Il re, lo scienziato e il poliziotto

Con il v.r. e la bici fra laghi, abbazie e oasi naturalistiche intorno a Monaco: mentre il capoluogo si prepara all'Oktoberfest, visitiamo quest'angolo di Baviera sulle tracce di Ludwig II, di Konrad Lorenz... e dell'ispettore Derrick.

Indice dell'itinerario

Per chi non ha il mare vicino casa, come nel sud della Germania, le acque dolci costituiscono l’inevitabile riferimento dei soggiorni balneari: specialmente quando sono più d’uno come accade nella Fünfseeland, la terra dei cinque laghi che si stende a sud-ovest di Monaco di Baviera. Nel capoluogo, durante la breve stagione fra la tarda primavera e l’inizio dell’autunno, al primo raggio di sole i prati dell’Englischer Garten e le sponde dell’Isar si trasformano in affollate spiagge urbane; ma chi può allontanarsi di qualche chilometro sceglie, anche per le brevi permanenze, uno dei bacini dei dintorni. Ovvio che la piena estate sia particolarmente richiesta, ed è per questo che la Fünfseeland si apprezza al suo meglio negli altri mesi: settembre, in particolare, è uno dei più indicati perché le condizioni meteorologiche sono ancora favorevoli e la massa dei turisti locali si è già dispersa per tornare agli impegni quotidiani. Ci si può dunque attardare in una situazione più tranquilla, magari prima o dopo la visita di Monaco in occasione dell’Oktoberfest.

