Favole di neve

Inverno pleinair in Carnia, nel magico paesaggio delle Dolomiti Friulane: a Forni di Sopra, centro turistico e sportivo a misura di famiglia, e nell'appartato e genuino ambiente di Sauris. Con piste ed escursioni per tutti i gusti a breve distanza da comodi e sperimentati approdi per il v.r.

Indice dell'itinerario

Paesini dall’aria montanara dove il Circo Bianco non ha sconvolto culture e tradizioni, luoghi per lo svago e il relax non trasformati in chiassosi e affollati divertimentifici, soste discrete in cui i veicoli ricreazionali sappiano e possano inserirsi nel contesto urbano o naturale senza dare nell’occhio: ecco i pochi tratti che delineano il quadro felice di una vacanza bianca come piace a noi, in un’atmosfera quieta e serena, favorita dalla cortesia dei residenti e da un’affluenza turistica che non diventa arrembaggio. Così è in Carnia, cuore bianco del Friuli, con grande soddisfazione degli intenditori di neve pleinair che da anni frequentano queste zone, attirati non solo dall’atmosfera genuina ma anche da fattori ambientali e geoclimatici particolarmente favorevoli. Qui infatti ci si sente pervasi dalla sensazione di trovarsi in alta montagna nonostante le quote modeste, poiché le strade di fondovalle si snodano mediamente fra i 400 e i 600 metri e sui tratti più elevati non si superano i 1.400. D’inverno, inoltre, lo zero termico delle Alpi nord-orientali è decisamente inferiore rispetto ad altri luoghi, assicurando un valido innevamento già intorno ai 900 metri di altitudine. Non da ultimo, le basi di soggiorno da noi sperimentate – Forni di Sopra e Sauris – distano poche decine di chilometri dal casello autostradale dell’Alpe Adria che dà accesso a Tolmezzo e alla Carnia, a tutto vantaggio di chi dispone di pochi giorni e vuole spenderli al meglio senza doversi sobbarcare faticosi trasferimenti.

Sport e accoglienza per tutti
In una splendida conca ammantata dai boschi di conifere e ancora dominata dai picchi dolomitici dell’estremo Cadore orientale, Forni di Sopra è adagiato a 920 metri sul livello del mare, alle porte del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane il cui centro visite si trova proprio in paese. L’abitato risulta tutto sommato nitido, immerso in un contesto ancora rispettoso della tradizione locale con edifici in pietra e legno, ma allo stesso tempo è un centro turistico dotato di tutti i servizi, che garantiscono soggiorni di qualità.
Chi arriva con il camper o la caravan può scegliere di fermarsi al camping Tornerai in località Stinsans, un paio di chilometri prima del paese venendo da Tolmezzo, i cui giovani e gentilissimi proprietari Silvia e Piero garantiscono anche il servizio di trasporto per raggiungere le sciovie di Forni di Sopra. In alternativa, i motorizzati trovano un secondo approdo nell’ampio e comodissimo parcheggio ai piedi della funivia Varmost (gestito dagli stessi titolari del campeggio), che nella stagione turistica è collegato da un bus navetta in funzione tutti i giorni esclusa la domenica. Molto ambita, se l’innevamento lo permette, la possibilità di spostarsi con il gatto delle nevi che opera fra il parcheggio e il polo sportivo di Forni di Sopra, sulla riva del Tagliamento giovane e a due passi dal centro: il complesso, dotato di piscina, sauna e palestra, d’inverno è il fulcro delle attività sciistiche sul versante meridionale della valle con una seggiovia, uno skilift facile, piste per lo slittino e lo snow rafting. Nel campo scuola non manca un tapis roulant per i più piccini, che qui hanno a disposizione uno snow park interamente attrezzato con pupazzi, pioli colorati, archetti e altri giochi sulla neve. Infine, le due chicche rappresentate dagli anelli per il fondo e dalla discesa del Varmost.
Alla pista di sci nordico Tagliamento, omologata per gare internazionali, si accede proprio dalle citate aree: un facile tracciato si snoda suggestivo tra il fiume, i boschi e le frazioni di Forni con anelli di lunghezza variabile da 3 a 10 chilometri, mentre un più breve percorso di un chilometro e mezzo, nella zona del parcheggio del Varmost, viene illuminato per l’uso notturno. A Forni di Sotto parte invece la pista Tredolo, dislocata sui grandi spazi prativi della più bassa valle. La mitica Varmost, destinata allo sci alpino, è un lungo e divertente serpentone di quasi 5 chilometri che dai 2.073 metri della Cima Crusicalas plana ai 950 del paese. Essendo la seggiovia frazionata in tre tronchi, potrete provarne a piacimento singole tratte (assai godibile quella centrale). L’escursione si rivela interessante anche per chi non scia: dai 1.700 metri del Rifugio Malga Varmost si gode un superbo panorama, mentre ai tavoli del ristorante self service si degustano le specialità della cucina carnica. Un altro punto ristoro è più in basso al Rifugio Som Picol, a quota 1.460.

