Egeo da favola

Chilometri di coste dalla bellezza africana, monumenti vecchi di millenni come le leggende che ne raccontano la nascita, un clima in cui l'inverno sembra non esistere, un popolo generoso e solare che avvicina il turista rispettoso come un amico di lunga data. E un'infinità di occasioni per ritrovare, con il v.r. o la tenda, la libertà di un pleinair essenziale che ricorda modi e mete di venti o trent'anni fa. In una parola, Rodi.

Indice dell'itinerario

Che non ci sia più, il famoso Colosso, lo sanno tutti. Eppure, arrivando in traghetto al porto di Rodi, viene da guardare in alto, cercando il passaggio sotto la grande statua che fungeva da immenso portone. Il sole, tiepido già all’alba in questo profondo sud mediterraneo, accende d’oro il castello dei Cavalieri Templari che domina il promontorio e le antiche mura medioevali del borgo. I primi raggi fanno brillare d’argento il simbolo della cittadina, il Cervo, che oggi, dall’alto della sua colonna marmorea, è l’unico monumento d’ispirazione mitologica ad accogliere i visitatori. Mentre si sbarca, nei riflessi abbacinanti del mare smeraldino, Rodi conserva tutto il fascino e l’atmosfera del ricco avamposto commerciale, conteso da Greci, Persiani, Ottomani, Bizantini, Veneziani, Maltesi, tanto opulento e potente da possedere, secondo gli antichi Romani, una delle sette meraviglie del mondo che fu distrutta, vuole la leggenda, da un terribile maremoto scatenato dalle ire di Poseidon.
Dalle banchine restano per fortuna in ombra i grattacieli del lato moderno del lungomare che oggi, se il colosso fosse ancora in piedi, ruberebbero il primato d’altezza all’emblema del dio Sole. Pur privata del suo gigante di pietra, l’isola resta comunque il luogo migliore dove adorare la nostra calda stella: più di 320 giorni di sole l’anno, temperature miti in pieno inverno, bagni di mare possibili sino ai primi di dicembre e già da fine marzo. Con suprema gioia del turista itinerante, l’ondata migratoria di amanti della tintarella si sposta in aereo o con le navi da crociera, fermandosi quindi solo nella graziosa cittadina. Il centro storico beneficia di una vivace atmosfera quotidiana e di una frequentata vita notturna, ma il resto dell’isola, fuori dai picchi mondani dei mesi estivi, si presenta selvaggia e quasi deserta visto che in tutta Rodi non c’è neppure un campeggio attrezzato. Tuttavia, che ci si sposti in camper, tenda, bici, canoa, surf o persino caravan, si troverà sempre uno spazio dove allestire il campo per la notte, in sicurezza, quasi sempre sul mare. Ci è capitato di dormire con il nostro veicolo proprio sulla riva di una splendida spiaggia deserta, dalla sabbia candida e dall’acqua cristallina, segnalata con tanto di cartello turistico… per scoprire la mattina successiva, da un cortesissimo militare, che eravamo nel bel mezzo di un poligono di tiro. Molto dispiaciuto, l’ufficiale ci ha pregato di spostarci per lasciare spazio alle esercitazioni, ma senza fretta, ci avrebbero aspettato. I ritmi dell’isola, fuori dalla città, sono davvero ancora quelli della Grecia da cartolina. Anche la genuinità e l’onestà degli abitanti sono rimaste inalterate: aiutiamo un pescatore a tirare in secco il gozzo e ci viene regalata un’intera cesta di pesce, visitiamo una falesia di arrampicata e i giovani climber insistono nel prestarci la loro attrezzatura per una prova, curiosiamo tra i vicoli di Lindos e l’oste della taverna si siede con noi per raccontarci un po’ di storia della città, offrendoci l’immancabile caffè. I pescatori di spugne vendono conchiglie direttamente dalle piccole barche nel porto, le vecchine espongono i loro merletti sui muretti dei vicoli. E l’essere italiani accende la cordialità e disponibilità degli abitanti: per gli isolani il nostro paese resta ancora lo stato fratello, che sul finire dell’800 aiutò i greci a tornare in possesso del Dodecanneso, da secoli in mano alla Turchia. Neppure le due guerre e l’occupazione fascista hanno scalfito lo spirito di riconoscenza e l’ammirazione per aver allontanato il temuto Impero Ottomano.
Ma più di tutto, quello che rimane negli occhi e nel cuore è il sole di Rodi. Che si può veder sorgere dal mare sul versante orientale per ritrovarlo la sera stessa su quello opposto, a trasformare l’acqua in una lastra di rame disegnando il suo sentiero verso la notte. Si capisce perché proprio qui sia nato uno dei culti più antichi della storia. Gli abitanti di Elios, alle prime luci, semplicemente volgevano i palmi delle mani e il viso al sole, rendendo grazie per tre volte all’astro creatore della vita sulla Terra. E pensando all’inverno tanto piovoso che si è appena chiuso, viene quasi da ripetere quei semplici gesti.