Fünfseeland in camper
I due laghi più grandi, lo Starnbergsee e l’Ammersee, occupano la sede dell’antica lingua di un ghiacciaio (gli sbarramenti morenici ne impedirono lo svuotamento); i più piccoli, e con essi la miriade di laghetti verso est, sono stati generati dal cosiddetto ghiaccio morto , blocchi vaganti rimasti isolati, coperti di ghiaia e poi scioltisi. L’ambiente è caratterizzato da boschi di faggi e di abeti, ma anche da paludi che in più casi sono divenute oasi protette per l’avifauna. Va poi detto che, come tutti i comprensori di vacanza, abbondano seconde case, proprietà private, hotel e ristoranti che sbarrano l’accesso alle rive: chi si serve dei campeggi non incontra problemi, visto che le strutture sono numerose e ben distribuite, mentre la ricerca delle soste libere richiede un po’ di pazienza fino a cogliere il prezioso angolino lasciato libero anche ai camper. A questo punto, messe a terra le bici che avremo portato con noi (ma se ne trovano anche a noleggio), non resta che procedere all’escursione servendosi dell’immancabile pista ciclabile, lungo la quale gli unici ostacoli saranno qualche salita o una breve deviazione sulla viabilità normale, peraltro poco trafficata.
Nell’organizzare l’itinerario, viene subito fuori un piccolo mistero. A contarli sulla mappa, i laghi sembrerebbero infatti quattro: i citati Starnbergsee e Ammersee, il Pilsensee e il Wörthsee. Qual è il quinto, nella miriade di specchi d’acqua che si incontrano nella zona? Forse l’Ostersee, subito a sud dello Starnberg. Se però arriviamo dall’Italia via Innsbruck percorrendo non l’autostrada di Rosenheim bensì la suggestiva (e oltretutto più breve) strada di montagna diretta a Garmisch-Partenkirchen, tirando dritti per Monaco al primo bivio dopo Mittenwald, improvvisamente oltre i tornanti nel bosco la vista si apre sul Walchensee, che accoglie il v.r. in un bel parcheggio a filo d’acqua.
Proseguendo si lascia sulla sinistra un altro laghetto, il Kochelsee, per poi veder apparire più avanti in fondo a un prato, con i suoi campanili a cipolla, il monastero di Benediktbeuern, complesso barocco alla cui chiesa dal sontuoso interno si affianca il Maierhof, edificio settecentesco considerato all’epoca un esempio di centro agricolo monastico: oggi i salesiani vi hanno creato un centro di formazione religiosa e scientifica, che dal 2001 si avvale di una centrale elettrica autonoma alimentata da fonti di energia alternative.
Giunti a Penzberg si seguono le indicazioni per Starnberg e, sfiorato l’Ostersee, si raggiunge Seeshaupt, la testa meridionale dello Starnbergsee. La strada ne risale il lato occidentale mantenendosi nel primo tratto a una certa distanza dalle rive, che spesso si intravvedono oltre la vegetazione. Poco oltre l’abitato di Bernried due enormi giraffe in legno, ricavate da tronchi d’albero e poste a guardia di un parcheggio, fanno da insegna al Buchheim Museum, una galleria d’arte moderna. A Feldafing si potrà invece andare a cercare l’imbarco per la Roseninsel, l’isola delle rose acquistata a metà dell’800 dalla corona bavarese e divenuta più tardi una delle mete predilette da Ludwig II e dalla principessa Sissi: l’architetto paesaggista Peter Joseph Lenné e l’ingegnere Franz Jakob Kreuter vi crearono, oltre a un roseto con ben 15.000 esemplari, una deliziosa residenza in stile pompeiano che ospita un piccolo museo in cui sono illustrate la storia del sito e le sue nobili frequentazioni (motivo per cui lo Starnbergsee è soprannominato Fürstensee, ovvero il lago dei principi).
Ripresa la strada si raggiunge Possenhofen ove si piega a sinistra, salendo a Pöcking: qui, in assenza di altre indicazioni si cerca l’Ascheringweg, una stradina che rapidamente porta al villaggio di Aschering e quindi ad Andechs. La scelta di questo percorso non è casuale: ci troviamo su un tratto del König Ludwig Weg, che reincontreremo più avanti. L’alternativa è cercare sulla strada per Starnberg il bivio a sinistra per Maising e da qui proseguire per Jagersbrunn sfiorando il minuscolo Esssee, presso cui visse per anni e portò avanti i suoi studi il famoso naturalista Konrad Lorenz (vedi l’approfondimento “Il papà di Martina”), e il vicino Maisingersee. Su quest’ultimo, trattandosi di un’area protetta, l’unico breve tratto accessibile dei 3 chilometri di sponda si trova nei pressi di una Gaststätte, dove si può sperare di sorprendere il volo degli uccelli che qui trovano rifugio.
Tornati sulla strada principale si raggiunge Landstetten, sede di un’altra abbazia benedettina, e si prosegue su una superstrada che porta rapidamente ad Andechs, il cui monastero non è soltanto un centro religioso ma anche un birrificio, secondo l’antica tradizione dell’ordine. Dal grande parcheggio (vietato alla sosta notturna) si sale per una scalinata fino all’imponente chiesa, sul cui campanile spicca una bella meridiana: ammirato lo sfarzoso interno, autentico capolavoro del rococò decorato da un profluvio di stucchi e affreschi, si ridiscende a conoscere l’aspetto profano del complesso annaffiando con un bel boccale di birra la degustazione dei piatti tipici bavaresi, serviti ai tavoli del Biergarten.
Attraverso un bosco di altissimi faggi si scende ora sulle sponde dell’Ammersee e alle prime case di Herrsching si piega a destra per Seefeld incontrando il Pilsensee, dove un parcheggio di fronte a un chiosco si rivela uno dei pochi punti fruibili di questo laghetto. Proseguendo per Seefeld e poi per Schlagenhofen si arriva in breve al Wörthsee, il cui periplo si compie facilmente avendo cura di fermarsi a Steinebach che offre una notevole locanda, un pittoresco lungolago da percorrere a piedi o in bicicletta e un altro parcheggio dove è consentito il pernottamento. Da Schlagenhofen una bretella ci riporterà sull’Ammersee, all’altezza di Breitbrunn. Possiamo così raggiungere la sponda settentrionale a Eching e scendere per quella occidentale. Anche qui la strada passa quasi sempre lontana dall’acqua, ma se si vogliono visitare i paesi basta ogni volta deviare seguendo la segnaletica per gli attracchi del vaporetto: così facendo si troveranno altre occasioni di sosta, come a Schondorf dove un tratto del lungolago è adibito a parcheggio libero ed è privo di divieti per i camper. A Diessen, forse la località più pittoresca di tutto l’Ammersee, si va a cercare in alto, sulla destra e fra belle case, l’abbazia di fondazione agostiniana: il turista italiano potrà inorgoglirsi scoprendo al suo interno, in mezzo al solito trionfo di stucchi barocchi, una pala d’altare del Tiepolo e una del Pittoni. Infine si lascia il lago e, passando per Weilheim, Pähl e Tutzing, si torna sullo Starnbergsee a Seeshaupt: si completerà così il giro della Fünfseeland portandosi a Starnberg per ritrovare le indicazioni dell’autostrada verso Monaco o il sud.

