Fuochi d'autunno

Nei boschi dell'Adirondack, eccezionale scrigno di natura nello Stato di New York, i mesi che precedono la stagione fredda offrono uno spettacolo senza eguali, con il fogliame che assume tutte le tonalità del rosso e del giallo. E quando è il bianco della neve a vestire le montagne, si scia sulle piste olimpiche di Lake Placid.

Indice dell'itinerario

I grattacieli e il traffico della Grande Mela sono ormai alle nostre spalle mentre ci dirigiamo a nord percorrendo l’Interstate 87, da molti considerata l’autostrada più spettacolare degli USA, che taglia tutto lo stato di New York sino alla frontiera con il Canada. Questo nastro d’asfalto a sei corsie attraversa uno dei maggiori parchi degli Stati Uniti, meta di vacanze estive e invernali di americani e canadesi: l’Adirondack Park. Ma cos’ha di speciale questo posto in un paese in cui le aree protette sono diffuse, vastissime e quanto mai popolari’ Per capirlo basta visitarlo in autunno: dalla fine di settembre ai primi di novembre, infatti, il fenomeno denominato fall foliage rende questo parco uno dei luoghi più affascinanti del mondo, con le foglie degli alberi che si tingono di colori straordinari offrendo uno spettacolo di eccezionale bellezza. E’ un momento magico, da gustarsi appieno nella tranquillità del fuoristagione, quando il turismo estivo è ormai scemato e la stagione sciistica non è ancora iniziata. Nel parco si possono inoltre praticare tutte le attività outdoor, quali trekking (ci sono oltre 2.000 miglia di sentieri), canoa, rafting, escursioni a cavallo e in bicicletta, o semplicemente passeggiare nella rilassante atmosfera dei piccoli centri e guidare per le strade panoramiche, che in questo periodo regalano scorci straordinari.

L’ultimo dei Mohicani
Dall’uscita 22 della Interstate raggiungiamo la nostra prima tappa, Lake George, cittadina sulla riva meridionale dell’omonimo lago: molto frequentata d’estate dagli americani in fuga dal caldo delle metropoli, conta numerosi alberghi, motel e negozi di souvenir ed è un’ottima base di partenza per escursioni naturalistiche. Le montagne e le fitte foreste della zona offrono percorsi più o meno impegnativi; una zona particolarmente suggestiva è Buck Mountain, sul versante orientale del bacino, cui si arriva percorrendo la Route 9L fino al bivio per Pilot Knob e proseguendo a sinistra per oltre 3 miglia giungendo al parcheggio (sulla destra, ben indicato) da dove partono i sentieri segnalati che s’inoltrano nel bosco. Poco meno di un miglio più avanti, dove la strada finisce, si trova l’YMCA Camp Chingachgook, un campo estivo per ragazzi nato nel 1913 e tuttora in attività. L’itinerario per Buck Mountain richiede circa 2 ore e mezzo di cammino, a tratti impegnativo, mentre per il ritorno bastano un paio d’ore; dalla cima, alta 764 metri, tempo permettendo si gode un panorama notevole sul lago e sulle altre montagne. Interessante è anche il percorso che in poco meno di 4 miglia sale a Inman Pond, un laghetto che ospita una colonia di castori (difficili però da avvistare).
Per osservare il lago e i dintorni da un punto di vista differente, la cosa migliore è imbarcarsi su uno dei tre battelli della Lake George Steamboat Company, una società che opera qui dal 1817 e in autunno organizza crociere di una o due ore (d’estate anche di 4 ore e mezzo, percorrendo tutto il bacino nelle sue 32 miglia di lunghezza).
Ma le bellezze naturali non sono l’unica attrattiva della zona: questi luoghi nel Settecento furono infatti teatro di cruente battaglie tra inglesi e francesi (e indiani Irochesi e Algonchini, loro alleati). Per fare un passo indietro a quell’epoca merita senz’altro una visita Fort William Henry, ricostruito tra la Beach Road e la West Brook Road nel luogo in cui sorgeva una fortezza di tronchi, eretta dagli inglesi nel 1755 per contrastare l’avanzata dei francesi del Canada. Nel 1757 il generale Montcalm attaccò il fortilizio, che si arrese al nemico dopo sei giorni di bombardamenti da parte dell’artiglieria francese; centinaia di persone furono barbaramente uccise e il forte dato alle fiamme. Le tragiche vicende di quel conflitto ispirarono uno dei romanzi più famosi della letteratura americana, L’ultimo dei Mohicani di Fenimore J. Cooper, del 1826, mentre il regista Michael Mann ne ha tratto un celebre film nel 1992 ispirandosi a una realizzazione del 1936, che viene proiettata ogni giorno in un’apposita sala della fortezza; l’edificio comprende inoltre un museo con ambienti e manufatti del periodo della colonizzazione, e offre rappresentazioni dal vivo con figuranti in costumi d’epoca.Tornando sulla vicina Route 9 che taglia in due Lake George e percorrendola per un brevissimo tratto verso sud, incontriamo l’indicazione per la Prospect Mountain Veterans Memorial Highway, una nota strada panoramica a pagamento che sale in cima a una collina da dove, in giornate limpide, si gode una vista a 360 gradi: essendovi un divieto che impone di non proseguire con mezzi privati, l’ultimo tratto va effettuato in navetta o con un brevissima passeggiata. Inoltre, un percorso di circa 4 miglia tra andata e ritorno permette di arrivarvi direttamente a piedi dal centro della cittadina.

