall’autostrada A6 Parigi-Lione. Dall’uscita di Nitry si arriva subito sulle colline coperte di vigneti dello chablis, uno dei nettari che hanno reso famosa la Borgogna nei secoli: ma è solo una delle innumerevoli varietà enologiche di una terra che ha fatto del vino il suo simbolo.
Seguendo per una decina di chilometri una bella stradina di campagna, la D49, si arriva a Noyers, dal bel centro storico medioevale con tipiche case a graticcio. Considerato uno dei più bei borghi di Francia, ha un castello e una chiesa gotica un po’ malmessa; la cosa più interessante sono le statue lignee, poste a ogni angolo e sotto ogni balcone, e la cura nelle insegne o negli arredi delle finestre. In paese ci sono un campeggio e poco lontano, subito prima del ponte, un parcheggio alberato, ma tanta disponibilità non è cosa rara nella nazione estera più amata dai turisti itineranti di casa nostra. Da qui a una trentina di chilometri in direzione di Dijon, prendendo la D956 e poi la D905, sorge l’abbazia di Fontenay, uno degli esempi meglio conservati di architettura cistercense. Da Nitry la D32 va ad immettersi nella N6, che risaliamo brevemente verso Auxerre incontrando le grotte di Saint Moré e d’Arcy, un incanto sotterraneo scavato dal fiume Cure con laghetti e sale coperte di concrezioni brillanti. Queste caverne furono abitate in epoca preistorica e conservano il miglior patrimonio del Paleolitico Medio e Superiore di Francia, con bellissime pitture d’ocra rossa risalenti a circa 32.000 anni fa. Per stradine secondarie (in buono stato, ma fate attenzione se avete un veicolo particolarmente largo) da Arcy-sur-Cure, altro grazioso villaggio medioevale, si va a prendere la D950 fino a Mailly-le-Château, borgo fortificato a ridosso di un’alta falesia affacciata su un’ansa della Yonne e del parallelo Canal du Nivernais. Sul canale stesso, verso un camping, c’è un parcheggio con possibilità di pernottamento. Chi viaggia con un piccolo natante al seguito potrà navigare intorno a un’isoletta che ospita un’oasi di protezione ambientale, piccolo paradiso per gli uccelli acquatici.
Poco più a sud, imboccando la Route de Saussois, si incontra il sito delle Rochers du Saussois, di fronte al paesino di Merry-sur-Yonne. Lungo la strada si incontrano un noleggio di houseboat, canoe e mountain bike, e le falesie del circondario offrono alcune godibili arrampicata di varie difficoltà. Volendo, anche si può pernottare con il camper nel tranquillo parcheggio lungo il fiume, sul lato delle rocce.
Tornati a riprendere la N6 (anche attraverso Châtel-Censoir, la D21 e Montillot) ci portiamo ad Avallon, il comune principale della zona. Seguendo le indicazioni “Centre Ville” si incontra di fronte alle Poste e subito prima del centro storico un ampio parcheggio in cui è possibile pernottare (chiuso il sabato mattina per mercato). Durante l’estate, rivolgendosi all’ufficio turistico si possono prenotare visite con guide in costume che vi accompagneranno alla Tour de l’Horloge, alla collegiale di Saint-Lazare del XII secolo, alla chiesa di Sant-Pierre e alla Salle de la Fabrique. Il museo civico, ad ingresso gratuito, contiene una serie di reperti archeologici e una collezione di dipinti del XIX secolo.
Splendido borgo in pietra che guarda la valle del Cure e i boschi del Morvan, Vézelay ha il suo monumento più prezioso nella basilica di Sainte-Madeleine la cui reliquia è conservata nella cripta. Molto coinvolgente il pellegrinaggio dei fedeli il 22 luglio, ma anche le funzioni giornaliere, officiate dalla Fraternità Monastica di Gerusalemme, hanno un’atmosfera speciale. Dalla Colline Éternelle si gode un magnifico panorama sulle vigne che producono ottimi vini bianchi e rossi, in vendita nelle numerose enoteche e botteghe del centro. Un parcheggio a pagamento si trova prima dell’ingresso nel paese.
Scendendo lungo la D958 entriamo nel Parc Naturel Regional du Morvan, che attraverseremo in direzione sud lasciando le vette più alte alla nostra sinistra. Non c’è che l’imbarazzo della scelta fra escursioni a cavallo, in bicicletta o a piedi tra le verdi colline, dove le amministrazioni locali si preoccupano addirittura di seminare interi prati a fiori di campo. Come recitano i cartelli, le zone sono state sottratte all’agricoltura intensiva per deliziare gli occhi e per garantire il mantenimento della biodiversità di erbe e farfalle . E – cosa davvero singolare – chiunque può entrare nei pascoli a raccogliere il suo mazzo di fiordalisi e margherite.
