Il giardino dell'Egeo

Così gli Ottomani chiamavano Lesbo, l'isola natale della poetessa Saffo e già meta prediletta di vacanza per i Romani.

Indice dell'itinerario

Nell’arcipelago delle Egeo nord-orientale, più prossima alla Turchia che alla Grecia, Lesbo appare tagliata fuori dalle grandi rotte del turismo di massa, e in agosto si ripopola non di stranieri ma di greci che da ogni parte ritornano a godersi la loro isola.
Motivo in più per sceglierla come meta di una vacanza pleinair, che nel nostro caso è stata organizzata lasciando a casa il camper e viaggiando in nave con il solo bagaglio appresso (ma c’è anche la possibilità di un collegamento aereo con il capoluogo Mitilene). Il trasferimento non è dei più brevi, considerando che occorre coprire con due navi diverse la traversata dall’Italia a Patrasso e quella dal Pireo a Mitilene, ma se affrontato con lo spirito giusto si può trasformare in una piacevole minicrociera.
Universalmente nota per aver dato i natali alla poetessa Saffo, Lesbo è una delle isole più ricche di storia della Grecia; ma anche di leggenda, come dimostrano i nomi mitologici delle figlie di Makara attrribuiti alle città di Mitilene, Mithimna (oggi Molivos), Eressos e Antissa. I Romani la scelsero come isola prediletta per le vacanze e gli Ottomani la soprannominarono “giardino dell’Egeo”.
La fortezza di Mitilene, in cima a una collina, è la corona della città e la vista spazia sul porto con le belle case dalle tegole rosse, sui monti e sul mare che guarda la Turchia. L’acqua è limpidissima anche a pochi passi dal porto e una spiaggia attrezzata consente una balneazione tranquilla e rilassante non lontano dall’imponente statua della Libertà che dà il benvenuto ai naviganti. Da vedere ancora l’antico teatro e il museo archeologico.
La strada che costeggia la parte orientale offre belle vedute sul mare e termina a Skala Sikaminias (paese natio dello scrittore Stratis Myrivilis), con una pittoresca marina. Le deviazioni verso la costa non sono asfaltate, come tante altre strade dell’isola, mentre abbastanza buone sono le statali che congiungono i principali centri. Per non tornare a Mitilene, da Sikaminias occorre prendere uno sterrato se si vuole raggiungere Molivos. E’ questo il paese più turistico dell’isola, una cascata di case che salgono dal mare verso la cima della collina dominata dal maestoso castello.
Costruita dai Bizantini per il controllo del breve tratto di mare che la separa dall’Asia Minore, la fortezza (a differenza di altre sull’isola) non venne distrutta dai Turchi quando s’impossessarono dell’isola nel 1462, ma addirittura ingrandita con nuove costruzioni in pietra grigia e rossastra, tipica del luogo. Le stradine del paese ombreggiate dai pergolati traboccano di negozi frequentati a qualsiasi ora; il caratteristico porticciolo con eleganti bar e ristoranti è il posto ideale per chiudere la giornata.
Molivos non ha belle spiagge, ma basta spostarsi di qualche chilometro a Eftalou per trovarne di stupende e poco frequentate anche in pieno agosto. A metà della strada, peraltro, c’è uno dei due campeggi dell’isola (l’altro si trova a Vatera, a sud).
Petra prende il nome dal monolito sul quale al centro dell’abitato sorge la chiesa di Glukofilousa, raggiungibile con 114 gradini. La leggenda narra che l’immagine della Madonna, portata da un capitano sulla sua nave, avesse indicato con un raggio luminoso la sommità della roccia come sua destinazione. Di fronte al paese si apre una lunga spiaggia chiusa tra due promontori, come quella di Anaxos, a qualche chilometro di distanza.La strada per Kalloni prosegue in mezzo a uliveti che si estendono a perdita d’occhio, attraversa una bellissima pineta e poi raggiunge l’area della città nota per la bontà dei prodotti agricoli e ittici (le sardine, per esempio). Tutte le strade passano da qui, essendo Kalloni il baricentro dell’isola, ma la zona è interessante anche per l’habitat naturale: due laghetti nelle vicinanze del mare ospitano diverse specie di uccelli, tra i quali spiccano gli eleganti fenicotteri. Poco oltre, sulla strada per Sigri, merita una tappa il grande monastero di Limonos costruito da Sant’Ignazio nel 1516. Ricco di opere d’arte, custodisce icone e reliquie, oltre a una biblioteca con migliaia di volumi antichi e ben quattrocento manoscritti. I monasteri dell’isola sono concentrati su questo versante e spicca tra di essi, per la sua posizione, quello di Ipsilou, poco prima del bivio per la foresta pietrificata (vedi Approfondimenti).
La bellezza di Sigri è nella sua semplicità: case bianche sul mare, una spiaggia in miniatura, un porticciolo con barche di pescatori, qualche imbarcazione privata. E un castello che ancora conserva le mura e qualche alloggio, costruito dai Turchi nel XVIII secolo a testimonianza di un sanguinoso dominio durato oltre quattrocento anni.
A proteggere il porto e lo specchio di mare antistante il paese è un lungo isolotto che funge da diga naturale, dove sono stati trovati relitti della foresta pietrificata. Se si amano le spiagge grandi e selvagge si prenderà la stradina che costeggia il mare e taglia poi verso i campi, prima asfaltata e quindi bianca e polverosa. Il litorale è raggiungibile anche in camper, ma se non si vuole trascorrere la notte in un posto così solitario si può tornare nell’ampio piazzale del porto di Sigri (dove non attraccano più le navi).
Prima di tornare nel sud-est dell’isola merita una visita la città natale di Saffo, Eressos: una bella marina, un tono signorile, allegre case dalle porte blu, con fiori alle finestre e piante nei cortili (tra cui invariabilmente un melograno, simbolo sia di fecondità che di morte).
Agiassos, nota per la lavorazione della ceramica e del legno, è un altro gioiellino, una cittadina collinare immersa nel verde. E’ piacevole e rilassante passeggiare tra gente tranquilla e ospitale, per i vicoli del centro dove i pergolati non lasciano filtrare la luce del sole. Il monastero e la chiesa che si trovano al centro del paese hanno una lunga storia da raccontare: Il 15 agosto isolani e devoti da tutto il mondo vengono qui per onorare un’icona della Madonna che si vuole dipinta dall’apostolo Luca.
Polichnitos si trova a ovest di Agiassos e la bella strada che lo raggiunge passa attraverso boschi e pinete incantevoli. Il paesino merita una tappa anche per la marina, che offre ampi spazi e belle spiagge. E’ ancora più godibile la vicina spiaggia di Vatera, lunga ben otto chilometri, con poche case, parcheggi lungostrada e il mare a due passi.
Per arrivare da qui a Plomari bisogna affrontare venti chilometri di strada non asfaltata, oppure compiere un giro lunghissimo. Ma ne vale comunque la pena: il villaggio ricorda un paesino della costiera amalfitana, con la differenza che qui il turismo non è ancora arrivato. In mezzo al paese c’è una piazzetta con un enorme platano che la ricopre e la rende godibilissima anche in pieno giorno, mentre di notte è tutta un brulicare di gente che mangia, beve, canta e suona. E anche questo resterà nei nostri ricordi.

PleinAir 371 – giugno 2003

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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