E vieni in una corte

A Tesero, in Val di Fiemme, la tradizione del presepe è di antica origine e di suggestiva espressione: il paese si trasforma in un museo a cielo aperto dove ammirare decine di Natività fatte di legno, pietra, carta, vetro e persino all'uncinetto.

Indice dell'itinerario

La neve caduta in abbondanza regala alla Val di Fiemme una magica atmosfera natalizia; in particolare a Tesero, un paese di 2.500 anime adagiato sopra il torrente Avisio di fronte alla catena del Lagorai. Con i suoi vicoli stretti, gli androni, gli archi, le fontane, le case addossate l’una all’altra, il centro storico conserva un fascino antico, ormai sempre più raro da trovare lungo l’arco alpino.
Nel periodo delle feste Tesero ospita un’ottantina di presepi distribuiti negli angoli più caratteristici, stalle, cantine, corte che portano i nomi delle famiglie che le abitano: Moreti, Chemeli, Titanele. Fulcro dell’evento – quest’anno giunto alla quarantunesima edizione – è il presepio di Piazza Cesare Battisti, realizzato per la prima volta nel 1965 e assurto a simbolo della tradizione presepistica locale: comprende diverse statue lignee a grandezza naturale, perfettamente inserite nelle architetture e nel paesaggio, ognuna delle quali è un’opera d’arte realizzata da artigiani locali. Espressioni dei volti dipinti, abiti, scarpe, strumenti musicali dei pastori, ogni dettaglio viene realizzato con la massima cura e ripropone aspetti del folklore o del territorio (come le macchie nere sul muso delle pecorelle, tipiche di una razza autoctona protetta, la Fiemmese). Quest’anno parte del presepe sarà esposto in Piazza San Pietro a Roma, mentre a disposizione di turisti e valligiani a Tesero saranno visibili le statue della Natività.
I Presepi nelle Corte sono stati realizzati o recuperati grazie all’associazione Amici del Presepio di Tesero, che ha la finalità di riscoprire, salvaguardare e diffondere il patrimonio artistico del luogo e della Val di Fiemme ma anche di creare occasioni di scambio con altre comunità che abbiano elementi culturali o tradizioni affini. Spiega il presidente Walter Deflorian nell’introduzione al volume I presepi di Tesero che questa passione “…è nel DNA delle persone, ha radici antichissime legate con un alone di mistero e magia alla devozione cristiana, alla sapiente conoscenza del materiale ligneo e alle particolari doti artistiche dei nostri avi. Il presepio era allestito in tutte le case, intagliando il legno di cirmolo nelle lunghe serate autunnali alla luce delle lanterne e delle candele, nelle calde stube, in compagnia dei racconti della gente che lì si trovava per far filò…”.
In effetti la storia dell’iconografia teserana dedicata alla nascita del Bambino si perde nei secoli. Le testimonianze più remote sono custodite nella gotica chiesa di San Leonardo, al margine superiore dell’abitato, dove inizia la strada per Stava: quattro affreschi della prima metà del ‘500 (fonte di ispirazione per gli artigiani e gli scultori di oggi) che rappresentano la Natività, la Presentazione al Tempio, l’Adorazione dei Magi e la Fuga in Egitto. Il primo, di scuola lombarda, mostra Maria e Giuseppe inginocchiati l’una vicino all’altro a sinistra della cesta che contiene Gesù; dietro a questa spuntano il bue e l’asinello, mentre sul lato destro sono raffigurati tre angeli.
A riprova di quanto i teserani fossero e siano legati al Natale restano molti presepi antichi e raffinati come quello lavorato in alcune deliziose formelle di una stufa del ‘600, che si può considerare una rarità poiché nell’area tirolese la tradizione iniziò a diffondersi dalla prima metà del ‘700 nelle abitazioni nobiliari, e solo dalla fine del XVIII e nel XIX secolo anche tra il popolo. Nelle Dolomiti e specialmente in Val di Fiemme l’intaglio del legno era largamente praticato nel periodo invernale, quando la famiglia si riuniva vicino alla stufa; nell’800 alcuni fiamazzi affinarono le tecniche e il talento naturale frequentando le botteghe dei maestri della Val Gardena, di Monaco o di Vienna (è il caso del Talachini e del Fedrizzi, le cui opere spesso furono imitate da intagliatori dilettanti, mentre all’inizio del secolo scorso Paolo Fedrizzi, che aveva sviluppato le proprie attitudini scultoree ad Innsbruck, organizzò un corso d’arte sacra).L’ideale percorso di visita comprende inoltre una quarantina di presepi antichi, opera di professionisti ma anche di contadini, carpentieri e segantini, recuperati ed esposti presso la Casa Jellici. Questi manufatti, a volte rimasti per decenni nelle soffitte, offrono anche la possibilità di scoprire quali fossero i costumi indossati nella vita quotidiana dell’epoca. L’ambientazione dei lavori più datati è montana, mentre le opere successive mostrano talvolta un paesaggio orientale, caratterizzato da dune di sabbia e oasi circondate da palme.
Oltre al legno di pino cimbro, uno dei più adatti all’intaglio, per le Natività di Tesero si impiegano i materiali più vari: la pietra, il vetro, la carta e persino il merletto, dando origine ad allestimenti piuttosto eterogenei per dimensioni e fattura che si apprezzano ancora meglio nella suggestiva scenografia del paese grazie a una speciale illuminazione, accesa dal tardo pomeriggio fino a mezzanotte. Una cartina e apposite tabelle permettono di scoprire agevolmente il tutto, guidando il visitatore dalla Corte dei Sperandii a quella dei Titanele, dalla Corte de la Genoefa a quella dei Mezavai, tra un presepe fatto all’uncinetto e uno scolpito, uno incastonato in una finestra e un altro alloggiato in una stalla. La magica bellezza dell’insieme basta a giustificare il viaggio, e lo confermano i visitatori in aumento ogni anno: l’inverno scorso sono state registrate ben 25.000 presenze.
Ad accrescere il piacere dell’atmosfera natalizia anche quest’anno si terrà la Rassegna della Stella o dei Tre Re, con i canti rituali di questua. Sabato 30 dicembre è previsto un concerto itinerante di gruppi cantori perlopiù provenienti dal Trentino e dalle province adiacenti, un’usanza in passato piuttosto diffusa nel territorio compreso tra il Ticino e la Slovenia: a partire dal XVIII secolo era quasi scomparsa a causa dell’ostracismo delle autorità religiose e civili, ma da qualche anni gli Amici del Presepio hanno riscoperto la tradizione e favorito la nascita di nuovi gruppi.