In bici sullo Starnbergsee…
Allestire un percorso ciclabile intorno a un lago non è così semplice come lungo un fiume o un canale: qui basta adattare un’alzaia, là bisogna cucire assieme quello che c’è già. La strada costiera viene solitamente costruita seguendo il tracciato più comodo e può passare lontano dall’acqua, mentre la pista andrà a riunire le passeggiate lungolago degli abitati, le stradine di servizio per bar e ristoranti, le vie d’accesso alle case. Proprio queste ultime, per quanto possa sembrare strano, sono il principale riferimento per chi pedala nella Fünfseeland. Sullo Starnbergsee, infatti, l’edilizia residenziale a ridosso delle sponde ha di fatto privato la comunità di un bene che era di tutti, ma a volte il nastro d’asfalto che divide le abitazioni dalla riva – proibitissimo ai veicoli a motore che non siano dei residenti – è gravato da una servitù: vi passa appunto la pista ciclabile.
Il periplo del bacino su due ruote si può fare, ma è lungo (ci vuole almeno una giornata, soste incluse) e impegnativo, con numerosi cambi di sede stradale, rampe improvvise e altri impedimenti che lo rendono poco agevole. Per chi voglia semplicemente rilassarsi pedalando su e giù a filo d’acqua, consigliamo invece un breve tratto che concentra il meglio della situazione.
Alla testa del lago, Starnberg appare trafficata ed è difficile trovare un parcheggio. Si scende perciò in camper a cercare il bivio per la località Leoni o in alternativa, poche centinaia di metri più avanti, Ammerland. Nel primo caso la deviazione porta a un albergo, quindi niente divieti e possibilità di ritagliarsi un posticino sulla strada d’accesso. Meglio ancora nel secondo caso dove, a fianco di un imbarco del traghetto di linea e di fronte a un ristorante, ci si può fermare nel piazzale in cui manovra il bus pubblico, prestando ovviamente attenzione a non ostacolarne i movimenti. Si potrà così risalire fino a Starnberg in una dozzina di chilometri contando eventualmente, per il ritorno, sul passaggio offerto alle bici dal vaporetto. Lungo il percorso si incontrerà, poco oltre Leoni (ci si potrebbe arrivare anche a piedi dal parcheggio sopra segnalato), il bosco di Berg, una collinetta su cui si erge il mausoleo dedicato a Ludwig II proprio di fronte al punto, segnato da due croci, in cui il “re folle” si fece annegare assieme al medico personale. Da qui, segnala un cartello, parte il König Ludwig Weg, un sentiero pedonale e ciclabile il cui grazioso segnavia è una bici sormontata da una K incoronata, che si snoda attraverso i colli sino a Füssen, ai confini con l’Austria, seguendo la rotta dei vari castelli in cui il sovrano visse fra le sue stramberie: l’intera storia meriterebbe un capitolo a parte, dalla nascita nello Schloss Nymphenburg allo sperpero del denaro pubblico per costruirsi residenze fiabesche, dai fraterni rapporti con la cugina Sissi che Ludwig andava a trovare sulla Roseninsel a un primo tentativo di suicidio da una torre di cui non si trovò la chiave.
Scegliendo invece di raggiungere l’altra estremità del lago a Seeshaupt (circa 13 chilometri), si incontrerà poco oltre Ammerland una costruzione rosa con campanili a cipolla, di foggia settecentesca: si tratta di una delle tante residenze che vari principi e duchi, per non parlare dello stesso Ludwig, si fecero costruire in passato su queste sponde. E il loro esempio deve aver contagiato i nuovi colonizzatori se più avanti cominciamo a incontrare villini riccamente decorati, perfino con ornamenti in legno di sapore nordico, mentre le rive sono occupate da una fila di capanni su palafitte che a malapena lasciano spazio per l’attracco delle barche dalle coloratissime vele.

…e sull’Ammersee
Analoga situazione sul secondo grande bacino della Fünfseeland, che corre quasi parallelo al primo. Sconsigliato il periplo in quanto la situazione della pista, specie sulla riva occidentale, è complicata al punto che si deve persino risalire sulla rotabile: meglio quindi scegliere anche in questo caso un breve tratto e chiudere l’anello col vaporetto che a zigzag serve entrambe le sponde.
A Herrsching si può arrivare addirittura da Monaco caricando bici e bagagli su un trenino della S-Bahn, la ferrovia regionale che passa dalla stazione centrale: questa linea fu inaugurata già a fine ‘800 rendendo possibile la fruizione popolare del lago, che per questo venne da allora soprannominato Bauernsee, cioè dei contadini. Chi invece è giunto in camper può cercare, poco a sud di Herrsching, la Gaststätte Aidenried che veglia su una spiaggia libera e su un grande parcheggio, ottimo riferimento anche per la notte.
Inforcata la bici, si scende per la pista fino all’estremità dell’Ammersee del quale, poco oltre Fisching, si incontra l’immissario scavalcandolo su un ponticello. Subito a destra parte un rettifilo erboso che, attraversato un bosco ripariale, costeggia il fiume sbucando in circa un chilometro presso una palude in cui, fra i tronchi morti, stazionano di norma anatre e altri esemplari di avifauna locale: si tratta evidentemente di una zona umida protetta, come ricordano i cartelli. Tornati al ponte, si riprende la pista che sottopassa la strada e, seguendo stavolta in senso inverso il fiume, divaga per la campagna fino a ricongiungersi con la strada che risale l’altra sponda del lago. Il primo paese è Diessen: al semaforo che segna il centro dell’abitato a sinistra c’è la rampa che porta alla citata abbazia, mentre a destra si raggiunge l’imbarcadero da cui il traghetto ci riporterà a Herrsching.

PleinAir 422 – settembre 2007

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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