Il Rosso dei Grigioni

Da Tirano a Saint Moritz, lungo una strada ferrata che è un miracolo di ingegneria, viaggia il trenino più famoso delle Alpi: potenti motrici scalano in ogni stagione le erte pendici montane affacciate sulla Val Poschiavo, trainando le comode carrozze panoramiche del Bernina Express.

Indice dell'itinerario

Risalendo la statale 38 oltre Sondrio, l’alto corso dell’Adda sfiora il confine tra Italia e Svizzera a Tirano. Siamo nel cuore della Valtellina, allo sbocco della valle elvetica di Poschiavo: in questo importante crocevia di popoli e culture ancora oggi si respira l’atmosfera sospesa dei luoghi di frontiera, e basta percorrere poco più di un chilometro per ritrovarsi nel Graubünden – il grande cantone dei Grigioni – dove si parlano tedesco, italiano e romancio, la lingua costituita dal gruppo dei dialetti ladini di quest’angolo delle Alpi.
Ma Tirano deve la sua fama anche al fatto di essere il capolinea meridionale di una delle più celebri ferrovie europee: la Rhätische Bahn o, più confidenzialmente, il Trenino Rosso del Bernina che da qui si addentra sulle montagne fino a Saint Moritz, nell’Alta Engadina. L’idea di realizzare una strada ferrata per collegare le località principali della zona e incrementare l’attività turistica era nata già a fine ‘800, e nel 1902 vide una prima fase con l’apertura della Sondrio-Tirano; nel 1905 fu creata la società per azioni Ferrovia del Bernina, con lo scopo di proseguire la linea collegando alla rete europea le località della Svizzera, e per sondare il gradimento degli abitanti fu indetto addirittura un referendum tra i cittadini di Brusio, Poschiavo, Pontresina e Saint Moritz. La stragrande maggioranza votò a favore del progetto: il 1° maggio 1906 iniziarono i lavori, terminati nel 1910. Da allora il Bernina Express parte ogni giorno da Tirano, a quota 429, per salire fino ai 2.253 metri del Passo Bernina e poi ridiscendere ai 1.775 della stazione di Saint Moritz, dopo aver percorso 60 chilometri e superato tratti con pendenze del 70 per mille (tra i più ripidi del mondo per ferrovie senza cremagliera): un autentico capolavoro d’ingegneria e, soprattutto, uno splendido itinerario in un contesto paesaggistico di bellezza straordinaria. Con la Prima Guerra Mondiale iniziò un lungo periodo di crisi risoltosi solo nel 1942 quando la linea entrò a far parte della Ferrovia Retica (dall’antica provincia romana chiamata Raetia), l’azienda dei Grigioni che gestisce l’intero traffico locale dei treni, tutti a scartamento ridotto per meglio adattarsi ai difficili terreni di montagna.
Oggi, nell’epoca dell’alta velocità, il Trenino Rosso offre il piacere di un viaggio al ritmo d’altri tempi – ci vogliono quasi due ore e mezzo da Tirano a Saint Moritz – a bordo di moderne e confortevoli carrozze di cui alcune panoramiche, aperte d’estate, chiuse e dotate di ampie vetrate d’inverno. Così ogni anno decine di migliaia di turisti, escursionisti, sciatori e appassionati di mountain bike, anche con bici al seguito, trovano nel Bernina Express una comoda e piacevolissima alternativa ai percorsi stradali per raggiungere le varie località montane. Un’esperienza entusiasmante in tutte le stagioni, ma di particolare fascino in quella invernale con valli e montagne ammantate di bianco: le motrici sono attrezzate per farsi strada anche dopo abbondanti nevicate, e in casi eccezionali si ricorre a uno speciale spartineve a vapore del 1913, molto potente e tuttora funzionante, oppure al personale addetto che opera anche di notte. Sempre durante l’inverno è in funzione anche il cosiddetto Trenino della Neve, utilizzato da chi è diretto sulle piste del Bernina o sugli anelli di fondo del comprensorio di Saint Moritz.