Il parco è anche la patria del turismo fluviale sui canali minori, e del resto tutta la Borgogna, con i suoi 1.200 chilometri di fiumi, è luogo d’elezione per le vacanze in houseboat, le escursioni in canoa, il rafting e l’hydrospeed. Appena lasciata Vézelay sulla D958 si incontra il piccolo borgo di Saint Père, dove è possibile affittare canoe, e in questa zona c’è anche un campo avventura dove sperimentare il brivido di una passeggiata sul ponte tibetano o di una discesa sulla zip-line. Nel paesino ci accolgono una cantina di buon livello, l’immancabile chiesa dedicata a Notre Dame, questa volta in stile gotico, e un sito archeologico gallo-romano, le terme di Les Fontaines Salées. Poco più avanti, a Pierre-Perthuis, con una strada stretta e difficile da trovare si arriva alla Roche Perchée, la “roccia bucata”: la fatica di scovare le indicazioni è premiata dal bel ponte sul Cure e da una bellissima e panoramica area picnic, ideale per la sosta anche notturna. Bazoches è invece considerato uno dei castelli più rappresentativi della regione: risalente al XII secolo, nel 1675 venne radicalmente trasformato dal Vauban, lo stratega militare del Re Sole. Il parcheggio è sotto il paese oppure proprio di fronte al castello.
Imboccando la strada secondaria D42 si arriva a Lormes dove sono ben segnalate le Gorges de Narvau, con una piccola cascata creata da un bacino artificiale, raggiungibile a piedi dopo aver lasciato il mezzo in paese prima della salita. Da qui la D944 si addentra nel parco del Morvan, arrivando a costeggiare con una variante la diga di Pannecière-Chaumard. Sulle rive del lago formatosi in seguito allo sbarramento della Yonne ci sono numerose possibilità di sosta e non mancano i noleggi di pattini, pedalò e canoe, mentre chi ama pescare può acquistare un permesso stagionale negli uffici municipali delle principali località dei dintorni.

Château-Chinon-Campagne
è considerato la piccola capitale del parco, e da qui partono numerose strade che risalgono le dolci montagne circostanti. Nel centro della cittadina c’è un ampio parcheggio segnalato con scarico gratuito e acqua (ma purtroppo non in ombra). A piedi, salendo oltre il centro storico, si arriva al Musée du Costume, un’interessante collezione con la storia dell’evoluzione degli abiti e bellissimi bozzetti di riviste di moda del XVIII e XIX secolo, con cui la nobiltà si faceva preparare il guardaroba dai sarti. Con un biglietto cumulativo si può visitare anche il Musée du Septennat, curiosa raccolta dei regali ricevuti da François Mitterrand durante la sua presidenza. Dal punto panoramico del Calvaire, raggiungibile solo a piedi salendo oltre i musei, si gode una vista a tutto raggio sul Morvan e sul Bazois.
La D978 si snoda sulle colline a circa 900 metri di quota, con alcuni punti panoramici e un fitto bosco, portandoci ad Autun. In pietra rosa e bruna, disposto ad anfiteatro con le case che scendono a cascata dalla rocca, il centro storico si stende nella valle dell’Arroux subito fuori dal parco. Nella cattedrale di Saint-Lazare, dal tetto in tegole smaltate, si trovano la copia di una celebre scultura che riproduce Eva sdraiata nel bosco dell’Eden con il serpente tentatore (l’originale si trova al museo) e un’immagine di Cristo con la Maddalena. Il timpano romanico e il capitello sul Giudizio Universale sono uno dei capolavori dell’architettura ecclesiale. Fuori città le indicazioni conducono al tempio di Janus, il dio bifronte Giano, in realtà poco più che una rovina ma provvisto di un parcheggio utile per una passeggiata verso il centro, mentre un’altra possibile sosta è di fronte all’Hôtel de Ville.
Sulla D973 per Nolay, da non perdere la deviazione per il castello di Sully. Costruito fra il XII secolo e il Rinascimento, ha un bellissimo parco con un canale che protegge l’edificio principale, più volte rimaneggiato sino al XVII secolo, e un’ampia zona ancora conservata con gli orti, l’Orangerie e la corte per la vita nobiliare quotidiana.
