Viaggio all'Isola d'Elba, sulle tracce di Bonaparte

Le scogliere, le spiagge di sabbia finissima, i borghi ricchi di storia, le testimonianze dell’attività mineraria: un mondo da apprezzare anche grazie alla rete di sentieri che fanno dell'Elba un piccolo paradiso per il trekking e la mountain bike

Indice dell'itinerario

Sono passati due secoli da quando il 4 maggio 1814 l’uomo che aveva tenuto in mano per decenni le redini dell’Europa mise piede sul suolo dell’Elba. Si chiamava Napoleone Bonaparte e il suo soggiorno a Portoferraio, durato solo dieci mesi scarsi, avrebbe comunque lasciato un segno indelebile nella storia dell’isola.

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Le ville imperiali, l’emblema dell’isola

Tutto accadde in seguito alle sconfitte del sovrano e alla sua abdicazione dal trono di Francia con il trattato di Fontainebleau, che fece dell’Elba e dell’arcipelago toscano un principato assegnato all’Empereur. E nel capoluogo isolano, i cui abitanti accolsero l’illustre esule in pompa magna con tanto di cannonate a salve e consegna delle chiavi della città, la testimonianza tangibile del suo passaggio è data dalle splendide residenze imperiali di Villa dei Mulini e Villa San Martino, oggi strutture museali.

Portoferraio – Villa dei Mulini – Biblioteca di Napoleone

Villa dei Mulini a Portoferraio

La prima, che si trova nella parte alta di Portoferraio e deve il suo nome ad alcuni mulini un tempo presenti in loco, era quella principale e fu costruita nel 1724 dal granduca Gian Gastone de’ Medici. Vi si possono ammirare gli appartamenti abitati dal sovrano e dalla sorella Paolina, comprendenti il salone, lo studio, le stanze da letto e la ricca biblioteca che conserva i volumi provenienti da Fontainebleau, poi donati alla comunità di Portoferraio. Soltanto il mobilio originale è andato disperso e in gran parte sostituito con altri splendidi arredi d’epoca.

Il giardino interno

Nel grande giardino affacciato sul mare spiccano una statua di Minerva (forse risalente all’antica Grecia) e una copia di quella della Galatea del Canova, per il quale pare abbia posato Paolina Borghese, il cui originale si trova a Villa San Martino. Quest’ultima, situata a circa 5 chilometri dall’abitato e facilmente raggiungibile con una deviazione dalla strada per Marciana Marina, fu acquistata da Napoleone nel giugno 1814 per farne la sua residenza estiva nonché nido d’amore, anche se Maria Luisa d’Austria non raggiunse mai il consorte all’Elba. In seguito divenne proprietà del conte Anatolio Demidoff, marito della nipote dell’imperatore Matilde di Monfort, che vi fece edificare una maestosa galleria in stile neoclassico per raccogliervi la sua collezione di cimeli napoleonici.

La sala egizia

Tra le varie sale della villa sovrastante spicca quella egizia, con piante di papiro e pareti affrescate in ricordo della vittoria del sovrano nella campagna d’Egitto. Napoleone fuggì dall’Elba il 26 febbraio 1815 a bordo del brigantino Inconstant, e dopo una settimana di viaggio sbarcò a Golfo Juan, presso Cannes. Il resto è storia nota: la sconfitta di Waterloo, l’esilio a Sant’Elena, la malattia e la morte, avvenuta il 5 maggio 1821.

Per ricordare questo evento, lo stesso giorno di ogni anno viene celebrata una messa nella chiesa della Reverenda Misericordia di Portoferraio; il piccolo museo attiguo custodisce la bandiera con le tre api dorate donata dall’imperatore all’Elba che ancora oggi è il vessillo dell’isola, la maschera bronzea di Napoleone morente e il calco della sua mano destra.

Portoferraio, l’ingresso a Forte Falcone, situato nel punto più alto della città

Sulle orme di Cosimo de’ Medici

E se Bonaparte ha caratterizzato la storia recente dell’Elba apportando migliorie in vari  campi (amministrazione, agricoltura, rete stradale, miniere), le imponenti fortificazioni e l’impronta rinascimentale di Portoferraio si devono invece a Cosimo I de’ Medici, granduca di Toscana, che nella metà del Cinquecento fece edificare nuovi quartieri.

