Europa ieri e oggi

In Belgio e in Lussemburgo, dove hanno sede alcune delle maggiori istituzioni dell'Unione, un sorprendente itinerario tra villaggi medioevali, sapori di una volta e placidi fiumi da discendere a pagaie.

Indice dell'itinerario

Se non fosse per un lieve rallentamento del traffico autostradale, l’attraversamento del confine tra Francia e Lussemburgo passerebbe del tutto inosservato. E così, quasi senza accorgercene, copriamo le poche decine di chilometri che ci separano dalla prima tappa di questo nostro viaggio verso nord: la capitale del Granducato, sede di innumerevoli banche e paradiso fiscale per molte imprese, ma anche uno dei principali centri amministrativi dell’Europa unita poiché ospita in austeri palazzi il Segretariato Generale del Parlamento, il Consiglio dei Ministri, la Corte di Giustizia e molte altre istituzioni comunitarie.
Costruito negli ultimi decenni del X secolo alla sommità di una roccia tagliata a picco su tre lati, che si affaccia sulla confluenza dei fiumi Alzette e Pétrusse, il centro storico si erge all’improvviso nella pianura, con un colpo d’occhio sulla struttura fortificata che spiega perché fosse chiamato “la Gibilterra del Nord”. Una valle di inattesa profondità, con giardini e piste ciclabili, divide il borgo antico dall’abitato moderno, in un contrasto singolare e piacevole. Vari posteggi per la sosta diurna si trovano nella zona della stazione ferroviaria (se la sagoma del veicolo supera la segnaletica orizzontale è necessario pagare tariffa doppia), mentre per il pernottamento si possono sfruttare gli ampi parcheggi dei centri commerciali.
La passeggiata non può che iniziare dall’imponente cattedrale barocca di Notre-Dame, che si staglia fra le casette bianche con gli scuri tetti di ardesia e i raffinati palazzi del quartiere finanziario: dalla balconata che si affaccia sul panorama urbano sembra quasi di trovarsi davanti a un immenso plastico. Lungo le strette stradine si rimane stupiti leggendo i nomi degli istituti bancari apposti sulle antiche facciate, scoprendo che in pratica è qui rappresentata la finanza di tutto il pianeta. Nel quartiere intorno al Marché-aux-Poissons, animato da ristoranti, bistrot e caffè d’ogni genere, si concentra un patrimonio di storia e di cultura che fra i principali motivi d’interesse annovera il Palais Grand-Ducal, le casematte del Bock e il museo nazionale di storia e d’arte, dov’è conservata una ricca collezione dall’antichità romana alle opere contemporanee.
Percorrendo l’Avenue de la Liberté (attenzione a non tentare il parcheggio del camper, che lungo quest’asse stradale è vietato e pesantemente multato da vigili assai efficienti) si attraversa la città e, oltrepassata la stazione ferroviaria, si imbocca la nazionale 4 per superare l’inesistente frontiera con il Belgio. Siamo diretti alla vicina Arlon, nella regione della Lorena belga: sulla sommità di una bassa collina sorge la parte antica, dominata dall’immancabile cattedrale. In centro la sosta non è consentita, ma ampi parcheggi aperti anche ai veicoli ricreazionali sono disponibili a poca distanza. Strade, vicoli e piazzette della suggestiva cittadina, in un susseguirsi di salite e discese, sono gremite di negozi e locali per tutti i gusti, da austeri ristoranti fiamminghi fino a chiassosi pub frequentati soprattutto dai giovani. Tra i principali musei, da non perdere quello archeologico in cui si ammira una cospicua raccolta d’arte e architettura gallo-romana, a memoria delle origini di Arlon che fu fondata dalle legioni dell’Urbe come presidio a difesa dei territori minerari e delle numerose fonderie le quali già all’epoca producevano monete, utensili in ferro e monili di bronzo.