L’isola in camper
La visita all’isola più grande del Dodecanneso inizia inevitabilmente dalla cittadella di Rodi, il borgo storico subito di fronte al porto dove attraccano i traghetti. E’ possibile parcheggiare il v.r. gratuitamente nella zona d’imbarco. Non ci sono divieti né limitazioni neppure nei parcheggi a pagamento (liberi sabato, domenica e festivi) lungo tutta la strada che costeggia il molo e le mura della città, con stalli più piccoli in Promitheos Afstralias e Akti Sathouri, nella zona del porto commerciale tra Porta Panagias e Porta Tarsanas, ma con possibilità più ampie nell’area della nuova piazza del mercato e del parcheggio degli autobus, su Via Giorgiou Papanikolau, di fronte agli imponenti edifici in stile neoclassico.
Le migliori attrattive storiche e culturali si concentrano dentro le mura, accessibili dalle belle porte istoriate, come Thalassini Gate: il castello dei Cavalieri Templari, che erano di San Giovanni e di Rodi prima di diventare di Malta, con il bel Palazzo del Gran Maestro, imperdibile e ben visibile sul promontorio dove sorge la fortezza, il museo archeologico lungo Via Apellou allestito nell’Ospedale dei Cavalieri che conserva gran parte dei ritrovamenti di età ellenica, romana e bizantina, compresi quelli subacquei frutto dei numerosi naufragi, oltre alla famosa statua di Afrodite, e ancora le numerose moschee tra cui la bella cupola di Souleiman lungo Via Sokratous, a testimonianza del quadrisecolare periodo ottomano dell’isola, il municipale hammam Yeni dove sperimentare il bagno turco, la Via Consolare o dei Cavalieri lungo la quale sorgono i più bei palazzi che ospitavano le varie rappresentanze nazionali dell’ordine con alcune mostre permanenti gratuite di anfore, statue e armature, le chiese in stile bizantino e infine la vivace Piazza Ippokratous, popolata di bancarelle, bar, taverne e negozietti.
I resti più importanti del periodo ellenico si trovano invece all’acropoli di Monte Smith, o Monte Santo Stefano nella toponimia italiana, per cui è necessario riprendere il mezzo e attraversare un po’ a fatica le caotiche vie della città nuova, seguendo le indicazioni per Monte Smith o Traditional Rodhian House. Il tempo trascorso nel traffico è ripagato da alcuni bei parcheggi panoramici subito sotto le rovine, dove è possibile anche la sosta notturna in bassa stagione, vista l’assenza di divieti espliciti. Il tempio di Apollo di cui rimangono in piedi tre colonne, l’antico stadio e il teatro non sono purtroppo valorizzati e mantenuti come meriterebbero, ma restano comunque luoghi affascinanti e dall’alto valore storico. La punta di Capo Koubourno, dalle spiagge e attrazioni più mondane e vacanziere, ideale per una sera tra locali e night, non è il sito più adatto per un’escursione in camper, tranne forse per l’acquario posto proprio in cima, che può fare la felicità dei bambini.
Gli amanti della tradizione dedicheranno un pizzico di energia in più per visitare Koskinou, piccolo villaggio dall’impianto medioevale con le casette colorate, in parte abbandonato anche se oggetto di un recente restauro. Si può parcheggiare solo nella parte nuova, dove sostano i bus e c’è il mulino a vento. Consigliamo inoltre di avventurarsi lungo gli stretti tornanti per visitare la collina di Filerimos a Ialissos, il tempio di Athena Polias, riutilizzato come fortezza e chiesa bizantina nel XIII secolo e poi divenuto residenza dei monaci all’epoca dei Cavalieri.
Lasciate la modernità e le masse di turisti in città, scendendo verso sud il resto dell’isola è un paradiso di coste naturali e quasi deserte. Escludendo le belle spiagge di Kalithea dove, nonostante gli ampi parcheggi, si incontrano alcuni dei pochi divieti di campeggio di tutta Rodi, passato Faliraki si avrà solo l’imbarazzo della scelta. A Capo Ladikou, seguendo le indicazioni per Anthony Bay si trovano facilmente i primi piazzali sul mare del piccolo promontorio, con possibilità di sosta notturna. Neppure 3 chilometri più a sud, svoltando verso il mare per la Traganou Beach, prima di un distributore a Psolidokambos si arriva a un incantevole litorale di piccoli ciottoli, arricchito con alcune grotte sul lato nord, sotto la piccola falesia, dichiarata Bandiera Blu dell’Egeo nel 2007. Fuori dai picchi di agosto, quando la vicinanza alla città può creare un po’ di confusione e affollamento, non ci sono limitazioni al pernotto di fronte allo stabilimento militare, così come si potrà passare la notte nei numerosi parcheggi sul mare lungo la strada di Afandou Beach. Oltre il centro abitato di Arkangelos, dove sconsigliamo di avventurarsi con veicoli di grosse dimensioni, è assolutamente da non perdere la spiaggia di Agia Agathi, una baia di sabbia dorata con un piccolo santuario incastonato tra la scogliera e il bagnasciuga, proprio di fronte alle rovine del castello Feraklos. Anche qui il pernottamento è ben tollerato, con ampi spazi quasi sul mare, da raggiungere con un breve tratto di asfalto sconnesso misto a sterrato.
Lindos è l’altra perla di Rodi, un borgo bianco in tipico stile egeo sormontato da un castello, che custodisce le rovine di un’acropoli e un tempio dorico. Il parcheggio più comodo, gratuito, si trova in cima alla salita dove sostano gli autobus turistici, così come i piazzali sterrati appena più avanti. Una seconda soluzione è scendere su asfalto seguendo le indicazioni Town Hall-Ancient Building, in direzione Genadi e verso lo stadio. Si arriva così a una piccola spiaggia con una splendida vista del golfo di Agios Paulos, dove in bassa stagione si può sostare per la notte.