Forte Falcone

Posizionato a picco sul mare nel punto più alto dell’antica Cosmopoli – così fu chiamata Portoferraio da Cosimo I –, Forte Falcone è la più possente delle strutture difensive dell’isola. Forte Stella, che deve il nome alla sua forma, ospita uno dei fari più antichi d’Europa, realizzato nel 1788 dal granduca Leopoldo di Lorena. La torre della Linguella, o del Martello, dall’inconfondibile forma ottagonale, si trova all’imbocco del porto e nel Settecento fu trasformata in prigione (nel 1933 vi fu rinchiuso Sandro Pertini per oltraggio a una guardia carceraria durante la sua detenzione a Pianosa per antifascismo).

La struttura è nota anche come Torre del Passannante, dal nome di un anarchico lucano che vi fu imprigionato dieci anni per aver attentato alla vita di re Umberto I di Savoia nel 1878. Attiguo è il museo archeologico della Linguella, ubicato negli antichi magazzini del sale, che conserva reperti etruschi e romani datati dall’VIII secolo a.C. al V secolo.

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Fronte di Terra

Per completare il sistema difensivo delle fortezze medicee furono erette le mura del Fronte di Terra, una serie di enormi bastioni che si sviluppano per circa mezzo chilometro sul lato ovest della città. Dalla zona del porto si accede facilmente alle viuzze del centro storico e alla vivace Piazza Cavour, da dove in breve si raggiungono il duomo, la chiesa del Santissimo Sacramento e il Municipio, ex palazzo della biscotteria realizzato da Cosimo I, che ospitò Napoleone appena sbarcato.

Ed è proprio l’imperatore che fece trasformare la seicentesca chiesa del Carmine (sconsacrata all’inizio dell’Ottocento) nel Teatro dei Vigilanti, oggi sede d’importanti rassegne culturali. Portoferraio, il cui toponimo derivante dal medioevale Feraia è chiaramente legato alle risorse minerarie della zona, non è solo il capoluogo dell’Elba ma anche il porto dove ogni estate sbarcano frotte di vacanzieri attirati da uno splendido mare, ad appena un’ora di traghetto dalla costa toscana.

Questo afflusso diventa un vero e proprio esodo a luglio e agosto, quando le strade si riempiono di auto e camper e le spiagge brulicano di bagnanti. Per fortuna non mancano calette appartate e angolini tranquilli, raggiungibili con sentieri più o meno brevi, la cui bellezza vale certamente un po’ di fatica.

Un panorama del promontorio sul quale si allunga Portoferraio, dominato da uno dei più antichi fari d’Europa e dal Forte Stella

I forti, i borghi e la vetta

La natura dell’Elba è estremamente varia: distese di macchia mediterranea, boschi di lecci, sughere e vaste pinete caratterizzano un territorio collinare dove vivono branchi di mufloni, che culmina nei 1.019 metri di Monte Capanne. La storia e l’economia dell’isola sono da sempre legate alla ricchezza di minerali di ferro i cui giacimenti sono stati sfruttati da Etruschi, Greci, Romani, signorie medioevali e, in tempi più recenti, dai moderni sistemi della siderurgia industriale sviluppatasi alla fine del XIX secolo.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale iniziò il declino dell’attività mineraria, che vide la chiusura definitiva degli impianti estrattivi alla fine degli anni Ottanta. Oggi l’asse portante dell’economia elbana è senz’altro il turismo, affiancato da altre attività minori come la pesca e la viticoltura, con quest’ultima che ha origini antichissime ed è legata alla produzione di ottimi vini Doc. E qui turismo vuol dire senza dubbio mare, ma anche borghi pittoreschi, siti storici, musei, escursioni e sport di terra come mountain biking, golf, equitazione.

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Basta uscire da Portoferraio e andare alla scoperta dell’isola, ben servita da una nutrita rete stradale. Marciana Marina, vecchio borgo di pescatori con un esteso lungomare e una torre cinquecentesca che troneggia sul porto, è stata in passato uno dei centri dediti alla cattura del tonno e alla sua esportazione.

Oggi, pur mantenendo ancora le attività tradizionali di pesca e agricoltura, si è notevolmente sviluppata anche sul versante turistico. Bastano pochi chilometri all’interno per raggiungere il borgo medioevale di Marciana, che regala un po’ di fresco nelle torride giornate estive, dove si possono visitare la Fortezza Pisana del XII secolo (nei cui pressi è situato un centro visita del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano) e il museo archeologico dell’Elba, ricco di importanti reperti d’epoca etrusca e romana.