Un piccolo paradiso
Il territorio di Sauris, soprattutto con la neve, dona la strana sensazione di trovarsi in un luogo meravigliosamente fuori dal mondo. Sono appena 13 i chilometri che separano il paese da Ampezzo, ma per proiettarsi in questo paesaggio vocato a un turismo semplice e discreto bisogna percorrere una strada tortuosa nella forra del torrente Lumiei, scandita da una serie di gallerie (la rotabile fu costruita solo nel 1930), tra le foreste e lo spettacolare lago di Sauris.
I primi abitanti giunsero da qualche valle al confine tra la Carinzia e il Tirolo intorno alla metà del ‘200. Per motivi ancora non pienamente chiariti dagli storici, questa popolazione di origine germanica era alla ricerca di un posto isolato, tranquillo e di difficile accesso, e per più di sette secoli i suoi discendenti hanno vissuto in perfetta simbiosi con l’ambiente alpino. Oggi Sauris conta circa 400 abitanti che, interpretando in chiave moderna alcune delle attività tradizionali (artigianato e produzioni agroalimentari di nicchia) o sviluppando forme di accoglienza turistica a misura d’uomo, continuano a rapportarsi con un ambiente che rimane a tutt’oggi la risorsa più preziosa.
Fuori dal tempo appare l’insieme architettonico dei due minuscoli nuclei che formano il paese, autentica isola etnico-culturale. Le case e gli stavoli in legno, con i tipici lunghi ballatoi, si differenziano da quelli delle altre valli carniche e friulane, e naturalmente anche la parlata è unica: una sorta di lingua saurana, de zahrar sproche, idioma germanofono che conserva tuttora alcune caratteristiche del tedesco diffuso nel XIII secolo. Interessante il confronto tra i campanili: a Sauris di Sotto la chiesa di Sant’Osvaldo, con annesso il Centro Storiografico dedicato al santo, mostra la classica cupola a forma di cipolla a coronare la torre campanaria, mentre a Sauris di Sopra quella della chiesa di San Lorenzo termina a cuspide, con il tetto ricoperto da scandole.
Nella stagione fredda la parte fruibile della valle – che nella bella stagione offre innumerevoli opportunità escursionistiche – si esaurisce con la salita a Sauris di Sopra, fantastico belvedere tra le cime dei monti Bivera, Tinisa, Pura e Morgenleit, su cui si dipana l’assolata pista da fondo con i due anelli Untervelt e Plotze e le facili sciovie. Un’altra pista, un po’ più impegnativa, si trova a Sauris di Sotto ed è praticabile anche in notturna. Oltre allo sci nordico e alle passeggiate con le ciaspole si possono effettuare gite con pranzo alla volta di malghe isolate e romantiche, raggiunte da uno speciale minibus da neve cingolato (18 posti a sedere chiusi e riscaldati), oppure escursioni a bordo di slitte trainate da cavalli, come nei fiabeschi inverni del Grande Nord.
La situazione della sosta conferma che ci troviamo in un luogo per pochi eletti, da non saturare con una presenza massiccia e invadente: a Sauris di Sotto, quota 1.200, nel parcheggio prima dell’ingresso in paese; a Sauris di Sopra nei dieci stalli di un altro parcheggio sovrastante gli impianti sciistici, dove la strada termina a 1.400 metri di altitudine segnando il punto più alto di tutti i centri abitati della Carnia.
C’è solo da augurarsi che questa montagna incantata, pur nella necessità di garantire per mezzo del turismo nuove risorse economiche a chi la abita, continui a preservare per intero i suoi valori paesaggistici e culturali. La magica atmosfera di Sauris potrà conservarsi intatta solo grazie al pleinair, l’unica forma compatibile con una corretta valorizzazione dei suoi tesori naturalistici e storici, e l’apprezzabile idea degli amministratori locali di aprire un’area attrezzata per i camper fra i nuclei di Sauris di Sopra e di Sotto va incoraggiata nella perfetta logica di una sosta nature. Che, ai margini di queste splendide foreste, è quanto di meglio si possa immaginare.

PleinAir 427 – febbraio 2008

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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