Costa Brava: Il bar sotto il mare

A zonzo lungo la Costa Brava, dove i Pirenei si gettano nel Mediterraneo formando alte e frastagliate pareti rocciose

Indice dell'itinerario

A zonzo lungo la Costa Brava, dove i Pirenei si gettano nel Mediterraneo formando alte e frastagliate pareti rocciose: la Spagna più vicina all’Italia è una meta ideale per vivere l’ambiente marino senza la folla della piena estate, fra spiaggette remote, vivaci località turistiche, riserve naturali e occasioni da non perdere per chi ama la subacquea.

Meraviglie sommerse
Meraviglie sommerse

La Riviera Ligure, la Costa Azzurra, Marsiglia sono alle nostre spalle. Stiamo viaggiando sulla trafficata A9 attraverso il sud-ovest della Francia, diretti al confine spagnolo. Superata Perpignan l’alta catena dei Pirenei, che prima si scorgeva lontana all’orizzonte, quasi di colpo si innalza in tutta la sua imponenza. Lunghi rettilinei, gli ultimi avvicinandosi alla Spagna, solcano vasti terreni agricoli prima di raggiungere la base delle montagne, che si ergono dalla pianura e dal mare: anzi, è proprio osservando dalla costa le ripide e brulle pareti rocciose, qua e là punteggiate da macchie di bosco, che si accentua l’impressione di vederle tuffarsi nel Mediterraneo.

Lasciata l’autostrada ad Argelès-sur-Mer imbocchiamo la statale litoranea, un susseguirsi di curve e tornanti fra agavi, pini marittimi, baie e insenature: non per caso è considerata uno degli itinerari più belli d’Europa. Attraversiamo gli ultimi paesi prima della frontiera, Collioure, Port-Vendres, Banyuls-sur-Mer e Cerbère, e troviamo un’insperata occasione di sosta in un ampio spiazzo in prossimità del faro di Cap Cerbère: alimentato da pannelli fotovoltaici, segnala ai naviganti la presenza delle pericolose scogliere pirenaiche, fra le più alte del continente. La leggera brezza della sera diffonde nell’aria il profumo del mare, mentre il rumore delle onde che si infrangono alla base delle rocce qualche centinaio di metri più in basso e la presenza delle scure montagne sovrastanti accentuano la sensazione di trovarsi in un angolo remoto e selvaggio. L’oscurità è quasi totale e il basso inquinamento luminoso ci permette di osservare un cielo incredibilmente stellato. Fuori stagione, come in questo periodo, i veicoli di passaggio durante la notte sono davvero pochi; ma è facile avere qualche discreto vicino di sosta, magari proveniente dalla Spagna, con cui scambiare quattro chiacchiere.

 

Villaggi di pescatori

Discese attrezzate permettono di raggiungere baie e calette
Discese attrezzate permettono di raggiungere baie e calette

La strada si inerpica sulle pendici montuose, mentre in basso le rocce si gettano nelle profonde acque blu del Mediterraneo creando scorci davvero suggestivi. Pochi chilometri e qualche tornante dopo Cap Cerbère si supera il confine con la Spagna, per poi discendere il Coll de Balistres fino al paese di Portbou. Le ovattate atmosfere francesi lasciano il posto al calore spagnolo, e il cambiamento si nota ancor più la sera quando i locali iniziano a riempirsi per la cena ben dopo le ventuno. In questa prima parte del tragitto le montagne appaiono brulle e dall’alto si scorgono piccole spiagge raggiungibili solo dal mare: ad esclusione proprio di Portbou, che ha mantenuto in parte l’aspetto del borgo di pescatori anche se il porto nuovo, nascosto dietro il capo, rivela l’interesse dei diportisti per questo selvaggio tratto di mare. Ma molti altri sono gli spunti di viaggio offerti dal circondario, come le acque del parco marino delle isole Medes molto apprezzate dai sub (vedi riquadro “Meraviglie sommerse”), la riserva naturale delle paludi dell’Empordá e, nell’entroterra, la zona vulcanica della Garrotta.