Dalla sommità del paese parte un bel percorso di circa 3 chilometri, caratterizzato da quattordici piccole stazioni della Via Crucis, che sale al santuario della Madonna del Monte, risalente al XVI secolo e immerso in un bel bosco di castagni. L’annesso romitorio fu frequentato da Napoleone, che pare vi abbia ospitato per qualche giorno la sua amante Maria Walewska, giunta all’Elba nel settembre 1814. Poco distante da Marciana una cabinovia aperta sale in circa 20 minuti sulla vetta del Monte Capanne, raggiungibile anche a piedi con il sentiero n. 1, da dove nelle giornate limpide la vista spazia sulle altre isole dell’arcipelago toscano fino alla Corsica.

Il porticciolo di Marina di Campo

La Costa del Sole

Tornando verso il mare, il tratto costiero da Marciana Marina a Marina di Campo – conosciuto come Costa del Sole – è uno dei più belli di tutta l’isola: un susseguirsi di calette appartate e splendide spiagge, fra cui quelle della Paolina (sembra fosse la preferita della sorella dell’imperatore), della Fetovaia e di Cavoli, queste ultime due sempre affollate in alta stagione.

Marina di Campo e i suoi lidi

Marina di Campo, ben protetta all’interno di una baia, è una cittadina di pescatori con una notevole valenza turistica. Vanta la spiaggia più lunga dell’Elba (circa 2 chilometri) che per una buona metà lambisce l’abitato e si collega al porticciolo, nei pressi del quale si sviluppa la parte vecchia del paese dominata dall’antica Torre Appianea, della seconda metà del Cinquecento.

Salendo per la scalinata di Via Bellavista si raggiunge un sentiero che porta alla splendida e tranquilla baia della Galenzana, con una spiaggia di sabbia fine e un mare cristallino. Pochi chilometri a est, protetta da una bella pineta, la lunghissima spiaggia della Lacona è particolarmente adatta alle famiglie con bambini grazie alla sabbia finissima e al fondale che digrada dolcemente. Qui sopravvive l’unico ambiente dunale di tutto l’arcipelago toscano, habitat di specie animali e vegetali a rischio come l’albanella e il giglio di mare. Una lingua di terra lunga e stretta separa la baia di Lacona dall’ampio Golfo Stella, dove si trova la grande e tranquilla spiaggia ghiaiosa di Morgidore, accessibile alle persone con disabilità.

Molto più frequentata è quella sabbiosa del Lido di Capoliveri su cui affacciano alcuni dei maggiori campeggi dell’Elba e che confina a sud con la deliziosa caletta delle Calanchiole. All’interno, arroccato su un colle, il grazioso borgo di Capoliveri è da scoprire con calma percorrendo viuzze e scalinate fra negozietti d’artigianato e botteghe enogastronomiche. Noto fin dall’epoca romana come Caput Liberum, nel periodo medioevale il villaggio fu fortificato dai pisani per contrastare le incursioni saracene; poco distante dall’abitato venne anche edificata la pieve romanica di San Michele, del XII secolo.

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La grande e attrezzata spiaggia del Lido di Capoliveri

Il centro storico si sviluppa intorno a Piazza Matteotti, sede di varie manifestazioni musicali e culturali, con una bella terrazza panoramica e non distante da Piazza Garibaldi dove si affaccia la chiesa settecentesca di San Gaetano. La parrocchiale di Santa Maria Assunta, invece, il cui campanile fu costruito sulle fondamenta di una delle torri dell’antico castello, si trova in Via Roma ed è di datazione incerta ma sicuramente precedente al 1623, quando viene citata in alcuni documenti. Vecchi vagoncini e attrezzature varie, sparse qua e là per le vie del borgo, testimoniano il passato minerario della zona, famosa per i giacimenti ferrosi del vicino Monte Calamita.

L’area, dotata di percorsi da trekking e mountain biking, è facilmente raggiungibile con la strada costiera (inizialmente asfaltata e poi sterrata) che regala splendide vedute sulle insenature sottostanti, dove non mancano belle spiagge come quelle di Morcone, Pareti e dell’Innamorata. Quest’ultima deve il nome a una leggenda: la giovane Maria, promessa sposa di Lorenzo, nel tentativo di salvare il suo amato rapito dai pirati si gettò in mare e scomparve fra le onde.