Andar per presepi
Anche altre località della Val di Fiemme ospitano Natività monumentali di ottima fattura: una è allestito a Cavalese di fianco all’Hotel Excelsior, l’altra a Predazzo in Piazza Santi Filippo e Giacomo.
Da non perdere poi la visita del presepe di Varena, uno dei paesi più antichi della valle, adagiato a una manciata di chilometri da Cavalese sulla strada per il Passo Lavazè: la grandiosa scenografia si sviluppa su una superficie di 2.500 metri quadrati ed è servita da 700 metri di sentieri dove si possono ammirare una novantina di personaggi, spesso raffigurati mentre si dedicano ad attività artigianali. Passeggiando fra un torrentello e una cascata ghiacciata si scoprono così gli antichi mestieri: la battitura del grano, la filatura della lana, il lavoro del mugnaio che manovra antiche macine recuperate a Cavalese e a Molina di Fiemme. Fulcro dell’esposizione è naturalmente la capanna con Maria, Giuseppe e Gesù Bambino, disposta al centro di una sorta di piccolo villaggio animato dalle botteghe degli artigiani, dal panettiere e da una locanda. E ancora una volta, grazie all’opera di appassionati volontari, si conserva la tradizione e rinasce la magia del Natale.

PleinAir 413 – dicembre 2006

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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