E vieni in una grotta

Suggestivi presepi viventi illuminano la notte della Natività nelle gravine pugliesi: a Palagianello, Crispiano, Mottola

Indice dell'itinerario

Fiaccole tremolanti rischiarano il cammino dei Re Magi sul sentiero che dal fondo della gravina li conduce fino in cima, alla grotta della Natività. Quando il lungo serpente fiammeggiante raggiunge la sommità del profondo solco carsico è accolto dagli applausi del pubblico che, lasciando a malapena un piccolo corridoio libero, fa ala alle solenni figure giunte a rendere omaggio al futuro Messia. E’ la fase culminante del presepe vivente di Palagianello, un appuntamento che si ripete da diversi anni nella scenografica ambientazione della gravina.
Nella grande grotta sono presenti i protagonisti della rievocazione: la Madonna che veglia amorevolmente il Bambino al quale sono destinati i doni portati dal lontano Oriente, San Giuseppe, il bue e l’asinello.
Il pubblico assiepato all’ingresso, dopo aver assistito a una breve funzione liturgica officiata dal parroco, si disperde per far visita alle numerose grotte lungo il sentiero che affaccia direttamente sulla gravina. Testimonianza dell’antica civiltà rupestre, queste cavità – illuminate per l’occasione da torce e fuochi – tornano nuovamente ad essere abitate dai figuranti in costume che propongono momenti di vita dell’epoca, attività quotidiane e artigianali: la fucina del fabbro preannunciata da sordi e ritmici colpi di martello, il laboratorio dove abili mani confezionano cesti di vimini, la cucina dove intere famiglie preparano cibi poveri ma genuini. In gran numero, i visitatori si soffermano incuriositi sull’uscio dei misteriosi antri e talvolta vi entrano per godere del tepore del focolare, sul quale si prepara una fragrante ricotta offerta insieme a focacce, olive e vino.

Itinerario in gravina
La natura carsica del terreno, qui come in altre località della Puglia, a causa del continuo scivolamento delle acque meteoriche e alluvionali ha portato nel corso dei millenni a un progressivo sprofondamento degli strati superiori, fino a creare enormi e profondi solchi. L’erosione ha lasciato sulle pareti laterali grandi cavità, da sempre utilizzate come rifugi dagli abitanti della zona: ampliate all’interno e successivamente chiuse all’esterno, hanno finito col costituire un articolato insediamento abitativo disposto su vari livelli, collegati da scale e strade scavate nella tenera roccia.
La cosiddetta civiltà rupestre si sviluppò nel Medioevo quando le popolazioni, per sfuggire agli invasori venuti dal mare, cercarono riparo in questi luoghi nascosti e di difficile accesso. Il contemporaneo arrivo dei monaci greci in seguito alle lotte iconoclaste arricchì il territorio di numerosi luoghi di culto, anch’essi scavati nella pietra e affrescati con raffigurazioni sacre.
Percorrendo in salita una delle tante strade del borgo di Palagianello si giunge a Piazza De Gasperi, dominata dalla centrale chiesa di San Pietro Apostolo e dalla poderosa mole quadrangolare del castello con le sue imponenti torri: fu costruito sul ciglio della gravina nella prima metà del secolo XVI per difesa dai vicini feudatari e in seguito ampliato dagli ultimi proprietari, i baroni Caracciolo-Stella. E’ possibile la visita del cortile interno e delle sale superiori, previo accordo con l’ufficio turistico del Comune.
Lasciando sulla destra il castello e superate le ultime abitazioni, si raggiungono direttamente le antiche case-grotta che, nel primo tratto, sono ancora stabilmente abitate. Inoltrandosi, s’incontrano quelle abbandonate che costituiscono oggi lo scenario del presepe vivente. La strada termina davanti all’ingresso della cappella della Madonna delle Grazie in cui anticamente era venerata l’immagine della patrona di Palagianello. Il santuario, danneggiato nel corso dei secoli da frane e terremoti, è stato recentemente riaperto al pubblico dopo i lavori di restauro e consolidamento; all’interno sono ancora visibili i resti della volta crollata, che un tempo poggiava sulla roccia, e la cripta sottostante. In quest’area, che è la parte orientale della gravina, si trovano anche le chiese rupestri di San Girolamo e Sant’Andrea, insieme alle cripte di San Nicola e dei Santi Eremiti e alla cosiddetta “chiesa anonima”.Scendendo sul fondo della gravina, attraversato da un piccolo ruscello, una scalinata permette la risalita del lato occidentale. La medioevale cripta di Santa Lucia, probabilmente ampliata in epoca bizantina, presenta al suo interno due ambienti separati da un grande arco sul quale è posto un importante graffito rappresentante un uccello che becca un serpente. Poco più avanti, la chiesa di Jazzo Rivolta (jazzo indica un piccolo appezzamento di terreno racchiuso da muri a secco), un tempo utilizzata per il ricovero del bestiame e di attrezzi agricoli, è preannunciata da una vasta area dove sono visibili due tombe, i resti di un focolare e una cisterna.