Superato il promontorio su cui sorge la cittadina, la costa si fa liscia e sabbiosa, con numerose spiagge dorate e possibilità di sosta indisturbata tra Lardos, Glistra e Manouliou Beach. Attenzione al distributore di carburante prima del centro abitato di Genadi, uno dei pochi della costa meridionale dove è possibile fare rifornimento di gasolio e acqua. Da qui, lungo tutta la litoranea si possono trovare infinite possibilità di sosta anche notturna imboccando uno degli sterrati sul limitare delle dune. Dal promontorio di Capo Angomasi si gode un bel panorama, sgombro di case e selvaggio, anche se la salita e la discesa possono essere un po’ faticose per un mezzo con lungo sbalzo posteriore. Al bivio per Lakania si incontra una fontana di acqua potabile, pur se dal sapore leggermente salato. Le spiagge sabbiose e appartate di Plimiri, Germata, Korakas e Mauros Kavros, circondate da dune bianche, popolate di granchi e gabbiani e indicate da simpatici cartelli in legno, si raggiungono con ampi sterrati che richiedono una guida lenta e attenta, ma non presentano reali impedimenti al transito: ci si potrà così immergere in scenari incontaminati dai tratti africani, preservati dalla cementificazione per uno strano gioco del destino. La zona è infatti poligono multiforce, utilizzato per le esercitazioni militari ad agosto e nei mesi invernali, ma lasciato al turista per il resto dell’anno.
Da Katavia, il centro abitato più meridionale dell’isola, parte la strada per Prassonissi, il promontorio amato dai surfisti, con un istmo di sabbia perfetto che regala acque tranquille e riparate da una parte, onde e vento dall’altro lato della spiaggia. Qui si trovano alcuni cartelli di divieto di pernottamento per caravan e tende, anche se sembra che il popolo del surf non rispetti affatto la limitazione. Da vedere il piccolo monte, collegato dalla sola lingua di bagnasciuga, sito di un antico insediamento preromano e oggi costellato di piccole torri di sassi realizzate dai turisti. Presso il centro abitato e le case in affitto prima del promontorio ci sono due fontane pubbliche.
Passato il capo più meridionale dell’isola, si risale inevitabilmente verso nord. La strada costeggia un litorale di sabbia bianca fiorito di gigli e ginestre, raggiunto da stradine sterrate che scendono fin sulla riva dove è un piacere passare la giornata o la notte. Pano Gialos, Sousonia e Limni Beach offrono parcheggi sul mare, isolati e tranquilli, tra dune candide. Ad Apolakia la strada principale volta verso l’entroterra, rimanendo all’interno sino a Monolithos. Da qui, proprio su un ampio tornante, parte la strada asfaltata per il Monolithos Castle, una piccola fortezza che custodisce la chiesina di Agios Panteleimonas, con un maestoso panorama sul mare, imbattibile al tramonto. Scendendo 6 ripidi chilometri si arriva al golfo di Fourni, una spiaggia isolata ma ben attrezzata con taverne e parcheggio. La costa occidentale è quella più esposta al maestrale e anche il versante su cui si addensano le poche nuvole, a causa delle alte vette dei monti Akramitis e Ataviros. Il fresco dei boschi e l’abbondanza d’acqua invitano a un’escursione: circa 2 chilometri a nord dal centro abitato di Siana si incontrano le indicazioni per il monastero Zoodochos Pigi, dove è possibile parcheggiare il v.r. e fare rifornimento presso una delle due sorgenti per poi proseguire a piedi sugli sterrati tra i pini, con scorci di mare, belle vedute sulle valli coltivate a vigneto e il profilo delle vette sullo sfondo. Proseguendo sulla strada principale valgono sicuramente una sosta anche le Gole di Kopela, un canyon dall’aspetto antico e misterioso che si può risalire senza troppa fatica per un lungo tratto. Poco oltre, ben indicato, si incontra il bivio per la cima del Monte Ataviros, un largo sterrato che si arrampica per circa 12 chilometri fino a un osservatorio militare a ben 1.180 metri sul livello del mare. Dopo 7 chilometri circa troviamo una sbarra aperta, ma l’accesso è vietato dal chilometro 11, dove tra l’altro manca la possibilità di fare manovra, per cui consigliamo di lasciare il camper all’altezza del chilometro 10, sullo spazio che si apre in vista del mare e delle isole, e proseguire a piedi.
Ripreso il v.r., si prosegue ancora per una decina di chilometri verso la costa fino al piccolo castello sul mare di Kritinia, se non altro per osservare la curiosa colonia di agamidi, rettili simili alle iguane che vivono tra le rocce della fortezza. Per rientrare a nord consigliamo invece di procedere verso oriente passando per l’interno di Embonas, il borgo del vino famoso per l’uva bianca, e il Monte Profitis Elias, una delle vette principali dell’isola. Proprio al bivio che conduce alla sommità, affrontabile con un mezzo di dimensioni contenute e tanta pazienza, c’è una fonte di fresca acqua di montagna. Lungo la strada principale che taglia da ovest a est troverete infine l’antica chiesa bizantina di Agios Nikolas Fountoukli, del XIII secolo, considerata una delle più antiche di Rodi.

