Dove osano i trenini
Come si arriva in un’isola? Via mare, giustamente, oppure con l’aereo se c’è uno scalo. A meno che non si tratti delle isole della Frisia, dove è possibile recarsi anche a piedi, in treno o in carrozza.
Facciamo un passo indietro e andiamo a collocare sulla carta geografica questi arcipelaghi ben noti ai turisti nordici, assai meno a quelli delle nostre parti. Le Frisone sono distribuite lungo la costa tedesca del Mare del Nord in due gruppi: quelle occidentali (in parte condivise con l’Olanda) a nord di Brema, quelle settentrionali di fronte a Husum (praticamente alle porte della Danimarca). Spostandosi invece sul Baltico troviamo un’altra meta molto frequentata a motivo delle sue numerose attrazioni storiche e naturalistiche: la grande isola di Rügen, a est di Rostock (e qui siamo quasi alla frontiera con la Polonia). A tanti confini politici corrisponde un paesaggio ben più uniforme, ma non per questo privo di peculiarità: anzi è l’esatto contrario, perché ci troviamo di fronte a un ambiente indissolubilmente legato all’alternarsi delle maree, con flora e fauna di notevole interesse – tutte le aree indicate sono infatti protette da parchi nazionali – e con un’invidiabile organizzazione turistica a misura di chi ama la vacanza nella natura. Un’altra particolarità sta nel fatto che le isole minori sono completamente pedonalizzate e si possono visitare con i modi e i mezzi della mobilità alternativa ed ecologica: a piedi e in bicicletta, quindi, ma anche con altre forme di trasporto che si rivelano davvero originali, come vedremo nel corso dell’itinerario. Del tutto singolari sono perfino le traversate in traghetto, di durata più lunga del previsto poiché la struttura dei fondali richiede di navigare lungo una sorta di canali in cui l’acqua è appena sufficiente per far galleggiare il natante, e solo quando si è un po’ più al largo si può procedere più spediti.
All’arrivo, prendendo quella che spesso è l’unica o una delle poche strade, ci si immerge in un piccolo universo che sembra uscito da certe vecchie cartoline: casette di bambola letteralmente sommerse dalle ortensie, distese di dune ricoperte da una bassa vegetazione popolata dagli uccelli marini, spiagge disseminate di Strandkorb, quelle grandi poltrone di vimini a forma di grossa cesta che proteggono i bagnanti dal vento. E poi decine di famigliole a passeggio o in sella alle bici con il biondo frugoletto a rimorchio nel suo carrellino, campi sportivi, piscine, piccoli musei e attività d’ogni genere per un soggiorno all’insegna dello sport e del relax.
Non mancano infine gli approdi per il nostro veicolo: aree attrezzate e campeggi sono ben dislocati e complessivamente economici, con prezzi che in media si aggirano fra i 15 e i 30 euro al giorno per due adulti, due bambini e la piazzola.
Le Ostfriesische Inseln
Per portarci sul Mare del Nord abbiamo attraversato la Svizzera e risalito per intero la Germania fino a Wilhelmshaven: ed eccoci pronti ad esplorare le Ostfriesische Inseln, ordinatamente allineate a poche miglia dalla costa.
