Il respiro del vento

Dalla vela agli aquiloni, dalle energie pulite alle esibizioni artistiche e sportive che sfidano la gravità: il Festiventu di Calvi è un appuntamento da non mancare per scoprire uno dei volti più affascinanti della Corsica e non solo.

Indice dell'itinerario

Aria, energia, arte, gioco, potenza, volo, fantasia, natura… Qualsiasi cosa possa avere a che fare con il vento sicuramente la troverete a Calvi, piccolo borgo medioevale del nord della Corsica, una delle zone più ventose del Mediterraneo che non per caso è la sede di Festiventu, una grande manifestazione che si svolge quest’anno dal 29 ottobre al 2 novembre con una madrina d’eccezione come la navigatrice Isabelle Autissier. Per l’occasione si radunano da ogni dove appassionati di tutte le età e delle più varie specialità, a cominciare da vela, windsurf e kitesurf, che si dilettano a effettuare giri di prova su sloop da regata o a testare in mare tavole ultramoderne. Ma non mancano i patiti di aquiloni e mongolfiere, parapendio, ultraleggeri e tutto ciò che consente di realizzare il sogno più antico dell’uomo: volare.
Ed ecco allora esperti e neofiti incontrarsi nei laboratori per costruire gli aquiloni e nelle gare per chi lo mantiene in aria più a lungo; magari ci si può togliere lo sfizio di guardare il mondo dall’alto di una mongolfiera o seguire estasiati le escursioni aree dei deltaplani a motore. Se poi al vento si è sempre associata l’idea del balzo nel vuoto, ecco che gli organizzatori hanno preparato qualche sorpresa per i visitatori. Sulla spiaggia che borda il lungomare della piccola baia, ad esempio, vengono allestiti trampolini acrobatici per ammirare le prodezze degli atleti della nazionale francese di salto – uno sport spettacolare poco conosciuto in Italia ma ben diffuso oltralpe – e azzardare qualche evoluzione. Ci sono persino veri trapezi da circo, montati sulla loro struttura a più di 5 metri d’altezza con tanto di rete e scaletta di corda, dove gli spettatori più coraggiosi possono provare il brivido di un passaggio a quattro mani (ovviamente con cavo di sicurezza e istruttore al seguito). Oppure i tappeti elastici con le funi, con i quali anche i più piccoli possono sperimentare l’emozione di staccarsi dal suolo e giocare nell’aria a testa in su, sfidando la forza di gravità.
All’immagine della potente forza della natura si abbina l’idea di un futuro con l’impiego di una fonte di energia pulita: nell’ampio spazio espositivo del festival non mancano dunque i numerosissimi stand di generatori eolici e altrettanti tavoli e bancarelle sulle risorse non inquinanti, schierando pannelli solari fotovoltaici di tutte le forme e dimensioni, accumulatori di calore e finanche pompe a energia umana, cioè alimentate da normalissime biciclette. Non si tratta però dell’ennesima fiera commerciale, ma del lavoro di moltissimi laboratori di associazioni o università che, sia pure per pochi giorni, trasformano bambini e adulti in provetti scienziati per far scoprire ai profani i segreti delle pile a idrogeno, studiare come elettrificare una casa isolata senza ricorrere alla corrente prodotta con il petrolio, come costruire un impianto eolico o fotovoltaico in miniatura.
Lo spirito del festival, del resto, è provare con mano a toccare il vento e ha uno scopo non solo ricreativo ma anche formativo. Non manca neppure l’arte: a rappresentare le nuvole che danzano con il vento e le foglie sollevate dalla brezza, gli organizzatori hanno chiamato ballerini acrobatici, funamboli, giocolieri, saltimbanchi, equilibristi, trampolieri. Con la musica, ovviamente, a fare da padrona: interpreti di fama e giovani talenti si contendono i tendoni e i palchi lungo le vie dalle prime ore della sera fin quasi allo spuntare dell’alba.
Quindi un festival di gioco, sport ed esperimenti, ma anche di impegno civile e sociale: non solo perché promuove energie compatibili e rispetto della natura e del territorio, ma soprattutto perché in maniera allegra dedica momenti di riflessione ai maggiori problemi di attualità. Nella scorsa edizione, ad esempio, un picnic sulla spiaggia era dedicato alla libertà di stampa: grandi magliette bianche sventolavano al sole a ricordo dei 187 giornalisti uccisi in un anno nello svolgimento del loro lavoro. Quest’anno invece il Festiventu rivolgerà la sua attenzione al dramma dimenticato e silenzioso della violazione dei diritti umani nella spietata guerra in Cecenia, con un incontro con la Federazione Internazionale dei Diritti dell’Uomo, ma anche ai temi dell’economia locale e solidale, alla produzione sostenibile di energia e alla bioarchitettura, alla tutela delle donne e al loro rapporto con l’ambiente. Un’importante sezione sarà dedicata ai reportage dal mondo, come quello intitolato L’incubo di Darwin: un documentario che parte dall’introduzione del pesce persico nelle acque della Tanzania e arriva a parlare di biodiversità, traffico d’armi, sviluppi e traffici internazionali e Aids. Per trascorrere qualche giornata divertendosi e imparando, ma anche per ripartire dalle spiagge della Corsica con un pizzico di consapevolezza in più.

PleinAir 398 – settembre 2005

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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