Feste da Vallo

A ridosso di uno dei più preziosi parchi nazionali italiani, ancora poco conosciuto a dispetto della sua estensione e del patrimonio naturalistico e culturale, il Vallo di Diano ripercorre la propria storia e indice, nel cuore dell'estate, una serie di spettacolari rievocazioni in costume: Medioevo e Rinascimento vanno in scena ad agosto per le vie di Sala Consilina, Padula e Teggiano, piccole perle dell'entroterra salernitano che richiamano migliaia di turisti lungo la principale via di comunicazione fra il nord e il sud dello Stivale.

Indice dell'itinerario

In parte ricompreso nel Parco Nazionale del Cilento e ricco di testimonianze culturali, il Vallo di Diano non avrebbe bisogno di altri motivi per imporsi come meta turistica: ma i suoi amministratori qualche anno fa hanno pensato bene di accrescerne il potere d’attrazione entrando a piè pari nel fiorente mercato delle feste in costume, e i risultati in termini di risonanza e afflusso di visitatori hanno dato loro ragione. La prima mossa è stata di Teggiano, città d’arte di illustri trascorsi, che già nel 1993 promosse un Palio dei Casali tra i comuni del circondario e la prima rievocazione della solenne visita che nel 1480 Antonello Sanseverino, principe di Diano (antico nome della cittadina) compì nel suo feudo, dopo le nozze con Costanza figlia di Federico da Montefeltro. Due anni più tardi, nel 1995, Padula inaugurava la rievocazione dei festeggiamenti per Carlo V che, di ritorno dalla conquista di Tunisi nel 1535, fu ospite della Certosa di San Lorenzo: qui, narrano le cronache, l’imperatore e il suo seguito gustarono una fantastica frittata di mille uova preparata dai frati e oggi replicata al clou della manifestazione. Infine si è aggregata Sala Consilina impegnando il centro storico con tornei, esibizioni di strada, sfilate di figuranti e mostre tematiche; protagonista lo stesso Carlo V, impersonato ogni anno da un attore diverso.
Poiché da cosa nasce cosa, intorno agli eventi principali si sono avviate tali e tante iniziative di contorno che sarebbe difficile solo enumerarle: concerti, convegni, laboratori per il pubblico. E oggi si può dire che, nel complesso, le rappresentazioni medioevali e rinascimentali del Vallo si allineino a quelle italiane più prestigiose. Edizione dopo edizione si è affinato in particolare il calendario degli appuntamenti che molto opportunamente non si accavallano, dando così modo agli ospiti di variare gli interessi e di rimanere in zona più giorni. Inoltre, anche se a dispetto della fedeltà storica, tutto si concentra nella prima metà di agosto, il periodo di punta del movimento turistico fra nord e sud, secondo una sequenza ormai consolidata: nei giorni 5, 6 e 7 è di scena Sala Consilina, l’8, il 9 e il 10 Padula, l’11, il 12 e il 13 Teggiano (date confermate anche per quest’anno, ma è bene compiere una rapida verifica prima della partenza tramite Internet o, meglio ancora, una telefonata agli enti locali).