La nostra prima tappa, all’estremità orientale, è Wangerooge che si raggiunge con una traversata di una cinquantina di minuti dal porticciolo di Harlesiel, dopo aver lasciato il veicolo nella capiente area attrezzata. Sull’isoletta, infatti, non si può arrivare con il proprio mezzo e per girarla a piacimento ci si serve della piccola ferrovia che collega il porto al centro storico: una linea di 5 chilometri, davvero minima eppure completa di tutto, stazioncine, pensiline, bookshop e quant’altro. Dalla pista ciclabile (chi non ha portato con sé la bici può noleggiarla sul posto) si scorge, poco più in basso, il trenino che passa a pochi metri dal mare o più all’interno a seconda dell’alternarsi delle maree; volendo cambiare mezzo di trasporto, durante l’estate i più piccini possono anche provare una tranquilla cavalcata a dorso di pony. Il vecchio faro, proprio vicino alla stazione, è un perfetto punto panoramico sull’arcipelago e sulla costa, e negli ultimi anni è divenuto una sede molto popolare per celebrarvi matrimoni.Si arriva in traghetto anche alla vicina Spiekeroog, salpando in questo caso da Neuharlingersiel; anche qui si può usufruire di un’area di sosta presso il campeggio cittadino, a meno di non spostarsi da Harlesiel ancora su due ruote o con i mezzi pubblici. Giunti alla meta, l’esperienza che ci attende è ancora più speciale: strada ferrata sì, ma il nostro locomotore è nientemeno che un cavallo. Nella stazioncina, una via di mezzo tra il Far West e la Vecchia Fattoria, fervono i preparativi per la partenza e i turisti si sistemano a bordo della piccola carrozza; fatto il pieno (di biada, ovviamente), il tranviere lascia libere le redini e comincia il nostro piccolo viaggio nel tempo, appena un chilometro di tragitto nella brughiera fiorita, dove gli unici suoni sono le strida degli uccelli marini e il tonfo regolare degli zoccoli del cavallo, attutito dall’erba. A Spiekeroog valgono una visita anche l’Inselmuseum, con un curioso assortimento di oggetti marinari e uccelli impagliati, e il Muschelmuseum, da non perdere se siete appassionati di conchiglie.
Tornati sulla terraferma ci spostiamo fino alla prossima base, Nessmersiel, dove un ampio parcheggio a pagamento che si stende proprio intorno al porto accoglie il nostro veicolo (in questo caso però non è possibile pernottare). Da qui vogliamo raggiungere Baltrum, un’altra delle isolette, e stavolta la nostra scelta cade sul mezzo di trasporto più antico: le nostre gambe. Numerose guide autorizzate munite di ricetrasmittente accompagnano i turisti, previa prenotazione telefonica, in una specialissima escursione a portata di tutti o quasi, visto che sono ammessi anche i bambini a partire dagli 8 anni di età (assolutamente sconsigliabile provare ad attraversare il braccio di mare da soli, poiché è necessario conoscere a menadito i punti in cui passare senza trovarsi in pericolo a causa di fosse nel fondale o di correnti pericolose). Indossati i calzoncini corti e le scarpe da ginnastica, affrontiamo il liquido e scivoloso sentiero ritrovandoci ben presto con l’acqua – in verità piuttosto freddina – a mezza coscia, e con la certezza di raggiungere la nostra meta senza neanche un centimetro di pelle e di vestiti asciutti: ma poi, quasi senza accorgercene, il fondo si fa più compatto e ci ritroviamo a camminare in un ambiente incredibile, sospesi tra cielo e mare, fino a quando poggiamo i piedi sulla solida terra di Baltrum. In tutto questa passeggiata davvero inusuale richiede da 3 a 4 ore, a seconda della composizione del gruppo e delle condizioni meteorologiche, e comporta un discreto impegno fisico. Se invece si preferisce un’esperienza meno stancante… e più asciutta, basta prenotare una gita sui carretti a cavalli: le placide bestie, con l’acqua che arriva all’addome, incedono lente e sicure su percorsi ormai collaudati trasportando i turisti fin sull’isola.
Quest’antica ed ecologica pratica è piuttosto diffusa nella zona, e chi vuole approfittare delle uscite programmate dagli uffici turistici locali troverà ottime possibilità anche a Cuxhaven. Nella località di Duhnen, dove ci si può appoggiare al camping Am Bäderring, c’è anche un popolare appuntamento dedicato a questo tema: si tratta delle Duhner Wattrennen, corse di carri a cavalli che si svolgono per l’appunto lungo la costa (quest’anno sono previste per il 6 agosto).
