Emilia Romagna, alla corte dei due re

Due monarchi assoluti dominano il Parmense: il prosciutto e il parmigiano DOP. Il Salone del Camper è l’occasione giusta per rendere omaggio ai sovrani e per scoprirne i possedimenti. Nuove mete per quest’anno.

Indice dell'itinerario

Neppure chi torna abitualmente a visitare per lavoro il Salone del Camper ha di che annoiarsi a frequentare Parma e dintorni. Tali e tante sono le cose da vedere e conoscere che ogni anno si può imbastire un programma di soggiorno diverso. Per assecondare questa esigenza sulle pagine di PleinAir è apparsa una guida di Parma lo scorso anno, una proposta tra Fidenza, Salsomaggiore e Fontanellato due anni orsono e l’itinerario che proponiamo in queste pagine.

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Un capannonne di stoccaggio per la stagionatura del parmigiano

Lo dedichiamo doverosamente alle due specialità sovrane della regione, il prosciutto e il parmigiano DOP, che proprio in concomitanza con il Salone ritroviamo protagoniste di eventi non trascurabili. Uno per tutti è il Festival del Prosciutto che coinvolge i maggiori centri di produzione dell’alta Val di Parma: Felino, Langhirano e Lesignano de’ Bagni in primis, dove i camperisti possono contare su ampi parcheggi messi a disposizione dalle municipalità.

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Un banco d’assaggio di prosciutto al festival di Langhirano

È l’occasione per fare scorta di affettati a prezzi imbattibili e per visitare qualche importante salumificio, ma anche per scoprire questi centri minori e le loro emergenze. Una celeberrima si trova proprio nel comprensorio di Langhirano: il castello di Torrechiara, al quale occorre riservare una mezza giornata. L’imponente e complessa rocca quattrocentesca cui si addossa un borghetto coevo ha conquistato il cinema fornendo l’ambientazione a numerose pellicole in costume: ricordate, fra le tante, Lady Hawk? La costruzione svetta su un poggio, alla base del quale e ai margini di una moderna contrada anch’essa in festa con degustazioni e spettacoli  è situata nel verde una bella area di sosta che è anche capolinea di una navetta per quanti non si sentono di affrontare il ripido percorso di accesso al castello, che ospita di solito anche concerti e mostre estemporanee e si visita a pagamento (con o senza guida).

Tre cerchia di mura e quattro torri angolari gli attribuiscono un aspetto guerresco, in contrasto con il carattere di pacifica dimora che si nota negli ambienti interni, luminosi, riccamente decorati e affrescati a grottesche. Così li volle il conte Pier Maria Rossi, che li fece costruire tra il 1448 e il 1460 per farne dono alla sua amata Bianca Pellegrini. Se non fosse storia sembrerebbe l’inizio di una telenovela dei nostri giorni: quando si dice il destino dei nomi.

La rocca di Torrechiara ripresa dalla cantina Lamoretti.
La rocca di Torrechiara ripresa dalla cantina Lamoretti.

Lo stesso paesaggio che s’inquadra dagli spalti e dai loggiati è un inno alla gioia di vivere, in specie il regolare graffito dei vigneti che cela anche una meta per buongustai: la cantina Lamoretti, produttrice di vini pregiati, riportata dal nostro AgriPleinAir. Da lì o dal castello andare a concludere il pomeriggio per le vie e gli stand gastronomici di Langhirano è quasi un obbligo, peraltro allegramente salutato dall’esibizione di bande musicali e majorette.

L’altro monarca

Quanto al parmigiano, festeggiamenti ufficiali a parte, è onnipresente in tutta la pianura emiliana, non solo nelle vetrine dei negozi più lussuosi, ma in piccoli e grandi laboratori particolarmente nel territorio di Noceto, dove si snoda l’itinerario gastronomico Valli & Sapori, equamente celebrativo anche di insaccati, vino rosso e aceto balsamico. In questa stessa zona, precisamente in località Borghetto, si trova l’azienda caseificio e fattoria didattica Ciaolatte segnalata dalla nostra guida AgriPleinAir che dispone di un punto vendita e consente di assistere alle varie fasi di lavorazione, stagionatura e stoccaggio delle forme. Visita istruttiva e appetitosa da concludere magari con una cena nell’annesso ristorante e un pernottamento (gratuito) nell’area di sosta.

