Il salotto di Venezia

Meta di pace e di benessere, Udine accomuna alle parentele storiche con la Serenissima la tradizionale ospitalità friulana. L'atmosfera e il mercatino di Natale le donano un fascino in più.

Indice dell'itinerario

Elegante, raffinata, Udine ha radici remote. Dal primo documento ufficiale, che attestò la cessione del Castello dall’imperatore Ottone II al Patriarca d’Aquileia, sono passati ben 1019 anni. Gli archeologi, invece, pensano che già nel secondo millennio avanti Cristo, nel luogo in cui oggi si trova il capoluogo friulano, sorgesse un centro abitato. La ricchezza e lo sviluppo urbanistico della città iniziò quando Udine divenne capitale del Patriarcato friulano e continuò dopo il 1420 con la Repubblica Veneta. Durante il dominio della Serenissima, la città cambiò volto, sviluppò le attività commerciali, si aprì a nuove correnti culturali, cambiò l’assetto urbanistico. L’impronta veneziana è evidente, soprattutto nelle architetture del bel centro storico. Udine ha in sé il fascino della storia, ha ritmi tipici più dei paesi che delle città, ma anche la vivacità dei centri universitari. E’ un’oasi di tranquillità, una città a misura d’uomo, da scoprire in bicicletta o a piedi, passeggiando sotto i portici, da una piazzetta all’altra, da un mercato a una galleria d’arte. Cuore pulsante del capoluogo friulano è la deliziosa Piazza della Libertà, giustamente ritenuta “la più bella piazza veneziana di terraferma”. E’ il salotto buono, il luogo d’incontro serale, il miglior punto di partenza per la visita della città. Qui si trovano alcuni dei monumenti più rappresentativi, chiaramente legati alla Serenissima Repubblica, che governò fino alla fine del ‘700. Di pietra rosa e bianca è il gotico Palazzo della Loggia, costruito su progetto dell’orafo udinese Nicolò Lionello. Sul lato opposto della piazza si trova la Loggia di San Giovanni con lo scenografico porticato composto da 14 archi e da un arco trionfale centrale che dà accesso all’omonima cappella. E poi ci sono la fontana del XVI secolo progettata da Giovanni da Carrara, la colonna con il leone alato di San Marco, la colonna della Giustizia, la statua della Pace e le statue di Ercole e Caco, chiamate dai friulani Floreàn e Venturin. A dominare su tutto e su tutti la Torre dell’Orologio, con i due mori bronzei fusi su un modello di Vincenzo Lucardi.
Da Piazza della Libertà conviene risalire al Castello, uno dei più celebri monumenti del capoluogo friulano. Oltrepassato l’Arco Bollani, sormontato dal leone marciano, si continua per un viottolo fiancheggiato da un bel porticato gotico, voluto nella seconda metà del Quattrocento dal luogotenente veneto Tommaso Lippomano. Il Castello, ricostruito dopo il terremoto del 1511, si presenta come un solenne palazzo dai tratti rinascimentali; sorge sulla sommità di un panoramico colle d’origine morenica, che la leggenda vuole eretto con la terra trasportata dagli Unni per permettere ad Attila di assistere all’incendio di Aquileia.