Borghi e pagaie
Meno di 40 chilometri ci separano da Virton, dove entreremo nel vivo dell’itinerario fra le boscose montagne del sud-ovest belga. A Meix Virton incontriamo le prime casette rurali con il tetto di ardesia, i campanili con la caratteristica cupola a cipolla, i villaggi con le abitazioni in stile dalle cui allegre finestre occhieggiano fiori d’ogni colore e addobbi dei più disparati.
Nel vicino paese di Gérouville si osserva ciò che resta di un gigantesco olmo piantato nel 1258 dai monaci dell’abbazia di Orval per commemorare la nascita del villaggio: nel corso dei secoli la chioma aveva raggiunto una circonferenza di oltre 15 metri, ma poi l’albero fu abbattuto da un violento uragano. A quel punto gli abitanti, ormai affezionatisi a quella pianta simbolo della città, decisero di conservarne ciò che ne restava e oggi il vecchio olmo continua ad offrire riparo ai viandanti nei pressi di una stazione degli autobus di linea. In piazza ci si può invece rinfrescare con un boccale dell’ottima birra prodotta anch’essa dai frati trappisti di Orval, che viene lasciata fermentare in bottiglie di vetro per almeno sei mesi nel buio dei sotterranei dell’abbazia: bisogna mescerla lentamente, ci spiegano, onde non far alzare il deposito della fermentazione che si trova sul fondo per almeno un centimetro di spessore.
La nazionale 88 si addentra in foreste talmente fitte che in alcuni tratti, ai lati della strada, il folto appare buio e impenetrabile; piazzole con tavoli e panche consentono soste e tranquille passeggiate, alla scoperta di un territorio ancora incontaminato. Sulla cima dell’altopiano, il graziosissimo villaggio medioevale di Chassepierre si mostra raccolto sulla sponda del Semois, dalle acque placide e pescose: per apprezzare a ritmo lento il paesaggio, dalla primavera all’autunno i camping presenti lungo il fiume offrono la possibilità di noleggiare canoe e kayak con un comodo servizio di rientro alla base in autobus.
Campeggi, piccole valli e boschi si succedono fino a Bouillon, vivace cittadina dagli scuri tetti di ardesia circondata da una larga ansa del Semois e frequentata soprattutto da un turismo giovane e sportivo che, oltre alle discese fluviali, pratica il trekking sui sentieri delle Ardenne. Dall’alto della collina, domina la valle un imponente castello che ricorda il ruolo strategico di questa postazione già in epoca feudale: l’impianto oggi visibile, risalente al ‘700, comprende mura, torrioni, cortili, ponti levatoi e una grande sala scavata nella roccia nella quale sono conservate le spoglie di uno dei protagonisti della prima Crociata, quel Goffredo di Buglione che comandava gli eserciti cristiani entrati a Gerusalemme nel 1099.

Guerra nelle Ardenne
Di castelli questa parte del Belgio è particolarmente ricca, come a Rochefort dove emergono all’improvviso dalla boscaglia le imponenti rovine di un maniero che sembra uscito da una fiaba.
Ci troviamo ora lungo la valle del fiume Lomme, che ci riserva un’altra occasione di contatto con la natura: ad Han-sûr-Lesse si trova infatti il più bel complesso di grotte del Belgio (vedi riquadro “Una reggia di calcare”) visitabile lungo un percorso di circa 3 chilometri che scende a 180 metri di profondità fino a raggiungere la spettacolare sala centrale, larga 150 metri e alta 129, al cui interno scorre il fiume Lesse.
Tra basse colline e paesaggi di campagna, la nazionale 86 raggiunge un’altra tappa nella storia, la cittadina di La-Roche-en-Ardenne, anch’essa affacciata su un fiume che in questo caso è l’Ourth. All’ingresso del centro veniamo accolti da un’insolita collezione a cielo aperto: si tratta di alcuni carri armati americani della Seconda Guerra Mondiale, e altri ne vedremo dalla balconata del castello che offre un’ampia vista sull’abitato. E’ solo l’anticipo di uno dei musei più importanti della città, dedicato alla sanguinosa offensiva delle Ardenne che l’esercito tedesco mosse verso gli Alleati nel dicembre del 1944; le sale espongono mezzi dell’epoca, cimeli e divise oltre a diorami, documenti e una ricca mostra fotografica. Dopo aver visitato il museo e il castello ci si può dedicare a una passeggiata e allo shopping nelle animate vie cittadine, o magari a un’altra escursione in canoa sul fiume, prima di riprendere il viaggio verso la nostra ultima tappa.
Siamo diretti nella vallata della Mosa dove sorge una delle più pittoresche località del Belgio, Dinant, serrata tra alte balze rocciose e il corso del fiume in un ambiente ideale per brevi e lunghe passeggiate naturalistiche. Assediata, invasa e data alle fiamme più volte nel corso dei secoli dai francesi e dai belgi, Dinant fu completamente distrutta dai tedeschi nella Prima Guerra Mondiale, ricostruita e semidistrutta nuovamente nella Seconda, ma oggi eccola di nuovo in piedi più vivace e attraente che mai. La cattedrale, un possente edificio gotico quasi incastonato nella roccia e affacciato sul fiume, veglia sul piacevolissimo centro storico formato da basse casette che si snodano sulle rive della Mosa; il letto del fiume qui inizia ad essere pienamente navigabile e non manca l’opportunità di noleggiare canoe o di imbarcarsi sui battelli per una divertente crociera. Fra le decine di ristoranti, caffè e locali d’ogni tipo, da non perdere una visita all’antica pasticceria Jacobs (vedi riquadro “Pane al pane”) per assistere alla lavorazione del pane al miele, vera prelibatezza della regione.
Le nuvole, che hanno accompagnato buona parte della nostra vacanza, ci seguono anche sulla via del ritorno verso il Lussemburgo: ma qui anche la pioggia fa parte del gioco e del paesaggio, e nel ripercorrere la strada verso sud già pensiamo a una prossima visita per approfondire la scoperta en plein air di questo piccolo regno incantato.

PleinAir 415 – febbraio 2007

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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