Great Ocean Road

Da un lato l'oceano tempestoso, punteggiato da enormi faraglioni giallo ocra; dall'altro le foreste e le praterie; nel mezzo un lungo, sinuoso nastro d'asfalto: una delle più belle strade costiere del mondo.

Indice dell'itinerario

La Great Ocean Road si snoda lungo il litorale sud-occidentale dello stato Victoria; il paesaggio cambia rapidamente, a volte la rotabile corre vicina al mare, altre volte sale sopra scogliere altissime o s’insinua nell’entroterra tra eucalipti giganti. La prima parte della strada, costruita dopo la Prima Guerra Mondiale, collegava inizialmente Anglesea ad Apollo Bay; poi il percorso fu allungato e oggi è possibile seguire il frastagliato litorale da Torquay fino a Warrnambool e da qui, volendo, fino a Portland, la più antica città dello stato. La meritata fama della Great Ocean Road è legata agli straordinari paesaggi, ma anche alle onde enormi che mettono a dura prova gli appassionati di surf di tutto il mondo. Questo sport è talmente diffuso e amato in Australia, da indurre il governo a dichiarare Bells Beach surfing reserve.
La Great Ocean Road si imbocca a circa un’ora e mezza di auto da Melbourne; dalla capitale bisogna seguire la Princes Highway fino a Geelong, una città che conserva numerosi edifici coloniali, duecento dei quali giudicati d’interesse storico dal National Trust. Un antico deposito di lana, posto all’angolo di Brougham Street e Moorabool Street, ospita il National Wool Centre, dedicato all’allevamento degli ovini e alla lavorazione della lana, le attività su cui si basava l’economia dei primi coloni giunti nella prima metà dell’Ottocento. Da Geelong si continua per la B100 Surf Coast Highway fino a Torquay (100 chilometri da Melbourne). Nella strade principali di questa cittadina i negozi espongono le migliori attrezzature per praticare il surf: questo è il posto giusto per fare acquisti, per seguire un corso base o semplicemente assistere alle evoluzioni dei surfer nella vicina Bells Beach. E poi c’è il Surfworld Australia Surfing Museum (Surfcoast Plaza, aperto tutti i giorni dalle 9 alle 17, weekend e festivi dalle 9 alle 16): qui sono esposte decine di tavole, dalle più antiche in legno alle più sofisticate in fibra di vetro, ed è possibile vedere immagini e filmati dei grandi campioni, scoprire tutti i segreti delle onde e cercare l’equilibrio su una tavola mossa meccanicamente.
Ripresa la B100, dopo pochi chilometri s’incontra sulla sinistra la deviazione per Bells Beach dove tra marzo e aprile, fin dal 1962, si tiene la Bells Easter Surfing Competition, una delle più spettacolari gare internazionali di surf. La Great Ocean Road conduce poi ad Anglesea, celebre per la spiaggia di dune e per un singolare campo da golf frequentato anche da canguri, ormai abituati alla presenza umana. Dopo un arco di legno eretto in ricordo dell’inizio dei lavori della strada (1918-1932), il tragitto riprende in salita, offrendo piacevoli scorci (belvedere segnalati), fino a Lorne: vivace località turistica, già nota ai tempi di Rudyard Kipling che soggiornò presso la pensione Erskine House verso la fine dell’Ottocento. Nei pressi dell’ufficio turistico diparte William Street, che s’immette nella strada diretta alla Erskine Falls (10 chilometri): a piedi si può raggiungere la base della cascata (5 minuti) oppure seguire altri percorsi di trekking all’interno del Angahook Lorne State Park (informazioni presso il Lorne Visitor’s Information Centre, sulla strada principale). Per risalire il fiume fino alla cascata di Straw sono necessarie tre ore di cammino e altrettante per il ritorno (terreno scivoloso). Tornati sulla Great Ocean Road si costeggia l’oceano, dove sfociano alcuni fiumi (St. George, Wye e Kennett) che hanno scavato gole e formato deliziosi estuari.
Oltrepassato l’abitato di Apollo Bay, dove si possono gustare ottimi gamberi e granchi giganti, la strada abbandona il lungomare e s’insinua nella verdissima foresta dell’Otway National Park, principalmente formata da due varietà di eucalipto (il Mountain ash e l’Otoway messmate). A una dozzina di chilometri da Apollo Bay, leggermente discosto dalla rotabile principale, c’è il Maits Rest Rainforest Boardwalk; qui inizia un comodo sentiero nella foresta attrezzato con passerelle in legno (30 minuti di cammino). Tornati sulla rotabile principale, dopo pochi chilometri una sterrata scende a Cape Otway (15 chilometri) con il faro costruito dai galeotti nel 1848. Quindi la Great Ocean Road prosegue fino a Glenaire, dove riprende nell’entroterra fino a Lavers Hill (prima dell’abitato deviazione per Johanna e per il Melba Gully State Park, caratterizzato da eucalipti giganti).
La deviazione B100 torna sulla costa, raggiunge Princetown e Gibson Steps e quindi una serie di scogliere comprese all’interno del Port Campbell National Park. Una lunga gradinata consente di scendere fino al mare, che qui è agitatissimo, a poche decine di metri dal Castle: non a caso, lungo la Shipwreck Coast compresa tra Moonlight Head e Port Fairy giacciono i resti di un’ottantina di navi, naufragate in soli 40 anni.
Tornati sulla Great Ocean Road, ecco subito il parcheggio per i mitici Twelve Apostles: una manciata di faraglioni circondati dal mare. In realtà non sono dodici ma dieci questi curiosi sigari di roccia gialla, adagiati a poche decine di metri da una scogliera frequentata dai pinguini. Rientrati quindi sulla rotabile si arriva al Loch Ard Gorg, dove nel 1878 affondò una imbarcazione irlandese; a piedi si raggiungono diversi belvedere, tutti affacciati su scogliere dall’aspetto singolare. Dopo Port Campbell, dove si trovano la sede dell’omonimo parco e il Loch Ard Shipwreck Museum, si raggiungono altre notissime formazioni rocciose: lo Arch e il London Bridge, oltre a numerose baie e scogliere. Oltrepassato l’abitato di Peterborough, grossomodo all’altezza di Bay of Island, la rotabile continua nella campagna e termina a Warrnambool dove, al largo di Logan’s Beach, da maggio ad agosto è possibile avvistare le balene. Complessivamente il percorso è lungo circa 400 chilometri; i luoghi d’interesse sono tanti, perciò occorre dedicare più giorni all’escursione. Per tornare a Melbourne conviene seguire la Princes Highway A1.

PleinAir 338 – settembre 2000

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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