Escursioni in kayak
Dalla Golden Beach di Agia Agathi si pagaia verso il lato sinistro, il promontorio di Arkangelos. Dopo un tratto senza approdi, con un litorale di grossi ciottoli dove non è possibile sbarcare, la costa prosegue alta e rocciosa con alcuni archi naturali e piccole grotte. In circa mezz’ora si incontra una spiaggia deserta di sabbia dorata con sassi rossi, ideale per pescare nel fondo sabbioso. A neppure dieci minuti di pagaiata si arriva a una seconda spiaggia, abbellita da una croce e da un piccolo santuario. Altrettanto occorre per raggiungere la lunga striscia di litorale, con numerosi piccoli approdi. Sopra la falesia che domina le spiaggette si trova un abitato di casette bianche con una minuscola chiesina. Doppiato il capo, si intravvedono le isolette di fronte alla spiaggia e al porticciolo di Steghna, che si raggiunge in circa 40 minuti di remata senza scali. Al porto è possibile fare sosta in una piccola taverna familiare.
Si può inoltre mettere agilmente in acqua la canoa da Vlicha Beach, a nord del promontorio di Lindos, dove è anche possibile il pernottamento in un bel parcheggio ombreggiato, orlato da una spiaggia di sassolini con passerelle in legno. Si costeggia una scogliera aguzza senza possibilità di sbarco per circa un’ora, oltrepassando Capo Agios Emilianos, per entrare finalmente nella prima baia di Lindos che regala un’acqua tranquilla e limpidissima. I fondali sono letteralmente tappezzati di vasellame e ancore, che rendono il sito ideale per lo snorkeling. Il piccolo promontorio che segue, arricchito da una bella grotta e da due archi più piccoli, separa in poco più di un quarto d’ora dalla baia di Agios Paulos, con acqua meno limpida ma una splendida vista sul castello, i templi e il borgo. I più allenati potranno proseguire ancora per una mezz’ora senza approdi, oltrepassando Capo Ginas, sino alla lunga spiaggia di Pefki.

Testo di Federica Botta
Foto di Alessandro de Rossi

PleinAir 441 – Aprile 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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