Siamo alla foce dell’Elba che poco più a sud bagna Amburgo, l’ultima grande città del suo lungo percorso attraverso l’Europa centro-orientale. Da qui faremo rotta verso nord per visitare il secondo gruppo di isole, risalendo il fiume sino a Wischhafen e imbarcandoci sul traghetto che in pochi minuti arriva a Glückstadt (nel periodo estivo le corse partono ogni mezz’ora dal mattino fino a sera); rimesse le ruote a terra, si prosegue parallelamente alla costa, si supera Meldorf e infine si giunge a Sankt Peter-Ording.Le Nordfriesische Inseln
Ci troviamo all’estremità inferiore della larga penisola da cui si protende la Danimarca, tra paesaggi marini tipicamente nordici con chilometri di spiagge di sabbia finissima e compatta che si perdono in lontananza.
Sankt Peter-Ording è il regno degli Strandsegler, scafi a vela provvisti di tre ruote che si muovono spinti dalla forza del vento: pare che raggiungano anche i 150 chilometri orari, e sono infatti utilizzati per animate competizioni che si possono svolgere solo qui e in Normandia proprio perché necessitano di campi da gara particolarmente lunghi e dal fondo ben battuto. Se volete provare anche questa esperienza potrete rivolgervi alle apposite scuole che organizzano brevi corsi per imparare a condurli; ne esiste anche una versione a quattro ruote sospinta da una sorta di paracadute manovrato dal pilota. La cittadina, che nel periodo estivo è una frequentatissima meta di vacanze con grande animazione, offre tra l’altro il Bernsteimuseum tutto dedicato all’ambra, l’Heimatmuseum con la fedele ricostruzione di antiche case e botteghe e, ogni mercoledì, un pittoresco mercato. Nella zona, il camping Olsdorf è un utile riferimento per il soggiorno e per le soste brevi, essendo dotato anche di un apposito spazio per gli itineranti.
Un’altra specialità di queste parti sono i fari: quelli che sorgono in mezzo al mare si possono raggiungere con escursioni in battello, che richiedono di fatto l’intera giornata. Ma ce ne sono anche lungo la costa, e il più celebre è certamente quello di Westerhever le cui larghe strisce orizzontali bianche e rosse si vedono anche a buona distanza. Nelle vicinanze esiste un parcheggio per i camper (ma con divieto di sosta notturna) da cui parte un sentiero che arriva proprio di fronte all’alta torre colorata, tra distese d’erba solcate da piccoli canali, pecore sonnolente e una grande colonia di sterne che a migliaia punteggiano il banco di sabbia tra il faro e il mare.
Lasciata Sankt Peter-Ording e tornati sulla strada principale, superiamo Husum (dalla vicina penisola di Nordstrand partono altre escursioni con i carri a cavalli) e ci portiamo a Dagebüll, punto di partenza per esplorare questa parte delle Frisone; vicino al porto si trova il camping Neuwarft. L’ufficio turistico propone immancabilmente escursioni di ogni tipo ma la più speciale è senz’altro quella a bordo della Inselbahn, una piccola ferrovia privata che a bordo di minuscole carrozze porta alle isolette di Oland, poco più di un chilometro quadrato di estensione, e di Langeness. I binari corrono a fianco di una sorta di diga e quando c’è l’alta marea l’acqua arriva a lambire le traversine: la meraviglia è completa quando, fra i respingenti di uno dei convogli, notiamo un bel salvagente rosso.
