I sentieri della Gioconda

Passeggiate ed escursioni in Val Veddasca, tra il Lago Maggiore e il confine svizzero: un ambiente ancora selvaggio dove trovarono riparo, come vuole una moderna leggenda, anche i ladri che nel 1911 rubarono dal Louvre il capolavoro di Leonardo.

Indice dell'itinerario

Salendo lungo la sponda destra del Lago Maggiore, ultima propaggine del Varesotto prima di entrare in Svizzera, l’alta cerchia delle montagne si specchia nelle acque del bacino completandone la spettacolare scenografia. Ed è proprio qui che si trova la selvaggia e solitaria Val Veddasca, pizzicata tra il confine elvetico e la riviera di Maccagno: un angolo di natura vera, impervio e scosceso (alcune borgate ancora oggi non sono raggiunte da strade carrozzabili), a misura di chi cerca un ambiente ancora intatto e non meno suggestivo delle romantiche atmosfere del lago. Dall’alto dei suoi 1.158 metri la cima del Monte Borgna occhieggia sull’invaso del Lago Delio: di origine alpina, all’inizio degli anni ’70 è stato ampliato per mezzo di due dighe a scopo idroelettrica, ma l’impianto è completamente sotterraneo e l’impatto ambientale ridotto al minimo. L’intero comprensorio della Val Veddasca risulta perciò un’ideale palestra en plein air ricca di opportunità escursionistiche a piedi e in mountain bike, mentre d’inverno è possibile sciare nella piccola stazione del Passo Forcora che dispone di una pista baby, di un anello di fondo e di una seggiovia che porta in vetta al Monte Cadrigna (1.300 m).

Tra cielo e acqua
Il Lago Delio (indicato anche come D’Elio) si raggiunge seguendo per una decina di chilometri la provinciale 5 da Maccagno: la carreggiata è tutt’altro che larga – fate dunque molta attenzione se siete alla guida di un mezzo di grossa stazza – e non mancano curve e tornanti, ma alcune piazzole consentono di fermarsi ad ammirare il paesaggio oltre a servire come sfogo quando si incrociano altri veicoli.
Imboccando la prima deviazione a sinistra si arriva alla borgata di Campagnano dove la chiesetta di San Rocco offre un magnifico belvedere sul Lago Maggiore, invitando a una pausa di meditazione sulle panchine poste all’ombra di un albero centenario dalle monumentali proporzioni. Più avanti si incontra il villaggio di Musignano e poco dopo si giunge al Rifugio Monte Borgna (attualmente in disuso), presso il quale si trova un caseificio che lavora formaggi tipici prodotti con il latte della capra nera di Verzasca. Lasciato a destra il bivio per il Passo Forcora, saliamo ancora a sinistra in direzione del Lago Delio approdando in un ampio parcheggio dove la valle ci riserva il suo miglior panorama: è sufficiente tornare un po’ indietro verso l’edificio del Ristoro Lago Delio per vedere il Lago Maggiore stendersi ai nostri piedi verso sud-ovest, con un andamento che da quassù ricorda i fiordi norvegesi. In lontananza, a ridosso della sponda piemontese punteggiata da cittadine e paesi, appare il castello di Cannero che da qui, arroccato com’è su un isolotto, sembra un grosso traghetto trainato da un piccolo rimorchiatore.
Ottima conclusione è la facile passeggiata intorno al Delio, un percorso ad anello che richiede circa un’ora ed è alla portata di tutti, bambini compresi. L’itinerario, con dislivello praticamente nullo, non è ben segnato ma è intuibile senza difficoltà poiché costeggia per intero il bacino. Dal parcheggio già indicato, giunti in pochi passi a un’area picnic immersa nel bosco e provvista di tavoli e barbecue, si continua sulla strada asfaltata che percorre il lato occidentale del lago e in un quarto d’ora circa giunge alla Diga Nord. Una breve deviazione sterrata a sinistra conduce all’Albergo-Rifugio Diana (945 m). Rimanendo sul tragitto principale, si scende con alcuni tornanti al di sotto della Diga Nord seguendo le indicazioni Giro del Lago : al bivio situato all’estremità opposta dello sbarramento bisogna tenere la destra e risalire il breve tratto che riporta al livello del Delio, riprendendo a costeggiarlo su una mulattiera. Giunti all’altezza della Diga Sud si scende anche qui al di sotto di essa e infine si risale la strada asfaltata sino al parcheggio.