La spiaggetta di Colera, nel primo tratto della Costa Brava.
La spiaggetta di Colera, nel primo tratto della Costa Brava.

Più avanti la litoranea si annoda in una lunga serie di tornanti, mentre alcune gallerie di recente realizzazione consentono di raggiungere direttamente il paese di Colera, all’inizio della Costa Brava. E’ un antico villaggio marinaro e agricolo, fiorente sino a quando la fillossera, malattia della vite che secca le foglie e le radici, distrusse completamente le vigne arrestando l’industria della produzione di vino. Del borgo originario non rimane quasi nulla se non la chiesa del XII secolo, alcune case di pescatori e i terrazzamenti una volta ombreggiati da olivi e filari, oggi in buona parte abbandonati. Una sosta permette di gustare prodotti tipici a base di miele, importato già dai Romani e ben presente ancora oggi nella cucina tradizionale e nella gastronomia turistica del luogo. L’abitato si trova in una stretta valle, che termina in una baia riparata e orlata da una spiaggia e da un porticciolo turistico: passeggiando sul molo non è difficile incontrare qualche pescatore, al rientro dall’uscita mattutina, che per pochi euro vende pesce freschissimo.
Superato il promontorio, si costeggia una lunga serie di spiagge grandi e piccole che orlano la punta di Cap de Ras e introducono al paese di Grifeu. Un dedalo di sentieri, sterrate e un camping consentono di trascorrere qualche giorno di completo relax in un luogo tranquillo, pescando e degustando nei ristoranti, o grigliati con le proprie mani sui barbecue del campeggio, ottimi piatti a base di pesce.

Il centro turistico e balneare di Tossa de Mar, ormai alla fine della Costa Brava.
Il centro turistico e balneare di Tossa de Mar, ormai alla fine della Costa Brava.

Ora le montagne lasciano spazio a una piccola piana occupata interamente dalla cittadina di Llançá, il primo centro urbano di una certa dimensione che si incontra dopo aver lasciato la Francia. Attorno alla Plaza Mayor e alla torre medioevale si affacciano le case del borgo vecchio, o almeno quel poco che rimane delle antiche architetture sostituite in massima parte da alberghi, ristoranti, bar, negozi e discoteche sempre affollati di turisti. La marina è un richiamo per molti diportisti nordeuropei, mentre in estate l’arenile e la passeggiata sul lungomare sono affollati da visitatori in maggioranza spagnoli e italiani. Nelle mezze stagioni, invece, Llançá ritorna ad essere un tranquillo insediamento marinaro nei cui ristoranti si possono assaggiare le specialità della cucina locale a base di pesce, come zuppe, filetti alla griglia e piatti di mitili e crostacei.

 

Il parco degli artisti

Il parco avventura del camping l'Empordà.
Il parco avventura del camping l’Empordà.

Questa parte di costa pianeggiante, la prima che si incontra fra le alte scogliere pirenaiche, è un susseguirsi di villaggi come Cap del Bol, Parabeua, Barlovent, El Port de la Selva, uniti tra loro in un’unica fascia urbana con pochi brevi tratti liberi da edifici; si è ripagati dalla vista dell’aspro promontorio oggi protetto dal Parque Natural del Cap de Creus, estrema propaggine orientale dei Pirenei. Qui la strada torna ad inerpicarsi e procede tortuosa verso l’interno del parco, luogo di passaggio e di riposo per molti uccelli migratori, con alte scogliere che si tuffano a picco nel mare generando fondali di notevole profondità. Praticamente al centro della costa del promontorio la cittadina di Cadaqués è famosa per essere stata residenza di numerosi artisti, tra i quali Picasso e Salvador Dalí, di cui si può visitare la casa-museo. Il fascino di questo piccolo centro, il più orientale della Spagna, è dato sia dalle piccole case bianche che si affacciano sulle acque placide di una baia sia dall’animazione dovuta ancora oggi alla presenza di numerosi artisti, i quali hanno fatto di Cadaqués un ritrovo culturale oltre che un luogo di lavoro.