In prossimità del confine danese (che anzi supera con la lunga estremità settentrionale), Sylt è la più grande dell’arcipelago con i suoi 100 chilometri quadrati, ed è anche la più modaiola avendo dato un forte impulso al turismo di élite. Anche qui non mancherebbero i campeggi, ma l’unico modo per raggiungere l’isola è in treno da Niebüll caricando il veicolo a bordo delle navette ferroviarie che transitano su un ponte-diga: nessun problema se non fosse per il costo davvero proibitivo, che parte dai 100 euro a tratta per il mezzo più una quarantina per ogni passeggero con biglietto di andata e ritorno in giornata. La soluzione migliore è quella di lasciare il camper nell’area di sosta di Niebüll e, con le biciclette al seguito che viaggiano gratuitamente a bordo dei convogli, dedicarsi a qualche piacevole passeggiata a pedali. Dalla stazione di arrivo, che si trova praticamente al centro, le due lunghe punte dell’isola distano una quindicina di chilometri e il percorso, nell’una o nell’altra direzione, permette di visitare graziosi villaggi balneari in una caratteristica atmosfera.Lubecca e Travemünde
E’ l’ora di lasciare il Mare del Nord per il lungo tragitto che attraverso Husum, Rendsburg e Neumünster ci porterà sulla costa orientale tedesca, affacciata sul Baltico. E dopo tanta natura e tanto sport, non guasta dedicare un po’ di attenzione a una delle più belle città della Germania, Lubecca. Il centro storico, fra gli antichi palazzi dai rossi mattoni e le chiese dall’inconfondibile profilo aguzzo, è interamente circondato dal fiume Trave, la grande via d’acqua su cui viaggiarono i commerci soprattutto a partire dal XIV secolo, quando Lubecca fu eletta a guida della Lega Anseatica: la potentissima confederazione mercantile, che dominò per secoli l’economia di questa parte d’Europa, riuniva più o meno duecento città tra cui Bruges, Cracovia, Brema, Rostock, Stettino, Danzica e Riga. Il fascino del luogo pare librarsi sulle ali del vento, e ne è influenzata anche l’architettura: basta guardare gli enormi fori che nel 1434 Nicolaus Peck volle creare sulla parte superiore delle mura del municipio, sulla Marktplatz, come se l’edificio non dovesse opporsi alle correnti aeree ma anzi assecondarle, ripagando l’abbrivio che esse offrivano alle vele della ricca flotta.
Nonostante i bombardamenti dell’ultima guerra, che colpirono duramente la città, ancora oggi se ne può cogliere lo spirito inoltrandosi nei vicoletti acciottolati, tra le case dai frontoni barocchi. Anche l’illuminazione pubblica ci mette del suo, visto che i lampioni funzionano ancora a gas, e se ci si trova al crepuscolo in uno di questi angoli nascosti non è difficile immaginare di essere in un’altra epoca: magari ai tempi dell’infanzia di Thomas Mann, che qui era nato il 6 giugno del 1875 e abitò a Lubecca fino al termine delle scuole superiori (era particolarmente affezionato alla casa dei nonni, la Buddenbrookhaus oggi meta di pellegrinaggio per gli estimatori del maestro e di suo fratello Heinrich, anche lui scrittore). Passeggiando lungo il fiume un altro dei motivi d’interesse è rappresentato dai ponti, molti dei quali risalgono alla fine dell’800 come rivela la massiccia struttura metallica. E’ invece in pietra il Puppenbrücke, il più antico, che ancora oggi unisce la Lindenplatz alla pittoresca Holstentor, la porta simbolo di Lubecca; a poca distanza dal ponte si trova il Salzspeicher, il magazzino del sale, costruito fra il XVI e il XVIII secolo. Anche le chiese risaltano in tutta la loro magnificenza: la cattedrale con le due inconfondibili torri fondata nel 1173, la gotica Marienkirche edificata a partire dal 1250 con la navata centrale alta ben 40 metri, la Petrikirche anch’essa provvista di uno svettante campanile con belvedere sui tetti del centro. Volendo dedicarsi a un po’ di shopping, le vie più importanti sono la Königstrasse e la Breitestrasse, insieme alla Mengstrasse dove si trovano (oltre alla citata Buddenbrookhaus) negozi di prestigio fra cui gioiellerie, boutique di alta moda, antiquari e laboratori artigiani.