Per l’antica via
Il Delio si può raggiungere non solo per la strada asfaltata ma anche a piedi, lungo un sentiero identificato da cartelli e tacche bianche e rosse che inizia dal centro di Maccagno. Si tratta dell’Antica Strada della Val Veddasca, il vecchio percorso che collegava il lato meridionale del laghetto al fondovalle e al Verbano coprendo circa 700 metri di dislivello. Sterrate e mulattiera in alcuni tratti si sovrappongono all’asfalto tagliando i tornanti della provinciale; bisogna calcolare almeno due ore e mezzo di cammino, poiché la salita inizialmente è in alcuni punti abbastanza ripida, ma gli scorci panoramici giustificano ampiamente le soste per riprendere fiato. Dalla borgata di Campagnano (e dalle fin troppo tentatrici panchine di San Rocco!) si entra nel bosco e la vista scompare, sostituita dal piacere del camminare in una faggeta. Subito dopo il dismesso Rifugio Monte Borgna il sentiero prosegue largo e a tratti pianeggiante ancora per un po’, sbucando infine ai piedi della Diga Sud.
Per il rientro si può percorrere a ritroso lo stesso itinerario, ma ai più allenati certamente farà piacere la possibilità di seguire un itinerario alternativo. In questo caso, continuando sul sentiero segnato da tacche bianche e rosse, si torna sul Lago Maggiore scendendo al paese di Pino, lungo un percorso che offre anche qualche emozione all’insegna della leggenda. Si dice infatti che la Gioconda, rubata nella notte fra il 21 e il 22 agosto 1911 dal Louvre, sia stata portata dai ladri proprio lungo i tortuosi sentieri della Val Veddasca e nascosta sotto un tavolo dell’Osteria Garibaldi di Cadero: qui sarebbe rimasta per ben due anni prima di essere portata a Firenze, dove venne ritrovata e restituita alla Francia. Immancabile il risvolto all’insegna del mistero, poiché qualcuno afferma che il capolavoro leonardesco sia tuttora da queste parti e che nel museo parigino se ne ammiri solo una copia… Comunque stiano le cose, l’escursionista che voglia rientrare lungo il percorso alternativo dovrà portarsi all’altezza della Diga Nord del Delio e prendere per la borgata Monti di Bassano (950 m) passando davanti all’Albergo-Rifugio Diana. Giunti al piccolo abitato con vista sul lato interno della vallata, sulla borgata di Monti di Pino e sul Passo Forcora, si imbocca una selciata ben tenuta che nel primo tratto digrada dolcemente per poi farsi più ripida e con un fondo meno agevole. Si attraversa un bosco di betulle, poi di faggi e infine di castagni sino a giungere nella piazza di Bassano (530 m). Da qui si continua su una mulattiera che attraversa una strada asfaltata, diventa sentiero e porta a una zona di villette, per poi scendere in mezzo agli alberi su una stradina pedonale fino alla colossale chiesa settecentesca di Pino (289 m), posta su un balcone panoramico. Ancora un breve tratto fino alla torre medioevale, risalente all’anno 943 e oggi sede dell’ufficio postale; per concludere, una scalinata conduce alla piazza inferiore posta lungo la statale 394. Da qui ci potremo comodamente servire del treno che in una decina di minuti ci riporterà a Maccagno.

PleinAir 423 – ottobre 2008

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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