Un presepe, cento masserie
Nel Tarantino altre rievocazioni della Natività sfruttano la suggestiva ambientazione delle gravine. Ne è esempio il presepio vivente di Crispiano che vanta ormai una tradizione quasi ventennale ed è arricchito ogni anno da nuovi elementi, tanto che i figuranti locali partecipano anche alle manifestazioni che si tengono nei comuni vicini.
Visibile a grande distanza, un potente fascio di luce squarcia il buio serale indicando la strada per le grotte del Vallone, nel cuore del paese, dove 200 personaggi animano il presepe illuminato da una grande cometa. Su un fronte di circa un chilometro si sviluppa la scenografica ricostruzione di un esteso nucleo abitativo dell’epoca, in cui si muovono i figuranti intenti nelle attività quotidiane. Un percorso pedonale permette la visita delle molteplici ambientazioni: l’artigiano che propone l’antico mestiere del riparatore di vasi in terracotta, il calzolaio, il conciatore di pelli, le donne intente alle attività domestiche e alla preparazione di cibi cotti nei forni scavati nella roccia, i pastori che accudiscono greggi di pecore in un paesaggio dove a volte (pur se artificiale…) cade anche la neve.
Nel centro storico si possono invece ammirare gli artistici presepi allestiti in case private e in piccole nicchie ricavate nelle pareti tufacee, al suono di musiche natalizie eseguite da zampognari in costume.
Per ogni edizione, visitata da circa 300.000 persone, è allestito anche un presepe a sagome fisse con 150 personaggi a grandezza naturale dal 20 dicembre al 5 gennaio (dalle ore 9 alle 22), mentre quello vivente si rappresenta il 24, 26 e 28 dicembre e il 4 e 6 gennaio (dalle 17 alle 22), sempre a ingresso gratuito.
Crispiano, conosciuto anche come il paese delle cento masserie (vedi PleinAir n. 288/289), si raggiunge dal bivio lungo la statale 46 Taranto-Martina Franca. Dato il notevole afflusso di pubblico, conviene arrivare per tempo e parcheggiare in Via Olimpiadi, segnalata da cartelli; il posteggio può ospitare circa 150 camper (possibile il rifornimento d’acqua) in attesa dell’imminente creazione di un’area attrezzata. Rivolgendosi alla Pro Loco è possibile prenotare visite guidate gratuite alla duecentesca abbazia di Santa Maria con affreschi bizantini, alla Masseria Lupoli con il suo museo contadino (vedi PleinAir n. 341) e ad altre masserie sparse nel territorio, visitabili d’estate a bordo di un calesse, percorrendo vecchi tratturi di campagna. Anche il patrimonio rupestre è fruibile con visite guidate lungo il Sentiero dei Monaci Basiliani che, tra melograni e fichi d’india, conduce alla Grotta dei Colombi, suggestivo scenario sotterraneo che si snoda per oltre 400 metri fra laghetti e ruscelli, e alla Grotta della Stinge (così chiamata per la presenza all’ingresso di una folta vegetazione di lentisco, in dialetto per l’appunto stinge) le cui sale presentano colorate e tondeggianti concrezioni.
Ancora una rappresentazione del Natale si vive a Mottola, distante 30 chilometri da Taranto e raggiungibile dalla statale 7 in direzione nord. Si tratta di un altro presepe vivente che va in scena il 29 dicembre e il 5 gennaio, con l’arrivo dei Re Magi nelle grotte Madonna delle Sette Lampade (dalle ore 18 alle 22). La celebrazione, nata solo quattro anni fa ma con vari caratteri di distinzione rispetto alle altre, si sviluppa su un grande pianoro dove piccole lanterne illuminano le grotte all’interno delle quali si snoda il percorso pedonale.

PleinAir 377 – dicembre 2003

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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