Dalla Valtellina all’Engadina
Lasciata la stazione di Tirano, il treno attraversa la piazza con l’omonima basilica dedicata alla Madonna e passa tra le case del paese, quindi comincia a salire verso la vicina Campocologno, già in territorio svizzero.
In prossimità di Brusio si incontra uno spettacolare viadotto circolare che compie una svolta a 360° superando un dislivello di 30 metri, per poi continuare costeggiando il lago di Poschiavo (900 m) con le stazioni di Miralago e Le Prese.Dopo Poschiavo (1.014 m), centro principale dell’omonima valle, si sale fra tornanti e gallerie raggiungendo Alp Grüm (2.091 m) per poi arrampicarsi nell’ultimo tratto fino al valico dell’Ospizio Bernina (2.253 m), la più alta stazione svizzera per ferrovie senza cremagliera. Al cospetto delle nevi eterne del massiccio il treno costeggia i laghi Bianco, Nero e Piccolo – tutti ghiacciati nella stagione fredda – e inizia la discesa lungo la valle del Bernina passando per le stazioni sciistiche di Lagalb e Diavolezza.
Dopo Morteratsch (1.896 m), da dove in estate una facile passeggiata permette di raggiungere l’omonimo ghiacciaio, la corsa prosegue toccando Pontresina e arriva alla stazione di Saint Moritz (1.775 m), perla dell’Alta Engadina e famosissimo centro turistico invernale. Sorta nella metà dell’800, questa elegante cittadina affacciata sul lago che porta il suo stesso nome ha ospitato, nel 1928 e nel 1948, i Giochi Olimpici invernali. Nota per il suo clima particolarmente favorevole (con una media di 322 giorni di sole all’anno), è il più vasto comprensorio elvetico per gli sport invernali, con 350 chilometri di piste per lo sci alpino e ben 180 di tracciati per il fondo che si snodano sui laghi ghiacciati e sulle valli laterali comprendendo località come Maloja, Silvaplana, Celerina, Samedan, Zernez e Pontresina; in quest’ultima, come pure a Saint Moritz, sono in funzione anche piste notturne. Imperdibile l’appuntamento, nel mese di marzo, con la Engadin Skimarathon, celebre gara internazionale di fondo che vede migliaia di partecipanti impegnati sulla classica distanza di 42 chilometri, da Maloja a Zuoz/S-chanf. Se non bastasse, gli appassionati di trekking hanno a disposizione 150 chilometri di sentieri anch’essi fruibili d’inverno, oltre a diversi itinerari da percorrere con le racchette da neve (anche in compagnia delle guide). Scesi dal treno, non si deve far altro che attraversare il ponte sulla strada e, dopo pochi metri, calzare gli sci da fondo o inoltrarsi a piedi sui tracciati battuti. Ma Saint Moritz, ovviamente, non è solo questo, e nei suoi due nuclei – il centro o Dorf sul versante nord del lago e la zona termale o Bad adagiata in basso sulla riva occidentale – offre molti altri motivi d’interesse. Salendo dalla stazione si percorre Via Serlas fino al Post Hotel dove una piccola scorciatoia sulla destra, Via Vout, porta su Via Maistra; quindi si prosegue in salita e si raggiunge Plazza Mauritius, isola pedonale nel cuore della città vecchia, dove si trovano la Rathaus e l’ufficio turistico. Sulla piazza, accanto alla quale spicca il campanile della parrocchiale protestante, c’è la fontana di Maurizio del 1910, dedicata alla memoria del legionario romano divenuto protettore della città. Continuando su Via Maistra s’incontra il rinomato Hotel Kulm, di fronte al quale si nota la scultura in bronzo a grandezza naturale del Corridore del Cresta, opera di David Wynne degli anni Ottanta. Da qui una scalinata conduce alla torre pendente del XIII secolo che faceva parte della chiesa di Saint Mauritius, demolita nel 1890 proprio perché l’inclinazione del campanile ne influenzava la stabilità. Tornando indietro sulla Via Maistra, si devia a destra per la Plazza da Scoula con la scuola vecchia e la biblioteca pubblica, nei pressi della funicolare che porta agli impianti sciistici di Chantarella e Monte Corviglia. Da qui si può riprendere il cammino verso la stazione (in tutto avremo impegnato due o tre ore) oppure scendere per Via Somplaz e visitare il Museo Segantini, importante raccolta di dipinti del grande pittore trentino dell’800, che trascorse qui gli ultimi cinque anni della sua vita. Un sentiero nelle vicinanze conduce al sottostante Museo Engadinese, in Via dal Baign, dove sono rappresentati i tipici ambienti dell’Engadina dei secoli scorsi. Continuando a scendere si arriva a Saint Moritz Bad, con la chiesa cattolica di Saint Karl e gli impianti termali (le cui acque ferruginose sono note fin dai tempi dei Romani), ripiegando infine verso la stazione lungo il lago.
E poi, come ogni giorno, il lento sferragliare del Trenino Rosso che va a Tirano spezza puntuale il silenzio di queste montagne, maestoso palcoscenico di un viaggio che si ripete ormai da quasi un secolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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