La città delle Olimpiadi
Dopo l’atmosfera turistica di Lake George ben diverso ci appare, a poche miglia di distanza, il tranquillo villaggio di Warrensburg, dove non manca il general store accanto a belle case d’epoca e a negozi di antiquariato. Ai primi di ottobre vi si svolge la più grande Garage Sale del mondo, un mercato dell’usato che raduna ogni anno oltre un migliaio di venditori dell’est dello stato.
Proseguendo sulla Route 9 verso nord, in breve imbocchiamo sulla sinistra la Route 28 fino a Indian Lake, da dove prendiamo la 30 che ci condurrà a Blue Mountain Lake. Qui è d’obbligo una visita all’Adirondack Museum, definito dal National Geographic “il più bel museo regionale del mondo” e dal New York Times “il migliore al mondo nel suo genere”, e non sono esagerazioni: in una ventina di padiglioni tematici descrive la storia e la natura del parco dai primi dell’Ottocento, con l’esposizione di oggetti, materiali, mezzi di trasporto, fotografie e l’ausilio di video interattivi.
La Route 30 ci porta ora a Tupper Lake, affacciata sull’omonimo e splendido lago, da dove proseguiamo sulla 3 verso est fino a Saranac Lake, poi a nord sulla 86 e di nuovo sulla 30 fino al Visitor Interpretive Center di Paul Smiths, uno dei due centri visita del parco (l’altro è a Newcomb, più a sud) in cui si possono trovare informazioni, mappe e materiale illustrativo nonché itinerari di trekking – d’inverno percorribili con gli sci da fondo – che si snodano tra foreste e laghetti, attraversando vari ambienti naturali e diversi ecosistemi.
Torniamo sulla Route 86, dove una piccola deviazione sulla White Pine Road ci porta al White Pine Camp, una delle zone più note dell’Adirondack Park: si tratta di una serie di lussuose abitazioni realizzate a partire dal 1907 per opera dell’industriale Archibald White e di magnati come Morgan, Rockefeller, Vanderbilt, e dunque riservate a un turismo d’élite (nel 1926 vi soggiornò Calvin Coolidge, tredicesimo presidente degli Stati Uniti). Il complesso si affaccia sull’Osgood Lake e comprende 20 edifici, tra cui una pista da bowling coperta e un rimessaggio per barche: costruiti interamente con tronchi d’albero e pietra, sono caratterizzati da un grande lodge centrale a uso del proprietario e da svariati cottage per gli ospiti distribuiti tutt’intorno. Oggi alcuni di questi si possono affittare, mentre i rimanenti sono adibiti a museo e visitabili su prenotazione.
In una ventina di miglia la 86 raggiunge Lake Placid, delizioso villaggio incuneato fra l’omonimo lago e il piccolo e bellissimo Mirror Lake. La fama di questa cittadina, centro più grande del parco e nota stazione sciistica, è legata a due edizioni di Olimpiadi invernali, quelle del 1932 e del 1980: il Lake Placid Winter Olympic Museum ne ripercorre la storia attraverso immagini, attrezzature e cimeli dei grandi atleti del passato. Appena fuori paese svettano i due trampolini dell’Olympic Ski Jumping Complex, alti rispettivamente 90 e 120 metri, costruiti in occasione dei giochi dell’80: un ascensore consente di salire sulla struttura più elevata e di arrivare fino al punto di partenza dei salti (da cui si gode un panorama a tutto tondo), mentre nelle vicinanze si trovano l’Olympic Training Center, dove alloggiano e si allenano atleti americani di levatura nazionale, e l’U.S. Olympic Spirit Store, un negozio di abbigliamento sportivo e gadget. Merita una visita anche il Mount Van Hoevenberg Olympic Sport Complex, a qualche miglio da Lake Placid, sulla Route 73 per Keene: chi è in cerca di emozioni forti potrà provare l’ebbrezza di una discesa estiva in bob.

Tra laghi e canyon
Per gli amanti degli sport invernali, un’altra tappa da non perdere si trova poco più a nord: è la Whiteface Mountain, le cui piste sono molto frequentate da americani e canadesi per cinque o sei mesi l’anno (qui la neve è sempre abbondante, e i primi fiocchi possono cadere già a settembre). Condizioni climatiche permettendo, vi si può arrivare percorrendo le 5 miglia della panoramica Whiteface Mountain Veterans Memorial Highway, raggiungibile da Lake Placid con la Route 86 verso Wilmington e poi con la 431. Dai 1.460 metri della sommità si gode una magnifica vista che spazia a est fino al Vermont e a nord fino al Canada, in un paesaggio di laghi e immense foreste modellato dall’ultima glaciazione; a sud spicca la sagoma del Mount Marcy (1.629 m), la vetta più alta dello Stato da cui nasce l’Hudson, il fiume di New York. Un’alternativa per salire in quota è la Cloudsplitter Scenic Gondola, che in meno di 15 minuti arriva quasi in cima alla Little Whiteface Mountain, a 1.103 metri.
A circa un miglio di distanza dalla stazione della funivia, sulla Route 86 verso Lake Placid, troviamo un’altra attrazione della zona, le High Falls George: un percorso di circa mezzo miglio s’inoltra in una gola dove scorre l’Ausable River, le cui acque formano una serie di cascate per un dislivello totale di oltre 200 metri. L’itinerario (parte del quale è accessibile ai disabili) incontra nove postazioni fornite di pannelli informativi che descrivono la storia, la geologia e la natura del luogo. Lo stesso fiume, una trentina di miglia più a est, tra Keeseville e Port Kent, scorre impetuoso nell’Ausable Chasm, un canyon profondo dai 30 ai 60 metri formatosi circa 500 milioni di anni fa: aperto al pubblico dal 1870, si visita seguendo un bellissimo percorso di un miglio e mezzo costruito al suo interno, al termine del quale si può scegliere se continuare a bordo di un gommone per un facile rafting di circa un quarto d’ora oppure tornare indietro con un bus navetta.
Poco lontano dall’Ausable Chasm, sul vasto Lake Champlain si trova Port Kent, da dove una decina di traghetti al giorno in un’ora di traversata portano a Burlington, nello stato del Vermont. Sullo stesso Lake Placid è possibile effettuare piccole crociere guidate di un’ora, oppure muoversi in totale libertà trasportati dal lento scivolare di una canoa, con cui si possono anche solcare le tranquille acque del Mirror Lake o esplorare alcuni tratti dell’Ausable River. Per chi vuole invece gustarsi il panorama autunnale muovendosi in treno a velocità d’altri tempi, speciali convogli dell’Adirondack Scenic Railroad viaggiano nel tratto Lake Placid-Saranac Lake (20 miglia tra andata e ritorno); alla stazione di partenza, in Averyville Road, interessante è il Train Station Museum. Un’esperienza decisamente più emozionante è infine il volo a bordo di un Piper dell’Adirondack Flying Service, operante tutto l’anno dall’aeroporto di Lake Placid.
Tornando verso sud, mentre i magici tramonti riflessi sul Mirror Lake sono già un ricordo, procediamo sulla Route 73 per poi immetterci sulla 9, in direzione di Lake George. Da Schroon Lake, una deviazione a sinistra sulla Route 74 conduce in 18 miglia a Ticonderoga, dove si può visitare l’omonimo forte chiamato in origine Fort Carillon, costruito dai francesi nel 1755 per contrastare l’avanzata degli inglesi sul Lake Champlain. Nel 1759 fu conquistato da questi ultimi e, rimasto fortemente danneggiato, venne ricostruito e gli fu assegnato il nome odierno, che in lingua irochese significa ‘terra tra l’acqua’. Anche qui si può assistere ad alcune esibizioni con figuranti in costume d’epoca.
Rientrati sulla Route 9, percorriamo a malincuore le 40 miglia che ci separano da Lake George, dove lasceremo l’Adirondack Park per tornare a New York. Piove e la temperatura è scesa all’improvviso: l’inverno è alle porte, pronto a coprire di bianco i colori eccezionali regalati dall’autunno più bello del mondo.

PleinAir 387 – ottobre 2004

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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