Una gita da non perdere è quella a bordo dei battelli che discendono il tratto finale del fiume sino a Travemünde: qui ogni estate (quest’anno dal 7 luglio al 3 settembre) si svolge Sandworld, un grande festival di sculture di sabbia con artisti di tutto il mondo chiamati a realizzare opere a tema utilizzando la rena pressata e lavorata. Lo spettacolo è ancora più emozionante nelle ore notturne, quando l’effimero museo viene illuminato con fasci di luce cangiante.
Per una sosta di qualche giorno c’è il camping Lübeck-Schönböcken, alla periferia nord-ovest della città, collegato al centro da un autobus che ferma nei pressi; in alternativa, tre grandi aree attrezzate sono a Travemünde nei pressi del porto e delle zone balneari.La costa baltica e Rügen
Da Lubecca alla costa orientale tedesca ci separano circa 200 chilometri, che decidiamo di coprire non su autostrada ma sulla statale che passa per Wismar e Neubokow. Poco oltre, a Bad Doberan, abbiamo un altro appuntamento con la mobilità alternativa: questo antico centro termale è una meta assai conosciuta di una costa molto amata dalla borghesia di un secolo fa (e quindi ricca di palazzi e alberghi della Belle Époque oggi ben restaurati), ma la vera chicca è il trenino a vapore che attraversa il centro storico a più riprese durante il giorno, quasi sfiorando le sedie di bar e ristorantini lungo la strada principale. E’ davvero una novità passeggiare sentendo alle nostre spalle il treno che sbuffa, procedendo rispettoso alla nostra stessa andatura e solo di tanto in tanto emettendo un fischio di avvertimento.
Volendosi trattenere nelle vicinanze c’è un campeggio nella cittadina costiera di Börgerende, ma stavolta abbiamo fretta di proseguire verso l’ultima tappa del nostro itinerario. A Rostock riprendiamo l’autostrada, raggiungiamo Stralsund e attraversiamo il ponte che ci conduce a Rügen, la più grande delle isole tedesche. Anche qui abbiamo la possibilità di ammirare i fasti di una stagione della storia che ci ha lasciato numerosi esempi architettonici, restaurati con una competenza quasi filologica che suggerisce anche una certa nostalgia (bellissimi gli interni liberty dello stabilimento balneare sul pontile di Sellin, lungo ben 394 metri, con la struttura in legno dipinto di bianco).
Tra campeggi e aree attrezzate, ci dicono in uno degli uffici turistici, non c’è che l’imbarazzo della scelta con una trentina di postazioni distribuite su tutta l’isola. Insomma, basta scegliere una sistemazione (molto bella l’area di sosta in prossimità di Stubbenkammer, un sito panoramico giustamente molto frequentato all’estremità centro-settentrionale) per poi dedicarsi alla scoperta del territorio a piedi, su due ruote o con i trasporti pubblici. E se avete capito che la nostra passione sono le ferrovie d’epoca, ebbene, ce n’è una anche qui: anzi è decisamente la più divertente e funzionale, visto che questo storico trenino a vapore – la prima tratta fu costruita negli ultimi anni dell’800 – attraversa tutta la parte orientale di Rügen da Lauterbach a Göhren, con numerose corse giornaliere non solo d’estate ma anche nelle altre stagioni. A bordo del Rasender Roland, questo il nome, si possono trasportare le bici ampliando così il raggio delle escursioni; e si può anche decidere di proseguire in battello, perlustrando la costa e ammirando dal mare i bei pontili e le vecchie case di legno che brillano candide sotto i tiepidi raggi del sole. Verso nord c’è anche una singolare distesa di scogliere di gesso, molto amate dai pittori ottocenteschi e riprodotte in numerose tele, mentre proprio all’estremità settentrionale troviamo un tipico villaggio di pescatori e i due fari di Kap Arkona, dalla cui sommità si gode un indimenticabile panorama sul Baltico. Ed è qui che scattiamo le ultime foto del nostro viaggio fra isole e mare, treni a vapore e carri a vela, storiche città e caratteristici paesini, mentre l’agosto nordico inizia già a sfumare nelle prime brezze dell’autunno.
PleinAir 408/9 – luglio/agosto 2006