Il maniero ospita il Museo Archeologico, con reperti dalla preistoria al Medioevo e la Galleria d’Arte Antica con opere friulane dal Trecento all’Ottocento. Da non perdere il Gabinetto Numismatico che comprende oltre 60.000 tra medaglie e monete, anche d’epoca romana, e il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe.
Al lato del castello si trova la chiesa di Santa Maria del Castello, la più antica chiesa di Udine caratterizzata da un’elegante facciata rinascimentale e da un campanile sulla cui cuspide troneggia la statua dell’Arcangelo Gabriele. Risaliti sul colle si ha un’impareggiabile vista sulla città, sulle montagne e sulla pianura slovena. Sul limite settentrionale del colle si trova la Casa della Contadinanza, ricostruita nella prima metà del secolo scorso, sulla base di quella esistente tra Via Rauscedo e Via Vittorio Veneto. Un tempo ospitava i rappresentanti del Contado incaricati di tutelare gli interessi dei contadini, oggi è una tipica osteria. Una sosta è d’obbligo, per riposare e bere un buon calice, che qui chiamano tajut. Il Friuli è terra di vini generosi, un tempo smerciati anche nell’attuale Piazza della Libertà, che in passato portava il nome di Piazza del Vino. Nella vicina zona del Collio si producono bianchi eccellenti: il Riesling, il Sauvignon, il Ribolla giallo e lo Chardonnay.
Costosissimo è il Picolit, un vino ricavato da uve passite, di colore giallo paglierino, dal profumo che ricorda quello dei fiori di campo. E’ un vino nobile, “da meditazione” secondo Luigi Veronelli, da gustare a piccoli sorsi fuori pasto. Ottimi anche i rossi: il Merlot, il Cabernet Sauvignon e il Pinot Nero.
Oltre al buon vino, alla Casa della Contadinanza si possono assaggiare anche i prodotti regionali, come il superbo prosciutto di San Daniele, i formaggi e il frico. Croccante o morbido, con le mele o con il rosmarino, di questa gustosa pietanza fatta con Montasio stagionato ne esistono ben trenta versioni, tutte scrupolosamente raccolte nel volume Frico e… di Germano Pontoni e Giorgio Busdon. Si prepara in casa, si serve nei ristoranti e in alcune delle poche autentiche osterie rimaste a Udine. “La scomparsa delle osterie è un dato indiscutibile, ma sicuramente va aggregato alla perdita dei valori culturali che si legavano all’osteria e all’innato senso friulano dell’ospitalità. E’ scomparso lo spirito dei padri…” rilevò Mario Caliz. A tutela del patrimonio culturale e umano delle osterie friulane si è costituito un comitato, che ha come scopo la salvaguardia dell’osteria “…intesa come luogo di civile convivenza”, recita il secondo articolo dello statuto. Rinfrancati da un paio di tajut conviene riprendere la visita della città che, nonostante guerre e terremoti, ancora conserva tesori stupendi. Il trecentesco duomo è un imponente edificio gotico, a croce latina, eretto nell’area dove un tempo sorgeva la chiesa di Sant’Odorico. All’interno, in stile barocco, sono custodite preziose opere d’arte, anche del Tiepolo: Gli angeli musicanti, Il sacrificio d’Isacco e Il sogno di Giacobbe. Di fronte all’ingresso laterale del duomo si trova il settecentesco Oratorio della Purità, impreziosito da un altro capolavoro del Tiepolo, L’Assunta. Dello stesso autore è il ciclo di affreschi del Palazzo Arcivescovile, sede del Museo Diocesano, in Piazza del Patriarcato. Sono veramente eccezionali; il maestro usò “…colori puri serrati in campiture precise su cui la luce di mezzogiorno scivola gioiosa animando anche le ombre… uno dei massimi raggiungimenti della sua parabola stilistica” notò Rizzi. Notevole è la biblioteca voluta dal patriarca Delfino; aperta al pubblico fin dal 1711, contiene più di diecimila volumi, tra cui duecento incunaboli, qualche centinaio di cinquecentine, codici manoscritti e moltissime edizioni rare del Seicento e Settecento. La visita della città può continuare in Piazza Matteotti, detta anche San Giacomo o delle Erbe, prima vera piazza di Udine; ogni prima domenica del mese ospita un vivace mercatino dell’antiquariato. Per lo shopping conviene recarsi in Via Mercato Vecchio, fiancheggiata da portici, o al tradizionale appuntamento con il mercatino di Natale. Promosso dalla Camera di Commercio e dall’amministrazione comunale, si tiene nella splendida cornice di Piazza della Libertà; parteciperanno numerose aziende, metà delle quali udinesi, le rimanenti di altre province, ma anche austriache e carinziane. Insieme a manufatti dell’artigianato friulano, sono esposti oggetti e prodotti in sintonia con lo spirito dell’evento.

PleinAir 365 – dicembre 2002

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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