Il Medioevo di Matilde

A Frassinoro, nel cuore delle terre canossiane, una grande rievocazione in costume ripercorre le antiche vicende feudali e narra la tradizione popolare dell'Appennino Modenese.

Indice dell'itinerario

Una strana figura a braccia aperte, con una semplice tunica e una sorta di aureola sul viso, e ai lati due grifoni dal becco adunco e dalla lunga coda, che sembrano sollevare verso il cielo il trono su cui è seduta. Nella lastra marmorea segnata da tracce di color rosso c’è chi ha visto una trasfigurazione del Cristo in abiti medioevali, chi una rappresentazione di San Benedetto e chi ancora l’immagine vagamente blasfema di Alessandro Magno che si leva verso l’empireo: gli studiosi non sono concordi sull’interpretazione del prezioso rilievo appartenuto alla Badia di Frassinoro, un piccolo borgo dell’Appennino Modenese, e il mistero alimenta la leggenda, la magia, l’immaginazione. Nel Viaggio nella Fede allestito dalla Compagnia delle Anime in Movimento, uno spettacolo che si è svolto di fronte alla chiesa del paese durante la sesta edizione della Settimana Matildica, l’enigma viene attribuito allo scalpellino cui l’abate commissionò la realizzazione della lastra: creativo e ribelle, inserì nel lavoro strani e incomprensibili simboli pagani a suo piacimento.
Quale che sia la spiegazione, la storia diventa teatro, rievocazione, cortei in costume, con tanto di battaglia di spade infuocate e gran finale di fuochi d’artificio. E’ una festa molto particolare quella che si tiene a fine luglio da queste parti, nelle Terre della Badia: una settimana a ritroso nel tempo che unisce il rigore storico delle fonti agli appetitosi intermezzi nelle bettole e nelle osterie, le conferenze ai mercatini medioevali e alle esibizioni degli artisti di strada. Un viaggio alla riscoperta delle proprie radici, occasione d’incontro per studiosi di fama internazionale secondo i quali la cultura non si fa solo con i libri: ed ecco i seminari sugli oggetti di uso comune nel Medioevo, sulle grandi scoperte dei “secoli bui” (dagli occhiali ai bottoni, dalla forchetta agli spaghetti), sui saperi antichi delle piante rustiche e delle erbe officinali e, ovviamente, mostre e approfondimenti sui tesori dell’abbazia.
Nume tutelare dell’evento è Matilde di Canossa, una delle figure femminili più influenti e suggestive dell’epoca, che ha lasciato una preziosa eredità ai discendenti dei suoi sudditi: in pochi chilometri si incontrano la pieve, il castello, il borgo, l’abbazia, tutti i simboli e i luoghi di potere racchiusi nella valle. Ma non sono da meno i suoni, i profumi, le scene della vita quotidiana, come nella fiera delle arti e dei mestieri dove gli artigiani filano la seta, le dame lavorano al tombolo, liutai, lanai, stampatori di monete e creatori di pergamene ti accolgono indaffarati nelle loro botteghe. O come durante la tradizione ancora viva del Maggio, un poema epico popolare in rima, molto diffuso ancora sino a pochi anni fa sulle montagne emiliane: la giovane e bella cantante che incontriamo, una via di mezzo tra una dama di corte e una fata dei boschi, sa poco di interpretazioni filosofiche e letterarie che gli studiosi attribuiscono alla tradizione, ma gorgheggia appassionatamente con gli occhi lucidi un passo di Tristano e Isotta senza accompagnamento musicale, solo per il nostro piacere. Persino i bambini del paese che per la prima volta mettono in scena la loro opera, L’orco del Lago Verde, sono entusiasti dell’esperienza e ripassano il copione cantando per le vie.
A sera, in un’atmosfera suggestiva e avvincente, il passato rivive ancora con un pizzico di nostalgia nei concerti di gruppi internazionali di musica celtica o new age, come gli Ataraxia, che ci accompagneranno nella visita a chiese e cattedrali, nelle esibizioni notturne di falchi in volo, nelle ricostruzioni degli accampamenti templari e negli spettacoli in piazza di menestrelli e saltimbanchi.

I luoghi della contessa
La Settimana Matildica è anche l’occasione per visitare in camper un territorio dove il turismo itinerante è di casa: la stessa strada che scende da Modena offre in successione quattro opportunità.
Si parte da Prignano, il più padano dei borghi coinvolti nella festa lungo la valle del Secchia, una zona di dolci colline della tradizione agricola famose per la produzione casearia: il parmigiano reggiano, acquistabile nelle varie aziende, è il re dei sapori locali, ma è ottimo anche il lambrusco di questo primo accenno di Appennino.
Proseguendo sulla S.S. 486 che si immette nella valle del Dragone si raggiunge Montefiorino, grande tappa del romanico che offre la bella chiesa di Vitriola e la pieve di Rubbiano. Al centro si trova la rocca dov’è allestito un interessantissimo percorso museale sulla Prima Repubblica Partigiana della Resistenza, un’esperienza di democrazia e organizzazione politica di un territorio liberato e controllato dai partigiani durante la Seconda Guerra Mondiale: la raccolta comprende foto storiche, testimonianze in video dei partecipanti, documentari con filmati originali ma anche poesie e dediche dei giovani e delle donne che combattevano su queste montagne per creare una nuova nazione.
Continuando verso le vette del Giovo e del Cimone, si arriva a Palagano, chiamato anche la città dei matti in riferimento agli abitanti che, come racconta il poemetto epico-comico Palaganeide e altre storie, spostarono di sana pianta un intero oratorio per costruire una strada e quindi ci provarono anche con il campanile. Ma il paese è noto pure come la città della ciaccia, la torta di riso e patate che viene preparata soprattutto in occasione della Festa dei Matti di agosto.
Ultima tappa è appunto Frassinoro con la famosa abbazia, ma anche con la montagna dei campioni di sci di fondo al Passo delle Radici e con i prodotti delle vette: funghi, tartufo delle valli del Dolo e Dragone, mirtillo nero dell’Appennino Modenese.
Alle esplorazioni con il v.r. si possono abbinare le proposte a piedi e in mountain bike in compagnia delle guide ambientali ed escursionistiche. Tutti i finesettimana, su prenotazione, si può girovagare tra sentieri e sterrati che collegano i borghi più significativi per la storia medioevale di queste terre, anche con percorsi a tema: il Maggio cantato, le testimonianze del romanico e naturalmente i luoghi canossiani legati alle vicende di Matilde.

PleinAir 407 – giugno 2007

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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