La spiaggia di Calamita

Tra mare e ferro

È invece storia quella raccontata dalle guide nelle escursioni alle miniere del Monte Calamita, un tempo principale risorsa economica della zona e oggi piccolo tesoro di archeologia industriale. Le visite partono due volte al giorno dal complesso della vecchia officina a circa 6 chilometri da Capoliveri, che include un negozio e un piccolo museo, e comprendono l’escursione nella galleria del Ginevro (l’unica ancora visitabile in tutta l’isola) e alla miniera del Vallone, con vecchi edifici e macchinari in disuso a due passi dal mare. Qui è possibile arrivare anche a piedi o in mountain bike tramite una sterrata inaccessibile alle auto che parte poco distante dal Museo della Vecchia Officina e in circa mezz’ora porta giù all’antico cantiere e alla vicina spiaggia di Calamita, bellissima e poco frequentata.

Una manciata di chilometri separa Capoliveri da Porto Azzurro, borgo di pescatori a forte vocazione turistica. Fondato nel 1603 da Filippo III di Spagna, è dominato dall’imponente struttura di Forte San Giacomo, edificato nel XVII secolo a protezione dai continui assalti dei pirati saraceni e trasformato in carcere nell’Ottocento. Il piccolo centro si anima soprattutto di sera, quando i vacanzieri passeggiano nelle viuzze costellate di negozietti, locali e ristorantini e si ritrovano nella grande Piazza Matteotti affacciata sul porto.

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Portoferraio, il busto raffigurante Napoleone custodito nella Villa dei Mulini

Nei dintorni sono famose le spiagge di Barbarossa, Reale e Terranera; quest’ultima, rossastra per via della presenza di ematite, separa il mare da un laghetto d’acqua solforosa formatosi con l’attività mineraria. Nell’entroterra, ad appena tre chilometri da Porto Azzurro il santuario della Madonna di Monserrato, fatto costruire all’inizio del Seicento dal governatore spagnolo José Pons y León, è facilmente raggiungibile con una deviazione dalla provinciale per Rio Marina.

Ci si può arrivare anche con un sentiero ad anello di oltre 7 chilometri, molto bello ma impegnativo, che inizia dopo il porto e sale dapprima alle mura della fortezza per poi proseguire verso la spiaggia di Barbarossa e quindi puntare all’interno. Di fronte a Forte San Giacomo, su una punta rocciosa dall’altra parte della baia si erge Forte Focardo, costruito dagli Spagnoli nel 1678 e attualmente proprietà della Marina Militare. E mentre gli ultimi raggi di sole ne illuminano le possenti mura affacciate sul mare, al cui interno svetta un faro ottocentesco, una barca solitaria rientra in porto e il tramonto cala ancora una volta su questa splendida isola, di ferro e granito, pescatori e miniere.

L’ambiente dunale del sentiero che porta alla spiaggia della Lacona
L’ambiente dunale del sentiero che porta alla spiaggia della Lacona

Mille e una spiaggia

Con i suoi 224 chilometri quadrati di superficie e 147 chilometri di costa, l’Elba è l’isola più grande del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e la riserva marina più estesa d’Europa (inserita nel Santuario dei Cetacei) che comprende anche l’isola del Giglio, Capraia, Montecristo, Giannutri, Gorgona e la vicina Pianosa, ex colonia penale e oggi sede di uno dei centri visita del parco.

Per quanto riguarda le spiagge, non c’è che l’imbarazzo della scelta: da quelle lunghe e sabbiose come Fetovaia, Biodola, Lacona e Lido di Capoliveri, a quelle splendide di ghiaia e ciottoli come Capo Bianco, Sottobomba e Sansone.

Queste ultime si trovano nel tratto di costa fra Portoferraio e Capo Enfola, caratterizzato da falesie rocciose che si tuffano in acque limpidissime. Nel promontorio dell’Enfola, dove finisce la strada, dal parcheggio di fronte alla vecchia tonnara (oggi centro visite del Parco dell’Arcipelago Toscano) parte un facile percorso di 2 chilometri e mezzo che sale alla sommità della penisola, regalando grandiosi scorci panoramici sui golfi di Viticcio e di Procchio.

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