Arrivati a Nolay, una strada stretta e faticosa in direzione di Vauchignon conduce al Cirque du Boit du Mond, bellissima cascata con noleggio pony per i bambini e un comodo parcheggio, anche per la notte. Sull’angusto percorso, poco prima di Cormot, si trovano falesie di arrampicata ben indicate, raggiungibili solo a piedi. Di nuovo sulla D973 per Beaune, che visiteremo più avanti, si incontra il feudo di La Rochepot, un bel castello con cupole a punta e tegole smaltate colorate (per la visita bussare tre volte al battente del portone rosso). Tornati a Nolay, si prende la D1 verso Couches deviando per il villaggio di Saint Sermin du Plain: seguendo le indicazioni per Mont Rome Château si arriverà sulla cima di una montagnola con bellissimo panorama, dove pernottare indisturbati.
A Couches, nonostante il difficile parcheggio sulla strada dove possono trovare spazio solo pochi camper, consigliamo di non mancare la visita al castello di Marguerite de Bourgogne, un altro edificio con bei tetti colorati e soprattutto con una pregevole cantina.
Da Couches seguiamo la D978 fino a Chalon-sur-Saône, con il centro storico dominato dall’imponente cattedrale a doppio campanile ancora prepotentemente romanica, circondata da casette a graticcio, che conserva un capitello con Cristo e la Maddalena vicino all’altare. La città ha dato i natali a Nicéphore Niépce che fu inventore, tra le varie cose, della fotografia: un emozionante museo con la prima macchina fotografica della storia ne ricorda l’esperienza. Seguendo le indicazioni per Ville Historique c’è un ampio parcheggio a pagamento.
Dopo tanto girovagare per strade e stradine minori, l’autostrada A6 ci porta rapidamente a Beaune, capitale del vino di Borgogna che viene festeggiato con un’asta rinomata ogni terza domenica di novembre. Oltre al pregiato nettare è nota per l’Hôtel Dieu, capofila delle costruzioni con tetti coperti da tegole smaltate variopinte, che da questo borgo si diffusero in tutta la zona. L’antico ospedale della città fu fatto edificare a metà del ‘400 da Nicolas Rolin, cancelliere del duca Filippo il Buono, che ne affidò la realizzazione ad alcuni architetti provenienti dalle terre fiamminghe appena conquistate: all’interno conserva interessanti ricostruzioni dei metodi di cura medioevali, una bella farmacia e, in una sala sapientemente illuminata, il polittico del Giudizio Universale di Rogier van der Weyden. Un parcheggio a pagamento si trova subito dietro il centro storico.
Ed eccoci a concludere il nostro giro nel capoluogo della Borgogna, Dijon, ovvero Digione. Questa città dall’animatissima vita culturale racchiude nel centro storico i mutevoli stili dell’architettura locale, e non si rischia certo di perdere l’imponente Palais des Ducs et des États de Bourgogne, del XVII secolo: sede degli Stati Generali della Borgogna, presenta una scalinata considerata un capolavoro dell’arte borgognona e una serie di elegantissime sale. Qui sono conservati anche i sarcofagi di Filippo l’Ardito e Giovanni Senza Paura, due dei quattro nobili che nel XIV e XV secolo ingrandirono i confini della Borgogna sino al Belgio, all’Olanda e al Lussemburgo: coperti di damaschi e protetti da angeli dalle ali dorate, riposano nel lusso e nella gloria dei posteri. Alle spalle del palazzo è la chiesa gotica di Notre Dame, del XIII secolo, sul cui angolo esterno si trova una civetta in pietra che, tradizione vuole, va accarezzata sulla testa perché porti fortuna. La sosta diurna è possibile lungo le vie cittadine, ma sono più spaziosi i posteggi sotto la chiesa di San Sebastian e quelli di fronte all’ufficio turistico, presso la stazione ferroviaria. Per la notte, a meno di non puntare verso il campeggio sul lago di Kir, consigliamo di prendere per Corcelles-les-Monts e il Parc Naturel de la Combe à La Serpent, dove c’è un bel parcheggio fresco e ombreggiato, mentre nella vicina Marsannay c’è un camper service segnalato con scarico e acqua gratuiti. Da qui, se non ci si vuole attardare sui colli di Borgogna, sarà facile continuare sulle grandi direttrici stradali verso casa o per raggiungere altre mete della Francia.

PleinAir 428 – marzo 2008

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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