la piscina del camping "les Medes"
la piscina del camping “les Medes”

Nei déhors sul lungomare, per le strade e i vicoli della cittadina si osservano personaggi provenienti da tutto il mondo, e non è raro sentir parlare di pittura e scultura o di ascoltare vivaci discussioni letterarie. Dopo il pienone di agosto che rende difficilissima la circolazione e impossibile la sosta, senza contare il tutto esaurito nei campeggi, d’autunno e poi in primavera la cittadina torna a mostrare il suo volto più sincero, apprezzabile anche d’inverno quando gli artisti riprendono possesso dei bar e delle panchine sul lungomare, mentre i pochi turisti sono invogliati dal clima mite e poco ventilato. Da qui parte inoltre l’unica via carrabile per il faro di Cap de Creus, 6 chilometri di strada costiera che permette di osservare la splendida natura del parco.

 

Tra il mare e la montagna

La spiaggia di Canyet de Mar, praticamente deserta nel fuoristagione
La spiaggia di Canyet de Mar, praticamente deserta nel fuoristagione

Oltre Cadaqués l’unico percorso che continua a seguire la costa è una strada bianca di incerta praticabilità. Non resta dunque che imboccare a ritroso la GI 614 e riportarsi verso l’interno: si raggiungono così la località turistica di Roses, che conclude il perimetro di Cap de Creus, e una grande pianura alluvionale formata principalmente dai fiumi El Fluvia ed El Ter, che convenzionalmente segna il margine meridionale dei Pirenei.
In verità, un centinaio di chilometri più a sud si trova ancora un breve tratto di montagne e di alte scogliere facenti parte della catena, che vale davvero la pena visitare. Raggiunta perciò l’Autopista 7 a Figueres, scendiamo fino a Girona e qui prendiamo la Carretera 65 per Sant Feliu de Guíxols, cittadina di antica fondazione che oggi è diventata un frequentato centro turistico e balneare. Inizia da questo punto il tratto forse più godibile della Costa Brava dal punto di vista paesaggistico: la strada riprende a salire ma, al contrario delle aree viste in precedenza, un folto manto boschivo che ha per protagonisti i pini marittimi ricopre le pendici delle ultime propaggini dei Pirenei, più simili a colline che a montagne vere e proprie. La tortuosa GI 682 segue, in un continuo susseguirsi di curve, il frastagliato profilo costiero lungo il quale numerose piazzole consentono la sosta diurna e notturna, grazie al fatto che le autorità chiudono un occhio nei periodi fuori stagione; spesso da questi piccoli approdi si staccano brevi percorsi escursionistici, segnalati da pannelli e paletti colorati piantati nel terreno, che attraversano la fitta vegetazione e arrivano fin sul ciglio delle scogliere, da cui ammirare splendidi panorami ancora non troppo disturbati dalle urbanització turistiche.

Le estreme propaggini dei Pirenei si gettano nel mare verso Sant Feliu de Guíxols
Le estreme propaggini dei Pirenei si gettano nel mare verso Sant Feliu de Guíxols

Sotto le alte chiome degli alberi, passeggiando lungo i sentieri, si intravvedono molto più in basso faraglioni, isolotti e scogli che, come un gigantesco ricamo di pietra, trapuntano la base delle scogliere, interrotte qua e là da piccole spiagge raggiungibili solo dal mare. Uno scenario naturale che avrà termine dopo una trentina di chilometri fra Tossa del Mar e Lloret del Mar, altre cittadine molto frequentate dal turismo stagionale: da qui il litorale, ormai quasi completamente urbanizzato, scende diritto verso Barcellona. Noi invece rimaniamo in Costa Brava a goderci gli ultimi scampoli della nostra vacanza fuori stagione intorno al paese di Canyet de Mar, unico punto in cui è possibile scendere fino al mare per raggiungere il lungo arenile, rilassarsi al sole e bagnarsi per un’ultima volta in questo indimenticabile Mediterraneo spagnolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio