Dolomiti a pagaie

In canoa sui laghi di Caldonazzo e di Levico per un soggiorno all'insegna dello sport e del relax.

Indice dell'itinerario

Se è risaputo che il Trentino è un territorio costellato da montagne affascinanti, romantici laghi e salubri sorgenti minerali, la Valsugana può essere considerata un’antologia di questi paesaggi. Situata tra la valle dell’Adige e le pianure venete e frequentata da secoli per la villeggiatura, è una zona fortemente vocata al pleinair (lo conferma la presenza di numerosi campeggi, molti dei quali aperti tutto l’anno e frequentati da camperisti e caravanisti di vari paesi europei) e soprattutto negli ultimi anni ha largamente investito nel turismo sostenibile, rivolgendosi ad un ampio novero di visitatori in cerca di opportunità sportive, relax termale e occasioni di cultura.
Centro d’attrazione fra i più conosciuti è il Lago di Caldonazzo, che alimenta il corso del Brenta ed è il bacino più esteso della provincia di Trento. Le sue caratteristiche lo rendono perfetto per la pratica di vari sport acquatici, come la vela, la canoa, il windsurf, il canottaggio e lo sci nautico, nonché le attività subacquee: non a caso lungo le rive ci sono associazioni e circoli che forniscono validi supporti per le attrezzature e l’assistenza tecnica proponendo anche corsi di vario livello.
Sul posto si arriva dall’autostrada del Brennero uscendo a Trento Centro e si imbocca la statale 47 in direzione Padova: quest’asse a scorrimento veloce, pur se molto trafficato nei periodi canonici, raggiunge direttamente la sponda orientale. Dall’altra parte si può risalire per una strada che attraversa l’abitato, affiancata dalla linea ferroviaria e da una bella pista ciclabile ideale per chi ama le escursioni su due ruote. Le rive, ben curate, presentano numerosi spazi pubblici attrezzati, adatti alla balneazione o all’ingresso in acqua di piccoli natanti sia a Caldonazzo sia in altri centri, come Calceranica al Lago e San Cristoforo. Chi vuole può utilizzare anche imbarcazioni a motore (con potenza massima di 4 cavalli), ma per apprezzare al meglio la limpidezza di queste acque è preferibile scegliere la canoa o il kayak. Il lago, balneabile da giugno a settembre con temperature decisamente gradevoli, presenta un moto ondoso piuttosto contenuto e in condizioni normali permette a chiunque una tranquilla e sicura navigazione a pagaie.
Noi abbiamo scelto un facile itinerario partendo da un imbarco poco sopra Calceranica, da cui si prosegue costeggiando una riserva faunistica abitata da varie specie protette: è divertente e interessante osservare come alcuni rapaci, con repentine incursioni dalle alture circostanti, piombino sulla superficie dell’acqua per procacciarsi una succulenta cena a base di pesce. Giunti sul versante orientale, dove si affacciano caratteristiche ville del periodo austro-ungarico, si scorge un sentiero pedonale con diverse aree predisposte per la sosta o per la balneazione. Avvicinandosi al lido di Caldonazzo il lago diventa infatti più turistico e appaiono i primi ristoranti, dove potersi concedere una pausa parcheggiando la canoa agli attracchi dei locali stessi.
Dopo essersi rifocillati non ci si può far sfuggire una puntatina al di là del Colle di Tenna, dove il Lago di Levico è celato dall’estesa vegetazione. Le rive qui sono abbastanza scoscese e non è facile trovare imbarchi agevoli, ma la navigazione si rivela molto interessante per chi predilige la tranquillità delle zone meno frequentate. Le sponde sono raggiunte da alcune stradine che partono da Levico Terme, nelle cui vicinanze si trovano vari confortevoli campeggi; in paese merita senz’altro una visita il Parco Asburgico (dove ha sede l’ufficio turistico) con lo storico Grand Hotel Imperial, fiabesca costruzione che non a caso era prediletta dall’imperatore Franz Joseph e dalla sua consorte, la principessa Sissi. I due bacini, adagiati sul magnifico sfondo montuoso dei Lagorai, offrono naturalmente ottime possibilità di passeggiate e trekking a piedi, in mountain bike e a cavallo. Per chi è meno intraprendente, gironzolare per le fortezze austro-ungariche disseminate nel circondario è una valida alternativa per spezzare le giornate di relax balneare.

Testo di Enrico Di Liddo
Foto di Felice Greco e Marco Sabatini

PleinAir 444/445 – Luglio/Agosto 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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