Entriamo nello scenario
Gli spettacoli cominciano ad animarsi al tramonto e si protraggono sino a notte con il favore delle ore più fresche, cosicché rimangono il tempo e la luce per andare a vedere da vicino quel che offre il territorio. Noi abbiamo iniziato da Atena Lucana, la cittadina arroccata al margine settentrionale, ritenuta da molti il più antico insediamento del Vallo e dove, proprio in coincidenza con gli eventi in costume, si tiene un singolare Festival della Birra. Dai belvedere di cui è provvisto l’abitato si aprono ampie viste sulla conca, che s’allunga per una ventina di chilometri verso sud, e sui monti che la cingono: i caratteristici calcari degli Alburni e il massiccio del Cervati a ovest, gli Appennini della Maddalena a est. Non si direbbe che nel mezzo, dove ora verdeggia una fertile pianura, un tempo si estendesse una zona malsana impaludata dalle tracimazioni del fiume Tanagro. I primi tentativi di bonifica furono dei Romani, cui seguirono quelli dei monaci nel Medioevo e poi dei Borboni, ma solo dopo l’Unità d’Italia si ottennero risultati stabili. Per questo motivo gli insediamenti vennero costruiti sulle alture e soltanto all’inizio del ‘900 il fondovalle cominciò a urbanizzarsi, fino ai livelli purtroppo eccessivi che si riscontrano oggi. Ma per l’importanza sempre avuta dal Vallo come via di comunicazione, i primissimi avamposti sorsero proprio nelle zone pedemontane prossime all’acqua: gli archeologi li hanno individuati ricavandone preziosi reperti, in parte esposti nel Museo della Lucania Occidentale all’interno della Certosa di Padula, in parte custoditi dalla Sovrintendenza. Questi ultimi dovrebbero prossimamente comporre il nuovo museo archeologico di Sala Consilina, ora limitato a un antiquarium di due salette all’interno della Biblioteca Comunale. La visita del pittoresco centro storico abbarbicato a un ripido costone inizia subito dopo aver risalito le espansioni a valle, ma solo camper molto agili possono affrontare la rampa del comodo parcheggio a terrazza ricavato alla base del nucleo antico; gli altri dovranno sostare più in basso e servirsi dei minibus che fanno capolinea nella centralissima Piazza Umberto I. Qui si svolge la parte più spettacolare della rievocazione storica, mentre sono distribuite ad arte le varie installazioni che così inframmezzano una passeggiata di circa un’ora.
Stessa logica nella vicina Padula, altro nucleo medioevale raggrumato su un pinnacolo roccioso che fa da quinta alla monumentale Certosa. Ma prima di cambiare scena, si raccomanda una deviazione dalla statale di collegamento con Sala Consilina: più o meno a metà strada, girando in corrispondenza di un vivaio, si raggiunge nella campagna il battistero paleocristiano di San Giovanni in Fonte (mal segnalato da cartelli sbiaditi: meglio chiedere in loco). E’ l’unico esistente innalzato su una risorgiva ed emana un fascino commovente, ma si ritrova assediato da proprietà e infrastrutture private, compresi un allevamento di trote che sfrutta le acque nascenti e la stradina di accesso che è in comune con l’agriturismo La Fonte. I cortesi titolari di quest’ultimo concedono tuttavia la possibilità di sostare sui loro terreni e di avvicinarsi all’edificio, da tempo interdetto per lavori di sistemazione. Da lì ha inizio anche il primo dei sentieri italiani dedicati al giovane torinese Pier Giorgio Frassati (1901-1925), terziario domenicano e grande appassionato di montagna beatificato nel 1990: inaugurato nel 1996, il sentiero raggiunge Sala Consilina in circa 9 ore senza particolari difficoltà se non la lunghezza, mentre nei primi 45 minuti sale alla grotta-santuario di Sant’Angelo, anche se al momento la scarsa manutenzione complica l’individuazione del tracciato.
Ripresa la strada si arriva ben presto nel parcheggio custodito della Certosa, ottimale anche per affrontare a piedi l’arrampicata al centro storico di Padula, distante circa mezzo chilometro. Il trekking urbano richiede un paio d’ore inclusa una sosta nella chiesa-mausoleo che ospita il macabro espositore dei Trecento, i “giovani e forti” di Carlo Pisacane che il 28 giugno 1857 sbarcarono a Sapri e furono decimati nell’imboscata di Sanza. Dal belvedere antistante che incornicia un busto di Joe Petrosino, il celeberrimo poliziotto italo-americano nativo di Padula, si domina l’immensa fabbrica della Certosa: la stessa ricompare da altre angolazioni salendo ancora fino al complesso di Sant’Agostino comprendente il bel palazzo municipale e, sul punto più alto, al duomo di San Michele Arcangelo. Nel ridiscendere è d’obbligo dedicare un’altra ora alla casa-museo del citato Petrosino, ucciso a Palermo dalla mafia nel 1909: la visita, talora commentata dal pronipote Nino Melito che si è incaricato di curare la memoria dell’avo in giro per il mondo, è anche un istruttivo excursus nella storia dell’emigrazione italiana verso gli Stati Uniti.
Di nuovo a valle, s’impone ora la Certosa di San Lorenzo. Del monumento, che ricopre ben 52.000 metri quadrati, ci siamo occupati più volte e una buona guida può dire tutto; qui ci limitiamo ad annotare che la visita (a pagamento per gli interni, libera per l’atrio e il parco) richiede circa 3 ore; che una volta all’anno, proprio il 10 agosto quando ricorre la festa di San Lorenzo, a mezzogiorno in punto viene suonata a festa la grande campana del refettorio; e che il pomeriggio dello stesso giorno, nel grande atrio d’onore sotto la facciata interna, ha inizio la rievocazione storica per la quale conviene guadagnare per tempo un posto a sedere nei pochi spalti disponibili.
Per concludere la ricognizione non resta che trasferirsi a Teggiano, uno dei borghi più belli della Campania, isolato su un colle al centro del Vallo. Nei tre giorni della manifestazione in costume il parcheggio in città è drasticamente limitato e a partire dalle 17 fino a notte alta non è consentita la presenza di alcun veicolo; per gli ospiti vengono predisposti alla base del colle grandi piazzali di sosta serviti da navette, ma se si arriva in mattinata vale pur sempre la pena tentare una sistemazione provvisoria ai margini dell’abitato. Poi conviene dirigersi subito al Centro Informazioni Turistiche presso il Museo Diocesano, dove rifornirsi di materiale illustrativo e, ancora meglio, prenotare una visita guidata. Il percorso classico, che richiede più di 2 ore, inizia sotto la colonna di San Cono in Piazza Municipio, si snoda tra i vicoli del centro e comprende il castello (non visitabile all’interno), la chiesa di San Francesco, la cattedrale, il Museo della Civiltà Contadina, la chiesa della Santissima Pietà, il piccolo Museo delle Erbe, le altre chiese di Sant’Angelo, dell’Annunziata, di Sant’Andrea e di Sant’Agostino, infine lo stesso Museo Diocesano. Chi ha avuto l’opportunità di vedere Teggiano anni addietro si dispiacerà di trovare la grande piazza panoramica IV Novembre, allora ornata da alberi d’alto fusto, oltraggiata da una discutibile sistemazione architettonica che gli stessi residenti non amano, ma per fortuna in paese ce n’è d’avanzo per rifarsi gli occhi.