Il grande sviluppo raggiunto da Castell’Arquato in epoca medioevale si legge nei principali monumenti del centro, dal Palazzo del Podestà alla collegiata.
Il grande sviluppo raggiunto da Castell’Arquato in epoca medioevale si legge nei principali monumenti
del centro, dal Palazzo del Podestà alla collegiata.

L’indomani infatti, proseguendo per circa 6 chilometri fino a Fidenza e quindi per altri 18 verso i primi rilievi della Val d’Arda, non bisogna mancare una puntata al borgo di Castell’Arquato, altro insigne lascito del Medioevo al confine tra Parma e Piacenza. Un fascinoso insieme di torri e mura rossastre lo annuncia in lontananza emergente dalla geometria della campagna. A percorrerne poi gli acciottolati e a scorrerne i monumenti, dalla collegiata al Plazzo del Podestà e a quello di Giustizia alla Rocca, è come tuffarsi nel passato remoto delle signorie e dei liberi comuni.

Bandiera arancione del TCI e incluso tra i borghi più belli d’Italia, Castell’Arquato è di fatto un libro di storia aperto, dove alle pagine sbiadite d’epoca romana seguono sempre più leggibili quelle longobarde e dei secoli successivi, fino al Congresso di Vienna che lo assegnò al Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Insomma, un contenitore ideale per diverse feste in costume (nessuna però nel mese di settembre) e per diverse istituzioni culturali, tra cui il Muso Geologico Provinciale che documenta gli importanti giacimenti fossiliferi della zona e la Casa Museo dell’illustre cittadino Luigi Illica, giornalista e drammaturgo a cui si devono i versi di melodrammi quali la Bohème, Tosca e Madama Butterfly.

Al fin della licenza

La ricca offerta museale e l’amenità del posto possono facilmente impegnare l’intera giornata. Un buon motivo per andare a conoscere l’ottima cucina e l’ospitalità di un’altra azienda presente sull’AgriPleinAir, l’agriturismo Poggio Caminata, allontanandosi ancora di 15 chilometri verso Piacenza e fino alla contrada Celleri di Carpaneto. Poi basterà mezz’ora di autostrada per tornare al Salone del Camper o per imboccare di nuovo la Val di Parma. A non più di 15 chilometri dalla fiera, ma in direzione di Mantova, si trova infatti la terza e ultima destinazione eccellente che vi proponiamo: la reggia di Colorno.

 sontuosi interni della reggia di Colorno sono visitabili su prenotazione
sontuosi interni della reggia di Colorno sono visitabili
su prenotazione

Il centro storico ristrutturato di recente e gli argini alberati del torrente incorniciano scenograficamente il Palazzo Ducale edificato dai Farnese nel XVIII secolo, poi eletto a reggia da Ferdinando Borbone e abitato fino alla metà del XIX secolo. Oggi il complesso  parzialmente in via di restauro  è sede di vari uffici e di una scuola internazionale di cucina. Una visita guidata ne illustra il piano nobile, gli ambienti di rappresentanza, la chiesa di San Liborio e l’appartamento privato dove si ritirava a coltivare i suoi studi il duca Ferdinando, appassionato di teologia e astronomia più che di politica. A quanti volessero attardarsi e pernottare a Colorno ricordiamo che nella zona si trovano tre aziende segnalate da AgriPleinAir che offrono punti sosta. Una di queste, l’Antica Grancia Benedettina, occupa un grande edificio monastico di origine medioevale che merita senz’altro uno sguardo. Dopo di che, tutti a casa e al prossimo Salone. 

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