La storia a tavola
Tutte le rievocazioni storiche finiscono davanti a un piatto, più o meno reinterpretato, e non fanno eccezione le feste del Vallo: frittatona di Carlo V a parte, nei centri storici si allestiscono taverne e stand gastronomici che dispensano pietanze sufficientemente rustiche da evocare il buon tempo passato e da attrarre come mosche i visitatori, fino ad esaurimento delle pur cospicue scorte. Ma vediamo nell’ordine lo svolgimento sommario dei programmi.
La festa di Sala Consilina s’intitola Arti, Mestieri ed Usanze per via delle mostre e delle ricostruzioni e delle scene (botteghe, accampamento militare, mercato, balli rinascimentali e altro) che scandiscono il passaggio del corteo in costume attraverso il centro storico. Lo spettacolo più atteso, a partire dalle 17, è rappresentato dall’arrivo dei figuranti in Piazza Umberto I con cerimonia di accoglienza di Carlo V e successiva Giostra dell’Anello, inframmezzate da esibizioni di sbandieratori, falconieri e duellanti in armatura.
Padula in Festa per Carlo V è l’altra manifestazione dedicata all’imperatore, che si svolge però all’interno della Certosa e solo il 10 agosto, mentre l’8 e il 9, dopo il tramonto, ci si ritrova a spasso per il paese ad acquistare prodotti tipici o a gustare qualche specialità in varie postazioni gestite da popolani immancabilmente in costume. Inoltre sono previsti eventi speciali presso l’anfiteatro Sant’Agostino e un convivio rinascimentale, che va prenotato entro il 7 agosto. La rievocazione in Certosa, tra pomeriggio e sera, segue più o meno questa scaletta: corteo storico, esibizione di cavalieri, giocolieri e guitti, preparazione e distribuzione della famosa frittata di mille uova, fuochi d’artificio. Prima e dopo, nella Corte della Spezieria adiacente all’atrio, si ammira una mostra di artigianato ma, soprattutto, si mangia e si beve.
Come per ribadire il concetto, Alla Tavola della Principessa Costanza si intitolano i tre giorni medioevali di Teggiano. La rievocazione, più motivata e imponente delle altre dato il rilievo artistico del luogo, coinvolge l’intera città e gli abitanti (tenuti tra l’altro a far sparire dalla vista anche le proprie auto). Per esaltare la suggestione dell’evento viene battuta l’antica moneta del feudo e attivato un banco di cambio dove convertire gli euro; qui inoltre le taverne assumono una funzione urbanistica come tappe di un tour storico e gastronomico attraverso le emergenze cittadine. Il pezzo forte del copione giornaliero si svolge e si replica tre volte nella piazza centrale del Municipio, rinominata Campo del Palio perché, dopo i consueti cortei e spettacoli di strada, vi si giocano le tre fasi eliminatorie del Palio dei Casali durante il quale atleti di Teggiano e dei centri vicini trasportano in corsa stele di legno dette ceri. A gare concluse gli spettatori s’aggirano per il centro storico dove fino a notte alta vengono fatti rivivere antichi mestieri: si partecipa a balli, si ascoltano musici, si visitano chiese e palazzi (anche con il supporto di guide) e, appunto, si gustano cibi tradizionali. Il tutto accompagnato da rulli di tamburi e ronde di sbandieratori, mentre personaggi in costume, sigaretta in bocca e cellulare all’orecchio, si mescolano ai presenti… per ricondurli all’attualità.

Testo e foto di Alberto Galassetti

PleinAir 444 / 445 – Luglio / Agosto 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio